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alviniGrillo si è esibito in un teatro a Lecce col suo spettacolo “Insomnia” e ad attenderlo c’erano molti delusi del Movimento 5 Stelle. Lo hanno contestato, insultato, gli hanno gridato in faccia: traditore, infame, sei finito, vaffa….. E così quello che fu lo slogan volgare utilizzato dagli attivisti del M5S contro gli avversari politici del passato è un invito esplicito rivolto a chi ne fece una bandiera. Alcune bandiere pentastellate sono state bruciate e i manifestanti hanno gridato agli spettatori che entravano nel teatro Politeama greco per assistere allo show:-Non date i vostri soldi a chi ha tradito il nostro territorio-. Come si è comportato Grillo sul palco? Ha buttato fango su Renzi, Salvini e sui genitori di Renzi e di Salvini. A Salvini ben gli sta. Prende pesci in faccia dal comico 5 Stelle che è suo alleato. Non solo lo ha offeso paragonandolo al Mago di Oz, ma per Grillo Salvini è senza cuore, senza coraggio, senza cervello. Ha pure insultato la madre. In una telefonata le ha detto:- Come mai hai partorito un simile figlio, perché non hai preso la pillola abortiva?- E c’è gente che ancora oggi paga il biglietto per assistere a simili porcherie. Questa non è satira politica, è volgarità che esce dalla bocca di un comico che non sa più cosa dire. E meno male che molti spettatori lo hanno capito. Infatti il teatro dove si è esibito il comico giullare non era pieno, c’erano tanti posti vuoti e chi era seduto dietro è stato invitato a sedersi ai primi posti. Non ha risparmiato neppure Renzi e i suoi genitori finiti agli arresti domiciliari. Ora li hanno scarcerati. Si è domandato:- Ma come hanno fatto i giudici a mettere agli arresti due settantenni? Non c’era più il rischio di commettere il reato. Ma a 70 anni come si fa a mettere al mondo altro figlio?- Tutto qua sta la comicità di questo volgare attore che ormai ha fallito come comico e a poco a poco sta fallendo come politico. Ma, purtroppo, le sorti del Governo giallo verde in carica sono nelle mani di questo volgare giullare. Quanto siamo caduti in basso! Invece di parlare di cose serie e di fare vera comicità, si limita a fare battute che non fanno più ridere nessuno. La mamma di Renzi e di Salvini avrebbe dovuto prendere la pillola per non partorire e sua madre per non partorire il mostro cosa avrebbe dovuto prendere? Non ha preso la pillola, ma forse quando lui è nato la pillola ancora non era stata scoperta. Ed ecco, ne è venuto fuori un bel genio. Ha le idee molte confuse e sbanda continuamente, ed è normale e comprensibile, vista l’età e i primi segni di demenza. Le risate una volta si sprecavano e il comico non doveva spiegare le battute. Ora risultano incomprensibili finanche al suo pubblico bue. E sono, per amor di cronaca, molto tiepide e a comando

