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Redazione TirrenoNews

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La storia è semplicissima.

1)Giusva su Strill “sferra l’attacco “ Rosario Mirabelli. Ecco l’articolo:

Riduzione consiglieri regionali: quando la pezza è peggio del bucodi Giusva Branca

Lo scorso 18 marzo il Consiglio regionale - in seconda lettura - ha modificato lo statuto per portare il numero dei consiglieri da 50 a 40. La legge che impone la riduzione fissa in 2 milioni di abitanti il crinale oltre il quale le Assemblee potranno essere composte da quaranta consiglieri; sotto i 2 milioni i consiglieri saranno trenta. Il caso ha voluto che tra prima lettura (passata in Aula con riferimento al censimento del 2001) e seconda lettura (censimento 2011 nel frattempo ultimato e pubblicato dal'Istat) il numero dei residenti in Calabria calasse al di sotto dei 2 milioni. Di poco, ma al di sotto.

L'Aula se ne è disinvoltamente fregata e ha approvato la riduzione non a 30 ma a 40.

Oggi leggiamo che il consigliere regionale Rosario Mirabelli, un passato da Presidente del Consiglio comunale di Cosenza e recentemente impigliato nell'operazione ''Ippocrate'', relativa a false attestazioni sanitarie, ha presentato un'articolata proposta di legge, volta ad una serie di riduzione dei costi della politica la cui punta di diamante è costituita dalla riduzione dei consiglieri da 40 a 30.

Bene, pensi, si vede che quel 18 marzo (essendo, tra l'altro non appartenente alla maggioranza) ha votato infruttuosamente contro e ora ci riprova.

E allora vai al resoconto di quella votazione e vedi che quella scelta, poi definita vergognosa praticamente da tutti gli organi di stampa, è passata all'unanimità dell'Aula: tutti insieme, appassionatamente, destra e sinistra, maggioranza e opposizione, giovani e vecchi, Scilla e Cariddi, Gianni e Pinotto, muschi e licheni.

E allora, pensi, forse Mirabelli era assente e guardi le presenze di quel giorno: niente, presente.

Presente e...."unanime"...

Oa, per carità, il diritto di cambiare idea è sacrosanto (anche se Mirabelli pare aver preso un pò troppo alla lettera l'idea che la coerenza sia la virtù degli imbecilli, almeno a leggere il suo curriculum politico che racconta di esordi nella Dc, per transitare in An, rimbalzando poi su Autonomia e diritti di Loiero e poi su Api), ma l'impressione è che lui, come tutti gli "unanimi" ci abbia provato (dieci posti di potere in più o in meno sono tantissimi), la colpa dell'ennesimo casino scoppiato sul palazzo, ovviamente, è stata, poi, solo di questa stampa che continua, ostinatamente, a non farsi i fatti propri (che brutto vizio).

Nel frattempo, però, l'aria - complice lo scandalo-rimborsi - si è fatta irrespirabile e allora Mirabelli oggi ci prova ad esibirsi in questa giravolta carpiata: "cambiare subito la legge" dice. Tanto, chi vuoi che sappia se ho votato a favore o contro?

Ma come, non l'ha approvata anche lei, consigliere meno di un mese fa?

No, la prego, non ci provi a tirare fuori la storiella che era uscito dall'Aula per fare la pipì, è vecchia più della sua prostata...

E Rosario Mirabelli non ci sta e ricambia. Ecco l’articolo:

Egregio direttore, le sue premure verso le condizioni della mia prostata mi lusingano, ma posso rassicurarla che fino ad ieri sera non ha mostrato alcun cedimento. Però devo confessarle che dopo avere letto il suo articolo che mi riguarda, ho avuto qualche problema, ma credo sia dovuto più ad un odioso virus intestinale che sta colpendo molti calabresi e non ad una reazione alle sue tesi strampalate e diffamatorie di cui ne risponderà nelle sedi opportune.

Lei tira in ballo le mie origini democristiane e io ne vado fiero, magari oggi ci fosse quel partito; anche lei ne trarrebbe giovamento perché si sarebbe potuto misurare con le gesta di grandi politici che hanno militato in quel partito, ma deve rassegnarsi. Così come non esistono i partiti di una volta, non esistono nemmeno i giornalisti di una volta, e lei ne è l’esempio per la sciatteria con cui esprime giudizi manichei e fa analisi che, se non ci fosse internet, non troverebbero spazio nemmeno nei giornalini di quartiere. Si sarebbe risparmiato questa figuraccia dando un’ occhiata al sito del consiglio regionale per ricostruire il mio curriculum politico.

Direttore, sappia che non ho mai ricoperto la carica di presidente del consiglio comunale di Cosenza, ne sarei stato onorato, risiedo a Rende dove sono stato eletto più volte consigliere comunale e nello stesso collegio stato eletto consigliere provinciale di An. Ho lasciato quel partito non condividendone la linea politica e l’azione amministrativa e politica della giunta Chiaravalloti rinunciando anche ad incarichi legittimamente offerti (Fincalabra) e questo è stato il motivo per cui nel 2005 ho sostenuto un “vecchio” democristiano come Agazio Loiero. Stesso discorso per quando riguarda l’Api, partito senza prospettive. Del resto gli ultimi risultati elettorali dimostrano che avevo visto giusto.

