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Questo il comunicato

«Nell'aula della Camera la deputata M5s Dalila Nesci ha sollecitato risposta alla recente interroga zione contro la chiusura della tenenza della Guardia di Finanza ad Amantea (Cosenza), su cui il Movimento 5 stelle è già intervenuto con il proprio consigliere comunale, Francesca Menichino, che ha chiesto l'assegnazione ai finanzieri di un bene confiscato.

«La 'ndrangheta – ha detto la deputata M5s a Montecitorio – va contrastata in modo efficace e sinergico, anche perché sa colonizzare i palazzi del potere politico.

Ho chiesto al ministro dell'Interno urgenti iniziative per evitare ad Amantea la chiusura della tenenza della Guardia di Finanza, dovuta a una cieca spending review, con un risparmio di 20 mila euro all'anno, di fatto ridicolo.

Ad Amantea ci sono immobili confiscati alla 'ndrangheta, in cui, come già osservato, si potrebbe sistemare la Guardia di Finanza; indispensabile, stando al metodo investigativo del grande Giovanni Falcone».

«Il ministro dell'Interno – ha concluso Nesci – voglia fornire la relativa documentazione dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Si attivi, di concerto con il Comune di Amantea, come suggerito dalla consigliera Menichino, per la pronta assegnazione di un immobile alle fiamme gialle».

Pubblicato in Cronaca

Non c’era certo biso gno di un’altra prova della forza e del coraggio del M5s in Calabria nel denun ciare le co se che non vanno,

ma domani Martedì 24 maggio, alle ore 10,45 davanti all'ingresso del palazzo della Giustizia, i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela terranno a Catanzaro una conferenza stampa sulla «gestione mafiosa nella sanità calabrese».

Prima dell'incontro con i giornalisti, i due parlamentari saranno ricevuti dal nuovo procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, al quale avevano scritto, in una recente lettera pubblica di auguri per l'insediamento: «Nella sanità e in materia ambientale ci sono stati e continuano troppi abusi, intanto per la dilagante certezza dell'impunità.

La nostra piccola esperienza ci ha mostrato addirittura un fare sfacciato e compiaciuto di non pochi responsabili della gestione sanitaria, evidentemente protetti da alte sfere o collegati ad apparati di insabbiamento della verità, che in Calabria coincide con la legge, con la voce del più forte».

All'insigne magistrato, Nesci e Parentela avevano anticipato nella missiva: «Ci sono diverse questioni che, sulla base dei nostri numerosi esposti alla Procura di Catanzaro, desideriamo affrontare con lei, procuratore Gratteri, nella consapevolezza che la sua coscienza di uomo, prima che di magistrato, è una garanzia per il rispetto della legge, nella nostra terra calpestata come la dignità del suo popolo».

Pubblicato in Calabria

Domenica 17 aprile tutti i cittadini italiani maggiorenni sono chiamati al voto: non si tratta di un’ elezione, ma di un referendum.

 

Non dobbiamo elegge re qualcuno ma decidere qualcosa e dobbiamo farlo direttamente noi cittadini italiani.

Il quesito al quale siamo chiamati a dire SI o NO riguarda l’ambiente, il mare in particolare, e dunque direttamente la nostra vita e la tutela della nostra salute.

 

Il tema è l’estrazione di idrocarburi, petrolio e gas, nel mare e il Referendum ci consente di evitare che tali estrazioni continuino senza un termine fino ad esaurimento dei giacimenti, come stabilisce la norma che si vuole abrogare con il Referendum.

Se vogliamo che le estrazioni si fermino occorre votare SI e la nostra, quella del MoVimento 5 Stelle è un’adesione convinta alle ragioni del SI che cercheremo di raccontarvi domani sera alle ore 19: 30 in Piazza Commercio con Dalila Nesci, nostra portavoce alla Camera dei Deputati e Rosella Cerra del Coordinamento Nazionale No Triv.

 

Saremo in Piazza per la chiusura di rito della campagna referendaria: l’appuntamento consueto del venerdì prima del voto, appuntamento affollato nel caso delle campagne elettorali e quasi sempre deserto per i referendum.

Noi ci saremo e invitiamo tutti a partecipare per potere essere informati e per fare scelte consapevoli, per invitare ad andare a votare e votare si, e alimentare un dibattito aperto e pubblico.

 

E per potere esercitare il vostro diritto di voto, e di cittadinanza.

Questa volta non dobbiamo votare per nessuno, dobbiamo votare per noi stessi.

Il portavoce al Senato del MoVimento 5 Stelle Nicola Morra.   crede nella Giustizia e la invoca.

Al punto che senatore Morra dichiara:

«È grave che a distanza di sei settimane dalla risposta inviatami dal Ministro Madia sull'irregolarità degli uffici stampa del Consiglio e della Giunta regionale non sia stato adottato alcun provvedimento da parte dei due organismi».

