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gioiaSolidarietà attiva e fattiva ai 540 lavoratori a rischio licenziamento.

“Governo, se ci sei, batti un colpo. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il Ministro alle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, il Ministro per il Sud Barbara Lezzi non possono continuare a tacere. Devono rispondere alle sollecitazioni dei Sindaci dei Comuni della Piana di Gioia Tauro e dei sindacati sulla drammatica situazione del Porto di Gioia Tauro”.

Si rivolge direttamente al Governo Angela Napoli, parlamentare di lungo corso e Presidente dell’associazione ‘RISVEGLIO IDEALE’, che così prosegue: “Domani, martedì 19 febbraio, i lavoratori terranno un sit-in all’entrata dello scalo. E’ l’ennesima manifestazione per richiamare l’attenzione del Governo sul processo di depotenziamento di Gioia Tauro a favore di La Spezia. Una scelta unilaterale di Medcenter Container Terminal (MCT) che non tiene conto di prese di posizione e azioni dei Sindaci, dei sindacati e del Prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari”.

Angela Napoli ricorda: “Già da parlamentare avevo evidenziato e denunciato le criticità del Porto, a seguito delle scelte operate in regime di monopolio da MCT, criticità che negli anni si sono acuite; si è verificata una situazione paradossale: da un lato la decisione in primo grado del reintegro di 377 lavoratori licenziati due anni fa, dall’altro l’annuncio (o minaccia) di licenziamento a breve di 540 lavoratori. Questo significa che 540 famiglie finiranno sul lastrico, con conseguenze devastanti sulla già critica situazione economica e sociale della Piana di Gioia Tauro e della Calabria”.

Angela Napoli precisa: “Tutti gli indicatori economici testimoniano che il divario tra il Sud e il Centro Nord del Paese è in crescita. Al tempo stesso crescono diseguaglianze e povertà. Settori dell’economia come il trasporto e la logistica non possono essere gestiti a proprio piacimento ed esclusivamente in base alla logica del profitto da gruppi monopolistici privati, mentre nella Piana non è entrata ancora a regime la ZES (Zona Economica Speciale). Occorre che il Governo faccia la sua parte in queste scelte che non sono episodiche ma strategiche. Ricordo a Conte, Toninelli e Lezzi che da circa un anno, dal dopo elezioni del 4 marzo 2018, il Paese assiste attonito all’infinito dibattito sul Treno ad Alta Velocità (TAV) del collegamento Torino – Lione. Ricordo a tutti che non esiste soltanto il TAV, ma l’intero Sud e la Calabria in particolare attendono da almeno trent’anni interventi strutturali per il trasporto su ferro e su gomma, eternamente promessi ed eternamente disattesi. La vicenda del Porto di Gioia Tauro è inserita, fin dall’origine, in questo dissestato contesto del Sud del Paese, per cui qualsiasi scelta scellerata di depotenziamento del Porto sarebbe una batosta ulteriore per la Piana, per la Calabria, per il Sud, per il sistema di trasporto del Paese. Proprio per questo, il Porto di Gioia Tauro è questione nazionale”.

Angela Napoli così conclude: “Conte, Toninelli e Lezzi, ma anche il Ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio per la parte di sua competenza, ascoltino il Prefetto, i Sindaci, i sindacati. Poiché Gioia Tauro è questione nazionale, di fatto diventa questione che investe l’intero Governo, anche per aspetti che potrebbero interessare l’ordine pubblico e che investirebbero il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. Il Governo non può attendere che scoppi una ‘bomba sociale’ per intervenire tardivamente per mettere una toppa. Deve produrre risposte, fatti e azioni qui e ora, perché il tempo è scaduto. L’Associazione “RISVEGLIO IDEALE” sarà a fianco dei lavoratori, delle famiglie e dei cittadini della Piana di Gioia Tauro per sostenerli in questa battaglia di giustizia sociale e di dignità del lavoro”.