Riguardo la mia vicenda giudiziaria, premesso che non attiene alla mia attività politica ma di medico; voglio evidenziarle che il sottoscritto non ha mai subito alcuna condanna penale o civile, per cui con estrema tranquillità aspetto le conclusioni processuali, ancora in fase iniziale. Sono convinto che un cittadino deve difendersi nel processo e non dal processo.

Rispetto alla mia coerenza politica, sappia che in consiglio regionale, non appartenendo al momento ad alcun partito politico, voto provvedimenti nell’esclusivo interesse dei calabresi e senza preclusioni ideologiche. Sulla riforma della montagna ho presentato un progetto di legge alternativo a quello della maggioranza e mi batto per il cambiamento e contro le forze conservatrici di questa regione.

Entrando nel merito della proposta di legge di riforma dello Statuto che ha eccitato (forse in mancanza di altro) la sua mente, le faccio notare che quando è stato avviato il procedimento legislativo, l’Istat non aveva ufficializzato i dati del censimento e quel procedimento ,così ha deciso la conferenza dei capigruppo, andava concluso. Ora che è certo che il numero degli abitanti è sotto i 2 milioni, quindi non solo bisogna procedere con la riduzione del consiglieri a 30, ottemperando ad una norma nazionale, ma occorre procedere ad altre modifiche statutarie per garantire un giusto equilibrio tra maggioranza ed opposizione per un efficace utilizzo delle risorse del Consiglio. La “punta di diamante” della mia proposta consiste soprattutto nel separare in maniera netta le funzioni del Consigliere da quelle dell’Assessore Regionale attraverso l’introduzione dell’incompatibilità tra i due ruoli così come avviene peri Comuni e le Province ciò per evitare di essere controllori e controllati nello stesso tempo. Nel momento in cui il consigliere viene chiamato a far parte della giunta scatta la sospensione dello status di consigliere e il suo posto viene preso dal primo dei non eletti ciò al fine di evitare che l’assessore diventi “ostaggio politico” del presidente che può revocarlo in qualsiasi momento sbattendolo fuori dal consiglio regionale in qualsiasi momento. Resta inteso che il costo aggiuntivo per i consiglieri supplenti non deve aumentare il budget di Palazzo Campanella per i 30 membri. Inoltre propongo una riduzione da sei a quattro delle commissioni.

Quindi converrà con me che questo in questo progetto di legge la riduzione dei consiglieri da 40 a 30 altro non è che l’adeguamento obbligatorio e vincolante ad una legge nazionale che si applica tout court.

Direttore, infine, accetti un consiglio se ha un briciolo di umiltà, legga nel dettaglio la mia proposta, si consulti con qualche costituzionalista e poi faccia tutte le critiche del caso. Non perda altro tempo prezioso con la mia prostata, si informi, si aggiorni, approfondisca prima di scrivere. Insomma se vuole continuare a fare il giornalista lavori con professionalità, se non ne ha voglia lasci stare, cambi mestiere e faccia l’urologo. Il Consigliere Regionale -   On. Rosario Mirabelli

A Voi il giudizio:

 Su Tenonline leggiamo il seguente articolo: San Giovanni in Fiore (CS) :(nella foto la Bindi il 13 febbraio nel Polifunzionale)

- Davanti al comune di San Giovanni in Fiore le proteste sono quasi quotidiane, il municipio è il punto di riferimento per i tanti che nella cittadina della Sila hanno perso il lavoro, hanno conti in sospeso o un lavoro non l’hanno mai avuto.

-Da qualche giorno davanti al palazzo di città stazionano una cinquantina di persone, appartengono a quest’ultima categoria, anzi a nessuna perché ognuno di loro ha una storia diversa.

-Alcuni sono giovani, altri hanno superato i 50 anni, qualcuno nonostante le difficoltà è riuscito a mettere su famiglia, il comune denominatore è la disperazione.

-Non è una protesta, è una richiesta d’aiuto, di dialogo, una presenza silenziosa che vuole spingere chi amministra la città ad occuparsi di un problema che sembra senza via d’uscita.

-Il Sindaco Barile non si sottrae certo al confronto, la situazione a San Giovanni in Fiore è critica, ma la presenza dei cittadini davanti al comune è un segnale da cogliere.

L’amministrazione comunale ha idee e progetti, innovativi e non agevoli, il primo cittadino spera nel supporto delle altre istituzioni.

Sembra l’anteprima di quanto può succedere dappertutto in Calabria. Amantea inclusa.

Solo che davanti al municipio di Amantea non stazionano disoccupati.

Ed allora delle due l’una: o i disoccupati sono solo a San Giovanni in Fiore che è pertanto la sola polveriera in Calabria o i sangiovannesi sanno protestare meglio degli altri calabresi.

Non sarebbe male che Ten realizzasse un servizio sulla situazione della disoccupazione in Calabria: chi altri se non una televisione regionale che non sia asservita al potere?

