Viste le perduranti difficoltà che si riscontrano a causa dei continui blocchi presso l'impianto di conferimento e che non ci consentono di effettuare scarichi superiori alle quantità stabilite, ci troviamo in difficoltà a smaltire il quantitativo di rifiuti che si sta accumulando davanti al punto di raccolta.
Pertanto, ricordando ai cittadini che è assolutamente vietato conferire presso il punto di raccolta rifiuti indifferenziati ed al fine di garantire l'igiene pubblica ed il decoro urbano, si avvisa che è assolutamente VIETATO abbandonare sul marciapiede antistante l'ex mattatoio comunale, qualsiasi tipo di rifiuto e si invita a rispettare il calendario del servizio di raccolta porta a porta, fino a nuove comunicazioni.
Nell'attesa di restituire alla cittadinanza un utile servizio, si chiede la massima collaborazione.
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Economia - Ambiente - Eventi
Nella giornata del 14 novembre personale dei Nuclei Operativi di Polizia Ambientale delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera di Gioia Tauro e Vibo Valentia, hanno posto sotto sequestro un’area demaniale di circa 1400 mq utilizzata come discarica abusiva in spregio ai locali vigenti vincoli paesaggistici di preservazione delle bellezze naturali ed in contrasto con le disposizioni del testo unico ambientale.
I militari della Guardia Costiera impiegati in attività di controllo e monitoraggio per la salvaguardia dell’ambiente marino costiero da fenomeni di inquinamento, hanno rinvenuto a pochi passi dal mare, al confine dei Comuni di Nicotera e Rosarno, una discarica incontrollata di rifiuti abbandonati alla rinfusa tra cui alcune classi e tipologie pericolose per la salubrità ambientale e per i delicati equilibri eco-sistemici, in quanto costituiti da materiale plastico, scarti di lavorazione per edilizia ed elettrodomestici. I militari hanno rinvenuto considerevoli quantità di eternit, sparso sul terreno, anche frantumato, molto pericoloso per la salute umana oltre che per l’ambiente.
Proprio per tale situazione la Guardia Costiera ha interessato le Aziende Sanitarie Provinciali competenti per territorio e le Civiche Amministrazioni di Rosarno e Nicotera che immediatamente sono intervenute con proprio personale, anche al fine di porre in essere tutti gli atti necessari alle operazioni di bonifica dell’area per evitare ulteriori danni all’ambiente.
Tale attività rientra nell’ambito della tutela ambientale e del paesaggio costiero svolta costantemente sul territorio al fine di reprimere e contrastare le condotte illecite perpetrate ai danni dell’ambiente marino costiero.
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Calabria
Al presidente del consiglio regionale della Calabria Nicola Irto
Oggetto: Interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta regionale della Calabria, Gerardo Mario Oliverio
Premesso che:
- da quando si è insediato, il presidente Oliverio ha continuato a emanare ordinanze contingibili e urgenti in deroga alle norme vigenti per evitare l’insorgere di emergenze ambientali.
