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Come concordato alle 14.30 nella sala Consiliare si è riunita la commissione elettorale per la nomina degli scrutatori del prossimo referendum.

 

Presenti il sindaco Monica Sabatino, la consigliera Arone, la consigliera Francesca Menichino, il consigliere Salvatore Alessandro.

Presenti anche la segretaria comunale Maria Luisa Mercuri, il vice segretario Mario Aloe, la consigliera Ciccia Caterina, ( sul tardi anche Giusi Osso).

 

Nella sala alcuni giovani e possibili scrutatori elettorali.

Il sindaco apre i lavori e propone di scegliere gli scrutatori a sorteggio estraendoli dall’elenco generale degli iscritti.

La proposta non trova consenzienti né la consigliera Francesca Menichino, nè il consigliere Salvatore Alessandro.

La consigliera Francesca Menichino osserva che per un problema di equità sociale si imporrebbe la eliminazione dai datati elenchi elettorali coloro che abitano fuori Amantea, coloro che lavorano , coloro che non hanno più interesse a tale incarico e chiede che dall’elenco generale venga estratto prima un sub elenco..

 

Diversamente, ed in tale linea è d’accordo il consigliere Salvatore Alessandro, è opportuno ricorrere alla nomina per singolo componente della commissione, fermo restando che la componente del M5s provvederà a designare i suoi scrutatori provvedendo a sorteggiarli tra coloro che hanno fatto pervenire apposita domanda.

E di fatti provvede a far estrarre ad una bambina presente in sala i 10 nominativi di sua pertinenza che se presenti nella lista generale vanno a costituire il primo nucleo di scrutatori.

Alla Menichino segua il consigliere Alessandro Salvatore il quale rende noto la sua volontà di nominare quali scrutatori i sei vigili che non sono stati stabilizzati . E così fa, aggiungendo, poi, altri 4 nomi.

Il sindaco nomina poi altri 20 scrutatori, giungendo quindi a 40 in tutto.

Essendone necessari altri 2 ( cioè 3 scrutatori per 14 sezioni) Il sindaco per se e per la Arone designa un altro nominativo e così fanno i consiglieri Salvatore e Menichino.

Si procede successivamente alla assegnazione alle sezioni ed alla formale approvazione alla unanimità sezione per sezione.

Successivamente vengono nominati i 42 supplenti.

indexReferendum, Miceli (M5S): la scelta degli scrutatori avvenga tramite sorteggio dalle liste dei disoccupati

Solito caos in maggioranza con Bruno che smentisce Morrone. Non accetteremo scelte clientelari

Rende (Cs) – La querelle sulla scelta degli scrutatori per il referendum del 17 aprile 2016 ci consegna una maggioranza in mano ad Ncd. E non solo per la palese contraddizione tra le dichiarazioni del consigliere Morrone (Laboratorio Civico) e quelle di Bruno (Ncd), ma anche per la presenza nella Commissione Elettorale Comunale di ben due membri del centro destra: lo stesso Bruno e il consigliere Monaco. Quest’ultimo, ricordiamo, dal Pd è approdato direttamente nel partito di Alfano senza passare dal Gruppo Misto. Alla luce di tutto ciò risulta evidente che grazie al ribaltone targato Monaco la minoranza consiliare non è più rappresentata nella Commissione Elettorale, anche se è bene sottolineare che il consigliere Monaco non ha mai rappresentato il Movimento 5 Stelle in nessuna sede.

Abbiamo provveduto a contattare la Prefettura di Cosenza per verificare la legittimità di una Commissione Elettorale in mano all’esecutivo, pur conoscendo bene le direttive ministeriali e i vari riferimenti dell’art. 41 comma 2 del Tuel.

Ma un altro e più stringente problema resta: ed è quello delle modalità di scelta degli scrutatori. Abbiamo chiesto al sindaco di Rende, che ricordiamo essere anche il presidente della Commissione elettorale, checché ne dica l’autonominatosi Bruno, e a tutti i membri della Commissione, di selezionare gli scrutatori tramite sorteggio dalle liste dei disoccupati e tra le fasce più povere della popolazione rendese.

