Su iniziativa dell’Associazione culturale Longotherapy, e con il patrocinio del Comune di Longobardi, domenica sera è stato presentato il romanzo di Sergio Ruggiero “Alle soglie dell’ultimo giorno”, edito da Franco Mannarino, già premiato al Concorso nazionale di Rovigo quale “Miglior romanzo storico”.
La sera precedente si era svolto un “Incontro con l’autore” organizzato dai Lions di Amantea presso la sala biblioteca di san Bernardino, nel corso della quale, unitamente al romanzo, è stato presentato un apprezzatissimo approfondimento storico e filologico sulla legenda del tesoro di Alarico, realizzato da “Lo Scaffale” di Amantea.
A Longobardi, nel grazioso “Teatrino comunale”, la partecipazione del pubblico è stata notevole nonostante i rigori della sera, “come raramente si vedeva”, ha commentato soddisfatto il sindaco del paesino tirrenico Giacinto Mannarino.
Merito di Longotherapy, che si è spesa per avere l’autore amanteano a Longobardi e tributargli una degna accoglienza, dimostrando di ben rappresentare lo spirito vincente della “cultura inclusiva capace di coinvolgere la gente e guardare in tutte le direzioni dell’espressione umana”, ha detto l’organizzatore Antonio Martire.
Il pubblico ha posto domande sul romanzo e sulla storia del territorio, manifestando vivo interesse e un coinvolgimento davvero incoraggiante.
Alla fine della serata, che è stata dedicata al Maestro Umberto Eco venuto a mancare in questi giorni, il sindaco Giacinto Mannarino e Antonio Martire hanno premiato Sergio Ruggiero con una targa di “riconoscenza per avere dato lustro al paese di Longobardi nel suo romanzo storico”.
Un vero successo per i giovani di Longotherapy, rappresentati nella circostanza da Antonio Martire, Costanza De Lio, Renato Pagnotta e Ilaria.
Pellegrini, che hanno incassato la disponibilità de’ “Lo Scaffale di Amantea” al patrocinio scientifico di una iniziativa culturale di celebrazione della figura del sacerdote-storico don Silvio Celaschi.
Due splendide serate di cultura, ad Amantea e a Longobardi, nel ricordo del grande Umberto Eco.
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Si è spento Umberto Eco. Per chi lo conosce è l’autore che ha scritto numerosi saggi di estetica medievale, linguistica e filosofia, oltre a romanzi di successo. Tra questi "Il nome della Rosa", un bestseller internazionale tradotto in oltre cento lingue, con una memorabile trasposizione cinematografica.
Un intellettuale vero, che alla cultura attribuiva un assoluto significato etico, fino ad assumere posizioni scomode e pericolose. Ricordo il suo coinvolgimento nel caso Pinelli – l’anarchico morto precipitando da una finestra della questura di Milano nel 1969 – autodenunciandosi e accusando la polizia. Ricordo le sue posizioni fortemente antiberlusconiane, frutto di una mente assolutamente libera che lo indusse ad essere tra i fondatori del movimento di intellettuali Libertà e Giustizia.
Eco, che aveva una visione universalistica della cultura, non esitava ad esprimersi su ogni ambito della conoscenza e dell’espressione umana, dalle canzoni alla semiotica, dalla politica alla religione, dalla televisione al fumetto, dalla filosofia medievale alla letteratura contemporanea.
Ma chi era per me Umberto Eco? A questo punto voglio riportare un verso de’ “Il nome della Rosa”, per bocca di Adso da Melk: … mi accingo a lasciare su questo vello testimonianza degli eventi mirabili e tremendi a cui in gioventù mi accadde di assistere, ripetendo verbatim quanto vidi e udii, senza azzardarmi a trarne un disegno, come a lasciare a coloro che verranno (se l’Anticristo non li precederà) segni di segni, perché su di essi si eserciti la preghiera della decifrazione.
Una folgorazione. Per me Eco è il maestro, e un punto di riferimento per gli scrittori di romanzi storici. In particolare per quelli che, come me (molto modestamente), amano intarsiare la narrazione con significati, cifre, scienze e segni funzionali alla rivelazione o all’esaltazione di un mistero.
Egli mi ha fatto conoscere Tommaso d’Aquino, Gioacchino da Fiore, Dolcino da Novara, Obertino da Casale. Li ho visti, con loro mi sono intrattenuto, ho posto domande ed ho ottenuto risposte. Mi ha stimolato ad indagare un universo, e mi ha consegnato un regalo immenso, il piacere irrinunciabile, forse bramoso, alla lettura e all’approfondimento. Ed è merito Suo (o colpa sua), se ad un certo punto della vita ho deciso di consegnare all’impietoso vaglio dei lettori le tracce delle mie iperboliche pulsioni intellettuali.
Grazie Maestro, di te conserverò un ricordo eterno.
Amantea 20 febbraio 2016
Sergio Ruggiero
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