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Paola. Attimi di paura sul treno regionale partito nel tardo pomeriggio di ieri 20 novembre da Reggio Calabria direzione Cosenza.

Il convoglio, infatti, è stato costretto a fermarsi all’interno della galleria "Santomarco", lungo la linea Paola-Cosenza,

 

dopo avere investito un estintore che persone non identificate avevano lasciato sui binari.

La ricognizione sui binari effettuata dai tecnici di Rfi e dagli agenti della Polfer ha portato alla scoperta di altri estintori staccati dai loro supporti nella galleria e abbandonati sui binari.

Un vero e proprio percorso ad ostacoli che avrebbe potuto causare gravissime conseguenze ai convogli in transito.

Il treno, infatti, a causa dell’urto con l'estintore, ha subito il danneggiamento della condotta dell’alimentazione.

I macchinisti sono riusciti a riparare il danno ed il convoglio è potuto ripartire dopo una sosta forzata di circa 50 minuti.

La linea tra Paola e Cosenza, che è a binario unico, è stata interrotta per consentire il completamento della ricognizione dei binari allo scopo di accertare la presenza di altri estintori.

Trenitalia per alcune ore ha istituito un servizio sostitutivo con pullman.                  

Pubblicato in Alto Tirreno

05 agosto 2018 «Questo è stato un tentativo di uccidermi. Oggi hanno cercato di assassinarmi»: poche ore dopo il fallito attentato al presidente del Venezuela Nicolas Maduro, lo stesso capo dello Stato ha annunciato così - in un discorso alla nazione - di essere scampato a un attentato alla sua vita durante la parata militare a Caracas in occasione dell'81esimo anniversario della creazione della Guardia nazionale.

Un attentato con droni esplosivi che ha provocato sette feriti e che Maduro ha subito attribuito all'estrema destra venezuelana in collaborazione con “cospiratori” a Miami e Bogotà, tra cui anche il presidente della Colombia Juan Manuel Santos.

La reazione del governo colombiano non si è fatta attendere: un funzionario dell'ufficio del presidente ha definito infondate le accuse di

Il Venezuela non riesce più a rispettare le consegne di petrolio ai clienti

Una rivendicazione è giunta all’agenzia di stampa Ap da parte di un quasi sconosciuto gruppo che si fa chiamare 'Soldati in T-shirt' .

In un tweet il gruppo ha reso noto di voler colpire il presidente con due droni carichi di esplosivo, ma che i velivoli sono stati abbattuti dai soldati prima che potessero raggiungere il loro obiettivo. L'agenzia Ap precisa che non è stato possibile verificare in modo indipendente l'autenticità del messaggio. «Abbiamo dimostrato che sono vulnerabili»: recita il testo del tweet.

«Oggi non ha avuto successo - prosegue -, ma è solo una questione di tempo».

Da parte sua, il capo dello Stato venezuelano ha inoltre sostenuto che alcuni dei finanziatori dell'attacco si trovano a Miami, augurandosi che il presidente Usa Donald Trump sia «disposto a combattere i gruppi terroristici».

Alcuni dei responsabili dell'attacco, ha poi detto, sono stati catturati. Le immagini, in diretta tv, mostrano Maduro mentre parla al Paese: improvvisamente si sente un rumore in lontananza, simile ad una esplosione, mentre qualcuno guarda verso l'alto.

Alla destra del palco si intravede un soldato cadere a terra, l'uomo cerca di aggrapparsi al ministro della Difesa.

Le telecamere si spostano poi sulla parata militare e qualche attimo dopo si vedono i soldati che rompono le righe e corrono al riparo.

Qualche minuto più tardi il ministro delle Comunicazioni, Jorge Rodriguez, ha fatto il punto della situazione in diretta tv, confermando che si è trattato di un «attentato» e che il capo dello Stato è rimasto «incolume».

«Nel momento in cui una sfilata militare stava concludendosi sull'Avenida Bolivar di Caracas, si sono udite alcune esplosioni che si è potuto verificare riguardavano artefatti volanti di tipo drone che contenevano cariche esplosive e che sono esplosi vicino al palco presidenziale ed in alcune zone residenziali», ha detto Rodriguez: i droni «hanno causato il ferimento di sette persone».