È inutile che Manna, o chi per lui, continui a propagandare la pratica del sorteggio che nei fatti la sua maggioranza non vuole. Chi crede di prendere in giro? Se non è d’accordo con la maggioranza che governa a Rende, il primo cittadino faccia un passo indietro e si dimetta.

La scelta degli scrutatori tramite sorteggio rappresenta l’unica modalità in grado di escludere categoricamente il rischio della cattiva pratica clientelare e l’unica in grado di garantire massima trasparenza a tutta l’operazione. Tutti gli altri metodi, seppur previsti dalla legge, alimenterebbero ulteriori dubbi sull’operato di questa amministrazione.

In conclusione, non possiamo che ribadire il nostro Sì ai quesiti referendari e il nostro appello ai cittadini rendesi a prendere parte in massa alla consultazione del 17 aprile 2016 per bloccare le trivelle e salvare il mare nostrum dal petrolio e dalle mani delle lobby.

 

Domenico Miceli        

Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Rende

Pubblicato in Comunicati

LOGOL'on. Angela Napoli, Presidente dell’Associazione Risveglio Ideale, che svolge in Calabria, ma anche nel resto d'Italia, attività politica, culturale e di impegno sociale, comunica l'adesione di Risveglio Ideale alla campagna per il Sì relativa al Referendum contro le trivellazioni che si terrà il prossimo 17 aprile.

 

Mancano oramai pochi giorni - dichiara l'on. Napoli - alla data del 17 aprile fissata per il Referendum NO-TRIV che, ricordiamolo, per la prima volta nella storia della Repubblica, è stato richiesto grazie all'iniziativa di nove Regioni - Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise - che hanno ritenuto necessario chiamare i cittadini italiani alle urne per esprimersi contro il rinnovo, fino all’esaurimento del giacimento, delle concessioni estrattive di gas e petrolio per i giacimenti entro le 12 miglia, e riteniamo doveroso schierarci attivamente a fianco dei cittadini per combattere questa battaglia di legalità, di giustizia e di solidarietà sociale che rientrano tra gli obiettivi primari dell’Associazione Risveglio Ideale che ha anche il fine di vigilare sul buon governo delle amministrazioni nazionali e locali attraverso l’uso degli strumenti consentiti dalla legge.

 

E non vi è alcun dubbio - prosegue l'on. Angela Napoli - che sia necessario appoggiare questa battaglia referendaria che mette nelle mani dei cittadini la difesa e la tutela della salute e dell'ambiente, che sono beni fondamentali.

Ci sono degli studi che attestano - chiarisce - che le attività estrattive sono causa di danni ambientali a fronte di assenza di alcun arricchimento e di ricadute positive, in termini di incremento del PIL, di crescita dell'occupazione e di sviluppo della piccola e media impresa, dei territori interessati dalle trivellazioni e che nulla o quasi valgono le royalty, che le multinazionali riconoscono, rispetto al danno incommensurabile provocato in un’area del mediterraneo, la costa Ionica, che non presenta grandi giacimenti tali da giustificare la devastazione dei fondali marini.

 

Questo Referendum, al quale noi invitiamo a votare Sì - conclude la Presidente dell'Associazione Risveglio Ideale - ha anche risvolti squisitamente politici in quanto, al di là della specificità del quesito, può rappresentare un valida opportunità per rafforzare la battaglia di civiltà che la Società Civile combatte da anni per la tutela dei beni comuni e, in questo frangente storico e socioeconomico, indirizzare il nostro Paese verso una Strategia Energetica nazionale che si affranchi sempre più dal fossile e si orienti verso le meno inquinanti fonti rinnovabili.

Risveglio Ideale

Pubblicato in Comunicati

gd amanteaI Circoli delPartito Democraticoe deiGiovani Democraticidi Amantea il 6 marzo 2016 hanno formalizzato l’adesione al «Comitato Regionale Vota SI per fermare le trivelle».