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salvini di maio 2-3-2Per scrivere quest’articolo mi sono avvalso della famosissima canzone di Elvis Presley: It’s now or never. Ora o mai più, domani sarà troppo tardi. Per Elvis l’amore non può aspettare, per il Movimento 5 Stelle, invece, sono le poltrone che non possono aspettare. Chi potrà mai sapere quando il M5S potrà occupare in futuro quelle comode poltrone governative? E per non lasciarle ad altri già i ribelli ed i fedelissimi parlamentari di Fico, Presidente della Camera dei Deputati, strizzano l’occhio al Pd. Ormai il Governo giallo verde è fallito, ha le ore contate. La Tav ha spazzato via l’ultimo esile filo che teneva legato il M5S con la Lega di Salvini. Ma i ribelli non vogliono mollare il Governo e le poltrone governative. Fallito il Governo giallo verde è pronto un Governo giallo rosso, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. La grillina Paola Nugnes, molto vicina a Fico, all’Agenzia Adnkronos non usa giri di parole:-E’ arrivato il momento di cercare altre alleanze in Parlamento a partire dal Partito Democratico-. E a questo punto scarica tutte le responsabilità del fallimento governativo con la Lega su Matteo Salvini che vuole a tutti i costi che la Tav si faccia. Sono parole pesanti quelle dette dalla Nugnes e che ormai hanno dato vita ad una guerra fratricida tra i governisti e gli oppositori. Fa notare che alle elezioni del 4 marzo dello scorso anno il M5S ha preso il 33% di voti e la Lega il 17%. I voti, ha ribadito spocchiosa, il Movimento li ha presi al Sud ed è ora di fare i conti con questo. Questo Governo, questa alleanza con la Lega sono costati e ancora rischiano di costare troppo caro al Movimento. Basta guardare i sondaggi delle varie emittenti televisive che danno alla Lega oltre il 30% e al M5S al di sotto il 20%. La perdita dei consensi vuole dire soltanto una cosa ben precisa:-Non sono date le doverose risposte a chi ci ha dato un mandato preciso-. E il nuovo segretario del Pd Zingaretti, Franceschini, Bersani, Grasso, Boldrini e la fronda anti Renzi gongolano. E così avremo un bel Governo dei trombati. Resterebbe, però, lo scoglio insormontabile della Tav. Ma davvero il Pd pur di andare al Governo concederebbe al M5S quello che Salvini ha loro negato? Fino ad oggi il Pd si è sempre schierato a favore della Tav e Zingaretti, appena eletto segretario è andato a visitare a Torino il Governatore Chiamparino favorevole alla Tav. Ma forse i compagni si tureranno il naso e tutti quei trina ricciuti scappati dal Pd lo scorso anno rientreranno alla base portandosi però con loro il reddito di cittadinanza. A questo punto prevedo scenari drammatici e per Zingaretti, se dovesse allearsi col M5S, un suicidio. E poi nel Pd non tutti sono a favore di un matrimonio contro natura col M5S, specialmente alla luce degli ultimi eventi.

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Amici miei carissimi oggi vi voglio raccontare con semplicità quello che sta accadendo nelle stanze dei bottoni e nelle piazze italiane e quello che è accaduto nelle urne elettorali della Regione abruzzese. Il clima è molto teso, i nervi dei maggiori esponenti politici che ci governano sono a fior di pelle.

La visita di Salvini al cantiere della Torino – Lione ha lasciato strascichi. Di Maio non ha gradito l’intervento di Salvini e lo ha avvertito che se continua così, allora potrebbe finire male. E Salvini non ha gradito la visita che Di Maio ha fatto ai Gilet gialli in Francia. E poi c’è il caso della nave Diciotti ed ancora non si sa con precisione come voteranno in Giunta per l’autorizzazione a procedere contro Salvini e poi in Parlamento. Ma non solo la Tav e la nave Diciotti hanno portato scompiglio e litigi in seno alla compagine governativa, ma anche il Venezuela, le accuse alla Francia, le nomine alla Banca d’Italia ed in ultimo le elezioni regionali in Abruzzo. Salvini, Di Maio, Di Battista, Conte, quattro amici al bar molto litigiosi, uniti in matrimonio dopo le elezioni del 4 marzo dell’anno scorso, con l’intenzione di cambiare il mondo.

Volevano, purtroppo, non ci riescono perché sono molto litigiosi fra di loro.

Oggi li troviamo seduti a qualche bar a bere dei whisky o forse non li troveremo da nessuna parte perché ognuno pensa ai fatti suoi a rincorrere i propri guai che giorno dopo giorno combinano. Salvini e Di Maio con l’aiuto di Di Battista tornato dall’America se la danno di santa ragione come pugili sul ring. Lo scontro ormai è arrivato a livelli preoccupanti e il povero Premier, preoccupatissimo, fa suonare il gong e sale sul ring per fermare i contendenti.