Vorremmo chiedergli se a distanza di 5 settimane non sarebbe stato egualmente grave.

Poi prosegue: «È grave soprattutto in considerazione del fatto che il Ministro ha trasmesso gli atti alla Procura regionale presso la Corte dei conti e che sulla vicenda,  per impulso degli ispettori del Mef , indagano le procure di Reggio Calabria e Catanzaro, cui (insieme alla collega Nesci) inviammo lo scorso anno un esposto.  

Oliverio ed il "giovane" Irto continuano a far finta di niente,  nonostante il Ministro della Funzione Pubblica abbia chiaramente invitato le due istituzioni ad agire per ripristinare la legalità»  

Infine Morra sognando la Giustizia richiama la Costituzione e chiede una soluzione: «È assurdo che sei persone, in barba alla Costituzione ed alle leggi dello Stato, siano state assunte senza alcuna procedura concorsuale e costino ogni anno oltre un milione di euro alla collettività.  

Tutto questo accade in una regione in cui la gran parte dei giornalisti guadagna qualche centesimo di euro ad articolo e non è in alcun modo tutelata, come la cronaca si impegna a ricordarci con frequenza.  

Invitiamo per l'ultima volta Oliverio ed Irto a fare il proprio dovere, ribadendo lo stesso invito ai due segretari generali di Giunta e Consiglio,  tutti solidarmente responsabili (sul piano penale e contabile) di queste ripetute omissioni pur in presenza di un pronunciamento da parte del Ministro competente»

Senatore Morra perché i mercenari al soldo del sovrano costano così tanto?

E quale legge può far pagare il sovrano e garantire Giustizia?

Ed è una illusione invocare la Costituzione?

Pubblicato in Catanzaro

Illustri colleghi parlamentari calabresi, sappiamo bene che la nostra sanità è bloccata dalla mancanza del commissario per il rientro dal debito. In numerose interrogazioni abbiamo rappresentato al governo che questo fatto comporta problemi crescenti nella gestione concreta delle attività, a volte perfino molto gravi.

 

Adesso non c'è un responsabile della sanità regionale, per cui tutto è ammesso, lecito, incontrollato. Non si conosce il volume della spesa nelle aziende sanitarie e ospedaliere, partendo dalla decadenza del commissario ad acta Luciano Pezzi.

Inoltre, si sono verificati episodi strani, per non usare termini più pesanti.

Alludiamo, ad esempio, a riunioni convocate dall'ufficio commissariale, appena eletto il nuovo governatore della Calabria, al fine di riorganizzare la rete dell'assistenza ospedaliera, di cui si sa nulla; nonostante le nostre richieste formali al ministro della Salute.

Come e se sia stata rivista la rete dell'assistenza ospedaliera resta un mistero, noto soltanto al subcommissario Andrea Urbani, che continua ad agire da tecnico e politico in un tempo, per quanto il suo ruolo sia sulla carta circoscritto e diverso.

Alla fine del 2014 abbiamo appreso tutti della morte a Cosenza di una giovane madre, Marisa Siciliano, per presunti ritardi nei soccorsi.

All'inizio del 2015, invece, a Vibo Valentia è avvenuto il decesso della signora Santina Cortese, aggravatasi senza attenzione medica.

A Crotone un'anziana signora è rimasta a vagare per oltre dieci giorni tra i reparti dell'ospedale civile, pare ignorata.

Ancora a Cosenza, dove i sanitari lavorano sotto evidente pressione, tre medici hanno avuto infarti e ictus, anche per eccessivo stress.

Con danno erariale da 40 milioni, il Centro del cuore di Reggio Calabria è chiuso per la mancata attivazione da parte dell'allora dg dell'Azienda ospedaliera, mentre la cardiochirurgia dell'ospedale “Mater Domini” opera benché non abbia posti letto assegnati per decreto commissariale.

Esistono, inoltre, situazioni di conflitto d'interessi e di spreco ingiustificato; per esempio in merito al finanziamento che la Regione Calabria eroga all'Azienda ospedaliero-universitaria “Mater Domini”, sulla base del dato storico e con un protocollo d'intesa scaduto.

Qui si possono risparmiare 20 milioni all'anno.

Per ultimo, ci sono punti di primo soccorso da attivare, come a Rogliano, e strutture pubbliche penalizzate dalla vicinanza di cliniche private, come a Praia a Mare.

A tale ultimo riguardo servirebbe una ricognizione veloce, anche per concretizzare vecchie raccomandazioni contenute nel resoconto della commissione ministeriale «Serra-Riccio».

Ora, mentre la sanità calabrese soffre così tanto, noi parlamentari non possiamo permetterci di tacere od attendere.

