Il fiuto di Asko inguaia un 41enne calabrese.
L’uomo, Salvatore Curinga, trasporta in auto 10 kg di cocaina purissima.
Direzione Palermo.
Ma, fermato e perquisito, viene arrestato dalla Polizia.
L’accusa è ovvia: detenzione illecita di sostanze stupefacenti.
Il tutto grazie a quel fiuto incredibile del cane.
L’uomo che viene bloccato con circa 10 chili di cocaina percorreva l’A19 verso Palermo.
Tuttavia la sua vettura non passa inosservata agli agenti della Squadra mobile.
Questi sono impegnati in servizi di controllo in abiti civili e con auto civette.
Stazionano nei pressi del casello autostradale di Buonfornello.
La velocità elevata con cui l’auto procedeva insospettisce i poliziotti.
Da qui la decisione di fermare l’uomo, insieme alla Polstrada per un controllo.
Entra perciò in campo il cane antidroga Asko.
Il suo fiuto è finissimo.
Cosicchè, in breve due vani nascosti sono scoperti nell’auto controllata.
All’interno 10 confezioni da un chilo di cocaina purissima.
Il calabrese non ha scampo: è arrestato in flagranza e condotto al carcere Pagliarelli.
La droga e l’auto sono ora sotto sequestro.
La cocaina ha un valore all’ingrosso di circa 400mila euro.
Ma, se immessa sul mercato, avrebbe potuto fruttare circa 2 milioni di euro.
Una somma che giustifica l’azzardo del calabrese.
Che però non ha fatto i conti col cane antidroga.
Il fiuto di Asko colpisce ancora.
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Un uomo, italiano, è stato fermato durante la notte per l'omicidio del senegalese Assan Diallo ucciso sabato sera a colpi di pistola a Corsico, nell'hinterland milanese. Fabrizio Butà, 47 anni, di origini calabresi ha confessato davanti al pm Christian Barilli.
Si è presentato spontaneamente ai carabinieri nella tarda serata di ieri e avrebbe raccontato che, all'origine del delitto, vi sarebbero state ripetute molestie da parte del senegalese alla sua fidanzata. I due si sarebbero dati appuntamento sabato sera per risolvere la questione e, in un giardinetto di via delle Querce a Corsico, Butà ha sparato almeno dieci colpi, dei quali sei in faccia all'immigrato.
L'uomo ha precedenti anche per un omicidio del 1998. La sua compagna, di 36 anni, è stata arrestata per favoreggiamento personale, detenzione di arma illegale e possesso di stupefacenti. È nel suo garage che è stata trovata l'arma del delitto.
Ucciso da qualcuno che l'ha anche insultato con frasi razziste. La moglie di Assane Diallo, il senegalese di 54 anni ucciso a colpi di pistola in via delle Querce nella tarda serata di sabato a Corsico (Milano), ha riferito ai carabinieri che il marito aveva avuto un diverbio con una persona che gli avrebbe rivolto anche epiteti razzisti.
b)Milano, senegalese ucciso in strada a colpi di pistola. La moglie: «Agguato razzista»
È anche su questa circostanza che stanno lavorando gli investigatori, anche se la modalità spietata con cui l'uomo è stato ucciso potrebbe far pensare a un omicidio maturato in un contesto malavitoso. Diallo, però, aveva piccoli precedenti risalenti nel tempo: era stato denunciato alla fine degli anni '90 per spendita di denaro falso e per una patente contraffatta. Le indagini riguardano anche l'attività di buttafuori in alcuni locali del senegalese che era addetto alla sicurezza anche nei supermercati.
Il sindaco di Corsico Filippo Errante ha dato la «massima disponibilità» ai carabinieri che stanno lavorando per dare un nome a chi ieri sera ha ucciso a colpi di pistola il senegalese Assane Diallo e spiega che «se gli investigatori accerteranno che si tratta di crimine razziale, come afferma la moglie, la condanna mia e dell'intera Amministrazione sarà senza se e senza ma». «Ho sentito la Compagnia Carabinieri per essere costantemente informato sullo sviluppo delle indagini - scrive in una nota Errante -. Sono in corso una serie di verifiche anche con il magistrato incaricato. Ho confermato la massima disponibilità delle istituzioni. Forniremo tutto il supporto necessario e, sono sicuro, non mancherà, se si rendesse necessario per rafforzare il notevole lavoro svolto dagli uomini dell'Arma, anche l'intervento della Prefettura».
Nel frattempo, «con la Polizia locale abbiamo già deciso di rafforzare il presidio di alcune zone fino alle 22 e, due giorni la settimana, fino alle 24. Proseguiremo in modo serrato i controlli anche dei locali pubblici e dei loro avventori. Perché, questi interventi eseguiti negli ultimi anni, in cui abbiamo potenziato il comando con nuove assunzioni, sono stati utili affinché la Questura disponesse, in diverse occasioni, la chiusura di alcuni locali». «Se gli investigatori accerteranno che si tratta di crimine razziale, come afferma la moglie, la condanna mia e dell'intera Amministrazione sarà senza se e senza ma - conclude Errante -. Credo però che non sia corretto, nel rispetto della magistratura, giungere a conclusioni affrettate perché ritengo che i carabinieri debbano poter svolgere il proprio lavoro fino in fondo. Si è trattato di un'esecuzione. Su questo credo non ci siano dubbi.
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Questi si che sono cittadini con la C maiuscola!.
Non i “soliti calabresi” che non mancano di distinguersi , in negativo ovviamente
Meno male che c’era un ragazzo del Gambia con un alto ed innato senso di giustizia che lo ha bloccato.
L'episodio è avvenuto a Pescara, dove vive un giovane extracomunitario di 23 anni, originario del Gambia e in possesso di regolare permesso di soggiorno.
Il gambiano è intervenuto nell'area di risulta della stazione ferroviaria dopo aver notato due uomini che stavano armeggiando su un'auto regolarmente parcheggiata.
Il giovane, dopo aver visto asportare da uno dei due una busta dall'interno della vettura, ha bloccato i ladri finendo per essere aggredito.
La colluttazione che ne è seguita ha attirato l'attenzione di alcuni passanti che hanno chiamato la Polizia.
Gli agenti giunti sul posto hanno preso in consegna dal giovane extracomunitario un 27enne di Lamezia Terme (Catanzaro) residente a Spoltore (Pescara), Davide Di Dorotea.
Il suo complice è riuscito a fuggire e viene ricercato.
Forse anche il complice potrebbe essere calabrese.
Ah questi calabresi che hanno invaso Italia !
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