- Siamo alla quattordicesima ordinanza contingibile e urgenza ed emergono ancora oggi tutte le criticità che si registrano nel settore rifiuti. Il governatore è da oltre 4 anni che continua a emanare ordinanze a dimostrazione che, nonostante il commissariamento per i rifiuti sia formalmente cessato, l’emergenza in realtà non si è mai arrestata. Il commissariamento, con questo stratagemma, è come se fosse ancora in atto;
- nell’ultima ordinanza contingibile e urgente per assicurare la corretta gestione dei rifiuti urbani sulla discarica di Castrovillari a pagina 5 viene specificato che: “La volumetria autorizzata di circa 20.000 mc non è mai entrata in esercizio a seguito di alcuni esposti giudiziari che denunciavano il supposto mancato rispetto, in fase realizzativa, della documentazione progettuale sottoposta a VIA ed AIA. La verifica del pieno rispetto tra quanto realizzato e le previsioni progettuali approvate in AIA, potrebbe consentire di procedere con la celere individuazione del gestore e quindi con l’utilizzo dei volumi autorizzati. Nonostante la Regione abbia richiesto da tempo la trasmissione della documentazione progettuale di raffronto tra eseguito ed autorizzato, il comune non ha ancora adempiuto. Nasce pertanto l’urgenza di ottenere tali elaborati grafici, al fine di assumere le determinazioni conseguenti”;
- sempre nell’ultima ordinanza, a pagina 13, “ordina che il Comune di Castrovillari, ai fini dell’utilizzo della discarica in località Campolescia, autorizzata all’esercizio con AIA vigente rilasciata con DDG n. 11591 dell’8-8-2013, presenti all’autorità competente, in via d’urgenza e comunque entro venti giorni dalla notificazione della presente ordinanza, la documentazione tecnica riportante lo stato attuale della discarica con il raffronto rispetto alla progettazione approvata con il predetto Decreto n. 11591 e, in particolare: 1)Relazione tecnico-illustrativa; 2)Planimetrie; 3)Sezioni; 4)Particolari;
- da una consulenza tecnica, chiesta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, relativa alla regolarità dell’esecuzione dei lavori nel rispetto del progetto esecutivo e delle prescrizioni progettuali per l’appalto di opere riguardanti la “messa a norma, adeguamento ed aumento della capacità di abbanco della discarica comunale nel comune di Castrovillari”, emergono una serie di anomalie ed è attualmente in corso un procedimento penale riguardante tale sito di discarica;
- nella consulenza tecnica viene specificato che dalla documentazione fotografica allegata (stato dei luoghi antecedente all’inizio dei lavori) appare più che evidente che l’area contenuta all’interno del perimetro della discarica abbia una quota molto prossima al terreno circostante e che quindi la capacità di abbanco residua si possa considerare pari a zero in virtù del raccordo geomorfologico delle linee naturali dei terreni circostanti compreso il terreno di copertura giornaliero pari a 2,5 ml. Un ulteriore abbanco, perciò, determinerebbe un innalzamento assai cospicuo, rispetto al piano campagna, dell’area circoscritta dal perimetro della discarica, provocando, tra l’altro, il mutamento delle condizioni di erosione superficiale il cui studio non è stato condotto.
Non vi sono volumi residuali per l’abbanco di ulteriori rifiuti. Gli interventi da realizzarsi devono essere limitati alla sola messa a norma ed adeguamento della discarica, vale a dire regimazione delle acque piovane, impermeabilizzazione della superficie circoscritta dal perimetro della discarica, adeguamento dei camini, messa a norma del sistema di raccolta del percolato residuo, ecc.;