Il 17 aprile, infatti, i cittadini saranno chiamati ad esprimersi per evitare che i permessi già accordati alle società petrolifere per l’estrazione di gas e petrolio entro le 12 miglia possano proseguire anche oltre la scadenza per tutta la “durata della vita utile del giacimento”. Rimane fermo il limite delle 12 miglia marine, all’interno delle quali non sarà più possibile accordare permessi di ricerca o sfruttamento.

Il referendum è il principale istituto di democrazia diretta previsto dal nostro ordinamento costituzionale, in quanto consente agli aventi diritto al voto di esprimere direttamente la propria volontà. E quello che si terrà il prossimo mese di aprile assume un’importanza determinante in quanto rappresenta l’occasione giusta per sensibilizzare i cittadini sulle politiche energetiche da attuare nel nostro Paese, che non possono non prevedere la graduale eliminazione dei processi di combustione fossile.

Come Partito Democratico e Giovani Democratici faremo quanto possibile per rendere note e promuovere le motivazioni del quesito referendario e motivare i cittadini al voto.

Votando SIvogliamo dire:

NOall’inquinamento dell’aria che potrebbero provocare sia i pozzi che le centrali di desolforazione;

NOal potenziale inquinamento delle acque che potrebbero provocare i cedimenti strutturali degli oleodotti;

NOall’alterazione degli equilibri sotterranei che potrebbe compromettere la stabilità idrogeologica ed aumentare il rischio sismico;

NOalla presenza di infrastrutture invasive e rifiuti che potrebbero deturpare i paesaggi arrecando un danno al turismo ed alle vere potenzialità di sviluppo;

NOad una direzione del Paese che investa su energie non rinnovabili, che potrebbe fungere da disincentivo alla ricerca ed allo sviluppo di energie alternative e “pulite” che non immettono nell'atmosfera sostanze inquinanti e/o climalteranti.

Il 17 aprile 2016 per fermare le trivelle votiamo SI

Pubblicato in Politica

no-trivelle-adriaticoQuasi quaranta tra partiti, associazioni e movimenti si sono dati appuntamento presso il Parco Peppino Impastato di Lamezia Termeper organizzare una campagna referendaria contro le trivellazioni in mare che si preannuncia particolarmente difficile anche perché, per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana, l'appuntamento referendario è fissato su un solo giorno e introdotto da una campagna così breve.

 

Dunque, il 17 aprile 2016 sarà ancora più importante votare Sì, portando alle urne almeno 26 milioni di cittadini in tutta Italia e abrogando in questo modo la norma che non riconosce alcuna scadenza ai titoli di ricerca e di estrazione degli idrocarburi concessi entro le 12 miglia.

 

I movimenti No Triv, stretti intorno al Comitato Regionale Calabrese Vota sì per fermare le trivelle,invitano i cittadini liberi, i movimenti impegnati nella tutela ambientale e politica del territorio e, soprattutto, gli organi di stampa, le tv, le radio e gli amministratori locali a supportare in tutti i modi la campagna di informazione che ci condurrà al voto e che stenta ad avere la giusta visibilità sui media nazionali.

 

Il costituzionalista Enzo Di Salvatore, estensore dei quesiti referendari e co-fondatore del Coordinamento Nazionale No Triv, i parlamentari calabresi Paolo Parentela e Celeste Costantino, laR.A.S.P.A. − Rete delle Associazioni di Sibaritide e Pollino per l'Autotutela −, il Coordinamento No Triv dei Due Mari e gli altri movimenti presenti all'adunanza di Lamezia, ritengono che la partecipazione di tutti sia fondamentale per creare un fronte che si opponga con consapevolezza e tenacia ai continui attacchi scagliati dal governo centrale ai mari e alle coste del Sud, oggetto ripetuto delle attenzioni speculative di diverse multinazionali degli idrocarburi.

 

Il referendum del 17 aprile p.v., oltre che infliggere un colpo micidiale ai procedimenti di ricerca ed estrazione attivi lungo tutte le coste italiane (e, in particolare, lungo quelle calabresi), potrebbe lanciare ai responsabili politici e ai cittadini indifferenti o rassegnati una vivissima e quanto mai necessaria esortazione alla civiltà.

