Se hai orecchio al dolore delle piante o semplicemente occhio alle loro sofferenze, dovunque giri per Amantea puoi sentire grida atroci.
Oh, niente a che vedere con la strage ordinata da Erode e nella quale i bambini innocenti sono stati uccisi dalla sete di potere, vittime inconsapevoli di un odio spietato contro chi può ostacolare i piani di potenza e di dominio.
No! Qui la strage non è stata compiuta dalle spade ma da un piccolo animale, il Punteruolo rosso, che ha invaso piano, piano le incolpevoli piante distruggendole foglia dopo foglia ed asciugandone la linfa vitale.
Il problema è che qui il potere non c’entra niente, nel senso che è assente, totalmente assente. Ha solo emanato un editto, inascoltato ed ineseguito. Non è la sete di potere, ma la sua assenza la condizione di questa strage. Non è l’odio la leva della strage ma L’INDIFFERENZA, quella indifferenza tipica di una società che sta morendo nei suoi antichi ed ormai domi valori, quella mortalmente presente là dove la cultura è solo teoria ripetuta ma non più praticata.
E così le innocenti Palme continuano a gridare il proprio dolore, a mostrare la propria sofferenza, senza che si faccia nessun tentativo per salvarle. Salvo, a quanto ne sappiamo, un caso, di cui vi parleremo nei prossimi giorni.
E’ un po’ come la sanità in Calabria, gli ospedali chiudono e quelli che restano non hanno posti. E la gente come le palme iniziano a morire.
Scrivevamo nel denunciare, primi, le inutili grida di dolore della palma di via Dogana .
Ricordavamo, ma inutilmente, che “ non curare la palma di Via Dogana, significa(va) agevolare la uccisione di tante altre palme del territorio”. I giardinieri del comune potano soltanto!
Oggi denunciamo, invece, la strage in atto.
Alcune palme sono rimaste, ormai, senza foglie,
Ed il bello, anzi il brutto, è che non si sa dove siano finite con tutto il loro carico di paura.
Abbiamo, ed inutilmente, denunciato che le foglie con tutti i punteruoli pronti a portare altra strage vengono abbandonati ai lati delle strade.
E forse è per questo che la infezione si sta spargendo con violenza inaudita ed al punto che prima della estate prossima non credo resterà alcuna palma, salvo forse quella unica che abbiamo visto appositamente trattata. Se girate per Amantea ( fino a Coreca) troverete ormai quasi due decine di palme già necrotizzate od in via di scomparsa. Il tutto nel silenzio più totale.
Perché ci chiediamo il comune non impiega un paio di giorni a settimana la propria autoscala per tentare si salvare le palme che sono raggiungibili con una strada? Magari facendo pagare anche una somma minima, atta a pagare i soli costi vivi, di trattamento e di personale?
Le palme non appartengono forse anche al paesaggio che un comune degno di questo nome avrebbe l’obbligo di salvare?
Meno male che si tratta di una malattia delle piante e non degli uomini; ma ve l’immaginate se contassimo sul comune?
i tronchi:
le palme:
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Cronaca