Ad Amantea l'emergenza che era sorta nella comunità degli immigrati per la diffusione del coronavirus si può considerare in gran parte superata: i positivi si sono ridotti a poche unità, e sono presenti solo tra gli immigrati residenti in abitazioni private tra Amantea e Campora.
Occorre riconoscere il buon lavoro svolto dal dipartimento di prevenzione dell'Asp di Cosenza, e sul territorio in particolar modo dalla dottoressa Benavoli, la quale, nell' attesa dei trasferimenti che prometteva la Task Force regionale, ha costantemente monitorato i positivi, ha dato loro importanti prescrizioni per evitare la moltiplicazione del contagio e li ha seguiti da un punto di vista medico.
La delegazione - coordinata da "Vivi Amantea" e composta da rappresentanti di associazioni, comitati civici e partiti - dopo la riunione tenutasi a Cosenza il 2 ottobre, ha seguito passo passo lo sviluppo delle varie fasi dell'emergenza, spingendo per dei trasferimenti che, oggi alla luce delle nuove norme sulle quarantene, non sono più necessari.
Allo stato attuale dunque con la nuova normativa del 12 ottobre né sono necessari i trasferimenti né è previsto l'isolamento dei positivi, che dopo 21 giorni e senza sintomi non sono più ritenuti contagiosi. Certo la task force regionale, nella persona di Antonio Belcastro, ha ripetutamente rinviato i trasferimenti, ma il pericolo del contagio è stato ugualmente superato, anche grazie al rispetto delle norme di isolamento da parte dei positivi, nonostante vivessero in appartamenti piccoli e sovraffollati.
Un risultato importante poi ci è stato garantito da Belcastro che ha dichiarato che esiste una struttura, ed è disponibile, ormai per altre emergenze non solo ad Amantea ma a questo punto in tutta la regione.
La nostra delegazione continuerà a lavorare su due direttrici fondamentali: da un lato avviare screening nell'ambito della popolazione del nostro comune e dall'altro esercitare un controllo sul CAS, visto che le condizioni di gestione non sembrano rassicuranti.