Sui social circolano anche foto che mostrano un incendio scoppiato in un palazzo, conseguenza - secondo alcuni - di una delle esplosioni, anche se questa ipotesi è stata smentita dai vigili del fuoco. Dopo l'attacco unità militari hanno preso posizione vicino ai punti nevralgici della zona della Avenida Bolivar. Secondo un esperto che segue da vicino il Venezuela, David Smilde del Washington Office on Latin America, Maduro utilizzerà il fallito attentato per epurare funzionari governativi e membri delle Forze Armate infedeli, oltre a imporre ulteriori restrizioni alle libertà civili per concentrare ulteriormente il potere nelle sue mani.

Venezuela, una crisi senza vie d’uscita

In tarda serata (ora locale) un piccolo gruppo quasi sconosciuto che si fa chiamare «Soldati in T-shirt» ha rivendicato il fallito attentato contro il presidente Maduro.

Il gruppo ha scritto in un tweet che voleva colpire il presidente con due droni carichi di esplosivo, ma che i velivoli sono stati abbattuti dai soldati prima che potessero raggiungere il loro obiettivo.

L'agenzia Ap, che riporta la notizia, sottolinea che non è stato possibile verificare in modo indipendente l'autenticità del messaggio. «Abbiamo dimostrato che sono vulnerabili»: recita il testo del tweet. «Oggi non ha avuto successo - prosegue -, ma è solo una questione di tempo».

(AFP PHOTO / Juan BARRETO)

Pubblicato in Mondo

Un furgone ha travolto diverse persone sulla Rambla a Barcellona.

Lo riferiscono testimoni e la polizia catalana, lo scrive la stampa spagnola.

Il viale è stato transennato ed evacuato.

Il bilancio, secondo i media spagnoli, è di almeno tredici morti e una ventina di feriti. Lo riferisce El Pais

La radio Cadena Ser online, che cita fonti di polizia, conferma che ci siano almeno 13 morti.

Il furgone ha iniziato la sua corsa omicida a Plaza de Catalunya fino alla piazza del mercato della Boqueria, a ben 600 metri di distanza.

Il conducente ha abbandonato il veicolo, è fuggito armato ed è ora ricercato dalla polizia.

Come riferisce la tv pubblica Rtve, due persone armate sono trincerate in un bar turco, "Luna de Estambul" del mercato della Boqueria, sulla Rambla.

Non è chiaro al momento se abbiano preso degli ostaggi.

Ora la polizia starebbe negoziando la resa delle due persone.

Subito prima ci sarebbe stata una sparatoria.

La polizia catalana ha ritrovato a Vic, vicino Barcellona, un secondo furgone che gli attentatori avrebbero affittato per scappare dopo aver compiuto l'attentato.

Secondo i media spagnoli, tre persone potrebbero avere collaborato all'attacco.

La polizia ha ufficializzato che si tratta di un attentato terroristico, e ha segnalato su Twitter che si cerca un uomo bianco di un metro e 70, con una maglietta bianca a strisce blu.

Il furgone guidava a zig zag per colpire il maggior numero di gente possibile.

Lo scrive la Vanguardia, raccontando che si tratta di un furgone Fiat bianco.

Il mezzo è entrato nell'arteria pedonale all'altezza di placa Catalunya, procedendo sulla Rambla per circa 600 metri, guidando a zig zag a circa 80 chilometri orari.

Il veicolo è poi andato a sbattere contro uno dei chioschi di Pla de la Boqueria.

Il governo catalano ha ordinato la chiusura della stazioni di metro della Plaza Catalunya, vicino al luogo in cui il furgone ha investito diverse persone.

La polizia ha invitato i negozianti a chiudere i loro locali quale misura di precauzione.

Circa 600 persone sono bloccate in alcuni ristoranti della zona.

Lo riferisce il Guardian citando la portavoce di una catena di dieci locali nella zona.

I sostenitori dell'Isis stanno celebrando l'attacco di Barcellona, come fecero dopo quello di Manchester, e lanciano nuove minacce alla Spagna. Lo riferisce il Site.

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I terroristi colpiscono in pieno centro a Stoccolma, ancora una volta un 'lupo solitario' alla guida di un camion, che ha investito i passanti prima di schiantarsi contro un centro commerciale.