Il senso della giunta regionale sta esattamente in questo paradosso. Si investono risorse per contrastare lo spopolamento dei centri minori mentre i calabresi senza lavoro emigrano.

Non solo, ma il paradosso è anche nel fatto che nessuno mai andrà a verificare se i progetti finanziari avranno mai successo.

Comunque sia, i calabresi sarebbero così contenti che 21 dei loro sindaci, presenti alla firma dell’inutile atto di programmazione negoziata stipulato, hanno ritirato, lieti, nientemeno, un attestato in ricordo di questo solenne momento!!( Giovanni Ceglie di Aieta, Michele Guardia di Sangineto, Carmine Arcuri di Scigliano, Francesco Villella di Bianchi, Tonino Franco Dante di Castroregio, Massimiliano Barci di Cervicati, Giuseppe Longo di Cleto, Raffaele Rizzuto di Colosimi, il vicesindaco di Cropalati Luigi Lettieri, Luciano Ciardullo di Domanico, Giovanni Cosenza di Laino Castello, Francesco Bruno di Mottafollone, Francesco Trebisacce di Nocara, Paola Candia di Orsomarso, Salvatore Parrotta di Panettieri, Fiorenzo Conte di Papasidero, Luciano Pugliese di Pietrapaola, Cosmo Azzinnari di San Cosmo Albanese, Gioacchino Lorelli di San Pietro in Amantea, Carmine Arcuri di Scigliano, Antonio Cuglietta di Serra d'Aiello). Agli altri 16 sarà probabilmente mandato in comune con la firma autografa dell’assessore Mancini.

Sono infatti (ben dice la stampa di propaganda) 37 i comuni interessati ( su 56 comuni che hanno meno di 1500 abitanti) per i quali la Regione ha messo a disposizione 15.443.500 euro di fondi europei per contrastare la marginalità, migliorare il benessere dei residenti dei piccoli centri e accrescere l'attrattività dei luoghi»

I comuni interessati sono stati Acquaformosa, Aieta, Alessandria del Carretto, Bianchi, Calopezzati, Caloveto, Canna, Carpanzano, Castroregio, Cervicati, Cerzeto, Civita, Cleto, Colosimi, Cropalati, Domanico, Laino Castello, Mottafollone, Nocara, Orsomarso, Panettieri, Papasidero, Paterno, Pedivigliano, Pietrapaola, Plataci, Rota Greca, San Basile, Sangineto, Santa Caterina Albanese, San Cosmo Abanese, San Pietro in Amantea, Scala Coeli, Scigliano, Serra d'Aiello, Terravecchia, Vaccarizzo Albanese.

Ed ecco gli obiettivi dell’assessore MANCINI: «Da oggi ingenti risorse saranno a disposizione di questi territori perché inizino a realizzare presto i progetti approvati e finanziati dalla Regione per contrastare lo spopolamento a cui sono soggetti. L'idea di forza, infatti, è quella di puntare sull'identità, l'accoglienza, la qualità ambientale che caratterizzano questi paesi affinché migliori la qualità della vita dei cittadini e accresca l'attrattività di questi luoghi. I principali interventi finanziati sono volti a sostenere tre diverse tipologie di attività:

sviluppo imprenditoriale locale con il recupero di antichi mestieri, come il ricamo ad Aieta, l'arte liutaia a Laino Castello, l'enogastronomia d'eccellenza nei comuni di Cleto, Serra d'Aiello e SanPietro in Amantea;

il miglioramento della qualità della vita attraverso l'attivazione di servizi come il Centro di accoglienza per donne disagiate di Sangineto, il centro diurno anziani di Terravecchia, le aree attrezzate polifunzionali di Orsomarso. A queste si aggiunge per significatività quella proposta dall'amministrazione comunale di Acquaformosa, volta a promuovere l'accoglienza di nuovi residenti immigrati; ridurre i fattori di emarginazione delle popolazioni locali attraverso il potenziamento dei servizi (come l'ampliamento della rete Wi-fi) finalizzati a migliorare la qualità della vita dei residenti. Nel complesso tutte le operazioni previste dal Pisl riusciranno ad attivare l'economia locale attraverso l'avvio di iniziative imprenditoriali, come quelle legate al turismo e all'artigianato; ma anche a promuovere la valorizzazione delle risorse storiche, culturali e naturali con interventi di sviluppo sostenibile che prevedono il recupero del patrimonio naturale e artistico.

Ora non resta che darsi da fare, rimboccandosi le maniche per dare ai cittadini le risposte che meritano e che attendono, trasformando questi progetti in realtà, continuando a dare esempio di buona amministrazione come fino a questo momento è stato fatto. Adesso, infatti, le procedure dovranno essere portate avanti dalle amministrazioni locali nei tempi richiesti dalla Ue: entro il 31 dicembre di quest'anno si dovrà dare vita agli impegni giuridicamente vincolanti ed entro il 31 dicembre del 2015 dovranno essere spese tutte le risorse».

Certo che l’idea di ridurre lo spopolamento “importando” africani è l’uovo di Colombo!

Nel frattempo gli italiani si impiccano!

 

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