- lo svolgimento della relazione tecnica è stato finalizzato a dare risposta ai quesiti posti dal pubblico ministero. Al quesito del pm che chiede se “la realizzazione degli argini a un livello superiore rispetto all’attuale piano di campagna sia compatibile con quanto previsto sia nel progetto definitivo sia nei pareri del nucleo VIA-VAS-IPPC relativamente all’allineamento tra lo stato superficiale a chiusura finale della discarica e le aree circostanti”, nella consulenza tecnica viene specificato: “gli argini (già realizzati secondo le previsioni del medesimo progetto esecutivo) non consentiranno il raccordo del profilo della discarica (comprendente lo spessore dovuto al pacchetto di chiusura) con il piano di campagna per come prescritto al punto 1 dell’allegato l al DDG 11591 (condizioni generali e specifiche per l’esercizio dell’impianto) né tantomeno la realizzazione della profilatura finale per come previsto alla tavola 13B in accordo con quanto già messo a verbale da parte dell’Arpacal a seguito di sopralluogo effettuato in data 2/12/2015;
- nella relazione tecnica viene posto un altro quesito: “Se per l’approvvigionamento di terreno vegetale necessario per le lavorazioni siano state adottate le idonee cautele, concordando le modalità operative con la Sovraintendenza ai Beni archeologici, atte a scongiurare sia il pericolo di erosione superficiale del versante, sia il rischio archeologico per la zona limitrofa alla discarica in oggetto, interessate da una fitta dispersione di materiali antichi e caratterizzate da ampio e importante insediamento abitativo rustico di età ellenistica e romana”. A questa domanda si afferma con certezza e cognizione di causa che “non sono state adottate le idonee cautele, atte a scongiurare sia il pericolo di erosione superficiale del versante (mancanza di studio specifico a seguito del mutamento della morfologia del territorio per effetto dell’alterazione dello stato dei luoghi), sia il rischio archeologico per la zona limitrofa alla discarica in oggetto per l’approvvigionamento di terreno vegetale necessario per le lavorazioni”. Inoltre sono state disattese le “prescrizioni del nucleo VIA-VAS-IPPC e nello specifico il punto 34 che recita testualmente: “Qualora siano previsti scavi all’esterno del perimetro della discarica si dovranno concordare le modalità con la Soprintendenza ai beni archeologici”;
- nella relazione tecnica viene inoltre specificato che “non risultano ad oggi agli atti le verifiche di stabilità eseguite in tutte le fasi ante e post opera a partire dalla realizzazione dell’adeguamento e fino alla chiusura della discarica”. Poi, “non risultano ad oggi agli atti: i calcoli di capacità portante, i cedimenti e le verifiche di stabilità dei pendii in condizione dinamiche; la tenuta e la stabilità della barriera di confinamento sul fondo e sui fianchi della discarica; la resistenza allo schiacciamento del sistema di raccolta e di drenaggio del percolato a fondo vasca; la resistenza allo schiacciamento del sistema di captazione del biogas – tenendo conto del peso esercitato dai nuovi volumi previsti in abbanco e alla luce del D.M. Infrastrutture e trasporti 14/01/08 e C.M. n. 619/09 del C.S. LLPP”;
- gli enti preposti al rilascio delle competenti autorizzazioni si sono espressi in maniera favorevole, ma con prescrizioni, all’esecuzione delle opere, sulla base del Progetto Definitivo portato all’attenzione della Conferenza dei servizi. Il Progetto Esecutivo è variato rispetto al Definitivo e non è stato mai sottoposto all’attenzione dei rispettivi Enti;
- Non risultano ad oggi agli atti le verifiche di stabilità eseguite in tutte le fasi ante e post opera a partire dalla realizzazione dell’adeguamento e fino a chiusura della discarica.
Si interroga la S.V. per sapere:
- come mai all’interno dell’ultima ordinanza contingibile e urgente per assicurare la corretta gestione dei rifiuti urbani, laddove si fa riferimento alla discarica di Castrovillari, non si faccia cenno al procedimento penale in corso che grava su tale discarica, atteso che gli Uffici regionali ne sono stati debitamente e tempestivamente informati. Com’è possibile, a tal proposito, che nel sistema di smaltimento dei RSU degli ATO venga inserita una discarica, per altro già colma, che si vorrebbe addirittura utilizzare nel breve termine, sottoposta ad un procedimento penale in corso, l’oggetto del quale concerne proprio le possibilità di ulteriore abbanco, la