Da sempre diciamo che la responsabilità politica del passaggio della Calabria al sistema imposto dai tagli deve essere del governatore regionale eletto, che ha il diritto e il dovere di indirizzo. Non è pensabile sostituirlo con un burocrate piazzato dal governo, cui deve essere affidato, invece, un compito meramente tecnico, di affiancamento.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, disse che la Calabria è la regione con le maggiori difficoltà. Bisogna ricordargli, allora, di essere conseguente. Colleghi parlamentari, vi invitiamo tutti, dunque, a perorare presso il governo la causa dell'immediata nomina del commissario per il rientro dal debito sanitario.

I calabresi non possono più aspettare i tempi della politica né subire i giochi del potere.

Dalila Nesci, Nicola Morra, Federica Dieni e Paolo Parentela

Pubblicato in Calabria

Ecco cosa scrivono i parlamentari M5S Dalila Nesci e Nicola Morra in merito alla aggressione dell Consigliera Comunale di Amantea, Francesca Menichino

 

«Esprimiamo sdegno e riprovazione infiniti per quanto avvenuto alla consigliera consigliera comunale M5S di Amantea (Cosenza), Francesca Menichino, oggi picchiata dal responsabile del settore finanziario del comune, Giuseppe Sabatino, padre del sindaco Monica Sabatino. È gravissimo».

I Cinque Stelle – che con Nesci hanno subito presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno sulla vicenda capitata a Menichino – denunciano la violenza di cui è stata vittima la consigliera M5S, che insieme all’attivista Carlo Diana, del locale Meet Up, si era recata in municipio soltanto per chiedere documenti e atti pubblici in vista del consiglio comunale di domani sulle tariffe di Tasi e Tare.

«L’episodio – continuano i due parlamentari – nasce per certo dalla denuncia del Movimento Cinque Stelle sull’ineleggibilità del sindaco Monica Sabatino, proprio in virtù del padre, che è anche vicesegretario effettivo del Comune di Amantea». A riguardo, infatti, nei giorni scorsi è stata presentata al ministro dell’Interno un’altra interrogazione parlamentare di Nesci, volta a riconoscere l’ineleggibilità di Monica Sabatino, per violazione della legge, che non consente l’elezione dei figli dei segretari comunali.

«A questo punto – concludono Nesci e Morra – il governo deve intervenire per l’immediata rimozione di Giuseppe Sabatino».

Pubblicato in Primo Piano

Il 9 gennaio i deputati del M5S Paolo Parentela( primo firmatario) e Dalila Nesci hanno presentato al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, a quello della salute ed a quello dell’Interno l’interrogazione a risposta scritta n 4-03105, avente il seguente testo:(

“Per sapere – premesso che:

in un tratto dell'alveo del fiume Oliva, nel tratto che attraversa i comuni di Aiello Calabro, Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d'Aiello, è stato portato alla luce un illecito interramento di rifiuti;
la procura della Repubblica di Paola, durante le diverse attività di indagine, ha disposto accertamenti tecnici di svariata natura (analisi chimico-fisiche nelle diverse matrici ambientali, prospezioni geologiche, determinazioni radiometriche, valutazioni di riskassessment, ecc.) rivolgendosi sia agli organismi tecnici territorialmente competenti, che ad enti o professionisti presenti e operanti nel territorio calabrese e in altre parti della nazione (Arpacal – Agenzia di protezione ambientale della Regione Calabria, Consiglio nazionale delle ricerche, università di Cosenza regione Calabria, Arpa Emilia Romagna, vigili del fuoco, e altri). Molte delle determinazioni chimico-analitiche sono state ripetute e confrontate dallo stesso soggetto e da soggetti diversi e nel corso degli anni in cui si è svolta questa tenace attività di indagine, fornendo alla fine un insieme di informazioni ed un quadro di presenza di elementi inquinanti univoco che, allo stato delle conoscenze sull'area dell'Oliva, non può essere contraddetto e sottaciuto da alcuno. In ultimo sono state compiuti dall'ISPRA accertamenti sistematici tesi a meglio precisare il quadro già delineato dalle indagini della Procura, anche ai fini della caratterizzazione e che hanno dato sostanziale conferma delle sostanze presenti;

analisi chimiche svolte in zona hanno messo in evidenza disparate sostanze, sia di natura organica che inorganica, alcune non presenti abitualmente in natura, ovvero non abitualmente presenti in natura alle concentrazioni riscontrate;

in una relazione dell'ISPRA, viene riportato che in tale zona è avvenuto smaltimento illecito mediante interramento previo asporto del terreno originario nel corso di un periodo che ha avuto inizio almeno venti anni addietro. I rifiuti rinvenuti sono costituiti, in massima parte, da materiali dalla lavorazione della pietra (fanghi, inerti, e altro) e da materiali derivanti dall'attività edile (tra cui tondini di ferro, cavi elettrici, e altro);

