Cosenza. Il nuovo terremoto che scuote dalle fondamenta Futuro e libertà questa volta ha come epicentro la provincia di Cosenza. E rischia di provocare seri danni a un partito che già nelle scorse settimane ha dovuto fare i conti con l'abbandono della parlamentare Angela Napoli. A lasciare il partito di Gianfranco Fini è il coordinatore provinciale cosentino Fabrizio Falvo. «I vertici romani – spiega l'avvocato da sempre schierato politicamente a destra – non rispettano il nostro territorio. Aveva ragione la Napoli. Mi dispiace per quanti, come me, avevano creduto in Fli sin dalla sua nascita, ma devo prendere atto di non potere restare in un partito che non ha regole e che non considera i dirigenti sul territorio calabrese». La scelta di Falvo è stata subito condivisa dai massimi rappresentanti del partito di Cosenza e Rende ma ad horas potrebbero arrivare altre defezioni dalla provincia. Sul piede di guerra ci sarebbero i circoli di San Giovanni in Fiore, Scigliano, Bisignano, Acri e Torano Castello. Se le indiscrezioni dovessero trovare conferma, per Fini, Bocchino e soci sarebbe davvero una brutta notizia, soprattutto perché arriva a pochi giorni dalla presentazione delle liste per le elezioni. Che in Calabria dovrebbero vedere come capolista alla Camera l'attuale presidente dell'assemblea di Montecitorio. Alle sue spalle, al numero due della lista Fli, è pressoché certa la presenza del dirigente lametino Francesco Grandinetti. Poi, forse, a seguire gli altri coordinatori provinciali tra cui quello di Crotone Salvatore Cosimo. Sbaglia, comunque, chi pensa che l'addio di Falvo possa essere legato a una mancata candidatura: «Le mie aspirazioni non contano nulla in questa fase. Nell'ultima riunione con gli altri rappresentanti calabresi del partito ho solo provato a far valere le ragioni della mia provincia, che è la più grande della Calabria». Su una cosa, tuttavia, non ci sono dubbi per Falvo: «Fli è finito in questa regione nel momento in cui ha lasciato andare via Angela Napoli».
Nemmeno il tempo di metabolizzare la decisione, che scoppia la polemica. A innescarla è una dura nota firmata dai coordinatori di Fli delle province di Catanzaro, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria. Il gotha del partito finiano va giù duro: «La decisione presa dall’amico Fabrizio che va rispettata ci lascia attoniti e impietriti, infatti lo scorso 7 gennaio ha partecipato alla riunione per la definizione dei nominativi proposti al partito per la Camera e il Senato. Appare davvero strano il comportamento non politico ma umano frutto forse della paura di dover rendere conto con i fatti del radicamento del partito da lui gestito sul territorio cosentino. Da diverso tempo serpeggiava nella base del Fli di quella provincia un malcontento dovuto proprio all’inerzia e alla pigrizia politica dell’ex coordinatore». Secondo i quattro coordinatori «l’abbandono studiato ad orologeria era orientato a creare scompiglio nel partito e rientra nella logica che altri esponenti (il riferimento abbastanza chiaro è ad Angela Napoli ndr) che credevano di essere indispensabili hanno assunto qualche mese fa. L’ex coordinatore forse auspicava ricoprire qualche casella vuota». In ogni caso, «il partito su Cosenza sarà affidato a persone che hanno la passione politica adeguata per la sfida che ci attende, noi amiamo pensare in positivo e nulla accade per caso, pertanto crediamo che la fuga di chi doveva rappresentare Futuro e Libertà nella provincia bruzia possa solo rappresentare uno stimolo in più per tutte le persone che hanno veramente incarnato il messaggio politico di Gianfranco Fini che è quello di costruire una idea della politica come autentico servizio per la collettività attraverso un’azione politica seria, responsabile e lungimirante, lasciando ai soliti noti il populismo la clientela e l’arroganza politica».Il Corriere della Calabria