Ma gli argomenti che in queste ultime settimane sono stati al centro dell’attenzione e dell’intero sistema di informazione hanno infiammato lo scontro tra alleati. Dice Salvini:- La Tav è un’opera utile e deve essere completata. Sono fiducioso che la Tav si faccia. Non voglio litigare con i 5 Stelle. Ragioneremo con pacatezza e, come facciamo sempre, troveremo un compromesso-. E si presenta a Chiomonte con pettorina arancione da operaio edile per ribadire il proprio Sì alla Tav nell’istante in cui l’altro Vice Premier Luigi Di Maio con giacca e cravatta annuncia alla Camera che la Tav non si farà mai fino a quando i 5 Stelle saranno al Governo-.

Ed annuncia che il Governo non cadrà perché con la Lega troveremo una soluzione condivisa. Campa cavallo che l’erba cresce. Fanno finta di litigare e intanto le opere sono ferme, lo spread aumenta e il Pil nei prossimi anni non raggiungerà neppure l’1% programmato. Salvini e Di Maio sanno recitare come due attori provetti la loro parte in accordo fra di loro e intanto si spartiscono il potere fatto di nomine e di gestione personale delle aziende di Stato. A questo punto entra in scena Di Battista tornato dall’America e che Di Maio come un cucciolo se lo porta a spasso in Abruzzo perché da solo non ce la fa a tenere a bada l’alleato di governo. Attacca Salvini, torna da Berlusconi e non rompere i coglioni. La Tav, dice, è una stronzata.

Ma Salvini, ancora una volta, all’attacco dei 5 Stelle, risponde pacatamente:- Troveremo una soluzione. Io non vedo spaccature nel governo. La Tav non serve a Salvini ma serve agli italiani -. Dalla Tav alla Diciotti, dalla Francia al Venezuela, dalle trivelle al premio di cittadinanza, fino alla legge di legittima difesa, sempre più tensione tra Lega e 5 Stelle, ma non rompono, continuano a governare.

A questo punto, amici, mi è venuta alla mente una antica tradizione toscana, un’antica storiella: I ladri di Pisa. Sì proprio loro.

Durante la notte andavano a rubare tutti insieme e poi litigavano fra di loro tutto il giorno per dividere il bottino.

Così fanno Salvini e Di Maio, credendo di prendere per fessi gli italiani che li hanno votati.

Danno a vedere di non trovarsi d’accordo su varie scelte, ma poi continuano comunque a governare insieme, perché sanno che se questo assurdo matrimonio giallo verde dovesse naufragare sia l’uno che l’altro si troverebbero senza occupazione e dovrebbero ritornare nelle proprie regioni a trovarsi un lavoro o mendicare il premio di cittadinanza in qualche ufficio di cerca lavoro. Ieri si è votato in Abruzzo per il rinnovo del Consiglio Regionale.

Ebbene il Movimento 5 Stelle che un anno fa sfiorò il 40% dei voti a distanza di un anno è crollato. Ha vinto il candidato del centro destra.

E il candidato del centro sinistra alla guida di otto liste elettorali che con spocchia affermava che il Pd era in forte e costante ascesa ed era sicuro di poter vincere le elezioni regionali si è dovuto accontentare del secondo posto con appena il 31% dei voti.

Il rischio di crisi di governo ora è altissimo dopo il clamoroso flop del Movimento 5 Stelle e la schiacciante vittoria della Lega diventata il primo partito.

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«Ribadisco e tutelo la sua libertà di candidarsi con chi desidera, la libertà che è garantita dalla nostra Costituzione italiana. Comprendo lo sgomento di tutti, compreso quello dei militanti della stessa Lega, ma per quanto mi riguarda è proprio il caso di dire che non c'è nessuna novità

 

rilevante, essendo questo l'ennesimo e forse neanche l'ultimo episodio di una vicenda il cui copione è già scritto e anche noto».

Lo scrive su facebook Cecile Kyenge, a proposito dellacandidatura del marito con la Lega a Castelfranco Emilia. 

«Dico che non c'è nessuna novità, salvo il fatto che si stia finalmente avvicinando la data dell'udienza davanti al giudice per la fine del nostro matrimonio; udienza da me richiesta ormai mesi addietro.

Ho così cercato da tempo di mettere un punto finale all'episodica ed indecorosa esibizione delle questioni familiari, e posso capire le fibrillazioni della vigilia dell'udienza stessa», spiega l'eurodeputata Pd.