a tale attività di illecito smaltimento hanno concorso, in qualità di promotore e di organizzazione dei trasporti e degli interramenti, il gestore di un'impresa dedita alle attività estrattive ed in qualità di titolari consenzienti delle aree di interramento, alcuni privati della zona;

per tali fatti sono stati contestati i reati di disastro (articolo 434 codice penale) e di avvelenamento di acque destinate al consumo (articolo 439 codice penale), nonché i reati di gestione di rifiuti senza autorizzazione e di discarica abusiva (articolo 256, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 152/2006);
in generale, il territorio in questione si presenta come un'area a destinazione naturale ed agricola, ricca di vegetazione. Nelle vicinanze sono presenti, anche terreni destinati a coltivazioni di pregio. Il territorio che include le spiagge prossime alla foce del fiume, ha anche un particolare valore turistico. I siti di smaltimento ricadono inoltre in aree soggette al vincolo paesaggistico, idrogeologico e sismico;

i rifiuti sono stati rinvenuti in otto aree per un totale massimo stimabile di circa 140.000 metri cubi e per quanto riguarda la contaminazione dei suoli è stato accertato nella relazione dell'ISPRA che vi è una presenza di elevate concentrazioni di idrocarburi pesanti e di metalli pesanti nell'area Carbonara, in un'area prossima e nell'area Foresta. La contaminazione si è estesa alla falda della zona tale da escludere la possibilità di utilizzare l'acqua per il consumo umano, fini irrigui e zootecnici;
attualmente, citando solamente i dati sicuramente anomali secondo le normative italiane ed europee vigenti, in località Foresta (nei sedimenti fluviali e nelle acque superficiali del fiume Oliva, nel terreno e nei piezometri), le determinazioni tecniche effettuate hanno dimostrato la presenza di concentrazioni di cadmio, mercurio, tallio e manganese al di sopra dei limiti previsti per i siti d'uso pubblico e privato;

in svariati campioni, sono stati misurati valori anomali di alcuni composti alifatici clorurati quali clorometano, diclorometano, triclorometano (cloroformio) e tetracloruro di carbonio nonché composti aromatici quali il toluene;

l'ARPACAL nella propria attività analitica ha verificato in svariati campioni prelevati in profondità nel corso del 2010 concentrazioni al di sopra dei limiti di riferimento di antimonio, arsenico, cadmio, cobalto, cromo totale, rame, stagno, zinco e idrocarburi totali;

un altro rilievo importante è quello relativo alla presenza di radionuclidi artificiali con elevata radio-tossicità e cioè l'antimonio 124 (124Sb) il cadmio 109 (109Cd) ed il cesio 137 (137Cs); (nella foto Fukushima) tutte le sostanze appena riportate hanno effetti biologici importanti tra i quali spicca, per la maggior parte di esse, la capacità di indurre patologie tumorali;

l'entità del danno ambientale è consistente sia in ragione della tipologia delle sostanze presenti che in rapporto al luogo in cui sono dismesse (con un rapporto stretto con il letto del fiume Oliva);
è stata rilevata la presenza di radionuclidi artificiali ed in particolare dell'isotopo del cesio 137 (137Cs), la cui presenza e diffusione impone azioni tese ad una caratterizzazione ulteriore e rende la fattispecie del danno ambientale assai più grave;

nei territori più prossimi ai siti di contaminazione è stata rilevata la successiva evidenza di un eccesso di tumori maligni della tiroide che, ancorché al di sotto del limite di significatività statistica concorda con la presenza anomala di 137Cs;

i fatti sopra citati rafforzano la sensazione che siano effettivamente presenti una quantità e tipologia di inquinanti ambientali nel suolo e nelle acque e in atmosfera in ambito del bacino fluviale del fiume Oliva tali da potere condizionare un danno per la salute dei residenti oltre che per l'ambiente circostante –:

se, alla luce della gravissima situazione igienico-sanitaria e ambientale riscontrata nella valle del fiume Oliva, confermata dal consulente tecnico d'ufficio della procura della Repubblica di Paola, dalle risultanze delle indagini condotte dalla magistratura e dalla relazione dell'ISPRA, i Ministri interrogati non ritengano opportuno, nell'ambito delle rispettive competenze, intervenire con urgenza per garantire la sicurezza igienico-sanitaria e ambientale dell'area e promuovere la bonifica della Valle dell'Oliva;

se il commissario per il rientro dal debito sanitario non ritenga opportuna la predisposizione del registro tumori della Calabria, unitamente a un registro epidemiologico e a tutte le misure necessarie affinché sia tutelata la salute dei cittadini.

Pubblicato in Cronaca
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