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Grazie all’ arrivo del Commissario Prefettizio Emanuela Greco, Amantea e gli Amanteani hanno scoperto come risolvere i problemi che affliggono la città.

In un incontro, voluto dalla Commissaria, i commercianti ed esercenti Amanteani hanno ascoltato, in doveroso silenzio,

la strategia carnevalesca con la quale il comune affronterà le pesanti problematiche cittadine.

Colombina la messaggera cerca, cerca la Primavera la più bella che ci sia me la voglio portare via.

Ecco qui che l’ha trovata, tutta bella incipriata con le scarpe di cioccolata, Colombina vuol ballar.

E’ la sera di Carnevale, Colombina vuol ballare e si fece accompagnare da un vecchio Barbablù che saresti proprio tu.

In uno dei suoi Dialoghi, Lucianodi Samosata immagina che Giove e Mercurio si improvvisino venditori di filosofi e che uno scrupoloso acquirente interroghi ad uno ad uno i sapienti delle diverse scuole, per saggiare l'opportunità dell'acquisto.

E così, dopo aver interrogato Pitagora e Diogene, l’estroso compratore si trova di fronte ad uno spettacolo che lo colpisce: i due filosofi che Giove e Mercurio magnificano per la loro saggezza gli appaiono uniti da un singolare contrasto poiché l'uno continuamente ride, l'altro invece piange.

Il filosofo che ride è Democrito: se tutto è davvero una danza di atomi nel vuoto allora ogni vicenda umana deve rinunciare alla sua pretesa di senso e, risibili, debbono apparire le preoccupazioni e le cure degli uomini che non sanno adeguare le proprie passioni a ciò che la ragione del mondo cerca di insegnare agli umani.

Al riso del filosofo cui la ragione consiglia di prendere commiato dalle passioni del mondo fa da contrasto il pianto di Eraclito, il filosofo del divenire umano che non riesce a scostare gli occhi dalla fugacità degli eventi, e che nel tempo, che travolge tutte le cose, avverte la tragicità di un mondo in cui il senso trapassa nel non senso, il valore nel differenziato da colori e schiamazzi.

Il Carnevale!

La soluzione a tutti i mali.

Il toccasana dei poveracci.

Il Santo di tutti i santi!

Inoltre. il carnevale è considerata la festa dell'allegria per eccellenza.

Uomini e donne di ogni ceto sociale si recano a balli in maschera e sfilate variopinte, cercando di liberare la fantasia e di catturare un po' di felicità.

Lo scherzo "vale" ed il commercio che vi è connesso raggiunge il suo apice; vengono acquistati, da chi può, vestiti da indossare solo per qualche giorno, poi, come ogni anno, rimangono soltanto piazze e strade da ripulire.

Prima però si celebra il rito della Estrema Unzione del Carnevale alla vigilia del Martedì grasso, ultimo giorno di festa,e preannuncia l’avvento di astinenza e penitenza della Quaresima a cui ci si sottopone.

Una volta, per l’occasione, si metteva in scena una singolare mascherata: una banda di finti sacerdoti sfilava per le vie della città e impartiva una bizzarra benedizione, recitando in vernacolo la vita del morente Carnevale.

La processione, dalle prime ore della sera fino a notte fonda, vagava per piazze e locali.  

E si arrivava così al Funerale del Carnevale, cioè al Martedì grasso segnando la fine delle licenze carnevalesche.

I festeggiamenti culminavano solitamente con il processo, la condanna, la lettura del testamento, la morte e il funerale di un fantoccio, che rappresentava allo stesso tempo sia il Potere di un auspicato e mai pago mondo di "cuccagna", sia il capro espiatorio dei mali dell'anno passato.

La fine violenta del fantoccio poneva fine al periodo degli sfrenati festeggiamenti e malefatte. Tutti gli Amanteani andranno a dormire a notte fonda quel Martedì e il mercoledì ci si sveglierà e Amantea come l’araba Fenicia, risorgerà dalle ceneri .

L'araba fenice è divenuto il simbolo della morte e risurrezione, si dice infatti "come l'araba fenice che risorge dalle proprie ceneri".

Dopo aver vissuto 500 anni, con le fronde di una quercia si costruiva un nido sulla sommità di una palma, ci accumulava cannella, spigonardo e mirra, e ci s’abbandonava sopra, si adagiava, lasciava che i raggi del sole l'incendiassero, e si lasciava consumare dalle sue stesse fiamme. Per questo rappresenta così bene la rinascita.

La Fenice nell’antichità annunciava il ritorno di ricchezza e fertilità dopo che la forza dell’acqua del Nilo invadendo la terra, offriva nuovo vigore e perciò nuovi raccolti per sfamare ed arricchire le genti.

Amantea come l’Araba Fenice, imparerà dalle sconfitte ed “errori” per diventare vincente, anche senza il Nilo?

Qualcuno mi ha raccontato che alla fine dell’incontro con la Commissaria, una voce solenne, rivolgendosi ai presenti abbia detto: “ Ora quanti di noi riescono ad essere come l’Araba Fenice e risorgere dalle proprie ceneri? Coraggio amici, cerchiamo di esserlo un po’ tutti, senza dimenticare mai che il bene paga il bene ed il male l’esatto contrario”.

