E’ stata purtroppo tagliata la palma della chiesa Matrice, cartolina di migliaia di eventi religiosi, di culto e di devozione della città.
In una foto del 1950 la si vede già bella cresciuta, aveva quindi, da fonti autorevoli, una ottantina di anni, ed è caduta sotto i colpi di sega di addetti autorizzati dal Comune di Amantea.
“Era oramai compromessa”, ci dicono gli operai autorizzati alla rimozione della cima, aveva superato gli attacchi del Punteruolo Rosso, anche se non del tutto indenne, ma non è sopravvissuta al forte vento di maestrale che ha pesantemente investito la Calabria in questi ultimi giorni.
Per la nostra città rimane una ferità al cuore, come in maniera minore lo era stato l’abbattimento delle palme della scuola Manzoni alcuni anni fa.
Il "dado" comunque è tratto, forse la paura che potesse staccarsi e cadere su cose o persone ha accelerato il processo di potatura.
Qualcuno in rete ha sollevato dubbi che potesse essere curata e continuare a sopravvivere, non è nelle nostre competenze poterlo affermare, ma l’abbattimento sarà da annoverare come un’altra "sconfitta" in questo anno cosi nefasto.
Ora bisognerà piantare una nuova palma che sia immune agli attacchi del punteruolo rosso, certo non ai fenomeni atmosferici eccezionali.
I cittadini Amanteani si aspettano che la piantumazione avvenga rapidamente e con una pianta già di dimensioni considerevoli, per mantenere viva la memoria di quello che nel corso dei decenni è diventato una sorta di simbolo del Centro Storico cittadino e della nostra città.
Nel corso degli ultimi anni, una dopo l’altra, le piante della nostra città sono state abbattute, vuoi dal punteruolo rosso, vuoi da altri eventi.
Invece di curare e di prevenire, però, inspiegabilmente sembra prevalere sempre la scelta di abbattere.
E’ un vero peccato perché si tratta di piante centenarie e che caratterizzano il panorama Calabrese a memoria d’uomo.
I metodi di prevenzione e cura ci sono i Sindaci di turno, o i Commissari nel nostro ultimo caso, dovrebbero fare maggiore attenzione a tenere sotto controllo anche il Verde Pubblico.
Specie quel “verde” pubblico che per anzianità è divenuto un vero e proprio cittadino di Amantea.
Forse se la palma fosse stata potata a fine estate il vento avrebbe causato meno danni, o forse se la palma avesse avuto "voce" per chiedere aiuto qualcuno forse l'avrebbe ascoltata.
Ma del senno di poi son piene le fosse.
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Forse le buche ( non solo buche ma tutto quello che crea pericolo a chi cammina ad Amantea) che sono presenti un po’ dappertutto sulle carreggiate e sui marciapiedi impedisce di alzare gli occhi e per questo non si vede lo stato di grave difficoltà nel quale verso il ficus di Via margherita e la palma della Chiesa matrice.
La palma ha le cime più meno alte curve verso il basso e ingiallite, segno evidente della mancanza di acqua e di concimazione adeguata.
Nessuno che la curi. Nessuno che le dia un pò di acqua ed un po’ di concime. Sopravvive grazie a se stessa. Ma non sappiamo fino a quando.
La palma poggia su un fondo verticalizzato che nemmeno raccoglie la poca acqua piovana che la natura somministra dal cielo
Il ficus di Via margherita che venne violentato da persona sconosciuta e che venne salvato da poche mani e pochissimi cuori versa anche lui un’altra volta in condizioni precarie. Se si alzano gli occhi infatti si nota che le foglie più in alto sono piccole e giallastre , segno che non hanno sufficiente acqua.
Due gli elementi da tenere in considerazione.
Uno il fatto che siano state tagliate inopinatamente le radici aeree che procuravano alimentazione aggiunta.
L’altro il fatto che nessuno la innaffi e la concimi. Peraltro anche il ficus ha un fondo verticalizzato che nemmeno raccoglie la poca acqua piovana che la natura somministra dal cielo.
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