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Una Calabria diversa quella testimoniata domenica 2 marzo 2014 presso il Palazzetto dello Sport “Alfio Sparti” di Lamezia Terme. Una partita di calcio a 5 organizzata dall’Associazione Risveglio Ideale di Lamezia Terme per ricordare Antonio Raffaele Talarico, ucciso dalla ‘ndrangheta. Era il 2 settembre 1988 ed una guarda giurata in servizio, il Sig. Talarico, viene freddata da colpi di pistola alla schiena che “per difendere il suo diritto al lavoro gli è stato negato il suo diritto alla vita”.

Con queste parole, Simona Vescio organizzatrice dell’evento e socio fondatore di Risveglio Ideale, ha voluto colorare un ricordo di una Calabria che non trova pace. Una Calabria affondata nell’omertà di chi non vuole esporsi, di chi continua a non trovare il coraggio di affrontare ogni giorno la realtà. Una Calabria di mandanti e mandatari, senza responsabilità alcuna. E di responsabilità si è parlato difatti durante il dibatto apertosi nella giornata di domenica. Sin subito quella “responsabilità” dell’amministrazione locale assente durante una giornata di fondamentale importanza per il territorio lametino, dove a sostituire l’Ente Locale, sono stati i cittadini a dedicare un momento per “uno di loro” che, nonostante sia stato riconosciuto dallo Stato quale “vittima innocente di ‘ndrangheta”, è rimasto 26 anni nel silenzio. Si parte dalle Donne, dallo Sport e dai Cittadini: si riparte dall’onestà culturale. Si riparte dal piccolo con la Royal Team Lamezia che ha segnato i goal più importanti: le regole . Proprio di regole, di condivisione, di collaborazione, di squadra si parla come modelli di vita che ognuno di noi è chiamato a rispettare, ma prima ancora è invitato a portare in campo ogni giorno. Insomma un evento che ha segnato non solo goal di squadra ma tutta la famiglia Talarico.

L’On.le Angela Napoli ha così voluto premiare Gilda Talarico come riconoscimento sul fronte della legalità. Un messaggio chiaro e di speranza quello della nuova Collaboratrice esterna della Commissione Parlamentare Antimafia: dove lo Stato abbandona, chi ha lottato e chi lotta ancora, contro l’altra faccia della medaglia, deve più che mai essere accanto ai familiari per dimostrare che non tutti siamo uguali e che non è accettabile che ancora una volta, nel 2014, si debba pagare il prezzo della vita per un errore di mano, per un pensiero che non riflette e per un’intelligenza ormai addossata dalla ricchezza materiale.

La Calabria non è infatti una Terra solo di mafiosi o solo di persone colluse con le organizzazioni criminali. La Calabria, e lo ha dimostrato la domenica del memorial, è fatta principalmente di gente onesta, perbene, coraggiosa e intelligente che, in tempi di crisi di valori, trova la forza di non tacere. Lo ha espresso egregiamente questo manifesto dei valori, a cui tanto si ispira Risveglio Ideale, l’Avv. Giovanna Fronte, tra i relatori dell’iniziativa, richiamando l’attenzione verso i giovani. Così come Orfeo Notaristefano, noto giornalista e scrittore calabrese – per lavoro a Roma – dove ha sottolineato, riportando un paragone con Casal di Principe e i Casalesi, che prima di combattere contro il malaffare, la gente disonesta e le cosche mafiose, c’è sicuramente bisogno di focalizzare l’attenzione sui cittadini per non indurli a compromessi sporchi e facili. Ci vuole “contatto” con il territorio, ci vuole “empatia”, così come lo descrivono Carola Nicastro e Franco Roppo Valente – membri del Laboratorio Culturale “La Piazza”: l’importanza di vivere i propri confini porta a risultati non solo immediati ma incredibilmente concreti nelle loro necessità. Dunque, una Calabria chiamata ad amare ed amarsi; una Calabria tenuta a denunciare quotidianamente. Proprio come era solito Peppino Impastato “io voglio dire che la mafia è una montagna di MERDA”.

L’evento è stato moderato da Simona Vescio ed Immacolata Corso.

