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Reggio Calabria. Araba Fenice. Ecco i nomi di tutti gli arrestati e le società coinvolte

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Ecco i nomi di tutti gli arrestati: boss, mafiosi, imprenditori, avvocati, commercialisti ed altro.

I 27 in carcere:

Francesco Ambrogio
Natale Assumma
Serena Assumma
Francesco Audino
Antonio Autolitano
Saverio Autolitano
Antonino Calabrò
Giacomo Santo Calabrò
Giovanni Ficara
Mario Giglio (l’ avvocato Mario Giglio, è il fratello di Enzo, medico, e cugino del magistrato Vincenzo Giglio, entrambi processati a Milano nell'ambito dell'inchiesta sugli affari della cosca Lampada-Condello. L'avvocato Giglio, al di là del suo ordinario ruolo di legale, avrebbe svolto in favore di Liuzzo sia il ruolo di consigliere, in ordine alla gestione della società Euroedil e dei rapporti con l'amministratore giudiziario Francesca Marcello, finita anche lei in manette, sia quello di "canale di collegamento" per venire a conoscenza di eventuali indagini a suo carico «in virtù dei suoi importanti agganci e amicizie)
Antonino Gozzi
Giuseppe Gozzi
Salvatore Laganà
Antonino Latella
Vincenzo Latella
Giuseppe Stefano Tito Liuzzo
Antonino Lo Giudice
Giuseppe Mangiola
Francesca Marcello(una commercialista, Francesca Marcello, nominata dal Tribunale di Reggio amministratore giudiziario dei beni confiscati ad un affiliato alla 'ndrangheta, Giuseppe Stefano Tito Liuzzo, coinvolto anch'egli nell'operazione, che, ha svolto il proprio mandato, hanno riferito gli investigatori, in una posizione di sottomissione rispetto allo stesso Liuzzo).
Osvaldo Salvatore Massara
Francesco Masucci
Francesco Morello
Sebastiano Musarella
Antonino Nicolò
Antonino Pavone
Carmelo Quattrone
Salvatore Saraceno
Domenico Serraino (1955)
Domenico Serraino (1962) I 18 ai domiciliariAntonino Autolitano (1980)
Antonino Autolitano (1974)
Francesco Autolitano
Saverio Autolitano
Ilenia Cardia
Angelo Casciano
Francesco Creaco
Vincenzo Fazia
Caterina Fontana
Silvana Latella
Giulio Lugarà
Teresa Masucci
Demetrio Nicolò
Fortunata Nicolò
Angela Saraceno
Giuseppa Vazzana

Le società coinvolte

Nell'ambito dell'operazione, inoltre, sono stati sequestrati l'intero capitale, le quote ed il patrimonio aziendale delle società e ditte individuali

Gieffe Costruzioni,

Diamante,

Ferro Liberty,

Massara Osvaldo,

Pavone Antonino,

Edilsud,

Serena Assumma,

Fimpredil costruzioni,

Edil Saf,

Italsavia,

Latedil,

Impianti e Costruzioni,

Ali Costruzioni e

Naike.

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Novembre 2013 15:47
Redazione TirrenoNews