                                                         LA PRESIDENTE

                                                         On. Angela NAPOLI

TAURIANOVA, 18 febbraio 2019

Pubblicato in Calabria

sala-interna-del-castelloCosenza - Si terrà oggi, con inizio alle ore 18,00 in Concerto Sinfonico Corale “Natale al Castello”. L’evento, organizzato da A.M.A. Calabria ed O.C.C. Organizzazione Cori Calabria, in collaborazione con SVEVO srl., MUSICA INSIEME (Gioia Tauro – RC), Associazione Culturale Musicale AURA ARTIS (Cosenza), avrà luogo presso la prestigiosa cornice del Castello Svevo Normanno di Cosenza.

Nell’arco della serata saranno eseguiti brani sinfonici, musica da film, brani sinfonico-corali e classici natalizi

Parteciperanno: CORO POLIFONICO AURA ARTIS (Saverio Tinto, direttore), CORO POLIFONICO CANTUS VITAE (Giuseppina Conti, direttore), ORCHESTRA SINFONICA GIOVANILE DELLA CALABRIA (Caterina Genovese, direttore artistico – Stefania Prota, coordinatore artistico).

L’evento sarà diretto dal M. Ferruccio Messinese, musicista lametino che ha compiuto numerosi percorsi accademici, tra cui i diplomi di pianoforte, composizione e jazz. Ha al suo attico numerosi premi in concorsi nazionali ed internazionali in qualità di direttore e compositore. Ha insegnato presso i Conservatori di Musica di Vibo Valentia e Rovigo ed ha collaborato in qualità di Assistente alla Didattica con il Conservatorio di Reggio Calabria e quello di Vibo Valentia. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni e tiene regolarmente Corsi di Formazione autorizzati dal MIUR (dir. 170/2016) inerenti gli ambiti della composizione, della direzione, della coralità e del jazz. E’ docente di Teoria Analisi e Composizione e Tecnologie Musicali presso il Liceo Musicale di Lamezia Terme (CZ).

Cosenza, 23 dicembre 2018

La Responsabile Comunicazione

Dott.ssa Maria Caligiuri

Pubblicato in Cosenza

danneggiamentoLa cooperativa agricola di Gioia Tauro “Valle del Marro” ancora una volta ha subito un’altra intimidazione. E’ la quarta volta in un anno. Questa volta sono state estirpate e tagliate 200 piantine di kiwi in un terreno che era stato confiscato alla cosca mafiosa Molè. Anche nei mesi scorsi la cooperativa aveva subito una intimidazione, qualcuno aveva manomesso e in parte rubato l’impianto di irrigazione dal campo coltivato a kiwi. Il danno subito è grave. Per realizzare la produzione di kiwi ci vogliono almeno quattro anni. Ma uno degli operai della cooperativa Giuseppe Vorano così ha risposto alle domande dei giornalisti:- Loro fanno le vigliaccate e noi continueremo a mettere a dimora sempre le piantine -. Il Vice Presidente della cooperativa ha detto:- C’è tanta rabbia e amarezza. Stiamo dando le ali alla speranza, convincendo i giovani a rimanere in questa terra e a investire nel settore agricolo-. Sulla vicenda hanno avviato indagini i Carabinieri del Gruppo di Gioia Tauro. La cooperativa antimafia “Valle del Marro” è stata fondata grazie ad un progetto di “Libera” con un ruolo attivo di Don Pino Demasi, referente dell’Associazione in Calabria, ed è composta da un gruppo di giovani che secondo l’Agenzia ANSA “ rifiutano la logica del compromesso, l’apatia del quieto vivere e la rassegnazione culturale all’onnipotenza mafiosa-. Così ha commentato l’episodio mafioso il Presidente della cooperativa:- Noi continueremo ad andare avanti, innesteremo nuovamente le piantine come segno di resistenza nei confronti di una mentalità mafiosa che anche se incute paura non riuscirà a vincere-. I ragazzi della cooperativa non si sono mai arresi. In oltre dieci anni di attività la mafia non è riuscita a fermare i loro sogni. Le intimidazioni, gli atti di vandalismo, il taglio delle piante, i sabotaggi di ogni genere hanno rallentato sicuramente le loro attività, però non sono mai riusciti fino ad oggi a fermarle e la cooperativa ha sempre risposto, grazie alla tenacia di Don Pino, con nuovi progetti.