Immacolata Corso Componente Associazione RISVEGLIO IDEALE

Pubblicato in Calabria

Dalla acuta penna di Elena Trombetta da Reggio Calabria un contributo di intenso valore, altro se non per quella verità che si impone quando si fa giornalismo e per evitare che la stampa non sia soltanto di parte, ma anche faziosa. Eccone il testo:

“I POLITICI NON SONO TUTTI UGUALI ANCHE SE SI AVVICENDANO NELLA STESSA CARICA ISTITUZIONALE

Le cadute di stile degli operatori dell’informazione sono all’ordine del giorno, ma finchè rimangono tali non sfiorano certo la preoccupazione o l’allarmismo.

Tra il dovere di documentare scrivendo sui fatti realmente accaduti e stare attenti alle sfumature c’è una profonda e sostanziale differenza.

È da un po’ di tempo, per esempio, che una testata regionale diretta da un giornalista di grido a tiratura nazionale quale Piero Sansonetti, elargisce con sommessa devozione elogi e sdolcinati complimenti a politici ed amministratori locali che sono stati coinvolti in indagini giudiziarie. Per carità, esiste anche il garantismo e lui ne è quasi il portabandiera. Ma “distrarre” i lettori ed i cittadini calabresi su ciò che è giusto ed eticamente corretto non mi sembra davvero una cosa ammissibile soprattutto adesso più che mai che la Calabria necessita di guide e riferimenti istituzionali che dell’etica pubblica e dell’onestà hanno fatto la loro ragione di vita !

Mi chiedo anche come si fa a indicare, durante un’intervista ad un politico locale adesso senatore, una sorta di passaggio di consegne nella stessa carica istituzionale. Mi spiego meglio, leggo stamani su Il Quotidiano della Calabria l’intervista al neo senatore Caridi, pezzo della giornalista Andreana Illiano. Mi meraviglia come mai la professionista “sempre attenta alle sfumature” abbia pensato di sottolineare che il Caridi “ha in pratica preso il posto di Angela Napoli in Commissione Parlamentare Antimafia” .

Beh, se non fossimo in uno Stato laico mi verrebbe da gridare al sacrilegio! Spero che la giornalista abbia contezza delle sostanziali differenze e della ASSOLUTAMENTE diversa storia politica ed etica tra i due politici.

E vorrei sapere se non sono rilevanti le numerose inchieste ed intercettazioni dove il senatore Caridi viene spesso citato. Se magari chi gli ha conferito questa carica fosse all’oscuro delle vicende calabresi potrei chiudere un occhio ma non lo farò e spero neanche i lettori calabresi che hanno ben chiaro il quadro generale della politica in Calabria.

Reggio Calabria, domenica 6 ottobre 2013 Sig. Elena Trombetta Reggio Calabria”

Pubblicato in Reggio Calabria

Perviene e pubblichiamo il Comunicato stampa di Angela Napoli. Ecco il testo integrale:

“Mercoledì 28 agosto 2013, alle ore 10:00, l'on. Angela Napoli, Presidente dell'Associazione "Risveglio Ideale", accompagnata dai componenti locali dell'Associazione, si recherà in Piazza della Repubblica a Lamezia Terme per portare la solidarietà ai rappresentanti della Cooperativa "Malgrado Tutto" i quali hanno posto in essere una giusta protesta per la mancata elargizione di quanto loro spettante.

On. ANGELA NAPOLI Taurianova, 27 agosto 2013 “

Pubblicato in Lamezia Terme

Ho sempre sostenuto che, in particolare nella nostra Calabria, la c.d. "zona grigia" rappresenta l'humus vitale per le cosche della 'ndrangheta e ormai non c'è inchiesta giudiziaria dalla quale non emerga, purtroppo, questa verità.

L'odierna operazione "Perseo" condotta dalla DDA di Catanzaro, incide pesantemente sulle collusioni lametine tra la cosca Giampa', pezzi della politica e di professionisti. Da anni nella città di Lamezia, che tra l'altro ha subito lo scioglimento del Civico Consesso per infiltrazione mafiosa per ben due volte, e' noto il supporto della 'ndrangheta alla politica, ma dall'inchiesta "Perseo" emerge come ormai sono i candidati che chiedono l'aiuto elettorale della 'ndrangheta, la quale è ben contenta di offrirlo, sapendo di poter poi contare nei posti chiave per le sue attività illecite.

