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Il dramma della lucida follia ha visto più vittime del sistema. Da un lato un uomo che dicono non sia un folle( il PM, i parenti, la gente che lo ha conosciuto), dall’altro due Carabinieri schierati a difesa del palazzo e delle sue parti, ed ancora un sistema malato e che si avvicina alla sua fine.

Ma quella di Alemanno che dichiara : "Il sistema di sicurezza ha retto. Sono le persone in divisa che fanno da scudo e che pagano il prezzo", è forse questa lucida follia? Quella che pensa di sacrificare vite umane a fare da scudo per difendere un sistema di privilegi?

Quella di Alemanno che dichiara “Le persone in divisa pagano il prezzo per tutti anche per quella propaganda scellerata, quando si dice andiamo all'assalto del palazzo, del Parlamento, sono parole, sono messaggi politici ma bisogna dare importanza alle parole, stare attenti alle parole. E' giusto protestare e chiedere di più ma non è giusto indicare obiettivi e alimentare un clima di odio", è forse questa lucida follia?. Quella che pensa che gli uomini che perdono il lavoro, e di conseguenza il rispetto dei propri cari, e di seguito la dignità debbano comunque non odiare?

Quella di Alemanno che chiede che "anche la campagna elettorale a Roma sia una campagna politica concreta, no insulti. E mi auguro che questo governo crei nel Paese un clima diverso, più sereno", è solo paura ?.

Ma davvero la politica( quella peggiore) rappresentata nella fattispecie da Alemanno ( quello che voleva risolvere il problema della neve a Roma facendosi filmare e fotografare a far finta di spalarla) non capisce che ci troviamo in una situazione gravissima fatta di un irreversibile declino dello Stato, fatta di una altissima disoccupazione, fatta di privilegi e di povertà, di lussi e di gravissimi disagi della maggioranza del popolo da cui partono poi le assurdità degli spari contro gli incolpevoli carabinieri usati come scudi umani?

Sembra di trovarsi di fronte alla grave crisi economica francese ante rivoluzione quando lo stato viaggiava verso la bancarotta, quando il ministro delle finanze Jaques Neckern propose di far pagare le tasse anche alla nobiltà e al clero e nello stesso tempo di alleggerire il peso fiscale che gravava sui contadini, in modo da favorire l'afflusso dei loro risparmi per rimodernare l'agricoltura e acquistare manufatti, ma venne licenziato per l'opposizione di diversi Parlamenti provinciali controllati dalla nobiltà e dal clero, che non accettavano le nuove leggi fiscali.

Sembra di trovarsi esattamente a quando la soluzione venne cercata nel parlamento e si tentò di trovare inutilmente una nuova legge elettorale (la nobiltà e il clero chiedevano che si votasse per ordine, perché così avrebbero avuto due voti contro uno del terzo stato; invece i rappresentanti di quest'ultimo chiedevano che si votasse per testa, perché erano in numero superiore ai delegati degli altri due ordini, in quanto rappresentanti della maggioranza del popolo francese).
Anche allora la società era fortemente squilibrata e da un lato aveva una casta ( al tempo laNobiltà ed il clero) che godeva di numerosi privilegi ( erano esentati dal pagamento di molte imposte statali e potevano accedere a tutte le cariche pubbliche di maggior prestigio), dall’altro tutto il resto della Francia tra cui i contadini vessati da tutta una serie di corvées e tributi in natura o in denaro, i commercianti e gli artigiani le cui attività erano controllate da molteplici corporazioni di origine medioevale che frenavano la mobilità della manodopera e le innovazioni tecniche.

Fu allora che il 13 luglio Parigi insorse per l'aumento della disoccupazione e l’aumento dei prezzi .

Ieri come oggi serve a niente gridare contro chi indica negli uomini del palazzo i responsabili di quanto sta avvenendo. Ad alimentare il clima di odio sono le diversità. E se la politica non se ne rende conto, allora la fine è vicina. Molto vicina.

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Al momento del crollo del palazzo nel Bangladesh c’erano almeno 3000 persone. Ne sono state salvate quasi 1700. In alcuni casi è stato necessario mutilare degli arti per estrarre i corpi dei superstiti dalle lastre di cemento armato.I morti già estratti sono oltre 300. Tantissimi ( centinaia) i dispersi.

Un tribunale di Dacca ha indagato oggi il proprietario del "Rana Plaza", il palazzo crollato ieri mattina, e i responsabili delle cinque aziende di abbigliamento che erano situate nello stabile del distretto industriale di Savar, alla periferia della capitale. Lo riferiscono i media locali. Le persone interessate dovranno comparire davanti ai giudici il prossimo 30 aprile.

Secondo quanto riportato dalla stampa, avrebbero ignorato i segni di un imminente cedimento della costruzione. Il proprietario dell'edificio è Sohel Rana, un membro della sezione giovanile del partito di maggioranza dell'Awami League. Intanto la Bangladesh Garment Manufacturers and Exporters Association (Bgmea), sempre oggi, ha sospeso le cinque imprese e revocato il permesso all'esportazione. Si tratta della Ether Tex, New Wave Bottoms, New Wave Style, Phantom Apparels e Phantom Tac. Tutte lavorano per le grandi catene di abbigliamento americane ed europee(Ansa).

Sul suo sito la Nwbd sostiene ad esempio di lavorare per marchi famosi, dall'Italia (almeno quattro tra cui Benetton) alla Spagna, dalla Gran Bretagna agli Stati uniti.

Questa terribile sciagura ha indotto violente proteste dei lavoratori delle aziende tessili di Dacca che oggi sono scesi in sciopero e hanno bloccato un'autostrada nella località di Gazipur. Gli operai, infuriati per la morte dei compagni, hanno attaccato con atti vandalici diversi veicoli e alcuni autobus.

Possono essere chiamate responsabili morali le ditte americane ed europee che si servono degli operai del Bangladesh che sono fortemente sfruttati ed operano molto oltre ogni accettabile condizione di sicurezza?

Forse quando acquistiamo questi beni dovremmo pensarci!

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Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato

“Sono assolutamente indignato per la vile aggressione subita ad opera di esponenti del Movimento 5 Stelle mentre manifestavo, assieme ad amici e seguaci della mia associazione ambientalista, il mio dissenso verso l'elezione di un uomo di parte, come Prodi, a presidente di tutti gli italiani e ricordavo come nel governo da lui presieduto si è avuta la sciagurata esperienza di un ministro all'ambiente come Pecoraro Scanio".

Lo dichiara Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente – movimento ecologista europeo.

“Mi urlavano – continua Pepe – di andare via perché la piazza era la loro e io non avevo alcun diritto di manifestare”.

“Spero che non sia questa la democrazia più volte decantata dal portavoce del M5S Beppe Grillo, che impedisce a un pacifico cittadino presidente di un’associazione ambientalista riconosciuta, di esprimere le proprie idee”.

 

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