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Nel mentre continuano ad arrivarci messaggi di solidarietà ( qualcuno non è stato nemmeno reso pubblico ed è stato mantenuto riservato tra gli autori-deputati compresi- ed il giornalista) pro Orofino, tra cui quello in fondo al presente articolo da parte de La Nuova primavera di Amantea, non ci resta che prendere atto che Paolo è diventato, suo malgrado, il giornalista calabrese più famoso al punto che anche l’espresso, dopo il fatto Quotidiano e tanti altri giornali, ha parlato del suo caso, cioè di un lavoratore della stampa che viene insultato e schiaffeggiato mentre svolge il suo lavoro e soprattutto perché svolge il suo lavoro.

Ecco l’articolo di Giovanni Tizian de L’Espresso

Calabria, minaccia alla libertà di stampa aggredito cronista al lavoro sulla sanità

Paolo Orofino, corrispondente del Quotidiano della Calabria e collaboratore dell'Espresso, è stato insultato e schiaffeggiato mentre provava a fotografare l'avvocato della sanità cosentina coinvolto nel caso Gentile. "La situazione mi spaventa. Ma continuerò a fare quello che ho sempre fatto"

Prima l'hanno insultato pubblicamente gridandogli «Pisciaturu», vale a dire “non vali niente”. Poi l'hanno schiaffeggiato. La vittima è Paolo Orofino, corrispondente del Quotidiano della Calabria dalla provincia di Cosenza e collaboratore de “l'Espresso”.

Orofino si è occupato dei casi giudiziari più clamorosi: dalle navi dei veleni a Why Not di Luigi De Magistris, all'affare dell'eolico, fino al recente scandalo delle consulenze d'oro dell'Azienda sanitaria Cosentina affidate agli amici degli amici della famiglia Gentile , la dinastia politica prima socialista, poi berlusconiana e oggi alfaniana. Sono sue le firme degli ultimi due scoop calabresi proprio sull'Asp di Cosenza. Paolo Orofino, insomma, è uno di quei cronisti che non è retorico definire con la schiena dritta.

L'aggressione è avvenuta a Paola, dove Orofino si trovava per lavoro. Tentava di scattare una foto all'avvocato Nicola Gaetano intervistato dalla troupe di Servizio Pubblico. In quel frangente Pietro Calvano l'ha preso a schiaffi. Calvano, secondo gli inquirenti, frequenta gli ambienti malavitosi di Paola e San Lucido. L'avvocato Gaetano invece è il super consulente della sanità cosentina, il professionista che ha girato alcuni incarichi al figlio del senatore, l'uomo vicino al potere locale, che da Paola a Cosenza porta un cognome ben preciso: Gentile. «Potrebbe anche non essere stata l'azione impulsiva di un singolo», osserva Orofino. «Forse più soggetti hanno partecipato a questa aggressione. Qui a Paola ho sempre lavorato e quindi mi conoscono in tanti. Devo dire che ho ricevuto la solidarietà dell'avvocato Gaetano. Credo non si fosse reso conto di quanto stava succedendo. Resta comunque un fatto: l'aggressione, sia verbale che fisica, è avvenuta durante e dopo il mio tentativo di fotografarlo», racconta il giornalista a “l'Espresso”.

In un mese è il secondo violento attacco alla libertà di stampa in Calabria. Il mese scorso ci fu il caso delle rotative bloccate per non pubblicare l'edizione de “L'Ora della Calabria” con la notizia dell'indagine sul figlio del senatore Antonio Gentile, il delfino del ministro Alfano. La denuncia del direttore Luciano Regolo creò una tale attenzione mediatica che portò Gentile alle dimissioni da sottosegretario.

Intanto sulle minacce a Orofino indaga la procura di Paola. Ed è stata informata l'Antimafia di Catanzaro. «È un episodio inquietante perché che fa seguito alle pressioni dello stampatore Umberto De Rose per impedire all’Ora della Calabria la pubblicazione della notizia sull’indagine a carico del figlio del senatore Gentile. Sono due episodi che esprimono entrambi un momento di aggressione alla libertà di stampa e alla tranquilità fisica dei giornalisti. È inspiegabile in altro modo. Chiaramente noi approfondiremo e valuteremo con la dovuta attenzione tutto quello che sta succedendo. Sono episodi che menomano il libero funzionamento della libertà di espressione», spiega il procuratore capo di Paola Bruno Giordano.

Ci sono molti punti oscuri nella vicenda. Lo schiaffeggiatore ha agito per conto suo, oppure ha eseguito un ordine? E cosa vuol dire quella frase, «sono ammanigliato in procura», urlata dal tabaccaio che impediva a Orofino di fotografare Gaetano? Ma c'è un altro aspetto al vaglio della procura stessa. Il tabaccaio, che proteggeva Gaetano dallo scatto del cronista, è stato coinvolto in un'inchiesta dell'antimafia di Catanzaro. L'operazione si chiamava Tela del ragno, ma la sua posizione venne archiviata.

Informare in Calabria si conferma un mestiere molto rischioso. «È ancora più pericoloso scrivere di collusioni tra mafia e politica. Quando si mischiano e la linea di confine non è facile da individuare, il tutto si complica».

Orofino non si è fermato neppure un giorno dopo l'attacco. «Sono stato intimidito e la situazione mi spaventa. Ma continuerò a fare quello che ho sempre fatto». In questi giorni ha ricevuto attestati di solidarietà da tutti i partiti politici, dalle associazioni, dall'Ordine dei giornalisti e dagli Enti locali. «Mi hanno chiamato tutti i sindaci della costa del tirreno cosentino, e pure quelli di Lamezia e di Cosenza. Mi fa riflettere, anche se può essere una casualità, non avere ricevuto neanche una telefonata da parte del primo cittadino di Paola. Un po' me l'aspettavo».