Il camion ha falciato la folla nella centralissima strada pedonale Drottningsgatten di Stoccolma ha finito la sua corsa nel centro commerciale Ahlens City.

Il camion è stato rubato poco prima dell'attacco.

Secondo quanto riferito dalla ditta proprietaria del mezzo l'autista "stava scaricando della merce quando qualcuno è saltato dentro il camion ed è scappato".

Secondo i testimoni, l'autista "indossava un passamontagna".

Racconta un testimone :"Stavo camminando verso la strada principale quando un grande camion è spuntato dal nulla. Non sono riuscito a vedere se ci fosse qualcuno alla guida o fosse fuori controllo, ma ho visto che almeno due persone sono state schiacciate. E mi sono messo a correre più forte che potevo".

Un altro testimone ha riferito:"Ho visto centinaia di persone mettersi a correre per salvarsi la vita. Mi sono girata ed ho cominciato a correre anche io".

La polizia riferisce che ci sono almeno tre persone uccise ed almeno otto feriti .

L'episodio è avvenuto in una delle principali strade commerciali di Stoccolma.

Sono stati sparati dei colpi di arma da fuoco nel luogo dove il camion è piombato sulla folla.

Il premier svedese, Stefan Lofven ha detto: "E' un attacco terroristico".

La polizia ritiene che si tratti di "un attacco deliberato".

Il parlamento svedese è stato chiuso dopo quanto accaduto.

Ora è caccia all'autista dell'autocarro finito sulla folla che è in fuga.

Il sospetto ricercato indossa una giacca verde e una felpa grigia.

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imFranco Laratta e Carlo Guccione visitano l'azienda Percacciante che ha subito un grave attentato: "In Calabria è in corso una forte aggressione della criminalità organizzata contro le aziende agricole. Vogliono spaventarle e poi controllarle". 

 

Una visita all'azienda agricola di Antonio Percacciante nella Piana Sibari. Un'area a fortissima vocazione agricola, terra di eccellenze e alta qualità nel settore trainante dell'Agroalimentare. Centinaia la imprese, migliaia di addetti. 

 

Ma dove c'è buona economia e sviluppo  c'è la 'ndrangheta!

Lanciano l'allarme Franco Laratta e Carlo Guccione in visita all'azienda Percacciante che ha appena subito un gravissimo atto intimidatorio di stampo mafioso: un incendio doloso che ha distrutto il capannone con tutti gli automezzi dell'azienda. Un danno di circa 1,5 milioni di euro, con a rischio la raccolta imminente e il posto di lavoro per 150 stagionali. 

 

Guccione e Laratta hanno visitato i terreni interessati e incontrato la proprietà: " In Calabria è in corso una forte aggressione della criminalità organizzata contro le aziende agricole. Vogliono spaventarle, vogliono infiltrarsi e poi puntano a controllarle .

Gli imprenditori resistono, sanno che non possono e non devono cedere, ma spesso pagano prezzi altissimi. Lo Stato non può lasciarli da soli a lottare. Occorrono misure efficaci di prevenzione e repressione, occorre il sostegno delle istituzioni regionali e nazionali verso gli imprenditori colpiti".

In effetti, nell'incontro  con Laratta e Guccione, in un'atmosfera cupa, mentre la puzza di bruciato ancora si avverte fortemente, emerge chiaramente come la sibaritide stia subendo continue aggressioni e intimidazioni nelle aziende agricole più importanti e anche in quelle più piccole. Quasi mai i colpevoli sono stato individuati.

 

Nella zona c'è preoccupazione, come in molte parti della Calabria. Preoccupa il silenzio e l'indifferenza generali. Come se tutto fosse normale, come se lo Stato, la Regione, gli stessi cittadini non avvertissero più la necessità di reagire, di combattere, di non arrendersi. 

Per questo la visita di Guccione e Laratta è stata molto gradita. Nella speranza che serva a smuovere qualcosa.

Il governo e la regione saranno informati e coinvolti, ma si spera che le misure necessarie e urgenti vengano adottate al più presto.   

Pubblicato in Calabria

chiapettaFiumefreddo bruzio  - Anche lo studio di Psicologia della Dottoressa Gesina Chiappetta si unisce ai colleghi che già in queste ore hanno messo a disposizione la loro competenza e professionalità per assistere gli italiani che si trovano nella capitale francese.