Pubblicato in Calabria

Sono stati confiscati ventotto esemplari di pescespada pescato in violazione della normativa che impone una taglia minima di riferimento per il peso di 76 chili.

Praticamente pescespada per un peso medio inferiore ai 3 kg

Il pescato viaggiava a bordo di un autocarro

Al conducente è stata elevata una sanzione amministrativa di 24 mila euro.

Tutto il prodotto è stato confiscato.

A seguito di ispezione effettuata dai veterinari dell'ASP 5 di Palmi, in pesce è stato giudicato non idoneo al consumo umano per l'impossibilità di verificarne la provenienza ed è stato, quindi, destinato alla distruzione.

Ad effettuare il sequestro il personale della Capitaneria di porto di Gioia Tauro e della delegazione di Palmi.

Nell'ambito delle attività "focus 'ndrangheta" a Villa San Giovanni sono state identificate due persone, alla guida di altrettanti furgoni, con un totale di 1.250 kg di prodotto ittico.

Tutto il pescato è stato giudicato non utilizzabile per il consumo umano e destinato alla distruzione.

Pubblicato in Reggio Calabria

Delle 14 società ambientali volute dai commissari per la emergenza ambientale in Calabria , se non erriamo, ne è rimasta una sola.

La Multiservizi di Lamezia Terme.

Cioè l’unica che è pubblica.

Tutte le altre, pubblico-private- sono miseramente finite.

Molte fallite, le altre chiuse per infiltrazioni mafiose.

Anche la nostra, l'Appennino Paolano che aveva sde nel PIP di Campora San Giovanni.

L’ultima vicenda, quella di Gioia Tauro, dove l’inceneritore sarebbe stata cosa dei Piromalli.

Di cui si legge sui quotidiani che “Veolia e Termomeccanica avrebbero pagato regolarmente il “pizzo” al clan della Piana per poter lavorare nella zona.

La “tassa ambientale” finiva nascosta tra i costi d’impresa delle due holding. Il costo per operare “tranquilli” si aggirava sui 30 euro a viaggio di camion”.

Il Fatto quotidiano parla di 80 euro a camion!

Questo è quanto emerge dall’inchiesta Metauros.

E tutti i clan ricevevano una quota delle estorsioni che le società che si sono avvicendate nella gestione dell’impianto sono state costrette a pagare.

Un sistema iper collaudato che si avvaleva anche di persone interne agli uffici del Commissario di Governo per la emergenza ambientale.

Alle infiltrazioni della ‘ndrangheta e della corruzione esiste una unica risposta possibile quale è quella della gestione pubblica dei servizi ambientali, atteso che i comuni non riescono a pagare tangenti.

E si intenda parliamo di gestione diretta senza alcuna cessione nemmeno parziale dei servizi.

Pubblicato in Campora San Giovanni

Ieri notte, su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, i Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro (RC), in esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa in data 16.06.2017 dal Tribunale di Palmi – Ufficio G.I.P. – G.U.P., hanno provveduto ad arrestare Z.V. di anni 63, pluripregiudicato per reati contro il patrimonio.

Z.V. è ritenuto responsabile del reato di violenza sessuale aggravata ai danni di una minore di dieci anni, commesso in data 07.06.2017.

Una vicenda invero ancora confusa nei suoi contorni.

La vicenda prende le mosse dalla denuncia inoltrata il 07.06.2017 da una madre che arrivata con un po’ di ritardo all’uscita della scuola segnalò al 112 l’allontanamento della figlia dalla stessa scuola

Immediatamente i militari del locale Comando Arma si mettevano alla ricerca della bambina che, dopo circa 30 minuti, ritornava dai genitori accompagnata dall’uomo.