Ecco la solidarietà de La Nuova primavera.

A nome di tutto il movimento civico della “Nuova Primavera”, e in primis del candidato Sindaco Sergio Ruggiero, esprimo sincera ed affettuosa solidarietà al giornalista Paolo Orofino e alla sua famiglia, per il grave gesto subito nei giorni scorsi.

Siamo sicuri che l’onesta intellettuale e professionale di Paolo gli permetterà di superare e dimenticare velocemente questo inqualificabile atto di cui è stato vittima.      Tornando con il coraggio di sempre alla sua attività di giornalista, sempre schietto, e mai influenzato in alcun modo da nessuno;

Purtroppo, tale censurabile episodio si aggiunge a quello recentemente perpetrato ai danni di una testata giornalistica regionale – “L’Ora della Calabria” – che addirittura si è trovata nell’impossibilità di distribuire e vendere il proprio giornale in tutta la Calabria.

Gli attacchi alla libera informazione sono il segnale dello scadimento della nostra società, che se non prontamente arrestato finirà per relegare ulteriormente la nostra regione ai margini, non solo dell’Italia, ma dell’intera comunità europea ed internazionale.

Serve uno scatto d’orgoglio di tutti gli attori sani della Calabria, ad iniziare dalla politica e dai suoi più autorevoli interpreti, che vada nella direzione della difesa del vivere civile, democratico e dell’impegno sociale per il bene comune e non finalizzato all’arricchimento personale e dei propri amici.

Infine, a Paolo Orofino, al “Quotidiano della Calabria” e a “L’Ora della Calabria”, l’invito ad andare avanti nell’opera finora svolta, tra mille difficoltà in questa terra sempre più difficile e soggiogata da notabili sempre più pervasi dalla mentalità mafiosa di chi intimidisce per intimare il silenzio.

Pubblicato in Paola

orofinoSullo sfondo della vicenda c’è l'inchiesta sulle consulenze dell’Azienda sanitaria di Cosenza nella quale sono indagati il figlio del senatore del Nuovo Centro Destra e l’avvocato Nicola Gaetano. Proprio mentre cercava di fotografare quest’ultimo durante un’intervista che stava rilasciando a Servizio Pubblico

 

Paola- Amantea. Anche la solidarietà del segretario del circolo del PD di Amantea e Camppora SG Salvatore Pirillo il quale scrive: “A nome del Circolo del Partito Democratico di Amantea desidero esprimere solidarietà e vicinanza a Paolo Orofino, giornalista del "Quotidiano della Calabria”, per l’aggressione subita nella serata di venerdì 14 marzo presso la piazza centrale di Paola mentre svolgeva la propria attività di giornalista. Simili atti offendono l’intelligenza di tutti i cittadini calabresi, che meritano informazioni libere e fuori da ogni compromesso. Mi auguro che simili atteggiamenti non si ripetano in futuro. A Paolo Orofino e a tutta la redazione del quotidiano della Calabria rivolgo i migliori auguri di buon lavoro.

Ed a seguire anche quella del sindaco di Amantea Michele Vadacchino il quale scrive: “Il sindaco Michele Vadacchino e l’amministrazione comunale esprimono solidarietà e affettuosa vicinanza al giornalista de “Il Quotidiano” Paolo Orofino, vittima ieri di un grave atto intimidatorio mentre svolgeva il suo lavoro. Un ulteriore duro affronto ad un cronista libero e coraggioso e un attacco plateale ad un modo di fare giornalismo, che in Calabria diventa sempre più difficile da attuare. Quello subito dall’amico Orofino non è un piccolo episodio, come qualcuno potrebbe tentare di far passare. Lo schiaffo dato nella pubblica piazza di Paola, davanti a tanta gente – come ha giustamente annotato Guido Ruotolo - e' uno schiaffo che colpisce tutti noi”

Intanto il TG regionale partecipa la notizia che gli investigatori avrebbero accertato e denunciato non solo l’esecutore dello schiaffo, ma anche il mandante.

Gli investigatori, infatti, hanno attenzionato non solo il trentunenne P.C., già iscritto nel registro degli indagati per il reato di percosse, ma anche un soggetto, presente al momento dell'accaduto, che potrebbe aver impartito all'autore del deplorevole gesto l’ordine di colpire il nostro giornalista.

Si lavora anche sulle possibili ragioni che avrebbero potuto aver determinato questo insulso gesto.

Si è accertato che mentre l'avvocato Gaetano rilasciava le sue dichiarazioni al microfono di Ruotolo, un commerciante della zona, che lo conosce, glielo voleva impedire. Nel veloce scambio di battute l'esercente contestava i servizi di un'inchiesta datata relativa a un giro di ricette mediche false, ma successivamente lasciava libero il nostro collega di fotografare, ignaro che altro soggetto, il succitato P.C., gli si stava avventando alle spalle per tirargli lo schiaffo.

Secondo le varie testimonianze, tra cui quelle della troupe televisiva di Ruotolo, ci sarebbe stato qualcuno che non avrebbe gradito il lavoro nella cronaca giudiziaria di Orofino, forse perché non digerisce qualche verità.

E si lavora anche sulla ipotesi della premeditazione del gesto.