Un lungo applauso concludeva l’incontro.

Beaumont sur Mer 10 feb 2017 Gigino A Pellegrini & G el Tarik

 

Pubblicato in Cronaca

Ecco i nomi di tutti gli arrestati: boss, mafiosi, imprenditori, avvocati, commercialisti ed altro.

I 27 in carcere:

Francesco Ambrogio
Natale Assumma
Serena Assumma
Francesco Audino
Antonio Autolitano
Saverio Autolitano
Antonino Calabrò
Giacomo Santo Calabrò
Giovanni Ficara
Mario Giglio (l’ avvocato Mario Giglio, è il fratello di Enzo, medico, e cugino del magistrato Vincenzo Giglio, entrambi processati a Milano nell'ambito dell'inchiesta sugli affari della cosca Lampada-Condello. L'avvocato Giglio, al di là del suo ordinario ruolo di legale, avrebbe svolto in favore di Liuzzo sia il ruolo di consigliere, in ordine alla gestione della società Euroedil e dei rapporti con l'amministratore giudiziario Francesca Marcello, finita anche lei in manette, sia quello di "canale di collegamento" per venire a conoscenza di eventuali indagini a suo carico «in virtù dei suoi importanti agganci e amicizie)
Antonino Gozzi
Giuseppe Gozzi
Salvatore Laganà
Antonino Latella
Vincenzo Latella
Giuseppe Stefano Tito Liuzzo
Antonino Lo Giudice
Giuseppe Mangiola
Francesca Marcello(una commercialista, Francesca Marcello, nominata dal Tribunale di Reggio amministratore giudiziario dei beni confiscati ad un affiliato alla 'ndrangheta, Giuseppe Stefano Tito Liuzzo, coinvolto anch'egli nell'operazione, che, ha svolto il proprio mandato, hanno riferito gli investigatori, in una posizione di sottomissione rispetto allo stesso Liuzzo).
Osvaldo Salvatore Massara
Francesco Masucci
Francesco Morello
Sebastiano Musarella
Antonino Nicolò
Antonino Pavone
Carmelo Quattrone
Salvatore Saraceno
Domenico Serraino (1955)
Domenico Serraino (1962) I 18 ai domiciliariAntonino Autolitano (1980)
Antonino Autolitano (1974)
Francesco Autolitano
Saverio Autolitano
Ilenia Cardia
Angelo Casciano
Francesco Creaco
Vincenzo Fazia
Caterina Fontana
Silvana Latella
Giulio Lugarà
Teresa Masucci
Demetrio Nicolò
Fortunata Nicolò
Angela Saraceno
Giuseppa Vazzana

Le società coinvolte

Nell'ambito dell'operazione, inoltre, sono stati sequestrati l'intero capitale, le quote ed il patrimonio aziendale delle società e ditte individuali

Gieffe Costruzioni,

Diamante,

Ferro Liberty,

Massara Osvaldo,

Pavone Antonino,

Edilsud,

Serena Assumma,

Fimpredil costruzioni,

Edil Saf,

Italsavia,

Latedil,

Impianti e Costruzioni,

Ali Costruzioni e

Naike.

Pubblicato in Reggio Calabria

Cafiero de Raho: «Con la operazione “Araba Fenice” colpito il livello superiore»

Qualche dato:

Arrestate quarantasette persone;
Sequestrate 14 società
Sequestrati beni per oltre 90 milioni di euro.
Impegnati 500 finanzieri
Eseguite 90 perquisizioni tra Calabria, Piemonte, Veneto, Lombardia e Puglia.
I reati contestati sono associazione a delinquere di stampo mafioso, trasferimento fraudolento di valori, abusiva attività finanziaria, utilizzo ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, favoreggiamento, peculato, corruzione, illecita concorrenza ed estorsione, tutti aggravati dalle modalità mafiose.
Un'imponente operazione condotta dal Nucleo di Polizia tributaria della guardia di finanza e dallo Scico di Roma che ha disarticolato un’associazione di stampo mafioso e ha svelato come le varie famiglie si sono spartite la città.

Su richiesta del PM Giuseppe Lombardo, il GIP ha disposto la custodia cautelare per boss, mafiosi, imprenditori, avvocati, commercialisti e un amministratore giudiziario.

Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, in relazione alla operazione "Araba fenice" ha detto che: «È un'operazione di grande significato perché colpisce le principali cosche reggine della 'ndrangheta nella loro presenza esponenziale attraverso la imprese che operano nell'edilizia residenziale e che si avvalgono di commercialisti e accoliti per imporre a tutti nel territorio reggino in cui operano la realizzazione di opere edilizie solo con le imprese di loro pertinenza o ad essi riconducibili. L'operazione assume, inoltre, particolare significato perché va a colpire il livello superiore della 'ndrangheta, che delinea lo scenario di un'organizzazione criminale che si è sempre più mimetizzata nel mondo dell'economia e delle professioni e si impone a danno dell'economia legale”

In mattinata il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti sarà presso il Comando provinciale della guardia di Finanza a Reggio per una conferenza stampa.

Pubblicato in Reggio Calabria
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