Lagonegro. Un maresciallo dei Carabinieri, di 49 anni, nativo di Teggiano ed in servizio in Basilicata dal 2000, si è tolto la vita sparandosi un colpo alla tempia in uno dei bagni utilizzati dal personale della Procura.
Il maresciallo prestava servizio nel nucleo di polizia giudiziaria presso la stessa Procura.
Si è sparato con la Beretta che aveva nella fondina.
Il sottufficiale lascia una moglie e un figlio di 17 anni.
Il Carabiniere si è chiuso in una stanza del Tribunale, senza creare alcun sospetto né alcun allarme. Nessuno ha sospettato che stesse per compiere un gesto sconsiderato ed irrimediabile.
Poiché non si vedeva i colleghi hanno provato a chiamarlo senza che rispondesse, il trillo del telefonino ha condotto al bagno dove è stato trovato cadavere.
Nel tribunale nessuno ha voluto rilasciare commenti sull’accaduto.
Trattandosi di una tragedia probabilmente legata a fatti personali e non a motivi che riguardano il servizio, i suoi colleghi e i suoi familiari hanno ritenuto di scegliere la strada del riserbo.
Forse il maresciallo attraversava un forte momento di depressione tale da spingerlo a questo estremo gesto ma nessuno può dirlo.
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E’ fiducioso nella giustizia il maresciallo di Diamante Mario Lucia. Ed il suo avvocato Francesco Liserre ha anche fatto sapere che l’inquisito è certo che la magistratura farà luce su tutta la vicenda.
Il luogotenente della Stazione carabinieri di Diamante, Mario Lucia, sarà sentito lunedì prossimo dal Giudice paolano per l'interrogatorio di garanzia. In mattinata, alle 10.30, il sottufficiale dell'Arma dovrà presentarsi al Tribunale paolano accompagnato dal legale di fiducia, Francesco Liserre, per rispondere come è noto dei due reati dei quali è accusato: concussione e violenza privata.
Il luogotenente, in seguito alla richiesta del legale di fiducia, ha anche ottenuto il permesso di recarsi con mezzi propri e quindi libero in tribunale per essere sentito dai giudici.
Il sottufficiale si trova nella residenza del comune di Serrastretta nei pressi di Lamezia Terme, paese di origine, dove resterà ai domiciliari fino a a nuove disposizioni dell’autorità giudiziaria.
Nel frattempo l’avvocato Liserre ha spiegato che. “Non abbiamo ancora deciso la linea difensiva e restare in silenzio potrebbe essere la scelta migliore. L’indagine è molto articolata e complessa e le accuso gravi. Non abbiamo nemmeno avuto la possibilità di esaminare per bene la documentazione acquista dalla magistratura in modo da avere contezza della vicenda”
In questa fase, come è noto, i rapporti sono esclusivamente improntati al confronto fra il giudice e l'indagato, assistito dal legale. Non rientrano in gioco, al momento, altre persone come il guardiano del villaggio residenziale assistito dall'avvocato Battista Greco che ha presentato la denuncia. Ci sono ulteriori elementi di indagine che probabilmente andranno chiariti nel tempo.
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Paola
Nella mattinata di ieri è finito agli arresti domiciliari il luogotenente Mario Lucia, comandante della stazione carabinieri di Diamante, sull'alto Tirreno cosentino. La misura è stata disposta dal Gip del Tribunale di Paola, Nicoletta Campanaro, in seguito all'attività portata avanti dalla Guardia di finanza. Le accuse, da quanto si è appreso riguarderebbero i reati di concussione e violenza privata. L'avvocato di fiducia Francesco Liserre al momento non ha voluto fare alcuna dichiarazione. È meglio attendere la lettura della documentazione, ha fatto sapere.
Nella mattinata di ieri, all'indirizzo dell'abitazione e nella caserma di Diamante sono giunti direttamente il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Ferace, ed i militari della Guardia di finanza che hanno condotto l'attività di indagine.
Avrebbe favorito un familiare abusando dei propri poteri istituzionali. Secondo gli inquirenti, il luogotenente avrebbe adottato una serie di condotte illegittime per far licenziare il custode di un noto complesso residenziale dell’Alto Tirreno cosentino e facilitare l’assunzione di un parente nel campo della vigilanza privata. Il provvedimento arriva al termine di una serie di indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Paola, partite nel giugno 2012, in seguito alla denuncia della vittima del licenziamento pilotato.
Il custode del residence avrebbe perso il posto di lavoro, come lui stesso ha dichiarato ai magistrati, dopo le pressioni di Lucia. Il luogotenente avrebbe anche raccontato agli inquilini del complesso turistico di alcuni precedenti penali dell’ex vigilante rovinando il rapporto di fiducia che nel frattempo s’era creato. L’uomo avrebbe cosi deciso di registrare tutte le conversazioni con il carabiniere per consegnarle poi alla Guardia di finanza di Paola. La svolta decisiva nelle indagini una telefonata tra Lucia e il custode ascoltata in vivavoce proprio dagli uomini delle fiamme gialle.
Il tutto è confluito nel fascicolo aperto dalla Procura paolana che ha disposto il provvedimento. Ma altri fatti potrebbero essere collegati a questa vicenda. Lo scorso ottobre l’auto del custode è stata bruciata e la casa del suo datore di lavoro danneggiata. Episodi che potrebbero avere a che fare con la condotta illegittima del militare, ma su questo sia la Procura che i Carabinieri mantengono il più stretto riserbo. Proseguono dunque le indagini, mentre il comandante Lucia resterà ai domiciliari nella sua abitazione fino a nuove disposizioni dell’autorità giudiziaria.
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Alto Tirreno