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Il Quotidiano, per la penna di Paolo Orofino, ha pubblicato oggi una sintesi della nota di Filippo Vairo, dal titolo emblematico “Il Porto? Ma quando mai!”. Rinviando alla puntuale lettura del quotidiano locale ed a quanto altro del sagace giornalista, pubblichiamo la nota di Vairo, nella sua interezza, pronti, ovviamente,a pubblicare qualsiasi nota integrativa ( per esempio di organizzazioni od associazioni ambientaliste) o di risposta da parte della locale Pubblica Amministrazione.

 

“Amantea è in continua emergenza. Il Comune insegue i problemi e non li risolve mai. Sovente li crea. Per non farsi mancare niente. Amministrare non significa fare opere che spesso non sono prioritarie, talvolta sono inutili e dannose, e altrettanto spesso servono ad alimentare la catena del clientelismo e del malaffare. Amministrare significa partecipazione e responsabilità, competenze, dedizione e presenza, studio e proposte, stare in sintonia con i sentimenti popolari, orientare l’economia, indicare la via del futuro, fare quel che si deve e di più nell’interesse generale della cittadinanza.

   Detto questo, andiamo al dunque. Occorre dire subito che l’ampliamento del Porto è una scusa. Il vero scopo è l’ennesima speculazione edilizia. La rapina del secolo. Non ci sono altre verità. Né si può credere alla buona fede dell’Amministrazione Comunale. E’ possibile credere che non si rendano conto dei gravi danni che un’opera del genere arrecherebbe alla città? Penso proprio di no. Sono in mala fede e fingono il contrario. L’eterna commedia amanteana. Un’Amministrazione Comunale che non è capace di fare le cose semplici e tenta di prospettare quelle complicate! Che non sa fare le asticelle e vorrebbe risolvere le equazioni! Ma vi pare possibile? In verità, buttano fumo negli occhi dei cittadini per restare al Comune. Ci vogliono restare, senza fare niente. Anzi, senza neppure andarci. Volli, fortissimamente volli...

   Premesso che l’intera operazione, così com’è stata orchestrata non sarà mai realizzata, perché mi sembra davvero improbabile che una qualsiasi banca, specialmente di questi tempi, possa concedere un finanziamento di 70milioni di euro ad un consorzio di imprese avente un irrilevante capitale sociale. Ma, qualora l’opera si dovesse realizzare, lascerebbe sul terreno solo degrado. Come Pompei dopo l’eruzione del Vesuvio? Forse. Certamente come le vicine Falerna Marina e Torremezzo di Falconara Albanese, che sopravvivono per due mesi all’anno e muoiono per i restanti dieci. Qualcosa di mostruoso. Un ecomostro? Sì, un ecomostro.

   Non entro nel merito delle questioni tecniche dell’opera, compreso il Piano economico, solo per evitare inutili polemiche e per non sviare le responsabilità che restano a totale carico dell’Amministrazione Comunale. Se taluni fanno cose senza senso nel campo privato, è affare loro. Altro è se a farle sono le pubbliche amministrazioni. Sono fatti nostri. D’altra parte, quando si doveva scegliere dove fare il Porto, i tecnici dissero che erano state fatte le prove in vasca e che quello attuale era l’unico sito possibile. Naturalmente, non era vero, anzi era un’evidente falsità, ma lo dicevano i tecnici e gli amministratori facevano finta di crederci.

   Tradotto in parole semplici cosa vogliono fare oggi gli amministratori comunali? E’ presto detto.

-Non avendo i finanziamenti per aggiustare il Porto, gli amministratori comunali sono entrati in contatto con un consorzio di imprese che lo farebbe con i propri soldi (?). L’operazione si chiama Project financing e prevede un costo di 90milioni di euro (10milioni per la sola progettazione), di cui 70milioni (79% del totale) con una linea di credito a lungo termine (30 anni) e 20milioni con capitali privati, divisi in tre annualità.

-Al consorzio di imprese viene assegnata l’area, riconosciuto il compito di realizzare tutte le opere residenziali e di servizio e venderle, oltre che gestire tutte le opere all’interno del Porto per la durata di 45 anni.

-Vogliono allungare il molo sopraflutto per impedire l’insabbiamento dell’imboccatura, oltre la chiusura della fascia dei frangenti, in corrispondenza della profondità di 7 mt, a circa 120 mt dalla battigia. Che precisione! Sarebbe interessante capire da dove ricavano questi dati. Anche loro hanno fatto le prove in vasca?