Il coinvolgimento dei politici nell'odierna operazione suggella, ancora una volta, la mia tesi denunciata prima dello svolgimento delle ultime elezioni regionali calabresi e per la quale sono stata umiliata, querelata, isolata e minacciata. Credo che ormai sia palese come le varie 'ndrine calabresi abbiano scelto e supportato il proprio candidato nelle ultime elezioni regionali e mi sembra davvero assurdo che proprio in questo periodo, anziché puntare su un'iniziativa legislativa che possa normare lo scioglimento dei consigli regionali per infiltrazione mafiosa, si osi far nascere movimenti di appoggio per far affossare la norma vigente sullo scioglimento degli Enti locali inquinate dalla presenza mafiosa. Così come penso si possa altresì comprendere il perché dell'ostinazione che ha portato un ramo del Parlamento Italiano ad approvare la modifica dell'attuale 416-ter sul voto di scambio, in modo tale da rendere difficile per gli inquirenti la responsabilità dei vari candidati che si servono del supporto elettorale mafioso!

Pensare che poi proprio questi politici hanno il barbaro coraggio di salire sui palchi del territorio calabrese per commemorare i caduti delle stragi del '92!

Roma, 26 luglio 2013                                                on. Angela NAPOLI

                                                                       Presidente Associazione "Risveglio Ideale"

Pubblicato in Reggio Calabria

Ritorna Angela Napoli, dopo qualche mese di silenzio e la scomparsa del suo FLI( ma anche dei suoi rivali).

Ritorna con una sua vecchia proposta che ahimè riteniamo non avrà mai attenzione: al contrario dovremmo ricrederci in tanti sui politici che ci governano.

Ecco le sue dichiarazioni relativa ai Gratta e vinci( ed altro) della regione Calabria:

“La Calabria è la regione d'Italia che registra il più alto tasso di disoccupazione e si ritrova ad essere amministrata da un Consiglio regionale che non solo si ostina a mantenere "contro legge" un numero elevato di consiglieri ma anche ad usufruire di "ignobili" indennità di trasferta, considerata l'ubicazione di Consiglio e di Giunta in due diverse città.

Ed i componenti di questo Consiglio regionale, dopo essere rimasti impassibili di fronte all'arresto e alla condanna di ben tre consiglieri, accusati di gravi reati, oggi vedono tra di loro ben dieci indagati con l'accusa di peculato sui rimborsi dei gruppi consiliari.

E' davvero umiliante, peraltro in un momento di grave crisi quale quello attraversato dal nostro Paese, apprendere che per il Consiglio regionale calabrese oltre 500 mila euro di rimborsi risultano privi di giustificativo e che tra le spese sostenute e giustificate per un altro milione di euro si riscontrano biglietti "gratta e vinci", tasse sui rifiuti, scontrini per singoli caffè e molto altro ancora.

Tali episodi di malcostume che si uniscono a quelli che hanno coinvolto, in particolare nell'ultimo anno, alcuni esponenti del mondo politico nazionale e regionale, continuano a turbare l'opinione pubblica, contribuendo a farle perdere la fiducia nelle Istituzioni ed incoraggiandola ad entrare nel mondo dell'antipolitica.

Il giudizio che consegue all'insorgere di ogni nuovo e comprovato episodio scandalistico finisce con l'estendersi, spesso ingiustamente, a tutta la classe politica dirigente, sminuendo la stima dei cittadini in chi li rappresenta e amministra, e ponendo in dubbio la validità stessa del sistema giuridico - costituzionale che regola la vita del nostro Paese.

Occorre, pertanto, con urgenza, che in una nuova legge sull'anticorruzione venga prevista "l'avocazione allo Stato dei profitti politici illegittimi", già da me proposta a suo tempo in Parlamento.

La responsabilità che, più che mai in questo momento coinvolge il mondo politico a qualsiasi livello, dovrebbe portare i pubblici amministratori e coloro che ricoprono cariche politiche, a non aver nulla da paventare da indagini sulle origini, sulla provenienza e sulla formazione del patrimonio proprio o familiare.

Qualsiasi politico dovrebbe "offrire al pubblico giudizio il più ampio vaglio sul proprio operato".

D'altra parte, così come giustamente viene attivata la prevenzione nei confronti dei "patrimoni illeciti" dei mafiosi, considero necessaria analoga attività nei confronti di tutti quei politici che hanno impinguato illecitamente i loro patrimoni con i soldi pubblici”.

Come non essere d’accordo. Certi politici vanno trattati come i mafiosi , sottraendo loro, cioè, tutto quanto hanno rubato agli Italiani.