Tuttavia i Carabinieri, insospettiti dall’insolita circostanza dell’allontanamento e dall’atteggiamento ambiguo ed in parte confuso da parte della bambina, decidevano di approfondire l’intero episodio cercando di far luce su quanto accaduto.

Il controllo delle immagini tratte da alcuni sistemi di video-sorveglianza della città, permetteva di verificare come l’uomo approfittando del fatto che la bimba fosse rimasta da sola, era riuscito ad attirare la sua attenzione con dei cagnolini convincendola convincerla a seguirlo presso la sua abitazione.

Una volta giunti all’interno della casa, l’uomo non avrebbe esitato a manifestare il suo interesse nei confronti della bambina iniziando ad abusarne con amorevolezze e carezze, assolutamente non gradite, in diverse parti del corpo.

Dopo circa mezz’ora la riportava davanti alla scuola permettendole di raggiungere i genitori.

La Procura della Repubblica di Palmi, dati i gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato e ritenute sussistenti le esigenze cautelari, non ha esitato a richiedere all’Ufficio GIP l’applicazione di un’idonea misura cautelare nei confronti dell’uomo al fine di interrompere la condotta delittuosa ed evitare che potesse commettere ulteriori reati, financo di maggiore gravità

L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato posto agli arresti domiciliari in attesa dell’interrogatorio di garanzia.

Pubblicato in Reggio Calabria

Nella seduta di oggi il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno Marco Minniti ed a seguito delle relazioni predisposte dal prefetto di Reggio Calabria, ha deliberato lo scioglimento di quattro consigli comunali.

Uno in provincia di Caserta, cioè San Felice a Cancello, e tre in provincia di Reggio Calabria, e cioè, Laureana di Borrello, Bova Marina e Gioia Tauro.

Per tutti i comuni sono stati accertati condizionamenti dell'attività amministrativa da parte della criminalità organizzata.

Ne parla il comunicato di Palazzo Chigi.

In conformità a quanto previsto dall’art. 143, comma 12 del decreto legislativo 18 agosto 267, il prefetto competente per territorio, nelle more del perfezionamento della procedura, con proprio provvedimento, affiderà a Commissioni Straordinarie la gestione provvisoria dei predetti comuni, al fine di prevenire situazioni che potrebbero ulteriormente compromettere la libertà di determinazione ed il buon andamento o l’imparzialità dell’amministrazione.

Il Governo attua una linea dura

A Laureana di Borrello dopo le dimissioni contestuali del sindaco Paolo Alvaro e di tutti i consiglieri comunali dopo un’inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che aveva portato all’arresto dell’ex assessore comunale Vincenzo Lainà, ritenuto il riferimento politico della cosca Lamari,la commissione si era insediata il 29 dicembre dello scorso anno.

Il sindaco di Bova Marina, Vincenzo Crupi, è stato invece arrestato il 7 dicembre dello scorso anno nell'ambito dell'operazione "Ecosistema" che ha evidenziato una serie di appalti truccati. Lo scioglimento di oggi trova origine in un’inchiesta giudiziaria.

A Gioia Tauro il sindaco Giuseppe Pedà era stato costretto a lasciare il 23 dicembre 2016 a seguito delle dimissioni della maggioranza dei consiglieri comunali ed il prefetto aveva nominato un commissario prefettizio. Dopo l’arrivo del commissario prefettizio scattarono altre due inchieste antimafia che portarono all’arresto del dirigente dell’ufficio tecnico comunale Angela Nicoletta e di alcuni parenti di ex amministratori locali. La commissione di accesso si è insediata lo scorso 7 marzo.

Lo scioglimento dei Consigli ha una ricaduta ancora più particolare per Gioia Tauro e Laureana di Borrello, dove avrebbe dovuto votarsi il prossimo 11 giugno.

A questo punto le elezioni non si faranno e i Comuni saranno commissariati. 