Ancora gli inquirenti non sarebbero riusciti a visionare le riprese della videosorveglianza della piazza centrale, dove è accaduto il fatto, sperando, sempre, che fosse in funzione.

 

piazza san francesco

Pubblicato in Paola

Paolo Orofino è un uomo normale. Se di straordinario qualcosa ha è certamente la semplicità con la quale quotidianamente affronta il proprio lavoro di giornalista, un mestiere difficile in Calabria dove i grandi poteri sono sempre più “coperti” e quindi più forti. Tutti, nessuno escluso!

Stamattina era a Piazza Commercio di Amantea e mentre prendeva il caffè che gli avevo offerto riceveva tantissime telefonate di solidarietà ( tra cui quella di Ruotolo), e tantissime strette di mano di solidarietà da parte degli amanteani che lo conoscono.

E grazie a tanta solidarietà non si sentiva più solo come si è sentito ieri sera quanto un energumeno in piena piazza San Francesco di Paola.

“Qui ad Amantea, queste cose non mi sono mai successe”. Lo dice con fermezza, quasi a far rilevare una condizione di diversità.

Paolo, ieri non ha avuto paura, come non la ha quando scende in campo a dirigere le partite di calcio, anche quelle difficili; lui è sempre equilibrato anche in questa sua antica passione.

Ma è rimasto sorpreso, fortemente sorpreso, anzi quasi incredulo.

Ho già scritto di questa vicenda e gli ho riferito delle tante solidarietà che gli erano state già espresse via web.

Ed oggi se ne aggiungono altre.

Ve le vogliamo riportare per offrirvi un esempio di come un uomo normale che è anche giornalista diventa speciale non quando coraggiosamente riporta la verità, come dovrebbe essere in una regione difficile come la Calabria, ma solo quando subisce una violenza da parte di un energumeno, come a dire che il “male” in Calabria viene solo lì, da quella parte.

Chissà se Orofino crederà a tutte queste solidarietà?

1)Scopelliti, solidarietà a giornalista Orofino

(ASCA) - Catanzaro, 15 mar 2014 - Il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, ha espresso ''solidarieta' al giornalista del Quotidiano della Calabria, Paolo Orofino, oggetto di una vile aggressione. ''Un gesto inqualificabile che colpisce un giornalista che stava semplicemente facendo il proprio lavoro. Un'azione che indigna e preoccupa tutti noi. Ad Orofino, che ho avuto modo di apprezzare per la professionalita' dimostrata nell'affrontare argomenti delicati, va la mia piena e convinta solidarietà ''.

2)Antonio Gentile: “Solidarietà al giornalista del Quotidiano Orofino”

Esprimo, a nome mio personale e di tutto il Ncd calabrese, solidarietà al giornalista Paolo Orofino e al direttore Matteo Cosenza per il vile atto subito oggi a Paola.

La libertà di stampa è un principio cardine rispetto al quale ognuno deve adeguarsi con senso di civiltà: le distorsioni e le diffamazioni vanno perseguite nei Tribunali.

Mi auguro che questo energumeno autore di un atto di violenza esecrabile venga identificato dalla Magistratura competente: il nostro agire e’ improntato alla non violenza e chiunque agisce diversamente e antitetico alla nostra visione del mondo

3)Magorno: solidarietà al giornalista Orofino

“A nome dei democratici calabresi esprimo la mia solidarietà al giornalista de “Il Quotidiano della Calabria” Paolo Orofino per l’aggressione subita quest’oggi a Paola, e la mia vicinanza direttore della testata Matteo Cosenza”, dichiara il segretario del Pd Calabria, Ernesto Magorno, che aggiunge: “Ciò che è avvenuto è particolarmente grave e rappresenta un ulteriore atto, questa volta violento, che colpisce il diritto della stampa di informare correttamente i cittadini . Auspico - conclude Magorno - che venga fatta piena chiarezza sull’accaduto e che cessi ogni atto contrario e violento contro i giornalisti che cercano di raccontare i fatti e fare il loro mestiere liberamente”

4)Gianni Speranza “Sono molto colpito, dispiaciuto e indignato per l’aggressione violenta subita dal giornalista Paolo Orofino”

Cosi il sindaco di Lamezia Gianni Speranza all’indomani dell’aggressione subìta dal giornalista calabrese Paolo Orofino che, nello svolgimento del proprio lavoro a Paola (Cs), è stato preso a schiaffi da qualcuno che voleva impedirgli di scattare delle foto all’avvocato Nicola Gaetano, coinvolto nell’inchiesta delle consulenze d’oro all’Asp di Cosenza.“In Calabria – ha detto Speranza – è difficile fare il sindaco e anche, purtroppo, fare il giornalista (o il prete) è diventata un’attività rischiosa. A Paolo Orofino, al Quotidiano della Calabria e a tutti i giornalisti liberi esprimo la mia più profonda solidarietà”.

5)Mario Oliverio: "L’aggressione al giornalista Paolo Orofino è un atto deprecabile, un gesto inaccettabile, che deve essere condannato fermamente, senza alcuna esitazione".

E' quanto sostiene il presidente della provincia di Cosenza, Mario Oliverio. La libera informazione - continua la nota - quando è veramente libera e lontana dalle tentazioni e dalle ingerenze del potere, è garanzia di libertà e di democrazia per tutti e, quindi, va difesa con ogni mezzo contro qualsiasi tentativo di imbavagliarla.

A Paolo Orofino esprimiamo, pertanto, la nostra piena vicinanza e la nostra sincera solidarietà, nella chiara convinzione che laddove esiste una stampa libera e indipendente, là esiste anche una comunità forte, capace di reagire ad ogni tipo di violenza e di sopruso".

