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Enza Bruno Bossio ed il voto utile

Lunedì, 18 Febbraio 2013 17:44 Pubblicato in Cosenza

Riceviamo e pubblichiamo

Intervenendo stamane a Mendicino nel corso di una manifestazione elettorale insieme a Stefania Covello e al Sindaco Ugo Piscitelli, Enza Bruno Bossio ha affermato: “Diviene sempre più evidente che la posta in gioco della competizione elettorale è quella del governo. Anche i cittadini che sono intenzionati a dare sfogo ad una sia pur giustificata protesta, evitino che il loro voto venga depotenziato.

Se non si dà una indicazione per il governo del Paese è un voto disperso.

Dovranno essere interessati soprattutto i calabresi ad un voto utile, affinché sia alla Camera che al Senato si possa esprimere una solida maggioranza a sostegno di un governo che non sia condizionabile nell’attuazione di un programma che oltre al rigore persegua una politica di crescita improntata ai principi di equità e giustizia sociale.

Mai come ora – ha concluso Enza Bruno Bossio – abbiamo bisogno di un voto che non collochi i calabresi sul fronte della protesta o della opposizione, ma un voto utile ad una governabilità forte perché capace di garantire stabilità e qualità nell’azione di governo.

I calabresi attraverso il voto utile sapranno così esprimere la loro disponibilità a stipulare il patto proposto loro da Pier Luigi Bersani per un governo amico della Calabria”.

La popolazione totale.

È passata da 2.011.466 abitanti del 2001 a 1959.050 del 2011, cioè 52416 abitanti in meno. Una flessione del 2,6 %, mentre la popolazione italiana cresce del 4,3%.

La diminuzione più consistente si riscontra a Vibo Valentia (-4,3%) seguita, nell’ordine, da Cosenza (-2,7%), Catanzaro (-2,6%), Reggio di Calabria (-2,3%) e Crotone (-1,3%).

Attenti, però, perché gli stranieri sono aumentati di 48 mila unità ( + 265,3%) mentre i calabresi sono diminuiti di oltre 100 unità( cioè meno 5,9%)

E non basta. Attenti anche al fatto che i calabresi autoctoni diminuiscono in 354 comuni (86,5% dei casi), mentre aumentano nei restanti 55 (pari al 13,5% del totale).

Che cosa è successo?

Niente di particolare. Ieri ed oggi la Calabria produce emigranti. I calabresi cioè emigrano alla ricerca di un lavoro. E sono tanti, anzi tantissimi. Ma nel mentre in Calabria arrivano da altri posti .Siamo pieni di Rumeni, che lavorano per poco in edilizia( oggi bisogna dire, “lavoravano”), Ucraine, Polacche che fanno le badanti ed assistono i nostri anziani, Tunisini, Maghrebini, africani ed asiatici che fanno di tutto. Lavoratori in agricoltura che vivono in tende e si accontentano di poco , rubati dai loro datori di lavoro, ma rubando lavoro ai calabresi ed alle calabresi!

I comuni più grandi e quelli più piccoli

La popolazione residente si distribuisce per il 36,4% nella provincia di Cosenza (714.030 unità), per il 28,1% in quella di Reggio di Calabria (550.967), il 18,4% vive in provincia di Catanzaro (359.841), l’8,7% (170.803) in provincia di Crotone e il restante 8,3% risiede nella provincia di Vibo Valentia (163.409).

I cinque comuni più grandi in termini di popolazione sono: Reggio di Calabria (180.817 residenti), Catanzaro (89.364), Lamezia Terme (70.336), Cosenza (69.484) e Crotone (58.881). Molto lontana Vibo Valentia.

I cinque comuni più piccoli sono, invece, Staiti (Reggio di Calabria) con 279 residenti, Carpanzano (Cosenza) 300 residenti, Sant’Alessio in Aspromonte (Reggio di Calabria) 323 residenti, Panettieri e Castroregio (entrambi in provincia di Cosenza) con 345 residenti.

Si tratta di paesini interni , collinari o montani e lontani dalle principali vie di comunicazione

Più femmine che maschi

In Calabria, al 9 ottobre 2011, risiedono 95 uomini ogni 100 donne (954.172 uomini, 1.004.878 donne), valore più alto della media nazionale (93,7%) e di quella registrata nel complesso delle regioni del Sud (94,3%). Soltanto a Vibo Valentia, dove il rapporto di mascolinità è pari al 97,2%, si ha uno scostamento rispetto alla media regionale.

Nel dettaglio comunale, il rapporto di mascolinità è sbilanciato a favore della componente maschile in 59 comuni (14,4% del totale); i valori più elevati si raggiungono ad Altilia (in provincia di Cosenza), dove risiedono 116,1 uomini ogni 100 donne, e a Nardodipace (Vibo Valentia), con 108,4 uomini ogni 100 donne. Sono soltanto 76,5 ogni 100 donne gli uomini di Jacurso (Catanzaro) e 80 quelli di Staiti (Reggio di Calabria). In quattro comuni – Pedace (Cosenza), Belcastro (Catanzaro), Spadola e Vallelonga (entrambi in provincia di Vibo Valentia) – c’è un’assoluta parità tra i generi.