Pubblicato in Italia

Gioia Tauro (RC) Nell’ambito  dell’azione  di  contrasto  alle  frodi  in  materia  di  spesa  pubblica, le Fiamme Gialle del Gruppo Gioia Tauro, hanno eseguito un’ordinanza di sequestro preventivo “per equivalente” emessa  dalla  Corte  di  Appello  presso  il  Tribunale  di Reggio Calabria nei  confronti della sig.ra Z.C., di anni 57, residente in un comune della Piana di Gioia Tauro.

 

La predetta, sulla base di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi,risultava aver riscosso indebitamente la pensione di invalidità e di accompagnamento spettante alla madre, nonostante che quest’ultima fosse deceduta da diversi anni, appropriandosi, in tal modo,  senza averne diritto, di oltre 75 mila €uro.

 

Per tali motivi, era  stata condannata in  primo  grado a  mesi  otto  di reclusione e al pagamento delle spese processuali.

Il   provvedimento   di   sequestro,   emesso   per   un   importo   pari   alla   somma indebitamente percepita, è stato attuato a seguito  di accurate indagini patrimoniali e finanziarie ed  ha colpito un intero fabbricato, nr.  8 appezzamenti di terreno, alcuni dei  quali  per  la  sola  quota  di  proprietà  posseduta,  e  diversi  conti  correnti  di  cui  la persona condannata era intestataria.

mercoledì 09 marzo 2016

Pubblicato in Reggio Calabria

Gioia Tauro 8 maggio.- Salvatore Costa, di 19 anni, di San Ferdinando, è stato arrestato dagli agenti del Commissariato di Ps di Gioia Tauro.

Era partito su un pullman di linea diretto al nord con 10 chili di marijuana.

La Polizia blocca il pullman e lo fa dirigere nel piazzale della Scuola di polizia di Vibo Valentia.

Qui giunti gli agenti fanno scendere i passeggeri.

Poi i passeggeri sono invitati uno alla volta e ritirare i propri bagagli.

L'unico a non ritirare nulla è stato il giovane Salvatore Costa che è stato arrestato perché nei bagagli rimasti c’erano 10 kg di marijuana( Ansa)

Pubblicato in Reggio Calabria

Due interventi:

1)Il primo del Circolo Territoriale Calabria di Unione Mediterranea:

Gioia Tauro, molti i punti da chiarire

Il porto di Gioia Tauro è una eccellenza. Un gioiello ricco di professionalità e di competenze, soprattutto nel settore della sicurezza del lavoro, che ne fanno il porto più sicuro d’Italia, il più grande e più attrezzato terminal per trasbordo del Mediterraneo, tanto da essere stato designato per fare da scalo ai container dell’arsenale chimico siriano. Tutto ciò per compiere quella che è stata definita dal ministro dei trasporti Maurizio Lupi “la più importante operazione di disarmo degli ultimi 10 anni”.

Tutto ciò ci onora. Ma ci indigna.

La notizia più eclatante della vicenda è infatti che il Governo italiano ha “confessato” che il porto di Gioia Tauro è il più adatto per questa operazione e che è un porto attrezzatissimo e sicuro. Come mai se ne accorgono solo ora? Come mai l’amico di Enrico Letta, il cercatore di funghi Claudio Burlando, ha vietato l’arrivo dei treni merci a Gioia Tauro quando era Ministro dei Trasporti? Come mai gli amici della Lega, che sono al Governo, continuano a sovvenzionare porti di serie B come Trieste, Livorno e Genova, togliendo soldi a quello di Gioia Tauro? E quando venivano commessi questi ennesimi torti nei confronti della Calabria dov’erano Lupi e Company? E come votavano in Parlamento i deputati e i senatori calabresi? Sarebbe bello avere un Governatore della Regione che approfitta di questa vicenda per obbligare il Governo a ripristinare il trasporto delle merci per ferrovia al porto di Gioia Tauro e per il completamento rapido della A3, arteria fondamentale per la movimentazione dei container a distanze più brevi, al fine di incrementare la movimentazione dei containers, considerato che nel porto ci sono tante persone costrette a fare turni di cassa integrazione.