6)Molinari e Barbanti (M5S):Massima solidarietà a Paolo Orofino.

"Il Governo accenda i riflettori sulla Calabria: la libertà di informazione ancora calpestata. È arrivato il momento - si legge in una nota - che si puntino i riflettori sulla Calabria. Il clima di costante intimidazione e mortificazione alla quale sono sottoposte le legittime aspirazioni alla società civile di questa terra si arricchisce di un episodio inquietante : l'aggressione subita dal giornalista Orofino, minacciato e aggredito mentre lavorava sulle consulenze d'oro all'ASP di Cosenza.

Si tratta di una faccenda, quella dell'ASP, già al centro di un'inchiesta della Procura e diventata un caso nazionale, dopo l'attentato alla libertà d'informazione che ha visto coinvolta l'Ora della Calabria. Come si ricorderà lo stampatore del quotidiano, nonché presidente di Fincalabra, De Rose, ha bloccato la pubblicazione del giornale per evitare l'uscita di notizie "scomode" sull'indagine che riguardava il figlio del senatore Tonino Gentile : un fatto che, prontamente denunciato dal direttore Luciano Regolo, ha avuto importanti conseguenze politiche - le dimissioni del senatore cosentino da sottosegretario - oltre l'apertura di un'ulteriore indagine da parte della Procura di Cosenza.

Il caso di Orofino - al quale va tutta la nostra solidarietà - è la dimostrazione evidente dell'esistenza di un clima omertoso che troppo spesso la fa' da padrone nel nostro Sud e nella nostra Calabria, il sud del sud. Siamo di fronte alla richiesta di un silenzio, da ottenere con il beneplacito o con la coercizione, che nell'assenza della libera informazione rende possibile a capi e capetti di muoversi con sicurezza, certi di farla franca a tutti i livelli. E questo episodio dimostra anche che quando i giornalisti fanno il proprio mestiere le cose si smuovono e i muri delle consorterie iniziano a sgretolarsi".

7)Sindacato Giornalisti della Calabria “Solidarietà e vicinanza al collega Paolo Orofino, vittima di una vile quanto assurda aggressione”

La solidarietà viene espressa dal segretario del Sindacato Giornalisti della Calabria e vicesegretario nazionale della Fnsi, Carlo Parisi, che sottolinea “il rammarico e l’indignazione di dover assistere a sempre nuovi episodi di violenza inaudita e inaccettabile ai danni di chi, non mi stancherò mai di dirlo, ha come unica ‘colpa’ quella di fare – e bene evidentemente – il proprio mestiere”.

Caspita quanti sono rimasti zitti! Si, si parliamo di quelli che non perdono occasione per emanare note stampa su qualunque fesseria!

Pubblicato in Calabria

Il Giornalista era intento nel fotografare l'avvocato Gaetano, durante l'intervista del giornalista del programma di Michele Santoro "Servizio Pubblico" Sandro Ruotolo, nella centralissima piazza della città di Paola.

Paolo Orofino è un buon giornalista che ha fatto di una passione anche una professione ma che continua a cercare le verità soprattutto quelle nascoste, per poterle divulgare, convinto da un lato che il “giornalismo esiste solo nella misura in cui significa antipotere”, e dall’altro che “Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda”.

Per questo Orofino si reca sul posto, indaga, fa domande, anche insistenti, ascolta con molta attenzione, sta attento a ciò che vede, fotografa.

Ma non sempre gli è permesso. Come oggi a Paola quando ha tentato di fotografare l’avvocato Gaetano che mentre si trovava nella piazza della città insieme ad altri colleghi, tra i quali il giornalista televisivo Sandro Ruotolo, veniva intervistato.

Ma mentre cercava di fare il suo lavoro di cronista veniva aggredito da un energumeno che lo colpiva con un ceffone

Orofino non ha reagito.

Poi tutti, Ruotolo compreso, si recano dai carabinieri.

Orofino e chi era presente, tra cui i colleghi di Ruotolo e Pablo Petrasso, del Corriere della Calabria sono sentiti dai Carabinieri che identificano e denunciano l’aggressore. Si tratta di un pregiudicato trentenne di Paola.

Ecco cosa è la Calabria. Una regione piena di cose meravigliose e uomini di coraggio tra cui i “piccoli grandi cronisti” come dice Sandro Ruotolo che non deflettono dal proprio dovere di informare, che non accettano di piegarsi al potere, ai poteri, da chiunque espressi o detenuti.

La Calabria è quella regione dove sempre più fortemente nasce e cresce una certa stampa che non ha paura di raccontare, che non si inginocchia di fronte ai potenti, una regione dove davvero il giornalismo diventa una “Potentissima lente d'ingrandimento”, che “ Con l'aiuto di un "noi" e di un poco d'inchiostro trasforma lo squittio di un topolino nel ruggito di un leone editoriale, le cui dichiarazioni si presume la nazione segua con reverenza e fiato sospeso.”