Pubblicato in Reggio Calabria

Diceva Italo Bocchino : "Angela Napoli esclusa dalle liste? Le regole le ha fissate Mario Monti e dovrebbe prendersela con Monti che ha detto che dopo tre legislature si va a casa. Lei ne ha cinque o sei". ?

Sempre per il vicepresidente di Futuro e Libertà : "In tutto il Sud alle amministrative Fli prendeva tra il 3 ed il 6 per cento; in Calabria tra lo 0,2 e lo 0,6 per cento. E chi guida un partito si deve porre anche questo problema".

Poi il leader di Fli, Gianfranco Fini dice a Quotidiano.Net :"Angela Napoli non è stata candidata, ma non perché si sia messo in discussione il suo impegno contro la mafia, ma perché aveva 5 o 6 legislature alle spalle".

E poi continuava sostenendo che "l'onorevole Bocchino non ha alcun tipo di responsabilità sulla decisione che è stata presa. A mio modo di vedere ci può essere un risentimento di tipo personale, accuse lanciate in modo generico".

E continuava dicendo che : "Stimo Angela Napoli, è una donna coraggiosa, ma qualche volta lancia il sasso e nasconde la mano, dice delle cose e poi non è in grado di spiegarle". Lo ha detto Gianfranco Fini, ospite in una videochat al fattoquotidiano.it.

"Napoli ha detto una cosa grave ma deve dire a cosa si riferisce: non può solo seminare il sospetto, dire che ci sono ambienti collusi...se è vero è grave. E' sufficiente che lei vada a vedere quando si è allontanata da Fli non si parlava delle elezioni. E' una donna coraggiosa ma che raramente riesce ad avere qualche sostenitore perché è quotidianamente e ossessivamente contro tutto e contro tutti. Ho per lei rispetto e stima ma il consenso si raggiunge con le battaglie contro i collusi ma anche cercando di tenere insieme una squadra".

Ed a Lamezia Gianfranco Fini, a metà tra l'indispettito e l'imbarazzato, quando in conferenza stampa gli viene chiesto conto sul deterioramento del rapporto con la parlamentare di Taurianova che per lungo tempo è stata una delle sue più strette collaboratrici, dice : «Angela Napoli? Ho stima di lei ma purtroppo paga l'estrema sospettosità verso tutti. La questione della sua mancata candidatura non si pone proprio perché lei è andata via dal partito ben prima della definizione delle liste».

Ed infine conclude circa il presunto silenzio seguito alle dimissioni della Napoli da coordinatrice regionale del partito: «Non ho detto niente in pubblico ma le ho spedito un bigliettino con su scritto ciò che pensavo. Ma mi sembra un fatto privato di cui semmai la Napoli dovrà dare conto se lo riterrà opportuno».

Ora aspettiamo che il FLI in Calabria senza la Napoli giunga al 3- 6 %

Pubblicato in Lamezia Terme

Dopo la “cacciata” di Angela Napoli che ad Amantea è stata sempre presente e sempre attiva protagonista della vita politica cittadina, il Circolo del FLI sceglie i propri candidati per le prossime elezioni politiche.

E lo fa con la seguente dichiarazione affidata alla presente nota stampa

“Il circolo Fli di Amantea a nome del presidente Nuccio Morelli e dei componenti del direttivo comunicano che nel rispetto delle linee programmatiche del partito darà il completo appoggio all'ingegnere Francesco Grandinetti candidato alla Camera dei Deputati nella lista futuro e libertà ed al prof. Francesco Menechini candidato al senato della repubblica nella lista Monti. Anche il circolo di Amantea vuole partecipare attivamente a sostenere Grandinetti e Menichini certi che con loro si potrà finalmente aiutare la Calabria ad uscire dalle innumerevoli problematiche che da sempre la affliggono".

Il comunicato, poi, recita che “Nei prossimi giorni è già attesa una visita di Grandinetti, da sempre vicino ad Amantea ed in particolar modo al nostro circolo, proprio allo scopo di organizzare la campagna politica ad Amantea e nel comprensorio.”

Nulla dice il comunicato della eventuale attesa di una visita da parte di Francesco Menichini.

Pubblicato in Lamezia Terme

La Calabria ha avuto buoni e pessimi politici.

Tra i buoni sicuramente era ascrivibile Angela Napoli.

Tra i diversi ricordi personali mi viene spesso in mente il fatto che sia stata l’unica parlamentare che è venuta a parlare con il personale del papa Giovanni XXIII dando il più possibile conforto a lavoratori che stavano per essere espulsi dal processo produttivo senza alcuna loro diretta responsabilità. Nessun altro. Palese segno che LEI era pulita, non compromessa.