In aumento gli ultracentenari

Dal 2001 al 2011 la quota di popolazione di 65 anni e più è passata dal 17,1% (343.654 persone) al 19,1% (373.871 persone); era al 13,3% nel 1991 (275.136 persone).

In linea con l’andamento nazionale, anche i “grandi vecchi”, ovvero gli ultraottantacinquenni, incrementano il loro peso sul totale della popolazione residente (dall’1,9% del 2001 al 2,6% del 2011). Se la classe 95-99 aumenta quasi del 77%, quella degli ultracentenari è più che raddoppiata (+104%).

Le persone di 100 anni e più, infatti, erano 214 nel 2001 (68 maschi e 146 femmine) mentre nel 2011 ne sono state censite 436, con un’altissima percentuale di donne (317 unità) pari al 72,7%.

Cosenza si conferma la provincia in cui risiede il maggior numero di ultracentenari (163, pari al 37,4% del totale), seguita da Reggio di Calabria (138, il 31,7%) e da Catanzaro (73, il 16,7%).

Le città in cui al 9 ottobre 2011 vivono più ultracentenari sono: Reggio di Calabria (39, l’8,9% del totale), Cosenza (21, il 4,8%), Catanzaro (17, il 3,9%) e Lamezia Terme (14, il 3,2%).

In aumento l’età media

Se nel 2001 la popolazione residente in Calabria aveva un’età media di circa 39 anni, dopo 10 anni si raggiunge la soglia dei 42.

Pochi i nati ma la ragione della senilizzazione è che emigrano i giovani non gli anziani

La fuga dai piccoli comuni dove non ci sono servizi

Dal 2001 ad oggi, la popolazione è complessivamente aumentata solo in 98 comuni calabresi (pari al 24% circa). In particolare, si registra un aumento di residenti nel 20% dei comuni con meno di 5mila abitanti, nel 43% dei comuni di dimensione compresa tra 5 e 50mila abitanti e in un solo comune (Reggio di Calabria) con oltre 50mila abitanti.

Analizzando il dato per provincia, a Catanzaro si contano 27 comuni (33,8%) in cui la popolazione è aumentata, a Cosenza 39 (25,2%) e a Crotone 6 (22,2%).

Al contrario, nelle province di Reggio di Calabria e di Vibo Valentia si registrano le percentuali più alte di comuni in cui il numero di residenti è sceso: in particolare, sono 80 i comuni del reggino (82,5%) e 41 quelli del vibonese (82%).

A livello comunale, l’incremento della popolazione più alto (+43,6%) si registra a Ionadi (Vibo Valentia) e la flessione più consistente (-41,2%) a Paludi (Cosenza). Il comune di Belcastro (Catanzaro) conferma dopo 10 anni lo stesso esatto numero di residenti.

Tale fenomeno si distribuisce senza significative differenziazioni in tutte le province. Gli italiani diminuiscono, infatti, in 354 comuni (86,5% dei casi), mentre aumentano nei restanti 55 (pari al 13,5% del totale).

I comuni che perdono più residenti italiani sono Paludi, Serra d’Aiello e Belmonte Calabro, tutti in provincia di Cosenza. Quelli che, al contrario, ne guadagnano di più sono: Ionadi (in provincia di Vibo Valentia), Marano Marchesato e Marano Principato (in provincia di Cosenza).

In forte crescita gli stranieri

Nel corso dell’ultimo decennio la popolazione straniera residente in Calabria è più che triplicata (da 18.016 a 65.809 unità, +265,3%).

Quasi sette stranieri su 10 risiedono nelle province di Cosenza e di Reggio di Calabria, rispettivamente 22.375 unità (pari al 34% della popolazione straniera residente) e 21.014 unità (32%).

Il rapporto di mascolinità risulta di 80 maschi ogni 100 femmine, con una diminuzione di quasi 20 punti percentuali rispetto al decennio precedente.

Reggio di Calabria si conferma la provincia con la maggior incidenza di cittadini stranieri sul totale della popolazione residente (38,1 per mille abitanti), seguita da Crotone (34,4‰), Catanzaro (32,1‰), Cosenza (31,3‰) e Vibo Valentia (30,7‰).

I comuni con l’incidenza più elevata di stranieri sono Gizzeria (Catanzaro) con 134,0 stranieri per mille censiti, Roghudi e Candidoni, rispettivamente con 120,3 e 95,1‰ di stranieri, entrambi in provincia di Reggio di Calabria.

Quasi la metà degli stranieri residenti ha un’età compresa tra 25 e 44 anni; uno su quattro ha tra i 30 e i 39 anni.