Ed è per questo che Paolo Pollichieni scrive : “A Orofino va tutta la nostra più totale, completa e convinta solidarietà. Sarebbe una terribile infezione per il potere e per i questuanti dell’informazione se la “disobbedienza civile” cominciasse a farsi largo nelle redazioni. Sarebbe mortale per certi meccanismi di assoggettamento dell’informazione se la parte sana del giornalismo calabrese cominciasse a prendere coscienza del fatto che i giornali saranno pure degli editori ma se i giornalisti non piegano la schiena difficilmente gli inciuci tra editoria e potere continueranno ad avere buon gioco”

Ed è per questo che Sandro Ruotolo scrive “Perché non è accettabile che un cronista, un piccolo grande cronista, venga umiliato davanti a tutti. Non gli hanno perdonato qualcosa che ha scritto? Non volevano che il cronista di Paola raccontasse Paola, anche attraverso la foto di Nicola Gaetano. Non è perciò un piccolo episodio. "Cosa vuoi che sia uno schiaffo". No, questo schiaffo e' all'articolo 21 della Costituzione. E' uno schiaffo al diritto dei cittadini di essere informati e al dovere di noi giornalisti di informare. Con la schiena dritta.”

Ed è per questo che il CDR de Il Quotidiano di Cosenza scrive : “IL comitato di redazione del Quotidiano della Calabria, esprime la propria indignazione e la grande preoccupazione per l'aggressione subita oggi dal collega Paolo Orofino. Un energumeno lo ha schiaffeggiato in pubblico mentre era in compagnia del collega Pablo Petrasso e dell'inviato di "Servizio Pubblico", Sandro Ruotolo che era intento a intervistare l'avv. Nicola Gaetano sull'inchiesta delle parcelle d'oro all'Asp di Cosenza. 

Il comitato esprime la propria solidarietà al collega Orofino, cronista da sempre impegnato in prima linea, e sollecita le autorità ad individuare l'aggressore per i provvedimenti del caso. Purtroppo i casi di giornalisti aggrediti continuano a verificarsi e, senza voler fare retorica, il comitato ritiene che oltre alla repressione, sia necessaria anche un'opera di sensibilizzazione della pubblica opinione che miri ad isolare i violenti e alla massima solidarietà ai giornalisti che fanno il loro dovere di raccontare fatti e misfatti.”

Ed è sempre per questo che uniamo a tutte le altre grandi voci anche la nostra piccola e sommessa voce nell’onorare Paolo Orofino per il coraggio profuso giornalmente nel suo lavoro ricordando a tutti che la Calabria ha sempre più bisogno di questi uomini.

Pubblicato in Paola

Il Quotidiano, per la penna di Paolo Orofino, ha pubblicato oggi una sintesi della nota di Filippo Vairo, dal titolo emblematico “Il Porto? Ma quando mai!”. Rinviando alla puntuale lettura del quotidiano locale ed a quanto altro del sagace giornalista, pubblichiamo la nota di Vairo, nella sua interezza, pronti, ovviamente,a pubblicare qualsiasi nota integrativa ( per esempio di organizzazioni od associazioni ambientaliste) o di risposta da parte della locale Pubblica Amministrazione.

 

“Amantea è in continua emergenza. Il Comune insegue i problemi e non li risolve mai. Sovente li crea. Per non farsi mancare niente. Amministrare non significa fare opere che spesso non sono prioritarie, talvolta sono inutili e dannose, e altrettanto spesso servono ad alimentare la catena del clientelismo e del malaffare. Amministrare significa partecipazione e responsabilità, competenze, dedizione e presenza, studio e proposte, stare in sintonia con i sentimenti popolari, orientare l’economia, indicare la via del futuro, fare quel che si deve e di più nell’interesse generale della cittadinanza.

   Detto questo, andiamo al dunque. Occorre dire subito che l’ampliamento del Porto è una scusa. Il vero scopo è l’ennesima speculazione edilizia. La rapina del secolo. Non ci sono altre verità. Né si può credere alla buona fede dell’Amministrazione Comunale. E’ possibile credere che non si rendano conto dei gravi danni che un’opera del genere arrecherebbe alla città? Penso proprio di no. Sono in mala fede e fingono il contrario. L’eterna commedia amanteana. Un’Amministrazione Comunale che non è capace di fare le cose semplici e tenta di prospettare quelle complicate! Che non sa fare le asticelle e vorrebbe risolvere le equazioni! Ma vi pare possibile? In verità, buttano fumo negli occhi dei cittadini per restare al Comune. Ci vogliono restare, senza fare niente. Anzi, senza neppure andarci. Volli, fortissimamente volli...

   Premesso che l’intera operazione, così com’è stata orchestrata non sarà mai realizzata, perché mi sembra davvero improbabile che una qualsiasi banca, specialmente di questi tempi, possa concedere un finanziamento di 70milioni di euro ad un consorzio di imprese avente un irrilevante capitale sociale. Ma, qualora l’opera si dovesse realizzare, lascerebbe sul terreno solo degrado. Come Pompei dopo l’eruzione del Vesuvio? Forse. Certamente come le vicine Falerna Marina e Torremezzo di Falconara Albanese, che sopravvivono per due mesi all’anno e muoiono per i restanti dieci. Qualcosa di mostruoso. Un ecomostro? Sì, un ecomostro.

   Non entro nel merito delle questioni tecniche dell’opera, compreso il Piano economico, solo per evitare inutili polemiche e per non sviare le responsabilità che restano a totale carico dell’Amministrazione Comunale. Se taluni fanno cose senza senso nel campo privato, è affare loro. Altro è se a farle sono le pubbliche amministrazioni. Sono fatti nostri. D’altra parte, quando si doveva scegliere dove fare il Porto, i tecnici dissero che erano state fatte le prove in vasca e che quello attuale era l’unico sito possibile. Naturalmente, non era vero, anzi era un’evidente falsità, ma lo dicevano i tecnici e gli amministratori facevano finta di crederci.

   Tradotto in parole semplici cosa vogliono fare oggi gli amministratori comunali? E’ presto detto.