E questa parlamentare onesta e coraggiosa, vanto per la Calabria e vanto per il FLI ora è fuori, non viene, cioè, più ripresentata.

E proprio colui che LEI indica quale primo responsabile della querelle che la ha visto uscire dal FLI, l’onorevole Bocchino, il compagno ed amico di Scopelliti, oggi dichiara: «Angela Napoli esclusa dalle liste? Le regole le ha fissate Mario Monti e dovrebbe prendersela con Monti che ha detto che dopo tre legislature si va a casa. Lei ne ha cinque o sei».

Falso! La Napoli è parlamentare dal 1996. Esattamente come LUI.

Strane queste regole di Monti che valgono in Calabria e non in Campania!!

E poi che dire di Gianfranco Fini che è deputato dal 1983!

E se è così, allora sarà sicuramente falsa anche l’assicurazione che : «Non credo che non sarà più protetta perché non sarà più parlamentare»

Tanto più se il FLI sarà al governo del paese!

L’unica cosa che ci sembra vera, invece, è l’altra affermazione di Bocchino” In tutto il Sud alle amministrative Fli prendeva tra il 3 ed il 6 per cento; in Calabria tra lo 0,2 e lo 0,6 per cento. E chi guida un partito si deve porre anche questo problema».

Insomma la Napoli è fuori perché in Calabria prendeva pochi voti, anche se certamente buoni. E se il FLI senza la Napoli prenderà più voti cosa dovremmo dedurne?

Ma ne riparleremo dopo le elezioni!

Pubblicato in Calabria

Tutta l'inchiesta sul clan Mancuso è inscritta nel cerchio della “zona grigia”, abitato da insospettabili colletti bianchi. Al centro di un reticolo di interessi che mescola rituali mafiosi e massonici c'è “Zio Luni”, al secolo Pantaleone Mancuso, potente boss 66enne del clan di Limbadi. La rete su cui può contare il capoclan sarebbe vastissima. Nel corso delle intercettazioni effettuate dal Ros di Catanzaro sono emerse alcune conversazioni che coinvolgevano anche magistrati in servizio nel distretto calabrese: da qui l'invio degli atti a Salerno. Ad agosto gli inquirenti campani hanno chiesto l'interdizione per il giudice Giancarlo Bianchi e i pm Paolo Petrolo e Giampaolo Boninsegna con le ipotesi di rivelazione di segreti d'ufficio e abuso d'ufficio. Accuse che il gup di Salerno ha ritenuto insussistenti, rigettando la richiesta della Procura. Il provvedimento vergato dai pm salernitani ha però portato a una parziale discovery dell'indagine in corso a Catanzaro nei confronti della 'ndrina di Limbadi. Si è così scoperto che il fascicolo aperto nel capoluogo calabrese ha già tra gli indagati alcuni nomi eccellenti che avrebbero fatto parte di quello che viene definito l'“ingranaggio”. Negli atti di “Purgatorio” è finito anche il nome dell'ex vicesindaco di Vibo Valentia, l'esponente dell'Udc Antonino Daffinà che, secondo il Ros, sarebbe il commercialista dell'azienda agricola di Pantaleone Mancuso. E poi ci sono gli uomini delle forze dell'ordine: due dirigenti di polizia, un finanziere, un funzionario della Prefettura.

Il clan dei Mancuso, d'altra parte, brigava anche per liberarsi di chi si opponeva alla sua ascesa senza freni. È il caso di Angela Napoli, ex parlamentare del Pdl e di Fli, da sempre impegnata sul fronte dell'antimafia. È sempre Mancuso a dire ciò che pensa del deputato in una conversazione con Francesco Barbieri, imprenditore calabrese trapiantato a Milano. Il “casus belli” è un'interrogazione parlamentare presentata sul provvedimento del Tribunale di Vibo Valentia che dispose il trasferimento in ospedale di Pantaleone Mancuso detenuto all'epoca nel carcere di Tolmezzo. Sei giorni dopo l'intervento della deputata l'autorità giudiziaria revocò l'ordinanza di ricovero provvisorio. Mancuso lo ricorda bene: «La puttana della Napoli voleva mandargli l'ispezione... perché a me mi aveva mandato all'ospedale senza... a ruota libera! Potevo fare quello che volevo. Dopo la Napoli l'ha saputo, ha fatto un'interpellanza parlamentare e gli stavano mandando l'ispezione». E l'amico lo rassicura: «Si... si sta lavorando anche per togliere di mezzo questa scema qua...».