7 marzo 2016

Per ulteriori informazioni si può contattare i seguenti recapiti:

329.1111882 (Rosella Cerra); 347.0007323 (Alessandro Gaudio);

349.7230254 (Francesco Delia); 389.2323017 (Gianmario Foti)

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

Di seguito le sigle dei Movimenti che hanno aderito finora al Comitato:

 

 

Agesci (Lamezia)

Amantea ama il Mare − No Triv

Arci Calabria (Lamezia − Vibo)

Associazione Culturale Scenari Visibili (Lamezia)

Associazione Pescatori Marittimi Professionali − Calabria

Borgia Civiltà e Progresso

Calabria Terra Libera

Cea Pollino

CGIL (Catanzaro)

Collettivo Manifest (Lamezia Terme)

Comitato "Basta Vittime sulla 106"

Coordinamento No Triv dei Due Mari

Coordinamento Provinciale SEL (Lamezia Terme)

Crotone Libera

Forum Group I like Filadelfia

Giovani Comunisti − Rifondazione Comunista (Cosenza)

Giovani Comunisti − Rifondazione Comunista (Martirano)

Greenpeace (Catanzaro)

La C (Lamezia Terme)

Marevivo (Lamezia Terme)

Meet Up M5S (Lamezia Terme)

Nuova Borgia

Partigiani della Scuola Pubblica (Lamezia Terme)

Partito Comunista dei Lavoratori (Lamezia Terme)

Prima le Persone

R.A.S.P.A. − Rete delle Associazioni di Sibaritide e Pollino per l'Autotutela

Rifondazione Comunista - No al Referendum Costituzionale (Lamezia Terme)

Rifondazione Comunista (Carlopoli)

Rifondazione Comunista (Maida)

Sinistra Italiana (Lamezia Terme)

Sinistra Italiana (Lamezia Terme)

Sinistra Lavoro (Vibo)

Unione Mediterranea (Lamezia Terme)

Verdi − Calabria

Viva la Vida (Sibari)

Pubblicato in Mondo

NO TRIVIn vista dell’importante appuntamento del prossimo 17 aprile, a cui come cittadini siamo chiamati a partecipare, nasce sul nostro territorio il Comitato “Amantea ama il mare – No Triv”.

 

A dar vita al comitato sono giovani ed amici di Azione Cattolica della parrocchia S. Biagio della cittadina che, volendo dare un contributo doveroso alla conservazione della “casa comune”, decidono di rispondere come cattolici attivi nella società, all’appello che continuamente Papa Francesco rivolge alla comunità.

Il comitato lavorerà per diffondere capillarmente le informazioni sulla consultazione popolare e per far crescere la mobilitazione. Con il referendum del 17 aprile si chiede agli elettori di fermare le trivellazioni in mare; in questo modo si riusciranno a tutelare le acque territoriali del nostro paese. Nello specifico si chiede di cancellare la norma che consente alle società petrolifere di cercare ed estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalla costa italiana senza limiti di tempo.

Nonostante infatti le società petrolifere non possano più richiedere per il futuro nuove concessioni per estrarre in mare entro le 12 miglia, le ricerche già in corso non avrebbero più scadenza certa.

Il SI al quesito vedrà il progressivo cessare delle attività petrolifere secondo la scadenza fissata al momento del rilascio delle concessioni.

Questo referendum, come d’altronde il nostro comitato, nasce dalla volontà di tutelare i mari italiani. La ricerca, l’estrazione di idrocarburi e le trivellazioni hanno un notevole impatto sulla vita del mare; se si considera inoltre che il Mediterraneo è un mare “chiuso”, le conseguenza di un possibile incidente sarebbero catastrofiche. Le risorse di petrolio sotto i nostri fondali poi, equivalgono a meno di due mesi del consumo italiano. Si metterebbe perciò a rischio l’intero mare per una manciata di barili.

Quello del 17 aprile è un referendum abrogativo, e cioè uno dei pochi strumenti di democrazia diretta che la nostra Costituzione prevede per richiedere la cancellazione, tutta o in parte, di una Legge dello Stato. Per abrogare la norma sopra citata è necessario che i votanti si esprimano in maggioranza con il SI.