 

Verranno presi in carico testimoni, sopravvissuti ma anche semplici cittadini italiani che devono affrontare la vita di ogni giorno. 

 

"Forse in questo momento un fiumefreddese desidererebbe esprimere le sfumature delle sue emozioni nella sua lingua, desidererebbe essere ascoltato, sostenuto e aiutato nel rielaborare il dramma del 13 novembre.          

 

per ricevere la consulenza gratuita basta inviare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.         

 

indicando nome e cognome

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sabatino monica candidata sindaco

«Esprimo la mia solidarietà all’agente di Polizia Municipale Anna Montemagno vittima di un atto intimidatorio che non deve offuscare la laboriosità, l’onesta e il senso di accoglienza degli abitanti di Amantea e di Campora San Giovanni».

 

Così il sindaco Monica Sabatino ha voluto condannare l’incendio doloso che ha distrutto l’autovettura di proprietà della vigilessa che, da quando è stata assunta dall’ente municipale, ha saputo mettere in mostra impegno, dedizione e sacrificio.

Nella notte tra martedì e mercoledì le fiamme hanno avvolto la Tiguan della Montemagno, parcheggiata nei pressi della propria abitazione lungo via Lepanto. Alcuni ignoti, presumibilmente con del liquido infiammabile, hanno innescato l’incendio che ha letteralmente consumato il veicolo, rendendolo quasi irriconoscibile. Il bagliore della pira e gli odori acri della plastica bruciata hanno attirato i residenti della zona, destando anche l’attenzione dell’agente e dei suoi familiari. L’arrivo dei Vigili del Fuoco è stato immediato e ciò ha consentito di porre in sicurezza l’area e di procedere alle operazioni di spegnimento salvaguardando le auto ed i locali commerciali posizionati nelle vicinanze. Sono stati gli stessi Vigili del Fuoco ad effettuare un primo sopralluogo sui resti della macchina, evidenziando la dinamica non certo accidentale del fatto. Sul posto è giunto con prontezza anche il vice sindaco Giovanni Battista Morelli che ha potuto constatare la gravità dell’accaduto. La vigilessa ha prontamente avvertito il diretto superiore Emilio Caruso ed i Carabinieri della locale stazione. Sulla questione è stato aperto un fascicolo dalla Procura della Repubblica di Paola.

«Oggi più che mai – ha aggiunto il sindaco Monica Sabatino – sono vicina ad Anna Montemagno. E lo sono non solo come sindaco, ma anche come donna e come mamma. L’abbraccio che rivolgo ad Anna è idealmente quello dell’intera città che in questi mesi ne ha apprezzato le qualità umane e le capacità professionali. Le forze dell’ordine e la magistratura faranno in modo di consegnare alla giustizia gli autori di questo gesto vile e vigliacco. So bene cosa si prova quando ad essere minata è la sfera personale ecco perché chiedo all’agente Montemagno di continuare a svolgere il proprio lavoro con fierezza e con il sorriso sulle labbra, come ha sempre fatto fino ad ora».

Anche per il comandante Emilio Caruso è necessario andare avanti senza tentennamenti. «Faremo tutto il possibile – ha evidenziato lo stesso Caruso – per supportare il lavoro investigativo della Procura, così come abbiamo fatto in passato per altre vicende. Alla collega Montemagno la solidarietà mia personale e di tutto il corpo della Municipale di Amantea».

sindaco sabatino

Sono le 23.30 circa di martedì 17 febbraio. La città è tranquilla, il carnevale si è svolto ed è già “un passato”. Le Forze dell’ordine, Vigili compresi, hanno fatto il loro dovere.

 

Ma non tutti sono a godere del giusto riposo. Affatto.

Qualcuno si avvia a compiere un vile attentato.

Siamo in via Lepanto, la strada che collega la SS18, con via Dogana, nei pressi di via della Libertà

Lì è parcheggiata l’auto della vigilessa Anna M., una delle neo assunte a seguito del concorso bandito da parte del comune di Amantea .

L’auto prende fuoco rapidissimamente ed alla fine resta completamente distrutta.

