E’ la condanna comminata stamattina 16 marzo da Tribunale di Torino a Fabrizio Pellegrino ex professore di scuola media ed ex presidente del Marcovaldo coinvolto in un'indagine che ha scosso non poco la tranquilla provincia di Cuneo. Si trattava di un personaggio molto in vista nell'ambito della cultura.
Erano stati chiesti 14 anni per via del rito abbreviato, altrimenti sarebbero stati 21.
Il professore, presente in aula al momento della lettura, ha detto : “"Sono disperato, undici anni sono troppi".
"E' rimasto annichilito, schiacciato dalla sentenza" ha detto il suo avvocato Emiliana Olivero.
Poi ha aggiunto che si tratta di "Una condanna sproporzionata. A mio parere è ingiustificata, sproporzionata rispetto ai fatti contestati. Nessuna delle richieste della difesa è stata accolta ".
"Parliamo , infatti- aggiunge l’avvocato- di condotte volontarie, non c'è mai stata violenza e soprattutto l'imputato era l'agito nelle pratiche contestate. Qui la storia è ribaltata rispetto a tutti i casi che ho seguito e rispetto alle decine di sentenze che ho letto in questo ambito. Possiamo avere le nostre opinioni dal punto di vista etico e morale, ma dal punto di vista legale questo dovrebbe fare la differenza".
L'uomo è stato condannato anche al pagamento di una multa di 50mila euro, ha disposto il sequestro dei suoi beni - la casa di Dronero - e una provvisionale di 15mila euro per ognuna delle sei parti civili costituitesi in giudizio.
Il gup Trevisan, nel processo con rito abbreviato, lo ha condannato anche all'interdizione perpetua dall'insegnamento.
In tribunale il 9 marzo gli avvocati di Pellegrino, che si trova in carcere dallo scorso agosto con l'accusa di violenza sessuale, induzione alla prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico , avevano chiesto l'assoluzione per i primi due capi d'accusa e un ridimensionamento per il terzo.
Tra 90 giorni verrà depositata la sentenza, dopodiché i legali di Pellegrino decideranno come agire per il ricorso in appello.
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Il R.O.S. ed il Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza hanno arrestato 28 esponenti della cosca “Acri-Morfo’’ di Rossano a seguito di misura coercitiva emessa dal G.i.p. distrettuale di Catanzaro su richiesta della locale direzione distrettuale antimafia.
Gli arresti sono stati eseguiti in Rossano, Vigevano (Pv), Viterbo, Parma e Cuneo.
Tra i destinatari dei provvedimenti, oltre ad elementi di vertice e gregari della consorteria, anche un avvocato candidato al Consiglio Comunale di Rossano nelle consultazioni elettorali del maggio 2011 ed al quale sono stati concessi i domiciliari.
Gli arrestati sono accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, ricettazione, estorsioni, spaccio di droga, rapine e trasferimento fraudolento di valori.
Nell'ambito dell'operazione sono stati sequestrati beni per 40 milioni di euro, tra i quali 17 società, molte delle quali riconducibili ad attività commerciali; 25 immobili, tra terreni ed appartamenti, 45 autoveicoli e 7 polizze assicurative. Sono stati poi sequestrati anche conti correnti bancari e denaro contante.
Nel corso delle indagini, secondo quanto si è appreso, è emerso che la cosca riciclava i proventi delle attività illecite investendo principalmente in attività commerciali.
I dettagli dell’operazione saranno illustrati durante una conferenza stampa che si terrà alle ore 12:00 presso il Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza
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