Entro aprile 2017 scomparirà Ban ca Carime.
Il Gruppo Ubi Banca ha presen tato ai sindacati il piano indu striale 2019/ 2020 che pre vede entro il 30 aprile 2017 la costituzione di una “Banca unica”
che incorporerà tutte le attuali sette Banche rete del Gruppo; la chiusura di 130 sportelli in sovrapposizione già individuati (più ulteriori 150 sportelli, ancora da individuare, nel periodo di durata del piano); risparmi di costo sul personale equivalenti a circa 2.750 Risorse full-time; per 1.300 Risorse è prevista l’uscita con accesso al fondo esuberi, per la rimanenza verranno individuati altri strumenti nella fase negoziale con le Organizzazioni Sindacali; nuove assunzioni per 1.100 unità; l’istituzione, all’interno della “Banca unica”, di 5 macro aree, 4 nelle regioni del Nord Italia (Nord/ovest con sede a Cuneo o Torino, una con sede a Milano, una con sede a Bergamo, una per il Nord/est con sede a Brescia) e una per il Centro/sud con sede a Jesi.
Per effetto della “Banca unica”, Banca Carime dovrebbe cessare nel periodo aprile/maggio 2017, appunto per essere incorporata in Ubi Banca.
Con questo piano si allontana sempre di più il potere decisionale di Carime dai territori storici che ha presidiato.
L’attuale organizzazione della catena del credito interna a Carime prevede il Servizio crediti a Bari con sedi decentrate di delibera pratiche di finanziamento a Salerno, Cosenza, Bari e Taranto.
A questo punto ci si chiede cosa succederà ora con la Direzione della macro area del centro sud allocata a Jesi?
Per Gianfranco Suriano, vice segretario generale di Unità Sindacale Falcri-Silcea del Gruppo Ubi,
<< fermo restando il giudizio positivo relativo alla decisione di costituire la “Banca unica”, la nuova manovra industriale è per l’ennesima volta caratterizzata dal forte contenimento dei costi del lavoro che inevitabilmente costringerà tutti i lavoratori del Gruppo a sostenere il peso degli interventi di razionalizzazione ed efficientamento della rete distributiva di Ubi. Infatti le continue riduzioni degli organici e le ripetute chiusure di strutture produttive, necessitano ora d’interventi capaci di garantire al marchio Ubi presenza adeguata su tutti i territori dove operano da sempre le singole banche del Gruppo. Presenza che può essere assicurata, in primis – sottolinea Suriano – dal mantenimento di adeguati livelli occupazionali, da perseguire anche con l’immissione di nuova forza lavoro giovane; dall’attuazione di politiche del credito e commerciali che vadano nella reale direzione di sostenere i territori già serviti, da nord a sud del paese. >>
Dall’articolo di Adriano Mollo sul Quotidiano del Sud del 30 giugno 2016 – Primo Piano Economia – pag. 8
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Nella giornata del 15 ottobre UBI BANCA ha presentato l’ennesimo piano d’interventi sulle Banche e Società del Gruppo che prevede, tra l’altro, la ulteriore chiusura di 114 sportelli e il declassamento di altre 54 filiali a minisportello , oltre agli esuberi di personale stimati in 1.277 di cui 500 in uscita entro l’anno in corso.
Ne ha dato notizia la Unisin che continua evidenziando che Ubi Banca ha deciso così di proseguire nella scelta di abbandonare ampi territori del sud (Carime perde 26 filiali) e del nord Italia (solo il Banco di Brescia e Banca Regionale Europea chiudono complessivamente 64 filiali).
Il gruppo Ubi Banca è presente in Basilicata, in Calabria, in Puglia e in provincia di Salerno con il marchio Carime.
Gennarino Macchia segretario generale della Fiba-Cisl Basilicata ha chiarito che Ubi banca nei giorni scorsi ha comunicato alle organizzazioni sindacali “l’avvio della procedura di riorganizzazione tesa a ottenere un risparmio di circa 90 milioni di euro: la decisione porterà alla chiusura di 55 filiali e 59 mini-sportelli e alla individuazione di 777 esuberi”.
Ha poi continuato , esprimendo una “forte preoccupazione per le ricadute che il piano di tagli del gruppo bancario provocherà ”.
Ha infine concluso che “la metà dei tagli contenuti nel piano lacrime e sangue di Ubi riguarderà il marchio Carime con 305 esuberi, la chiusura di 26 sportelli e il declassamento a mini-sportello di quattro filiali.
In sostanza il piano di ridimensionamento prevede la chiusura di 114 punti operativi (55 filiali e 59 minisportelli) e la riqualificazione di 54 filiali a minisportello e di 2 minisportelli a filiali.
In Calabria chiuderanno le filiali di Marina di Gioiosa, Mileto, Vibo Marina, Tiriolo, Lamezia Terme Ag. 1, Spezzano Sila, Corigliano paese, San Lucido.
La agenzia 1 di Cosenza in via 24 maggio sarà ridotta a minisportello.
Gli esuberi di personale in Carime saranno 305 esuberi di cui 99 in uscita entro il 2014.
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Calabria
Dopo oltre 50 dall'installazione delle prime cassaforti presso la cassa di Risparmio di Calabria e Lucania, vengono sostituite le cassaforti.
La guerra è passata.
La ricostruzione è iniziata
L’emigrazione porta soldi freschi con i quali sarà costruita la piana di Amantea
Si costruisce il primo immobile della cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania
Ed arrivano le capienti casseforti
Sono passati oltre 50 anni
Ed è tempo di new look
Si ristruttura l’interno della grande sala che ci ha ospitato per decenni e nella quale abbiamo fatto lunghe e noiose file
Si riorganizzano gli spazi
Arrivano i nuovi arredi
Arrivano le nuove casseforti
E le vecchie possono andare in pensione
Diventeranno acciaio per altri usi
Si chiude il traffico
Arriva il grosso camion
Si piazza davanti alla banca
Ed una alla volta prende le vecchie casseforti che hanno custodito i soldi degli amanteani e li carica sopra
Ecco nella foto l’ultime delle casseforti prelevate e portate via
Dove?
In fonderia
Intorno la gente guarda curiosa
Ora aspettano le nuove e si chiede se saranno ancora grigie
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Economia - Ambiente - Eventi
Una rapina evidentemente studiata preventivamente e poi freddamente eseguita.
La storia vede un commerciante di Fiumefreddo Bruzio che va a depositare l’incasso delle sue attività commerciali, una moto, due rapinatori con casco integrale.
Il luogo è san Lucido, la filiale della banca Carime di Via Regina Elena
Sono le 11.30 di mattino. Il commerciante si reca a versare l’incasso nella cassetta di sicurezza della banca.
I rapinatori lo aggrediscono con violenza. Pugni e calci su tutto il corpo.
Colpito anche con il calcio della pistola cade sanguinante e dolorante e viene rapinato di una somma di circa 15-20 mila euro.
Poi la fuga dei malviventi con una moto di grossa cilindrata; il casco integrale ne protegge la identità.
Il rapinato riesce appena ad alzarsi ed a rifugiarsi nella banca.
Gli investigatori procedono con le indagini.
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Basso Tirreno