-Vogliono innalzare l’attuale SS.18 nei pressi del Porto e portarla ad un’altezza di 12 mt slm (+7 mt), realizzare un canale sottostante e una darsena esterna, oltre che svincoli a livelli sfalsati con quattro rampe d’innesto e una rotatoria sulla medesima strada. Sarei curioso di conoscere se è nato prima l’uovo o la gallina, ovvero se nasce prima la speculazione edilizia e dopo la darsena. Già che ci siamo, consiglierei un rifugio antiaereo, un eliporto, magari spostando quello già previsto in località Tuvolo, e almeno tre vie di fuga in caso di maremoto.

-Vogliono costruire 19 comparti edilizi, ovviamente sfruttando il rapporto tra il piano di campagna e la sopraelevazione della strada, con 250 appartamenti, albergo, ristorante, centro commerciale e servizi vari, quali Capitaneria, Club House, Primo Soccorso, Uffici, Lega Navale, Cantiere nautico, Dry storage, rifornimento di carburante, parco acquatico, impianti sportivi, anfiteatro, cappella, asilo nido, dalla cui gestione e vendita, naturalmente sulla carta, il consorzio ricaverebbe il già citato capitale privato di 20milioni di euro.

-Vogliono creare 1000 posti barca e 1000 posti auto. Ma di che stiamo parlando, del Porto di Milano?

   Una cosa enorme e mostruosa, molto simile a quella prospettata per i Porti di Imperia e di Fiumicino da un noto imprenditore romano (di cui a suo tempo anche ad Amantea si vantavano le lodi per via di parentele politiche che, oggi, naturalmente si negano. Per la cronaca, l’imprenditore è finito al fresco).

   Una cosa enorme e mostruosa, ancorché irrealizzabile, al di là del Piano economico-finanziario, in cui si parla di incassi favolosi, tanto da fare venire in mente una semplicissima domanda: se gli incassi sarebbero così alti, è possibile conoscere i conti del passato e fino ad oggi? E dove sono finiti questi soldi? E’ possibile conoscere, tra l’altro, l’ammontare delle spese di gestione?

   Una cosa enorme e mostruosa, in cui, tuttavia si parla dell’emozione di un nuovo quartiere, così da nutrire il tessuto della città, rafforzando l’identità collettiva e creando una nuova centralità. Che belle parole! Già mi trema il mento e mi viene da piangere. Peccato che non significano niente e non sono per nulla adatte alla fattispecie.

   Un ecomostro dove si parla senza pudore di un nuovo modo di intendere la connessione tra il mare e la terra, di pianificazione e gestione integrata della fascia costiera, di equilibrio e funzionalità del sistema insediativo, di protezione del territorio e qualità urbana, di sostenibilità ambientale, di compatibilità paesaggistica, con riferimento ai contenuti e alle indicazioni dei piani territoriali di riferimento e della Legge Urbanistica Regionale 19/2002. L’esatto contrario di quel che si vuole realizzare, con milioni e milioni di quintali di cemento in un fazzoletto di terreno.

   Un ecomostro, in cui si descrivono perfino le betonelle da dove spuntano i teneri fili d’erba e la necessità di salvaguardare il canneto, come se fosse una pianta in estinzione; mentre si trascurano le problematiche relative al consumo di suolo, al traffico, all’acqua e alla fognatura. Né si fa riferimento al sistema portuale regionale, a cui presto si aggiungeranno i porti di Diamante, Paola e Lamezia Terme.

   Un ecomostro che non affronta l’unica questione davvero rilevante sotto il profilo della legalità. E’ possibile continuare a cementificare il territorio? O forse non è vero che gli standard urbanistici sono stati quasi triplicati, al di là di ogni principio di perequazione e al di fuori di quel che prevede la Legge Regionale sulla casa? Amantea è una Repubblica delle banane, dove si può costruire dappertutto e tutti i metri cubi che si vogliono o è un piccolo paese che deve rispettare le leggi dello Stato italiano? Sono anni che mi occupo di questi temi, sostenendo che ad Amantea il numero delle abitazioni supera il numero dei suoi abitanti. Lo testimoniano i miei saggi sulla materia. Al proposito, ho mandato una corposa memoria (20 pagine) al sito del Comune di Amantea ed all’Architetto Carci che si appresta a concludere i lavori del Piano Strutturale in forma Associata e del Piano Strutturale Comunale (dopo oltre tre anni, quando erano stati previsti sei mesi. La questione non mi sembra legale), senza mai ricevere nessuna risposta. Come mai? E perché non sono stati costituiti gli urban centers? Perché tutto si svolge di nascosto? Se il Piano Regolatore Generale venne redatto da un commissario ad acta e approvato per decorrenza termini (che scandalo!), la stessa cosa non potrà avvenire per il PSC.