cui volumetria viene esplicitamente definita PARI A ZERO dal Consulente Tecnico d’Ufficio della Procura (con conseguente procedimento penale a carico del Direttore dei Lavori). Come è possibile anche solo ipotizzare un intervento che, con ogni evidenza, da un lato andrebbe ad alterare il corso della giustizia, attraverso l’inevitabile modifica dello stato dei luoghi, e dall’altro a ledere potenzialmente i diritti e gli interessi delle Parti Lese identificate dalla Magistratura inquirente, con conseguenti profili anche di possibile danno erariale. Come è possibile, inoltre, poter pensare che vincoli e prescrizioni imposti dagli Uffici regionali (Nucleo VIA-VAS-IPPC), pietra angolare del provvedimento di autorizzazione ai lavori cui la discarica è stata sottoposta, possano essere disattesi, oltre che dal Direttore dei Lavori (per come si legge nella Perizia del CTU della Procura), proprio dalla stessa Regione Calabria che li ha emanati e che di tali vincoli e prescrizioni dovrebbe essere custode e garante. Quali siano le iniziative, invece, che la Regione Calabria intende adottare per ripristinare il principio di legalità, sanando le tante storture tecniche denunciate alla Magistratura da Associazioni e Comitati nazionali e locali -che in tale vicenda si sono lodevolmente impegnati e che hanno trovato puntuale riscontro nella citata perizia del CTU della Magistratura-, e rivalendosi, anche economicamente, su chi tali storture ha realizzato, agendo in assoluta difformità dal Progetto Definitivo approvato dagli Uffici Regionali (per come pure si legge nella perizia del CTU) e realizzando un’opera dalle caratteristiche tecniche per molti versi assolutamente inaffidabili, atteso che, come riportato dal CTU, “Non risultano ad oggi agli atti le verifiche di stabilità eseguite in tutte le fasi ante e post opera a partire dalla realizzazione dell’adeguamento e fino a chiusura della discarica”. Tra l’altro parliamo di una discarica già colma, ristrutturata con un finanziamento regionale di ben un milione di euro, il cui adeguamento era finalizzato alla sua definitiva tombatura, che sorge in un contesto territoriale di elevato pregio archeologico (pur esso assai malamente gestito, come riportato nella già citata perizia del CTU) e di alta importanza economica per la presenza di importanti coltivazioni esitanti dal Distretto Agro-alimentare di Qualità (DAQ) di Sibari.
Cosenza, 19 settembre 2019
Carlo Guccione
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Calabria
Anche questa volta San Pietro in Amantea è al centro della cronaca locale perché nel comune verrà realizzata una discarica per il trattamento della frazione organica del rifiuto solido urbano. I commenti e le reazioni non si sono fatti attendere. Il Sindaco Gioacchino Lorelli smentisce la notizia:Mai verrà realizzata una discarica nel territorio di competenza comunale. Ma andiamo con ordine.
Ieri Tirreno News e Qui Cosenza hanno dato notizia che due Comuni della Provincia di Cosenza ospiteranno discariche ed eco distretto. Ne ha dato notizia il Sindaco di Rende, presidente dell’ATO rifiuti Cosenza, dopo l’incontro con i Sindaci della Provincia per fronteggiare l’emergenza rifiuti. Non tutti i Sindaci della Provincia erano presenti, solo 56 hanno partecipato all’assemblea. I 56, però, all’unanimità hanno votato le proposte per dare un nuovo corso alla gestione dei rifiuti nel cosentino. E’ stato scelto il Comune di Morano Calabro per accogliere e trattare la spazzatura dei 150 Comuni e la costruzione di una bioraffineria per trasformare la frazione organica in biogas. Per quanto riguarda il conferimento della frazione residue saranno realizzate due discariche e sono stati scelti due Comuni: Carpanzano e San Pietro in Amantea. A stretto giro di posta la notizia, come abbiamo visto, viene smentita dal Sindaco di San Pietro in Amantea:-Nessuna discarica verrà mai collocata nel territorio di competenza comunale.