Restano, tuttavia, alcune domande. Come mai i nostri politici locali si allarmano e minacciano di chiudere il porto solo ora, pur conoscendo che il trasbordo di sostanze chimiche è un’attività ordinaria all’interno del porto? Il territorio dal punto di vista delle strutture sanitarie è adeguatamente attrezzato per affrontare emergenze relative ai rischi legati a queste operazioni? Le minacce del Ministro di chiudere il porto se non si eseguissero le previste operazioni sono sufficienti a scatenare un atto di dignità e di ribellione fra gli amministratori e la popolazione, o dobbiamo sopportare ancora l’arroganza tipica del dominatore nei confronti dei sudditi?

Altra inquietante ed allarmante notizia riguarda la zona di smaltimento delle armi chimiche.

Sarà il Mediterraneo, il Mare Nostrum, già avvelenato dall’affondamento delle varie “navi dei veleni” (circa 30 negli ultimi 20 anni), a ricevere questo ennesimo carico della morte. Le sostanze chimiche, residue del processo di smantellamento delle armi, saranno inabissate tra Malta, Italia, Grecia e Libia, con un procedimento che lascia dubbioso anche il mondo della scienza circa gli effetti sugli organismi viventi, così come evidenziato dal Centro Nazionale di Ricerca Scientifica di Atene e del Politecnico di Creta.

Queste sono le domande che poniamo, legittime domande alle quali spetterebbero risposte esaustive. Il passato è sempre presente, non è la prima volta che lo Stato italiano non tiene in considerazione le nostri sorti. I tempi però sono cambiati ed ora vogliamo sapere cosa realmente succederà dopo la partenza della nave americana dal porto di Gioia Tauro. E vogliamo sapere cosa si cela dietro questo accordo, è un nostro diritto di cittadini europei, ma soprattutto di essere umani.

2)Il secondo di Iaconetti di Fare Ambiente Calabria

 “Se è vero quanto riferito da un Sindaco della Piana ieri l’altro alle telecamere del Tg 3 della Calabria edizione delle ore 07:30 e misteriosamente scomparso nelle edizioni successive, dichiara Antonio Iaconetti, coordinatore regionale di Fare Ambiente, la vicenda del transito delle armi chimiche fa assumere all’intera vicenda una connotazione ancor più grave ed inquietante. A dire di questo Sindaco la Calabria e, quindi, il porto di Gioia Tauro sarebbero stati scelti perchè, secondo le informative dei servizi segreti ( Italiani o Americani ?)  nella nostra regione la popolazione è .... . .più ragionevole e sottomessa, quindi meno incline a ribellarsi. Altro che pronti alla guerra civile !!!!! Viene legittimo, continua Iaconetti, pensare che tali affermazioni nascondano ben altro,  ovvero che apparati dello Stato, i Servizi, abbiano stretto un legame ben collaudato e saldo, e non da ora, con pezzi di potere oscuro radicati nella zona in cui ricade il porto di Gioia, che viene definita ad alta densità mafiosa.

Stiamo forse  assistendo alla riproposizione di un nuovo patto tra Stato e ambienti, per c.d. a limite della legalità??

Se così fosse, e la vicenda ben si presta a tale tipo di speculazioni, sarebbe cosa gravissima ed intollerabile.

Perciò, conclude Iaconetti, nei prossimi giorni chiederemo ai nostri deputati e senatori iscritti a Fare Ambiente di sollecitare i titolari dei dicasteri  competenti affinchè ci diano risposte chiare sulla sicurezza dell’intera operazione, in relazione alla quale, sia ben chiaro, siamo e restiamo fermamente contrari  ma che ci rassicurino, anche, che non ci siano patti perversi  tra apparati dello Stato e l’antistato.

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