-Non avendo i finanziamenti per aggiustare il Porto, gli amministratori comunali sono entrati in contatto con un consorzio di imprese che lo farebbe con i propri soldi (?). L’operazione si chiama Project financing e prevede un costo di 90milioni di euro (10milioni per la sola progettazione), di cui 70milioni (79% del totale) con una linea di credito a lungo termine (30 anni) e 20milioni con capitali privati, divisi in tre annualità.

-Al consorzio di imprese viene assegnata l’area, riconosciuto il compito di realizzare tutte le opere residenziali e di servizio e venderle, oltre che gestire tutte le opere all’interno del Porto per la durata di 45 anni.

-Vogliono allungare il molo sopraflutto per impedire l’insabbiamento dell’imboccatura, oltre la chiusura della fascia dei frangenti, in corrispondenza della profondità di 7 mt, a circa 120 mt dalla battigia. Che precisione! Sarebbe interessante capire da dove ricavano questi dati. Anche loro hanno fatto le prove in vasca?

-Vogliono innalzare l’attuale SS.18 nei pressi del Porto e portarla ad un’altezza di 12 mt slm (+7 mt), realizzare un canale sottostante e una darsena esterna, oltre che svincoli a livelli sfalsati con quattro rampe d’innesto e una rotatoria sulla medesima strada. Sarei curioso di conoscere se è nato prima l’uovo o la gallina, ovvero se nasce prima la speculazione edilizia e dopo la darsena. Già che ci siamo, consiglierei un rifugio antiaereo, un eliporto, magari spostando quello già previsto in località Tuvolo, e almeno tre vie di fuga in caso di maremoto.

-Vogliono costruire 19 comparti edilizi, ovviamente sfruttando il rapporto tra il piano di campagna e la sopraelevazione della strada, con 250 appartamenti, albergo, ristorante, centro commerciale e servizi vari, quali Capitaneria, Club House, Primo Soccorso, Uffici, Lega Navale, Cantiere nautico, Dry storage, rifornimento di carburante, parco acquatico, impianti sportivi, anfiteatro, cappella, asilo nido, dalla cui gestione e vendita, naturalmente sulla carta, il consorzio ricaverebbe il già citato capitale privato di 20milioni di euro.

-Vogliono creare 1000 posti barca e 1000 posti auto. Ma di che stiamo parlando, del Porto di Milano?

   Una cosa enorme e mostruosa, molto simile a quella prospettata per i Porti di Imperia e di Fiumicino da un noto imprenditore romano (di cui a suo tempo anche ad Amantea si vantavano le lodi per via di parentele politiche che, oggi, naturalmente si negano. Per la cronaca, l’imprenditore è finito al fresco).

   Una cosa enorme e mostruosa, ancorché irrealizzabile, al di là del Piano economico-finanziario, in cui si parla di incassi favolosi, tanto da fare venire in mente una semplicissima domanda: se gli incassi sarebbero così alti, è possibile conoscere i conti del passato e fino ad oggi? E dove sono finiti questi soldi? E’ possibile conoscere, tra l’altro, l’ammontare delle spese di gestione?

   Una cosa enorme e mostruosa, in cui, tuttavia si parla dell’emozione di un nuovo quartiere, così da nutrire il tessuto della città, rafforzando l’identità collettiva e creando una nuova centralità. Che belle parole! Già mi trema il mento e mi viene da piangere. Peccato che non significano niente e non sono per nulla adatte alla fattispecie.

   Un ecomostro dove si parla senza pudore di un nuovo modo di intendere la connessione tra il mare e la terra, di pianificazione e gestione integrata della fascia costiera, di equilibrio e funzionalità del sistema insediativo, di protezione del territorio e qualità urbana, di sostenibilità ambientale, di compatibilità paesaggistica, con riferimento ai contenuti e alle indicazioni dei piani territoriali di riferimento e della Legge Urbanistica Regionale 19/2002. L’esatto contrario di quel che si vuole realizzare, con milioni e milioni di quintali di cemento in un fazzoletto di terreno.

   Un ecomostro, in cui si descrivono perfino le betonelle da dove spuntano i teneri fili d’erba e la necessità di salvaguardare il canneto, come se fosse una pianta in estinzione; mentre si trascurano le problematiche relative al consumo di suolo, al traffico, all’acqua e alla fognatura. Né si fa riferimento al sistema portuale regionale, a cui presto si aggiungeranno i porti di Diamante, Paola e Lamezia Terme.

   Un ecomostro che non affronta l’unica questione davvero rilevante sotto il profilo della legalità. E’ possibile continuare a cementificare il territorio? O forse non è vero che gli standard urbanistici sono stati quasi triplicati, al di là di ogni principio di perequazione e al di fuori di quel che prevede la Legge Regionale sulla casa? Amantea è una Repubblica delle banane, dove si può costruire dappertutto e tutti i metri cubi che si vogliono o è un piccolo paese che deve rispettare le leggi dello Stato italiano? Sono anni che mi occupo di questi temi, sostenendo che ad Amantea il numero delle abitazioni supera il numero dei suoi abitanti. Lo testimoniano i miei saggi sulla materia. Al proposito, ho mandato una corposa memoria (20 pagine) al sito del Comune di Amantea ed all’Architetto Carci che si appresta a concludere i lavori del Piano Strutturale in forma Associata e del Piano Strutturale Comunale (dopo oltre tre anni, quando erano stati previsti sei mesi. La questione non mi sembra legale), senza mai ricevere nessuna risposta. Come mai? E perché non sono stati costituiti gli urban centers? Perché tutto si svolge di nascosto? Se il Piano Regolatore Generale venne redatto da un commissario ad acta e approvato per decorrenza termini (che scandalo!), la stessa cosa non potrà avvenire per il PSC.