- Voglio sottolineare l’avverbio MAI, che vuol dire neanche una volta, in nessun caso. Ne prendiamo atto. Però ribadisce che di concerto con gli organismi regionali e con altre municipalità del comprensorio è stata data ampia disponibilità alla realizzazione di un impianto per il trattamento della frazione organica del rifiuto solido urbano. Benissimo, non ci sarà una discarica, ma certamente ci sarà un nuovo impianto. Non lo vogliamo chiamare DISCARICA? Lo chiamiamo Impianto? E quale sarebbe la differenza? Se non è zuppa, è pan bagnato. Sono sicuro che chi mi legge sa cosa vuol dire. Si dice riferito a cose o persone che sono pressappoco identiche. Voglio augurarmi che questa volta il Signor Sindaco non mi accusi di aver divulgato notizie false e tendenziose come ha fatto due anni fa quando scrissi che il Comune di San Pietro in Amantea era invaso dai cinghiali. Altro che invasione. I cinghiali scorazzano indisturbati nel territorio giorno e notte. Allora scrisse che era una invenzione e una opinione della mente illuminata del Prof. Gagliardi. Questa volta ho riportato la notizia data dal Sindaco di Rende. Non è dunque una mia invenzione o una mia opinione se il Sindaco ha affermato che in San Pietro in Amantea verrà realizzata una discarica per fronteggiare l’emergenza rifiuti della provincia di Cosenza. Doveva smentire il Sindaco di Rende che è il Presidente dell’ATO rifiuti. Mi fermo qui. Non ho nessuna intenzione di fare polemica. Voglio solo augurarmi che se ci sarà una discarica nel Comune di San Pietro in Amantea il Signor Sindaco abbasserà le tasse per la raccolta dei rifiuti solidi urbani.
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Belmonte Calabro
Rifiuti del Cosentino, ecco i Comuni che ospiteranno discariche ed ecodistretto
Una giornata storica per il settore dei rifiuti cosentino.
Così il sindaco di Rende, presidente dell’Ato rifiuti Cosenza, ha definito l’incontro di oggi pomeriggio con i primi cittadini della provincia per fronteggiare l’emergenza.
Un’assemblea nel corso della quale i 56 Comuni presenti hanno votato all’unanimità le proposte per dare un nuovo corso alla gestione dei rifiuti nel Cosentino.
L’ecodistretto destinato ad accogliere e trattare la spazzatura dei 150 Comuni della provincia ed una bioraffineria per trasformare la frazione organica in biogas verrà realizzato a Morano Calabro.
Grande soddisfazione del sindaco Nicolò De Bartolo che vedrà la nascita nel proprio territorio del sito in cui la differenziata sarà stoccata grazie ad un finanziamento da 42 milioni di euro.
Il primo cittadino di Morano Calabro, durante la riunione odierna, è stato inoltre eletto vicepresidente dell’Ato Cosenza.
Per quanto riguarda il conferimento della frazione residua saranno realizzate, dopo l’elaborazione e l’analisi dello studio di fattibilità, due discariche: una a Carpanzano e un’altra a San Pietro in Amantea.
Nel frattempo per evitare che il pattume resti tra le strade dei Comuni cosentini i rifiuti verranno abbancati negli impianti di Cassano allo Jonio, Rossano e Rende (negli stabilimenti di Calabra Maceri).
«Si progetta il futuro, un cambio di passo notevole. In soli 12 mesi – ha affermato con orgoglio il presidente dell’Ato Cosenza Marcello Manna – abbiamo fatto quello che Regione Calabria e commissari non sono riusciti a realizzare in 25 anni».
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Belmonte Calabro
Nel corso della serata del 04 aprile, l’area del depuratore di Tropea, ora dismesso, è stata interessata da un incendio, le cui cause sono in corso di accertamento.
Immediato l’intervento del personale della Guardia Costiera di Tropea e della Stazione Carabinieri di Tropea i quali hanno rilevato innumerevoli quantità di pneumatici, rifiuti speciali anche di tipo pericoloso e combusti, materiali di risulta del tipo inerti provenienti da attività di demolizione di fabbricati, rottami ferrosi ed altri materiali inquinanti pericolosamente abbandonati senza alcun criterio.
Un vero e proprio cimitero di rifiuti speciali pericolosi, tra l'altro ricadente in zona sottoposta a severi vincoli paesaggistici ed ambientali.