   Ora, il punto non residua nell’insipienza degli attuali amministratori comunali. Sono certo che, nonostante la loro indolenza, conoscono i dati e fanno finta di niente. Questa volta, però, questi mangia pane a tradimento non la faranno franca. Così come avevo promesso a quel galantuomo del commissario Sperti, non esiterò neppure un attimo a denunciarli all’autorità giudiziaria, a cui la presente sicuramente arriverà per altre mani; mentre non ho alcun dubbio sul fatto che la medesima autorità avvierà autonomamente un’indagine, dato l’ammontare dell’affare. Com’è noto, l’autorità giudiziaria agisce come il famoso marito cinese. E se altri vorranno associarsi alla mia denuncia, bene, diversamente farò da solo. Giacché, per fortuna, il coraggio non manca e la penna vola. Tanto per essere precisi, non mancherò, altresì, di denunciare l’Amministrazione Provinciale di Cosenza che ha il compito di dichiarare il PSA ed il PSC conforme al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Una provincia, quella di Cosenza, che si colloca al secondo posto in Italia nella graduatoria delle case non abitate, mentre Amantea occupa il quinto posto nella stessa graduatoria provinciale. Ci sarà un giudice a Berlino!

   Oltretutto, dalle carte non si capisce chi pagherà i terreni dell’esproprio e se saranno pagati prima o dopo la loro trasformazione in suoli edificabili. Né si capisce come si sia potuto procedere nello svolgimento delle gare, dal momento che il vigente PRG prevede in quell’area una destinazione diversa da quella prospettata. Permangono, altresì, forti perplessità di natura procedurale che potrebbero dar luogo a contenziosi legali, collegati alle successive modificazioni dell’opera, oggetto di gara. Si sussurra, infine, di una possibile denuncia di plagio riferita al progetto, sulla quale non mi intrattengo per evitare di alimentare la farsa.

   Per concludere, mi sembra che l’intera pratica faccia acqua da tutte le parti. Né sarei meravigliato di un suo repentino ritiro, magari scaricando le responsabilità sull’ex Assessore al ramo.

   Un amico mi ha fatto notare che la presente denuncia è piuttosto forte e questa volta prenderanno il coraggio a due mani e mi denunceranno. Gli ho risposto che sarebbe interessante: il denunciante che viene denunciato. Non vedo l’ora, benché chi non ha coraggio non può darselo. Gli consiglierei, però, di attendere ancora qualche mese, giacché potranno formare un corposo dossier sul mio conto e chi di competenza sul loro.        

   All’uccellino che mi ha fatto notare il gravissimo pericolo che starei correndo, vorrei sommessamente dire che, come al solito, non mi denuncerà nessuno, sostenendo che non ne valga la pena, quando in realtà sanno perfettamente che sarebbe peggio per loro, giacché gli consegnerei una vagonata di precisazioni che tengo sempre di riserva. Non si sa mai.

   Quattro osservazioni finali. La prima. Non ho ancora capito come mai i concittadini di Campora, di solito suscettibili perfino sulle virgole, non abbiano ancora detto una parola sulle intenzioni dell’Amministrazione Comunale. Forse perché nel caso specifico aggiungono, anziché togliere? Mi rifiuto di credere che non abbiano capito che un Porto così concepito sarebbe un disastro per tutti, soprattutto per loro. Il neo eletto Consiglio di frazione farebbe bene ad occuparsene. La seconda. Sono in molti a dirmi che perdo tempo a scrivere del Porto, dal momento che non si realizzerà mai. Concordo, ma preciso che non perdo tempo e non faccio nessuna fatica a scrivere, mentre penso che gli altri non lo facciano semplicemente per vigliaccheria. La terza. Non ho mai denunciato nessuno in vita mai, ma questa volta farei un’eccezione, visto che con le buone maniere si ottiene poco o punto. La quarta. I soliti benpensanti di quattro soldi dicono che non si può dire sempre no e che bisogna avere la capacità di proposta. La risposta è duplice. Sono anni che propongo una nuova visione di Amantea e che, nella fattispecie, non significa grandi opere (come Berlusconi, o sbaglio!), ma edilizia normale, manutenzione del territorio e recupero dell’esistente. D’altra parte, non posso ogni volta scrivere un’enciclopedia e ricevere ogni volta l’accusa di chi la fa lunga. Regolatevi voi!

   Saluti e frasche agli uomini che dire di più sarebbe già troppo. Affettuosità a tutti gli altri, che non hanno l’anello al naso. La vita è un brivido che vola via. di Filippo Vairo

 

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Riceviamo e pubblichiamo la nota dell'Associazione L'incontro Insieme per Crescere :

Associazione Incontro-Insieme per crescere Amantea

                                                                                  Alla cittadinanza

                                                                                  Ai Mass Media

Oggetto: Amantea ed il turismo

Sono per lo più famiglie quelle che vedi in giro per Amantea. Talora gruppi un po’ più consistenti.

