E’ la indagine relativa a come sono stati usati dagli esponenti politici i fondi regionali
Ora i pm Gaetano Paci, Matteo Centini e Francesco Ponzetta, hanno chiuso le indagini nei confronti dei consiglieri regionali indagati per lo scandalo delle spese pazze in Consiglio regionale.
L’indagine “Erga Omnes” metterà nel proprio mirino esponenti politici di ogni partito, contestando come i consiglieri regionali calabresi abbiano usato i fondi provenienti dai rimborsi elettorali per i propri interessi e le proprie tasche o, comunque, per utilizzarli per finalità non consentite dalla legge.
Le posizioni più gravi (e punite con gli arresti domiciliari) furono quelle dell’allora assessore regionale ai Trasporti, Nino De Gaetano, dell’ex assessore della Giunta Scopelliti, Luigi Fedele, e del senatore del Nuovo Centrodestra, Gianni Bilardi, il cui status di parlamentare impedirà alla Guardia di Finanza di eseguire la misura cautelare.
Come riportato oggi dai quotidiani (giornali e siti web) i 25 politici destinatari del provvedimento di chiusura delle indagini sono: Giovanni Nucera, (Reggio) Pasquale Tripodi (Reggio), Giovanni Franco (Reggio), Alfonso Dattolo (Rocca di Neto Crotone), Gianluca Gallo (Cassano Ionio), Giovanni Bilardi (Reggio), Carmelo Trapani (Reggio), Alfonsino Grillo (Vibo Valentia), Ferdinando Aiello (Cosenza), Giuseppe Bova (Reggio), Nicola Adamo (Cosenza), Giuseppe Giordano (Reggio), Emilio De Masi (Crotone), Domenico Talarico (Conflenti), Sandro Principe (Rende), Demetrio Battaglia (Reggio), Pietro Amato (Borgia Catanzaro), Bruno Censore (Serra San Bruno), Mario Franchino (Montegiordano), Mario Maiolo (Cosenza), Carlo Guccione (Rende), Antonio Scalzo (Conflenti), Francesco Sulla (Cutro Crotone), Agazio Loiero (Santa Severina) e Diego Fedele (Reggio).
Già a processo, invece, gli ex assessori regionali Nino de Gaetano e Luigi Fedele.
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Reggio Calabria
Le persone indagate sono ex amministratori e tecnici del Comune di Gizzeria, funzionari e dirigenti della Regione Calabria. L'indagine fu avviata dalla Procura di Lamezia Terme e la posizione dei 25 indagati fu stralciata e inviata ai magistrati di Catanzaro per competenza territoriale. E' iniziata stamane a Catanzaro l'udienza preliminare nei confronti di 25 persone accusate a vario titolo dei reati di falso ideologico, abuso d'ufficio e reati ambientali nell'inchiesta sui presunti illeciti nella realizzazione del porto turistico 'Il Delfino' a Gizzeria. Le persone indagate sono ex amministratori e tecnici del Comune di Gizzeria, funzionari e dirigenti della Regione Calabria. L'indagine fu avviata dalla Procura di Lamezia Terme e la posizione dei 25 indagati fu stralciata e inviata ai magistrati di Catanzaro per competenza territoriale. Dopo una serie di eccezioni preliminari il pubblico ministero Domenico Guarascio ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di tutti gli indagati. Il giudice Assunta Maiore ha poi rinviato l'udienza al 16 maggio prossimo. Gli indagati sono Antonietta Aiello, 44 anni di Lamezia, e Filadelfio Fedele, 61 anni di Lamezia, rispettivamente amministratore e gestore della 'Fedilbarc'; i componenti del nucleo Via del dipartimento ambiente della Regione Calabria, Giuseppe Graziano, Giuseppe Cortone, Antonio La Rosa, Raffaele Mangiardi, Giuseppe Melfi, Giuseppe Putrino, Francesco Salatino, Vincenzo Schirinzi, Andrea Sposato, Luciano Matragano, Franco Labonia, Walter Canino, Antonino Genovese e Luciano Pelle; del progettista dell'opera Antonio Pelle; dei dirigenti regionali Giuseppe Iacopino, Claudio Bertullo, Rita Mattia, Salvatore Gallelli; del responsabile del procedimento Angelo Colaci; dell'impiegato del Comune di Gizzeria Sarino De Sensi; del tecnico esterno del Comune, Ottorino Roppa, e del progettista e direttore dei lavori di una variante dell'opera, Francesco Nicolazzo. L'accusa sostiene che il progetto prevedeva che una parte dell'area destinata alla realizzazione dell'opera era di importanza comunitaria. Nonostante i vincoli a cui era stata sottoposta l'area, il dipendenti del Comune di Gizzeria ed i dirigenti regionali avrebbero comunque autorizzato la realizzazione del porto. (ANSA)
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Lamezia Terme