Tutta l'area, di circa 4000 mq, è stata posta sotto sequestro penale, per i reati di getto pericoloso di cose, discarica non autorizzata di rifiuti pericolosi ed inquinamento ambientale; successivamente la medesima area, su disposizione della Autorità Giudiziaria, è stata affidata in custodia giudiziale al comune di Tropea per la bonifica.
Proseguiranno le attività' di indagine al fine di poter individuare i responsabili della situazione rinvenuta e stabilire le cause dell’incendio;
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Calabria
La foto è emblematica della situazione dei rifiuti di Lamezia terme.
Una vera e propria emergenza.
Tutti ad attaccare la Multiservizi l’unica azienda sopravvissuta tra quelle nate dalla esperienza amara del Commissario per la emergenza ambientale in Calabria, solo perchè pubblica!
Ed ecco cosa risponde in una nota l’amministratore unico della Lamezia Multiservizi, Eliseo Bevivino: “Non è colpa nostra”
“La Lamezia Multiservizi effettua per il Comune di Lamezia e per altri comuni soci il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani conferendoli agli impianti di trattamento e smaltimento regionali secondo disposizioni che le vengono impartite riguardanti le quantità e la località degli impianti.
I disservizi che si stanno verificando (cumuli di rifiuti e irregolarità nella raccolta) non sono pertanto imputabili alla Multiservizi che in queste situazioni affronta maggiori costi di trasporto e problemi organizzativi nel ripristinare situazioni di normalità nonché anche se impropriamente una perdita di immagine”.
In sostanza la società spera che “vengano risolti velocemente da chi di competenza i problemi riguardanti la disponibilità degli impianti di smaltimento e che possa cessare il grave disagio subito dai cittadini e dalla società stessa”.
Chi sarà mai questo “ chi di competenza?”
Forse il comune o la regione?
E’ però evidente a chiunque perfino agli scemi, che se non si sa dove buttare i rifiuti è difficile sapere dove poi conferirli.
Pochi infatti sanno che tutte le discariche calabresi sono in mano ai privati, che la quasi totalità è ormai esaurita e che la regione Calabria “esporta” centinaia di tonnellate di rifiuti con gravi costi che si riverberano sugli utenti.
Grazie allora alla nostra regione!
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Lamezia Terme
Campana I carabinieri Forestale Calabria sequestrano una discarica abusiva
Riceviamo e pubblichiamo: “I militari della stazione Carabinieri Forestale di Rossano hanno nei giorni scorsi posto sotto sequestro una superficie di 6000 metri quadri adibita a discarica in località “Scarcella” nel comune di Campana.
Il sequestro è stato effettuato a seguito di controlli sulla tracciabilità di alcuni rifiuti provenienti da attività di demolizione e ristrutturazione ed in particolare dei rifiuti, raccolti e smaltiti dalla demolizione e dal recupero di alcuni fabbricati esistenti nel centro storico di Campana oggetto di interventi da parte dell’Amministrazione Comunale al fine di realizzare nuovi alloggi da destinare ad edilizia sociale.
A seguito di questa attività sono stati prodotti rifiuti da demolizione, circa 100 metri cubi, che sono stati rinvenuti nell’area oggetto del sequestro.
Nell’area posta sotto sequestro si è accertata anche la presenza di tipologie di rifiuti provenienti dalla scarificazione del manto stradale, calcinacci vari, ferrosi ed altri.
Il reiterarsi dello smaltimento ha fatto si che l’area diventasse una discarica subendo un degrado sul piano urbanistico e ambientale.
Il controllo, oltre al sequestro, ha portato al deferimento del direttore tecnico dell’impresa che ha effettuato i lavori senza le autorizzazioni previste per la gestione dei rifiuti”.