Per carità, non ci si illuda, sono pochi, ma sono pur sempre il segno di una presenza che è indice di una vitalità turistica ancora perdurante.

Camminano, guardano le vetrine, alzano gli occhi verso il ruderi del castello, si siedono e mangiano un gelato.

Poi tentano di informarsi. E si avvicinano, in tanti, nella nuova Piazzetta degli Amanteani verso il simulacro dell’ufficio turistico ed informativo.

Ahimè! Devono accontentarsi di ammirare il grande Ficus , il monumento agli emigranti, la grande stampa della città. L’ufficio informazioni turistiche è chiuso, anzi non esiste.

Poi si girano e lanciano il loro “You speak English ?”, od il loro “ Parlez-vous Francais?”, nella speranza di trovare un aggancio e se lo trovano lo tempestano di domande :

1)dove posso comprare un opuscolo plurilingue della città di Amantea?

2) cosa c’è da visitare in questa cittadina?

3) come salire sul castello?

4) come giungere agli scogli di fronte alla città?

Domande semplici, quasi di orientamento, tipiche di qualsiasi turista in qualsiasi parte del mondo, ma alle quali non basta conoscere le lingue per poter rispondere.

Un opuscolo che parla di Amantea manca da anni.

Un opuscolo che permetta di visitare i luoghi principali della città non esiste

Nemmeno gli amanteani sanno come salire sul castello e se questo è visitabile o come giungere agli scogli di Isca.

Anche questo è un risultato della Giunta Tonnara preoccupata di sopravvivere mentre Amantea muore.

Amantea 29 giugno 2013                                                      Il Presidente

                                                                                           Luigi Rubino

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Vincenzo Pugliano e Biagio Miraglia hanno emanato il seguente comunicato stampa:

“Al fine di favorire la partecipazione dei cittadini all'attività politico-amministrativa ed una più larga diffusione dei lavori del Consiglio, lo scorso 26 giugno i consiglieri Vincenzo Pugliano e Biagio Miraglia hanno presentato la proposta di un Regolamento che disciplina le riprese audiovisive e le registrazioni audio delle sedute del Consiglio comunale. Contestualmente si è resa necessaria la presentazione di una proposta di modifica dell'art. 46 del Regolamento del Consiglio, che di fatto limita e circoscrive tali operazioni.

L'iniziativa, concertata con l'ufficio stampa, è scaturita da una richiesta formulata dal locale Circolo dei Giovani Democratici e dal coordinamento cittadino dei Giovani Udc ai due amministratori di riferimento.

Dichiarazione di Pugliano e Miraglia

<< Visto il particolare momento di disaffezione dei cittadini alla vita politica del Paese, per migliorare l’informazione diretta ed incentivare la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa della città, tema spesso dibattuto in Consiglio Comunale, abbiamo una bozza di regolamento che verrà sottoposta all’attenzione dei gruppi consiliari. La bozza disciplina il servizio di ripresa audiovisiva, registrazione audio e trasmissione - su internet, tramite pagina web o su rete televisiva - effettuato direttamente dall'Ente o da soggetti autorizzati, delle riunioni pubbliche ordinarie e straordinarie del Consiglio. II Regolamento ha l'obiettivo di favorire e normare l'accoglimento delle domande di riprese audiovisive e/o registrazioni audio delle sedute e di facilitare lo svolgimento di tali riprese, in modo che venga assicurato il diritto della cittadinanza all’informazione e nel contempo il regolare svolgimento dell'attività consiliare. Naturalmente è sempre auspicabile una maggiore presenza fisica dei cittadini alle adunanze pubbliche, ma rispettando i principi di imparzialità, obiettività e completezza, tale Regolamento potrebbe davvero facilitare la partecipazione attiva dei cittadini (in particolare anziani e studenti o lavoratori fuori sede) interessati all’attività amministrativa o ad argomenti e tematiche trattate in un particolare Consiglio. Concretamente l’Ente, con una spesa iniziale irrisoria, potrà procedere all’apertura di un canale web, per trasmettere via streaming, direttamente dal proprio sito istituzionale, le sedute del Consiglio Comunale. Con il deposito della bozza di regolamento è stata richiesta la convocazione dell’apposita commissione consiliare per analizzare la bozza del regolamento, in modo da accogliere eventuali modifiche e integrazioni con l'auspicio di una immediata approvazione in Consiglio Comunale >>.

Ndr: E’ inutile nascondere la nostra sorpresa!!!!

 

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