È possibile seguire le attività del comitato sulla pagina Facebook “Amantea Ama il Mare- No Triv”.

Esattamente un anno il cosiddetto decreto-legge “Sblocca Italia” licenziato nel Consiglio dei Ministri del 29 Agosto 2014 e pubblicato nella GU del 12 settembre 2014, n. 133.

 

Poi la conversione nella legge11 novembre 2014, n. 164 il cui articolo 7 stabilisce che “Le regioni che non hanno individuato gli enti di governo dell’ambito provvedono, con delibera, entro il termine perentorio del 31 dicembre 2014 e che decorso inutilmente tale termine si dispone il commissariamento.

Non solo ma lo stesso articolo dispone che gli enti locali ricadenti nel medesimo ambito ottimale partecipano obbligatoriamente all’ente di governo dell’ambito, individuato dalla competente regione per ciascun ambito territoriale ottimale, al quale è trasferito l’esercizio delle competenze ad essi spettanti in materia di gestione delle risorse idriche, ivi compresa la programmazione delle infrastrutture idriche.

 

Ed infine dispone la legge che qualora gli enti locali non aderiscano agli enti di governo dell’ambito regionali entro il termine fissato dalle regioni , il Presidente della regione esercita, previa diffida ad adempiere entro ulteriori trenta giorni, i poteri sostitutivi, ponendo le relative spese a carico dell’ente inadempiente.

Immediata la denuncia da parte del Forum dei Movimenti per l’Acqua di un provvedimento che si pone esplicitamente in contrasto con la volontà popolare espressa con il referendum del 2011e la pronta mobilitazione per contrastare il tentativo di privatizzazione dell’acqua.

 

Tempestiva la diffida inoltrata al Molise ed alla Calabria ad adempiere affidare entro il 15 giugno termine rispettato con la delibera di giunta del 12 giugno 2015 che su proposta dell'Assessore ai Lavori Pubblici Nino De Gaetano ha approvato il Disegno di legge per l'individuazione del soggetto gestore dell'Autorità idrica della Calabria.

Ora c’è la scadenza del 30 settembre data entro la quale tutte le regioni in ritardo( Molise, Campania, Calabria e Sicilia) devono affidare le gestioni uniche per ambito ottimale, scegliendo tra le tre formule previste dalla "legge Galli" 36/1994 poi confluita nel Dlgs 152/2006 e cioè l'affidamento ai privati tramite gara; la costituzione di una società mista con gara per il socio privato; l'affidamento diretto in house.

Termine non rispettabile atteso che non è stata mai costituita l’assemblea dell’AIC composta dai sindaci di 41 Comuni in rappresentanza territoriale delle cinque province e in particolare di 15 Comuni della provincia di Cosenza; 10 della provincia di Reggio Calabria; sette Comuni di quella di Catanzaro; cinque della provincia di Crotone; quattro di Vibo Valentia.

Ed è a loro che spetterà il compito di elaborare il Piano d'Ambito e individuare il soggetto gestore.

Aspettiamo allora la nomina del commissario, l’ennesimo.

Ed aspettiamoci, anche, l’ennesimo insuccesso!

Intanto Amantea è in croce. E non è un caso! La gestione dell’acqua meriterebbe attenzioni altre, tra cui quelle di una vigile minoranza( dov’è?), del Ministero delle Finanze ( dov’è?), dei suoi agenti( dove sono?), del revisore dei Conti ( dov’è? ), della Corte dei Conti( dov’è), della procura della repubblica( dov’è?)

Altro non fosse perché è stata la stessa dirigente dell’ufficio ha dichiarare ( incredibile, ma vero!) che ad Amantea ci sono migliaia di famiglie con consumi eguali a zero!

Ma nessuno che dice che ad Amantea i contatori registrano solo il 35% dell’acqua che arriva dalla Sorical.

Potremmo continuare a lungo…….e chissà che non si decida di farlo….prima o dopo!

