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Fernanda Gigliotti, avvocato, ha avuto la opportunità di guidare un plotone di giovani noceresi che, stanchi dei nomi storici della politica terinese , hanno deciso di cambiare.

La lista Civica - Ripartiamo Dal Paese che Vogliamo- ha avuto 1.742 (54,91%), praticamente gli stessi voti del precedente sindaco Gaspare Rocca eletto il 06 maggio 2012 con il 55,1% , poi silurato politicamente anzitempo per le dimissioni di Tonino Albi, Franco Macchione e Rosario Aragona, e che è stato fan di Fernanda Gigliotti

Contro di loro un nome storico del PD nocerese.

Parliamo di Pasquale Motta la cui Lista Civica - Unità Popolare Nocerese ha avuto 1430 voti( 45,08 %)

Una differenza di ben 312 voti.

Motta ha avuto politicamente vicino i big del PD calabrese, a cominciare dal Presidente Mario Oliverio, per finire all’assessore regionale Roccisano , ed ancora Adamo ed Enza Bruno Bossio.

Portaerei, Corazzate, incrociatori e cacciatorpediniere sono scesi in campo convinti di poter fare la differenza a favore di Motta.

Ma non è stato così.

Affatto!

Anzi corre voce che tra i giovani noceresi si dicesse “Vengano, vengano. Più ne vengono meglio noi vinciamo”

Insomma era come se si sospettasse che gli elettori non si lasciassero più incantare dalle profezie e promesse elettorali di queste falene che compaiono, per l’occasione, sui palchi elettorali e poi spariscono con le loro profezie e promesse.

E così è stato.

Pubblicato in Lamezia Terme

Spese folli alla Regione, e Fernanda Gigliotti, componente dell’assemblea nazionale del partito, scriveal capogruppo regionale, Sandro Principe, all’ex capogruppo Nicola Adamo, al commissario regionale del partito Alfredo D’Attorre e al segretario nazionale Pierluigi Bersani:«Sono anni ormai che come iscritti al Pd e come vostri elettori, chiediamo al gruppo consiliare del partito di ieri e di oggi, la pubblicazione dei bilanci di ieri e di oggi e le pezze giustificative, indicando espressamente anche i nomi e i cognomi dei consulenti del gruppo».

Poi continua : «Sono anni che vi chiediamo la trasparenza»

La Gigliotti si riferisce al ciclone giudiziario che sta travolgendo la Regione Calabria e vede dieci consiglieri regionali e quasi tutti i direttori amministrativi dei gruppi consiliari sotto indagine dopo gli accertamenti della Guardia di finanza a Palazzo Campanella sulla destinazione dei fondi destinati ai rimborsi dei gruppi consiliari regionali. Per tutti l’accusa è di peculato. Avrebbero infatti distratto soldi pubblici per finalità non istituzionali.

Alla luce di questi fatti, Gigliotti scrive: «Vi chiediamo troppo se per una volta vi sforzaste di arrivare prima della magistratura e pubblicaste bilanci, pezze giustificative e nomi dei consulenti del gruppo regionale del Pd dalla costituzione ad oggi? Oggi siamo tutti pronti a dire che dobbiamo ridurre i costi della politica, il numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali, e poi quando ne abbiamo l’occasione, guarda caso, votiamo la proposta di Scopelliti che riduce i consiglieri regionali da 50 a 40, violando la legge che imporrebbe la riduzione a 30, e aspettiamo che la magistratura ci venga a fare i conti in tasta, anzichè prendere l’iniziativa e rendere trasparente i costi della politica regionale. La risposta all’antipolitica e al populismo la deve dare la politica e non la magistratura. E noi aspettiamo, da anni, ancora fiduciosi, una vostra risposta».

Saremmo lieti di pubblicare le risposte di Sandro Principe, Nicola Adamo, Alfredo D’Attorre e Pierluigi Bersani. Ma risponderanno?

 

Pubblicato in Lamezia Terme

Fernanda Gigliotti del Gruppo 25 Aprile del Partito Democratico chiarisce che: “Alfredo D’Attore non mi ha mai chiesto di ritirarmi dalla primarie, così come nessuno dei sindaci e dei coordinatori dei circoli del PD della provincia di Catanzaro hanno chiesto a lui di candidarsi. La sua candidatura è un’impostura politica ed è un furto per la democrazia calabrese. E’ un’impostura perché dietro il tentativo di farla passare come un suo personale sacrificio si nasconde chi, travestito da arbitro, ha fatto di tutto per far vincere una squadra, fino ad indossarne la maglia e a segnare il “goal decisivo” a Catanzaro, come a Reggio. Tutto questo dimostrando scarsa considerazione per la classe dirigente che in quei territori lavora, che il territorio conosce ed apprezza e per tutti i calabresi che hanno il diritto di essere rappresentati da donne ed uomini che abbiano radici forti nella terra di Calabria. E’ un furto per la democrazia perché la sua candidatura è l’ennesimo “tombino” in cui far cadere la rappresentatività dei calabresi. E non è possibile parlare di democrazia e di confronto aperto, se ci si affronta senza lealtà partendo da posizioni ben diverse, una delle quali nettamente più debole e svantaggiata rispetto all’altra. E’ vero invece che Alfredo D’Attorre ha dichiarato “di essere contrario che con un voto si eliminassero persone che erano candidate”. E difatti ha accuratamente evitato di applicare il regolamento per la selezione dei candidati, proponendo la rosa che più gli è stata funzionale e che dovrebbe anche consentire una graduale e naturale defezione. Come del resto è già accaduto nella compagine maschile, nella quale è sopravvissuta solo quella del sindaco di Amaroni Arturo Bova. L’art. 4 comma 3 e 4 prevedeva infatti, che “Le rose dei candidati devono rispettare il principio della parità di genere e rispondere a criteri di radicamento territoriale, proiezione nazionale, competenza e apertura alla società” e “qualora le candidature proposte eccedano il doppio delle posizioni complessivamente assegnate a ciascun ambito provinciale/ territoriale, nel rispetto della parità di genere e del pluralismo, la Direzione provinciale/ territoriale decide a maggioranza dei votanti la composizione della rosa delle candidature entro il tetto indicato.” Se questo regolamento fosse stato applicato, il primo a dovere essere eliminato dalla rosa dei candidati sarebbe stato proprio Alfredo D’Attorre la cui candidatura non risponde al primo ed essenziale criterio cui le primarie stesse si ispirano: IL RADICAMENTO TERRITORIALE. La mia canditura, quindi, resta in piedi malgrado tutto ciò poiché spero che le primarie democratiche di sabato, malgrado il tentativo di farle restare una cosa per pochi intimi, possano essere un momento di grande partecipazione, e possano ridare fiducia al nostro elettorato. Anche perché il 24 febbraio non ci saranno le preferenze, ma i voti calabresi conteranno comunque e siamo curiosi di capire come sarà spiegato a Roma un risultato magari più “debole” di quello atteso, dovuto a candidati che la Calabria non conosce e che della Calabria ignorano tutto o quasi. Fernanda Gigliotti Candidata alle Primarie per la selezione dei Parlamentari del 29 dicembre per la Provincia di Catanzaro
Pubblicato in Catanzaro
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