   Ora, il punto non residua nell’insipienza degli attuali amministratori comunali. Sono certo che, nonostante la loro indolenza, conoscono i dati e fanno finta di niente. Questa volta, però, questi mangia pane a tradimento non la faranno franca. Così come avevo promesso a quel galantuomo del commissario Sperti, non esiterò neppure un attimo a denunciarli all’autorità giudiziaria, a cui la presente sicuramente arriverà per altre mani; mentre non ho alcun dubbio sul fatto che la medesima autorità avvierà autonomamente un’indagine, dato l’ammontare dell’affare. Com’è noto, l’autorità giudiziaria agisce come il famoso marito cinese. E se altri vorranno associarsi alla mia denuncia, bene, diversamente farò da solo. Giacché, per fortuna, il coraggio non manca e la penna vola. Tanto per essere precisi, non mancherò, altresì, di denunciare l’Amministrazione Provinciale di Cosenza che ha il compito di dichiarare il PSA ed il PSC conforme al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Una provincia, quella di Cosenza, che si colloca al secondo posto in Italia nella graduatoria delle case non abitate, mentre Amantea occupa il quinto posto nella stessa graduatoria provinciale. Ci sarà un giudice a Berlino!

   Oltretutto, dalle carte non si capisce chi pagherà i terreni dell’esproprio e se saranno pagati prima o dopo la loro trasformazione in suoli edificabili. Né si capisce come si sia potuto procedere nello svolgimento delle gare, dal momento che il vigente PRG prevede in quell’area una destinazione diversa da quella prospettata. Permangono, altresì, forti perplessità di natura procedurale che potrebbero dar luogo a contenziosi legali, collegati alle successive modificazioni dell’opera, oggetto di gara. Si sussurra, infine, di una possibile denuncia di plagio riferita al progetto, sulla quale non mi intrattengo per evitare di alimentare la farsa.

   Per concludere, mi sembra che l’intera pratica faccia acqua da tutte le parti. Né sarei meravigliato di un suo repentino ritiro, magari scaricando le responsabilità sull’ex Assessore al ramo.

   Un amico mi ha fatto notare che la presente denuncia è piuttosto forte e questa volta prenderanno il coraggio a due mani e mi denunceranno. Gli ho risposto che sarebbe interessante: il denunciante che viene denunciato. Non vedo l’ora, benché chi non ha coraggio non può darselo. Gli consiglierei, però, di attendere ancora qualche mese, giacché potranno formare un corposo dossier sul mio conto e chi di competenza sul loro.        

   All’uccellino che mi ha fatto notare il gravissimo pericolo che starei correndo, vorrei sommessamente dire che, come al solito, non mi denuncerà nessuno, sostenendo che non ne valga la pena, quando in realtà sanno perfettamente che sarebbe peggio per loro, giacché gli consegnerei una vagonata di precisazioni che tengo sempre di riserva. Non si sa mai.

   Quattro osservazioni finali. La prima. Non ho ancora capito come mai i concittadini di Campora, di solito suscettibili perfino sulle virgole, non abbiano ancora detto una parola sulle intenzioni dell’Amministrazione Comunale. Forse perché nel caso specifico aggiungono, anziché togliere? Mi rifiuto di credere che non abbiano capito che un Porto così concepito sarebbe un disastro per tutti, soprattutto per loro. Il neo eletto Consiglio di frazione farebbe bene ad occuparsene. La seconda. Sono in molti a dirmi che perdo tempo a scrivere del Porto, dal momento che non si realizzerà mai. Concordo, ma preciso che non perdo tempo e non faccio nessuna fatica a scrivere, mentre penso che gli altri non lo facciano semplicemente per vigliaccheria. La terza. Non ho mai denunciato nessuno in vita mai, ma questa volta farei un’eccezione, visto che con le buone maniere si ottiene poco o punto. La quarta. I soliti benpensanti di quattro soldi dicono che non si può dire sempre no e che bisogna avere la capacità di proposta. La risposta è duplice. Sono anni che propongo una nuova visione di Amantea e che, nella fattispecie, non significa grandi opere (come Berlusconi, o sbaglio!), ma edilizia normale, manutenzione del territorio e recupero dell’esistente. D’altra parte, non posso ogni volta scrivere un’enciclopedia e ricevere ogni volta l’accusa di chi la fa lunga. Regolatevi voi!

   Saluti e frasche agli uomini che dire di più sarebbe già troppo. Affettuosità a tutti gli altri, che non hanno l’anello al naso. La vita è un brivido che vola via. di Filippo Vairo

 

Pubblicato in Primo Piano

Lo si era letto su “Il Quotidiano” che stasera ci sarebbe stata la riunione decisiva alla ricerca di una mediazione tra le parti in causa, perfettamente descritte dalla penna di Paolo Orofino, ritornato in campo, dopo una lunga assenza sui fatti di Amantea , con la “bomba” della querelle relativa alla proroga di Sabatino e Zucco.

E che la questione abbia un interesse vitale lo denota proprio la presenza stasera in Corso Umberto primo, giusto sotto la casa comunale, del giornalista in questione.

In attesa di che cosa? Un attento giornalista come lui davvero pensa ad una crisi della giunta Tonnara ? Sarebbe ben strano. Una giunta fortemente coesa ed inattaccabile è ben difficile che non trovi una soluzione ad una vicenda che almeno finora sarebbe stata facilissima da risolvere. Né esiste alcuna opposizione in grado di scuoterla!