Giuseppe Marchese

saracenaGagliardi : Condividiamo le scelte con i cittadini chiede anche parere su trasporto scolastico

SARACENA (Cs), Mercoledì 10 Settembre 2014 – Partecipazione e condivisione diffusa dell’azione amministrativa. Continua l’esperienza delle assemblee civiche promosse dall’Amministrazione Comunale per illustrare alla cittadinanza azioni ed iniziative in programma. E continua anche la sperimentazione istituzionale del Primo Cittadino Mario Albino GAGLIARDI che, questa volta, intende promuovere un referendum consultivo sulle politiche dei tributi, in particolare sulle ultime novità imposte dal Governo centrale. Si è svolta ieri (martedì 9 settembre), presso la sala consiliare cittadina, una seconda assemblea pubblica convocata dal Sindaco per discutere faccia a faccia a con i cittadini delle nuove imposte calate dal Governo centrale sulle popolazioni. L’obiettivo – ha scandito GAGLIARDI esordendo – resta quello di condividere un indirizzo ed evitare che il pilatismo dei governi nazionali venga scaricato ulteriormente sui sindaci, divenuti ormai gli unici riferimenti democratici ma anche gli unici bersagli delle sciagurate e miopi politiche di presunta spending review messe in campo in questi ultimi anni. TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili) – Alla continua, assurda ed insostenibile politica dei tagli imposti agli enti locali, di fatto ipotecati nella normale erogazione dei servizi fondamentali, il Governo nazionale aggiunge adesso scelte di metodo ancor più intollerabili – sostiene GAGLIARDI. Scarica sui Comuni, infatti, una scelta che dovrebbe competergli, quella ad esempio di decidere quale percentuale, dal 10% al 30%, applicare nella formulazione della parte variabile della nuova imposta gravante sui proprietari ed inquilini. La Giunta – ha detto il Sindaco interfacciandosi con una nutrita ed attenta platea – proporrà il 15% per gli inquilini ed l’85% per i proprietari. Ma su questa proposta chiederemo con un referendum consultivo il parere vincolante della comunità.TRASPORTO SCOLASTICO – E referendum consultivo sarà anche questo settore di intervento pubblico. Ammonta a 140.000 euro il costo annuo che l’Ente sopporta per questo servizio, garantito in un territorio, come quello di Saracena, esteso e ricco di contrade distanti. Il Sindaco intende chiedere alla Città se condivide la proposta di abbattere la quota di investimento comunale, pari adesso al 64% del costo complessivo, utilizzando la quota di fondi non spesi per investimenti con fondi di bilancio (attesi i vincoli del patto di stabilità) nella viabilità e sulla base di priorità e criticità condivise con gli stessi cittadini. Nel 2013, la scelta una tantum di aumentare la quota fissa sul tributo per il servizio idrico, i cui proventi sono stati destinati all’ammodernamento dell’impianto di sollevamento, avevano destato alcune polemiche. Adesso – ha detto GAGLIARDI – agiamo preventivamente, proponendo alla comunità un percorso che nella crisi attuale ci pare virtuoso ma pur sempre attento alle esigenze delle categorie più svantaggiate.

Pubblicato in Calabria

Si! Finalmente ci siamo: che poi l’idea parta dalla Calabria offre il senso della concreta speranza. L’idea è quella di evitare che ogni comune che perde il tribunale od il giudice di pace, presidi della giustizia che sono lo Stato sul territorio, debba fare una rivoluzione per difendere il proprio presidio , che i politici approfittino per mostrare i propri muscoli per il proprio territorio, dimentichi che lo stato deve essere uno e che non possono essere diversi nello stesso partito, quel partito che a Roma è responsabile quanto a Rossano.

Ed ecco il comunicato stampa: <Il provvedimento di riorganizzazione degli uffici giudiziari entrato in vigore il 13 settembre è profondamente ingiusto, viene meno ai principi di efficienza e di prossimità dell’amministrazione della giustizia e rischia di smantellare importanti presidi di legalità in territori fortemente esposti al pericolo di infiltrazione della criminalità organizzata.