I carabinieri vengono subito allertati ed intervengono immediatamente, al punto che Angelo Deledda, sempre coraggioso( ricordiamo quando nel 2009, in quel di Coreca, con la canoa, salvò una bagnante che sapeva a malapena galleggiare ed era stata trascinata via dalla corrente marina ) riesce a salvare un’auto parcheggiata immediatamente vicino a quella incendiata( ha rotto il vetro di un finestrino ed ha spostato l’auto che rischiava di andare a fuoco) .

Poi l’inferno. Gli scoppi si susseguono ed allarmano l’intero quartiere. “Sembra Beirut” ci dice uno che ha assistito all’incendio.

Poi intervengono i Vigili del Fuoco.

Intervengono anche i colleghi della Polizia Municipale.

Anche GB Morelli è lì, saltato giù dal letto appena avvertito.

Scattano le indagini e vengono acquisiti i fotogrammi delle telecamere dell’area interessata all’attentato.

Per la formalizzazione della denuncia si attende il giorno dopo, oggi mercoledì 18 febbraio.

Oggi è un giorno triste anche se c’è il sole. Non solo per i vigili urbani che sono anche preoccupati, che non comprendono, ma per la intera città che si chiede chi siano questi attentatori.

Qua non si tratta del furto di rame o di soldi od ori da parte di gente che viene da lontano, arraffa e scappa.

Qua è probabile, se non certo, che sia gente del luogo. Ed allora occorre capire.

Ed oggi è un giorno di riflessione. La vigilessa non è amanteana, difficile che possa esistere una ragione terza, cioè estranea al suo lavoro, per giustificare questa violenza, seppur ingiustificabile.

Probabilmente è da qui che occorre iniziare, guardando nelle sanzioni dalla stessa comminate o da eventuali parole avute con qualche contravvenzionato.

Amantea si interroga, e non sono soltanto le forze di Polizia a farlo.

E’ raro a memoria d’uomo che un vigile urbano abbia subito attentati similari e per incendi ad altre auto di “ comunali” occorre risalire a molti anni addietro .

Amantea si interroga ed è anche preoccupata; possibile che per una contravvenzione, sicuramente dovuta, invece di difendersi come la legge prevede, si arrivi ad attentati intimidatori che offendono l’intera città?

O forse è il caso di richiamare il vecchio detto “ Si parla a nuora perchè suocera intenda”

Ed è impossibile non richiamare i recenti attentati mossi verso gli amministratori e che hanno dato luogo ad una forte reazione sociale.

Non solo. E’impossibile non richiamare l’incendio al carro di carnevale.

Ma che sta succedendo in questo paese ? E’ la domanda che tutti si fanno.

Ed allora la conclusione.

Anna M. non deve rimanere sola. La Vigilessa deve assurgere a simbolo della correttezza professionale in un paese che, come sostengo spesso, non è abituato alle regole,un paese dove ognuno, finora, è stato abituato a fare ciò che vuole, dove la tolleranza è diventata eccessiva, dove anche altri vigili hanno elevato contravvenzioni e che quindi devono temere anche loro incendi

I Vigili non devono rimanere soli

La intera comunità si deve schierare con il corpo della Polizia Municipale e deve esprimere il proprio apprezzamento ed il proprio rispetto, soprattutto se e quando fanno il proprio dovere .

Tutte le forze politiche devono stringersi assieme per esprimere il proprio dissenso da questi eventi

Il consiglio comunale deve essere immediatamente convocato non per una solidarietà formale, ma, come sostengo da tempo, per prendere atto che Amantea è diventata una città difficile e che occorre od istituire una Compagnia di carabinieri od almeno aperto un commissariato di Polizia.

Pubblicato in Politica

Sembra una ragazzata tanto sono lievi i danni subiti dalla ditta che effettua i lavori della chiesa di San Francesco d’Assisi, sulle pendici del castello.

L’impresa lavoro al momento solo con carriole, pale, rastrelli, caschi da lavoro.

E sono queste le cose che sono state bruciate

Ma non c’era altro.

Se ci fosse stato altro avrebbe fatto con ogni probabilità la stessa fine

Domani la ditta provvederà ad inoltrare denuncia ai carabinieri di Amantea.

Nessuna preoccupazione al momento, ma molta attenzione.

Da domani i luoghi saranno monitorati e la ditta sarà tenuta sotto controllo.

E’ inaccettabile che qualunque impresa che operi nella nostra città debba essere oggetto di danneggiamenti .

Pubblicato in Primo Piano
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