In fondo la posizione di Cappelli, Carratelli e Tempo è giustificabilissima; basta usare per Zucco lo stesso metro che si usa per Sabatino, così da dimostrare che non si usano due pesi e due misure.

Né ha alcuna logica la giustificazione di gemellare il nuovo ragioniere ed il vecchio per trasferire abilità e conoscenze: se davvero questa fosse stata la logica si sarebbe dovuto almeno bandire il concorso. E proprio il fatto che non sia stato bandito è la palese dimostrazione della illogicità dell’assunto che concorre a far ritenere il futuro vincitore del concorso un inidoneo che senza il bastone del vecchio non è capace di fare il suo lavoro!

Ma forse la presenza del professionista del giornalismo amanteano ha una giustificazione diversa; sembra che questo tallonare vicenda e protagonisti voglia giungere prima degli altri e meglio degli altri ad un evento che potrebbe anche essere foriero.

A domani allora , per comprare di buon mattino Il Quotidiano

 

Venerdì 12 aprile scorso, come annunciato con lettera aperta al sig. Giovambattista Romano, il Comitato “Ricostruiamo il ponte sul Savuto”, nei pressi del ponte e con le macerie ben in vista , ha incontrato la stampa e i rappresentanti delle forze politiche e istituzionali. All’incontro non sono mancati cittadini che seguono con attenzione le vicende della “questione ponte”. Per la stampa va ricordata la presenza di Giovambattista Caravia (Gazzetta del Sud) e Paolo Orofino (Il quotidiano della Calabria). Per la politica va segnalata la presenza di Adriano Rocca (SEL - Lamezia), del M5S con delegazione composta da tecnici competenti, non sono mancati gli attestati di stima e e il manifestato interesse pervenuti da parte organizzazioni politiche, in primis il PD locale, assenti per cause inderogabili. Non si è fatto attendere l’assessore comunale Emanuele Mancini, da sempre attento alla questione ponte, sin dai tempi del crollo dell’importante struttura.

Ciò che ha di più dispiaciuto è stata l’assenza degli invitati che hanno perso l’occasione di confronto aperto e schietto, non sulle polemiche, ma sui temi che interessano i cittadini e quanti di loro, la stragrande maggioranza, sono interessati al ponte e si uniscono quotidianamente al coro di chi urla: VOGLIAMO IL PONTE!!!

I temi trattati sono stati diversi, dalla evidente mancata priorità dell’opera, la inesistente attenzione all’ambiente, visto la mai realizzata asportazione delle macerie, pur più volte annunciata, e le mancata messa in sicurezza dell’area. Il luogo scelto per l’incontro, già teatro di altre manifestazioni, ha consentito di mostrare dal vivo lo stato di degrado in cui versa l’area al contorno del ponte, oggi trasformata in una vera e propria discarica. Sono evidenti le presenza di rifiuti di ogni genere e tipo. Non mancano elementi in eternit, batterie d’auto, macerie di asfalto, copertoni, elettrodomestici ingombranti, macerie da lavori edili, ecc ecc ecc…

E’ stato evidenziato come la questione ponte non può essere considerata una semplice problematica locale, ma anzi come la struttura ha, e deve avere, un ruolo importante in un sistema viario di più ampio respiro e come ciò lo sia portato alla luce dalle sempre dette ed attese criticità della SS18, in questi giorni tristemente emerse, e fortemente connesse al ponte. Il ponte consentirebbe la fruizione di un percorso alternativo alla SS18, ma anche lo sviluppo di una viabilità interna oltre quella esistente e basterebbe poca cosa sviluppare, una tra tutte la strada Galasso che si sviluppa lungo il Savuto sino allo svincolo A3 di Altilia Grimaldi e parzialmente già provincializzata. Ciò consentirebbe la fruizione di un territorio interno sempre più dimenticato e soprattutto la costituzione di un agevole percorso alternativo a servizio della A3 la cui utilità è del tutto evidente.

Il comitato non si è sottratto nè ad analizzare i contenuti dei comunicati stampa degli ultimi giorni, da più parti diramati, nè ad elaborare ed esporre proposte e suggerimenti in merito ai diversi percorsi di finanziamento fin ora annunciati.

Alla richiesta di informazioni in merito ai contenuti delle riunioni e/o tavoli tecnici, di cui alle recenti notizie di stampa, il Comitato si scusa ribadendo di non potersi esprimere in quanto non presente. Tuttavia, si attende che a relazionare su ciò sia il Sindaco di Nocera Terinese, sempre presente e destinatario, da parte del Comitato, di due richiesta per un Consiglio Comunale Aperto. Venga, il Sindaco, in Consiglio Comunale e renda partecipe la collettività dei contenuti di quelle riunioni e di quant’altro egli sia a conoscenza a riguardo del ponte e della ricostruzione di tale struttura.

NESSUNA POLEMICA, NESSUNA RISSA, NESSUNA QUERELLE, MA NESSUNA PSICOLOGICA SUDDITANZA , SOLO BUON SENSO E VOGLIA DI PROSEGUIRE, A PRESCINDERE DA TUTTI, UNA BATTAGLIA DI CIVILTA’, SUL SOLCO DA NOI TRACCIATO E DI CUI NESSUNO HA DIRITTO DI ESCLUSIVA.

IL PONTE E’ DELLA COLLETTIVITA’ E NOI VOGLIAMO IL PONTE !!!

Pubblicato in Catanzaro
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