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Cosenza
Nel caso qualcuno getti di tutto e di più sul territorio di un qualsiasi comune calabrese in modo da dar luogo ad una vera e propria discarica non preoccupatevi di farla smaltire.
Chiamate in causa il Segretario questore dell’Assemblea regionale, Giuseppe Graziano e chiedetegli, come ha fatto per il comune di Paola, di presentare il problema al Presidente Mario Oliverio, al fine di chiedere interventi urgenti in merito.
Il pregio sta anche nel fatto che la bonifica verrà fatta con i soldi della regione.
Ecco cosa il consigliere Graziano ha fatto per il comune di Paola.
“Quell’area – afferma Graziano – potrebbe essere interessata da un grave fenomeno di inquinamento, ed il rischio di seri danni all’ambiente e alla salute dei cittadini potrebbe essere elevato.
A destare ancora più la preoccupazione nei cittadini, è non solo l’entità dei rifiuti sversati nella discarica, ma anche il fatto che potrebbero esservi materiali di ogni tipo“.
“Per questo – continua Graziano – mi sono fatto portavoce della preoccupazione dei cittadini che, a causa dell’assenza di controlli in quell’area, temono rischi seri per la propria salute e per l’igiene pubblica ma anche per l’economia turistica della prossima stagione estiva.”
“In tal senso– dice Graziano – ho chiesto che tecnici e professionisti degli uffici e degli enti regionali preposti, l’Arpacal e l’Azienda sanitaria su tutti, pianifichino un sopralluogo per verificarelo stato e la sicurezza ambientale dei luoghie la loro immediata bonifica.”
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Paola
Si parlerà di inquinamento e turismo selvaggio e sostenibile sabato 21 novembre alle ore 17 nella sala parroc chiale Don Silvio a Belvedere M.mo.
Si proverà a parlarne in periodo invernale e si tenteranno di far uscire dall’assemblea proposte precise e specifiche partendo proprio da chi da anni lo combatte .
Si parlerà non solo del funzionamento dei depuratori, ma di discariche, di terreni da bonificare, di auto spurgo, di strascico abusivo, di navi dei veleni dimenticate e anche dell’accondiscendenza ai turisti da parte delle amministrazioni comunali ed alle lobby, alle mancate isole pedonali, ai centri storici in abbandono ed in mano alle movida sfrenate, alle spiagge super privatizzate.
Comitati, associazioni, soggetti che lavorano nel turismo saranno presenti e porteranno la propria esperienza.
Gli interventi , coordinati da Giovanni Martucci del sito web “ l’altra sinistra” verranno aperti dal geologo Carlo Tansi da poco eletto a capo della protezione civile.
Un esperto del settore che spiegherà i motivi che portano ad inquinare il mare, i terreni, i fiumi, partendo dalla sua esperienza di geologo e di conoscitore della Calabria. Seguiranno interventi di Vincenzo Cundari ex generale dell’aeronautica, ora in pensione, a capo del servizio meteorologico, che ha svolto uno studio sulla validità delle analisi Arpacal riguardanti la salute del mare, uno studio condotto - con criterio scientifico ed estrema puntigliosità; Francesco Cirillo su Speculazione edilizia e veleni del mare e della terra; Franco Roppo Valente sull’abbandono dei paesi interni; Mascia Marini su "Rilancio dell'Agricoltura e sviluppo integrato del territorio e il modello innovativo dei Bio-distretti".
Seguirà infine il dibattito aperto a tutti con la costituzione di una commissione di lavoro che preparerà una relazione di proposte per una prossima assemblea nella quale verranno invitate istituzioni.
Al geologo Carlo Tansi verrà consegnato il dossier/ esposto sui terreni della Marlane e Praia a mare che gli ambientalisti hanno presentato martedì scorso al Procuratore Bruno Giordano.
Organizzato dal COMITATO PER LA BONIFICA DEI TERRENI,FIUMI E MARI DELLA CALABRIA
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Alto Tirreno