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1 commento

  • Daniil Bublis

    Nel 2012 il mio conoscente Mojsievich Vasilij mi ha fatto conoscere sua zia Fralova Sviatlana,INDIRIZZO:
    Via Giuseppe De Nava, 40 G
    CITTÀ:
    Reggio Calabria
    CAP:
    89123
    PROVINCIA:
    Reggio Di Calabria
    REGIONE:
    Calabria residente in Italia a Reggio di Calabria. Io e mio figlio siamo ebanisti e fare pratica in Italia, dove l’arte dell’ebanisteria è molto sviluppata, era il nostro sogno.
    Nello stesso anno 2012 sono andato in Italia, dove Fralova Sviatlana mi ha presentato a Salvatore Saraceno. Quest’ultimo ha proposto di organizzare insieme una fabbrica per la produzione dei mobili.
    Fralova Sviatlana ha detto che per noi sarebbe stato facile legalizzarci, sarebbe stato necessario pagare 10000 euro per raccogliere dei certificati per la legalizzazione. Quei soldi le abbiamo consegnato. Poi Fralova Sviatlana ha chiesto ancora 5000 euro. In seguito quando eravamo già in Italia ci ha detto che quei soldi erano stati necessari per gli ufficiali pubblici perché loro aiutassero con i documenti. Ho pensato che tutto sarebbe stato legale.
    All’inizio del 2013 io e mio figlio siamo arrivati in Italia a Reggio di Calabria dove abbiamo consegnato a Salvatore Saraceno 23500 euro per comprare le attrezzature e finire la costruzione del capannone per la produzione.
    Da gennaio a maggio non abbiamo lavorato, aspettavamo finché costruissero il capannone, anche se Salvatore Saraceno aveva promesso che al nostro arrivo tutto sarebbe stato pronto. Fralova Sviatlana tuttora tirava per le lunghe con i documenti. Alla fine di aprile è arrivata mia moglie, e di nuovo Fralova Sviatlana prometteva di prestarci aiuto. Alla fine di maggio – all’inizio di giugno sono arrivate le attrezzature per la somma di 14000 euro. La prima ordinazione abbiamo ricevuto dall’architetto Michele Favano, un conoscente di Fralova Sviatlana. Gli abbiamo fatto le tettoie sopra il garage e il cancelletto. Abbiamo ricevuto per quel lavoro 250 euro.
    Dal mese di giugno hanno smesso di darci qualsiasi stipendio in generale. Facevamo il lavoro e ci pagavano 20-50 euro alla settimana per 3 persone. Abbiamo delle foto che confermano il nostro soggiorno e il fatto che abbiamo lavorato. Abitavamo in via Vecchia Provinciale nella casa dove abitava Salvatore Saraceno.
    Dopo tre mesi di tali umiliazioni abbiamo preso la decisione di partire. Ci siamo rivolti a Salvatore Saraceno, ma ci ha detto categoricamente di no, ha detto che non saremmo andati da nessuna parte e non avremmo ricevuto i soldi che avevamo investito nell’azienda. Al consolato d’Ucraina ci hanno detto che c’erano dei programmi tramite quali saremmo potuti partire per la patria.
    Il 27 settembre vicino al capannone ci ha fermato una pattuglia di carabinieri. Siccome non conoscevamo la lingua, abbiamo telefonato a Fralova Sviatlana. Tra 10 minuti è arrivato Salvatore Saraceno e ci hanno lasciato andare. Dopo quel caso ci hanno fatto trasferire in un altro appartamento in via Car Cara.
    Fralova Sviatlana ha detto che adesso sarebbe cominciato il lavoro, e ci hanno dato l’ordinazione di restaurare 14 porte dall’architetto Sabrina Prestipino.
    Il 5 ottobre ho trovato nel capannone 2 scatole di cartucce a pallottola per pistola. Ho preso una gran paura, siccome ultimamente Fralova Sviatlana diceva che Salvatore Saraceno era un uomo terribile. Le ho telefonato e ho raccontato del trovato, ma di nuovo tra qualche tempo è arrivato Salvatore Saraceno, ha preso le cartucce e ci ha detto di tacere. Non sapevamo cosa fare e a cui rivolgerci.
    Ma il 6 novembre ci ha telefonato Fralova Sviatlana e ha detto che Salvatore Saraceno era stato arrestato per le relazioni con la mafia e che dovevamo partire subito. Chiedevamo di restituirci almeno un po’ di soldi, siccome siamo rimasti senza l’alloggio a Minsk, avevamo venduto la casa per investire nella produzione, ma Fralova Sviatlana ha detto che potevamo dimenticare dei soldi.
    I soldi sono stati trasferiti tramite Western Union per la somma di 13000 euro. Capisco che sia difficile provare che hanno ricevuto i soldi da me, questo fatto può essere confermato da Salvatore Saraceno, suo nipote Danilo Santoro, boyfriend di Fralova Sviatlana.
    Non ho mai pensato che in Italia, nel paese che rispetto moltissimo ed io infatti amo il popolo italiano, mi sarei trovato dalla gente che si comportava come schiavisti.
    La vita di fame e la paura per i miei parenti più stretti hanno lasciato una traccia profonda nel mio cuore. Possibile che per tale gente non ci sia punizione?..
    Certamente vorrei ricevere almeno un po’ dei soldi investiti da me, perché la nostra famiglia di 6 persone è rimasta senza casa per colpa di questa gente.
    Ci rivolgiamo questa lettera all'Ambasciata d'Italia nel nostro paese, la Bielorussia. Ma ci hanno detto che siamo andati alla polizia del suo paese. Abbiamo chiesto la nostra polizia, ma è stato respinto perché tra la Bielorussia e l'Italia non hanno tali relazioni. Tutti riconoscono che il truffatore di Frolov, ma nessuno vuole prendere in materia. Abbiamo recentemente appreso da Internet la notizia che Salvatore Saraceno condannato a 8 anni. Consigliamo di noi di essere come se ci si può aiutare in quel modo, non la giustizia non avviene?
    Con rispetto,

    Rapporto Daniil Bublis Martedì, 19 Gennaio 2016 12:38 Link al commento

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