Per questo, insieme ai colleghi di Puglia, Campania e Sicilia, con i quali nel mese di luglio abbiamo costituito la macroregione della legalità, e d’intesa con i rappresentanti di altre regioni italiane come l’Abruzzo e la Liguria, regioni nelle quali, come in Calabria, si ritiene che la riforma sia gravemente lesiva del diritto di accesso alla giustizia dei cittadini, sono impegnato nella promozione di un referendum abrogativo di tutte le norme di modifica della geografia giudiziaria varate dal Governo, a cominciare dal famigerato Decreto Legislativo 155/2012>.

Ad annunciarlo è Salvatore Magarò, consigliere regionale della Calabria e presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta.

<Il Referendum abrogativo è tra strumenti utili a scongiurare il compimento di una riforma che risponde esclusivamente alla necessità di tagliare le spese, senza tenere in alcuna considerazione né le peculiarità logistiche, orografiche ed infrastrutturali dei territori, né il numero dei reati e l’incidenza della criminalità che si registra nei territori stessi.

In provincia di Cosenza poi, la riorganizzazione colpisce duramente la città di Rossano e l’intera area del basso jonio, per come denunciato anche dai sindaci di quel comprensorio.

Per questo ho predisposto un Provvedimento Amministrativo urgente, recante la proposta di Referendum abrogativo dei Decreti Legislativi 155 e 156 del 2012, oltre che della Legge 148/2011 nella parte che disciplina i criteri di revisione della geografia giudiziaria.

Sulla materia diversi altri consigli regionali hanno già deliberato o stanno per deliberare, a norma dell’articolo 75 della Costituzione che prevede l’indizione di una consultazione popolare per ottenere l’abrogazione totale o parziale di una legge, quando a richiederlo siano almeno cinque consigli regionali.

Ai componenti della Commissione contro la ‘ndrangheta che mi onoro di presiedere, al collega Giuseppe Caputo ed ai capigruppo, chiederò di condividere e sottoscrivere questa iniziativa, e al presidente Talarico di inserirla all’Ordine del Giorno del Consiglio Regionale in programma il 23 settembre.

Sono convinto che su questo percorso, che può concretamente evitare la soppressione del tribunale di Rossano e delle altre sedi giudiziarie calabresi interessate dalla riforma, convergeranno tutte le forze partitiche. Perché in democrazia i padroni sono i cittadini ed è giusto che in merito ad una riforma così duramente contestata, siano i cittadini ad avere l’ultima parola>. 15 settembre 2013

Art. 75 della Costituzione Italiana

È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.

La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.

La legge determina le modalità di attuazione del referendum

Pubblicato in Italia

Perviene e pubblichiamo la nota dell’associazione L’Incontro-Insieme per crescere:

“Associazione L’Incontro Insieme per crescere Amantea

                                                                                              Alla stampa locale Amantea

Invito a sottoscrivere i referendum sulla giustizia. Gazebo. Richiesta collaborazione.

Mancano pochi giorni al termine per la raccolta e la consegna delle firme per i referendum sulla giustizia proposti dai radicali italiani.

Gli uffici comunali sono aperti dal lunedì al venerdì per raccogliere le forme

Purtroppo durante l’estate nei pomeriggi gli uffici comunali sono stati chiusi e poco serve che vengano recuperate. In prosieguo, queste chiusure.

La realtà è che si sono persi forse i momenti più utili ( i pomeriggi) per sottoscrivere i referendum.

A fronte di quanto sopra Luigi Rubino Presidente dell’Associazione L’incontro Insieme per crescere ritiene opportuno segnalare ai propri associati ed a tutta la comunità amanteana la opportunità di firmare i referendum.

L’Associazione volendo contribuire, comunque, a facilitare la adesione ai referendum, propone la attivazione di un gazebo in Piazza Commercio per domenica prossima 8 settembre e non avendo propri rappresentanti nel civico consiglio chiede la collaborazione di un consigliere comunale di maggioranza o di minoranza.

Qualunque consigliere comunale ritenesse di aderire alla iniziativa è pregato di prendere contatto con il presidente Rubino o con il vice presidente ingegnere Vincenzo Pati.

Amantea li 31.agosto 2013.

                                                                                              Il Presidente Luigi Rubino”

 

Pubblicato in Cronaca
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