I servizi integrali, a firma di Gaetano Mazzuca, sono sul numero 82 del Corriere della Calabria, in edicola fino a giovedì 17 gennaio

Pubblicato in Vibo Valentia

Cosenza. Il nuovo terremoto che scuote dalle fondamenta Futuro e libertà questa volta ha come epicentro la provincia di Cosenza. E rischia di provocare seri danni a un partito che già nelle scorse settimane ha dovuto fare i conti con l'abbandono della parlamentare Angela Napoli. A lasciare il partito di Gianfranco Fini è il coordinatore provinciale cosentino Fabrizio Falvo. «I vertici romani – spiega l'avvocato da sempre schierato politicamente a destra – non rispettano il nostro territorio. Aveva ragione la Napoli. Mi dispiace per quanti, come me, avevano creduto in Fli sin dalla sua nascita, ma devo prendere atto di non potere restare in un partito che non ha regole e che non considera i dirigenti sul territorio calabrese». La scelta di Falvo è stata subito condivisa dai massimi rappresentanti del partito di Cosenza e Rende ma ad horas potrebbero arrivare altre defezioni dalla provincia. Sul piede di guerra ci sarebbero i circoli di San Giovanni in Fiore, Scigliano, Bisignano, Acri e Torano Castello. Se le indiscrezioni dovessero trovare conferma, per Fini, Bocchino e soci sarebbe davvero una brutta notizia, soprattutto perché arriva a pochi giorni dalla presentazione delle liste per le elezioni. Che in Calabria dovrebbero vedere come capolista alla Camera l'attuale presidente dell'assemblea di Montecitorio. Alle sue spalle, al numero due della lista Fli, è pressoché certa la presenza del dirigente lametino Francesco Grandinetti. Poi, forse, a seguire gli altri coordinatori provinciali tra cui quello di Crotone Salvatore Cosimo. Sbaglia, comunque, chi pensa che l'addio di Falvo possa essere legato a una mancata candidatura: «Le mie aspirazioni non contano nulla in questa fase. Nell'ultima riunione con gli altri rappresentanti calabresi del partito ho solo provato a far valere le ragioni della mia provincia, che è la più grande della Calabria». Su una cosa, tuttavia, non ci sono dubbi per Falvo: «Fli è finito in questa regione nel momento in cui ha lasciato andare via Angela Napoli».

Nemmeno il tempo di metabolizzare la decisione, che scoppia la polemica. A innescarla è una dura nota firmata dai coordinatori di Fli delle province di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria. Il gotha del partito finiano va giù duro: «La decisione presa dall’amico Fabrizio che va rispettata ci lascia attoniti e impietriti, infatti lo scorso 7 gennaio ha partecipato alla riunione per la definizione dei nominativi proposti al partito per la Camera e il Senato. Appare davvero strano il comportamento non politico ma umano frutto forse della paura di dover rendere conto con i fatti del radicamento del partito da lui gestito sul territorio cosentino. Da diverso tempo serpeggiava nella base del Fli di quella provincia un malcontento dovuto proprio all’inerzia e alla pigrizia politica dell’ex coordinatore». Secondo i quattro coordinatori «l’abbandono studiato ad orologeria era orientato a creare scompiglio nel partito e rientra nella logica che altri esponenti (il riferimento abbastanza chiaro è ad Angela Napoli ndr) che credevano di essere indispensabili hanno assunto qualche mese fa. L’ex coordinatore forse auspicava ricoprire qualche casella vuota». In ogni caso, «il partito su Cosenza sarà affidato a persone che hanno la passione politica adeguata per la sfida che ci attende, noi amiamo pensare in positivo e nulla accade per caso, pertanto crediamo che la fuga di chi doveva rappresentare Futuro e Libertà nella provincia bruzia possa solo rappresentare uno stimolo in più per tutte le persone che hanno veramente incarnato il messaggio politico di Gianfranco Fini che è quello di costruire una idea della politica come autentico servizio per la collettività attraverso un’azione politica seria, responsabile e lungimirante, lasciando ai soliti noti il populismo la clientela e l’arroganza politica».Il Corriere della Calabria

Pubblicato in Cosenza
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