L’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra ultrasessantacinquenni e under15) della popolazione residente di nazionalità straniera è pari a 117,9%, notevolmente più basso di quello della componente italiana (139,1%).

La federazione italiana donne arti professioni affari sezione di Amantea invita a partecipare alle celebrazioni del settantesimo anniversario del bombardamento di Amantea.

Il programma prevede la Santa messa nella Chiesa di san Biagio alla ore 10.30,la deposizione di una corona di fiori in Via Indipendenza nello slargo delle “ Case Sciollate”con scopertura di una targa a ricordo della giornata e delle vittime con i saluti del Presidente della FIDAPA Franca Dora Mannarino, del sindaco di Amantea, della dirigente del C. Mortati e della dirigente del Liceo Scientifico

A seguire Flash Mob della memoria(-dall'inglese flash: lampo, inteso come cosa rapida, improvvisa, e mob: folla- è un termine coniato nel 2003 per indicare una riunione, che si dissolve nel giro di poco tempo, di un gruppo di persone in uno spazio pubblico, con la finalità comune di mettere in pratica un'azione insolita).

Ed ecco l’intenso messaggio della vicepresidente Fidapa Wanda Iorno.

Il bombardamento su Amantea, 20 febbraio 1943, è un pezzo della nostra storia che solo pochi ricordano e che molti, soprattutto giovani, ancora ignorano

“In quel tranquillo pomeriggio( ore 16,30 circa) di un sabato pieno di sole, la quiete fu improvvisamente rotta dal rombo sinistro di un aereo e dello scoppio successivo di una bomba.

L’obbiettivo strategico, il ponte di via >Indipendenza , fu centrato,ma con il ponte crollarono strade e case sotto cui morirono trentacinque persone “circa”( NDR il loro numero esatto non è a tutt’oggi definitivo).

Furono tredici bambini, tre giovani, sei madri, di cui due incinte, dieci uomini, le vittime innocenti di una perversa logica di guerra, rimaste sotto le Case Sciollate”.

Così chiamiamo quell’ammasso di macerie- mai rimosse- sotto cui potrebbero ancora giacere dei poveri resti umani, forse”

Ma sotto di esse giacciono, certamente, i giochi interrotti dei bambini, i sogni infranti dei giovani, gli affanni e le speranze delle madri e dei padri.

E domani, passando da quel suggestivo angolo di via Indipendenza,volgiamo lo sguardo verso le “Case Sciollate”, su quella fredda lapide su cui sono incisi dei domi e soffermiamoci a pensare che quei nomi erano bambini che giocavano, uomini e donne che soffrivano, lottavano, speravano in un domani migliore, in un’alba di pace che per loro non spuntò mai.”

L’evento di Amantea si inquadra in una “filosofia di guerra” che utilizza le forze aeree ( in particolare i bombardieri ) per creare uno stato di allerta e di paura. È un fiorire di bombardamenti quello che interessa tutta l’Italia ed in particolare le aree prossime al mare.

Tra i tanti bombardamenti ricordiamo:

Quello di Cittanova che fu pesantemente colpita da una squadriglia di aerei americani proprio il 20 febbraio 1943. La formazione aerea sganciò 23 bombe e una trentina di spezzoni incendiari che colpirono il centro dell’abitato. Morirono 105 Cittanovesi, furono distrutte 150 case e provocati danni ingenti per un disastro che nessun’altra città subì in Calabria.

Ma tantissimi altri :

-Il 3 febbraio bombardieri americani attaccano Palermo causando numerose vittime e gravi devastazioni

-Il 4 febbraio un’incursione aerea su Torino e La Spezia provoca numerose vittime e danni notevoli.

-Il 7 febbraio aerei alleati bombardano Cagliari e Napoli.

-Il 14 febbraio più di 100 quadrimotori della RAF investono Milano provocando vittime e danni molto gravi: è la prima di una lunga serie di incursioni.

-Il 15 febbraio una pesante incursione aerea anglo-americana su Palermo (almeno 100 morti) e Napoli.

-Il 17 febbraio un violento attacco aereo alleato su Cagliari e dintorni provoca più di 100 morti e danni ingenti.

-Il 20 febbraio ondate di bombardieri colpiscono Napoli causando, secondo fonti ufficiali, 119 morti e 332 feriti.

-Il 23 febbraio i quadrimotori americani devastano Messina

Il 26 febbraio ancora una volta Cagliari viene devastata da un’incursione di aerei alleati: i morti accertati sono 73, mentre i feriti sono 286.

-Il 27 febbraio una violenta incursione aerea alleata in Siracusa provoca numerose vittime e ingenti danni.

Tra i più gravi:

Quello del 6 maggio alle 11,30 in due ondate successive centinaia di quadrimotori devastano Reggio Calabria causando 250 morti e 277 feriti. Fu solo uno dei 24 bombardamenti subiti dalla città.

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