«Le questioni politiche che mi vedono impegnata da anni, e nelle quali intende legittimamente impegnarsi pure mio marito, devono essere tenute al di fuori della cerchia familiare.

Questo succede in tutte le famiglie che si impegnano nella cosa pubblica con etica e rispetto.

Lo pretendo in primis per il rispetto delle nostre figlie e dei nostri rispettivi cari», prosegue Kyenge.

«Ho deciso di emettere questa piccola nota esplicativa, l'unica sull'argomento, che spero quindi venga chiuso e superato definitivamente.

Continuerò la mia battaglia politica sulla stessa linea della lotta all'esclusione e alla xenofobia, promuovendo l'inclusione e la coesione sociale in Italia.

Un grazie di cuore a tutti per i messaggi di sostegno che ho ricevuto, e che mi dicono che io non sono sola», conclude la Kyenge.

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Il Movimento 5 Stelle è in fibrillazione, non sa quale decisione prendere e si divide sull’autorizzazione a procedere a Matteo Salvini, Ministro degli Interni e alleato di Governo, per il caso della nave Diciotti.

Voterà a favore o voterà contro?

Salvini, ancora una volta, ha messo i parlamentari penta stellati con le spalle al muro.

Ora ha deciso che non vuole farsi processare e chiede ai suoi alleati di Governo, che mal lo sopportano, di votare contro l’autorizzazione a procedere.

Questa volta le cose sono molto ingarbugliate e Conte, Di Maio, Di Battista corrono un rischio enorme.

Se voteranno No salverebbero Salvini ma spaccherebbero il Movimento e perderebbero tantissimi elettori specialmente quelli giustizialisti, e sono la maggioranza.

Se voteranno Sì tradirebbero e affosserebbero l’alleato Salvini e potrebbero mandare all’aria l’alleanza di Governo.

Gli elettori leghisti non accetterebbero di buon grado il tradimento e prima o poi glielo farebbero pagare con gli interessi.

Ma a quanto pare non vogliono spaccare il Movimento e contemporaneamente non vogliono affossare il Governo. Come evitare allora la trappola ben orchestrata da quel bellimbusto di Matteo Salvini?

E allora quale decisione prenderanno?

In Giunta per l’autorizzazione a procedere voteranno Sì scegliendo la linea della coerenza.

Sono sempre contro i privilegi della casta e negare l’autorizzazione, secondo Di Battista, non fa parte della loro storia.

In Parlamento, poi, si vedrà. Lasceranno libertà di coscienza ai Parlamentari.

Così facendo, secondo il loro ragionamento, non verranno meno ai loro principi e non tradiranno i loro elettori e dall’altro lato non affonderanno il Governo e salveranno Salvini dalla condanna per sequestro di persona.

Ecco come prenderanno per i fondelli i loro elettori e come prenderanno per fesso il popolo italiano. Bella trappola gli ha confezionato l’astuto Salvini.

In entrambi i casi sopra descritti il Movimento 5 Stelle rischia una Caporetto.

In un primo momento Salvini con tutta la sua boria e prosopopea ha fatto l’eroe e ha offerto il petto ai giudici.

Diceva: Non ho paura di voi, processatemi, ho a mio favore gli italiani.

Ho fatto il mio dovere di Ministro, sono innocente.

Ora ha paura, tanta paura, non solo perché venga processato e condannato, ma perché non vuole finire nelle patrie galere e perdere la comodissima poltrona di Ministro che ama tanto e che non vorrebbe mai lasciare.

Direbbe: Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca.

E così ha messo i poveri e inesperti grillini con le spalle al muro: Dovete votare No all’autorizzazione a procedere.

Sono sicuro che quando la mozione arriverà in Parlamento moltissimi parlamentari penta stellati voteranno No.

Nessuno saprà mai i loro nomi perché la votazione sarà segreta.

Si tureranno il naso e segretamente voteranno a favore di Salvini, perché anche loro hanno famiglia e non vorranno lasciare anticipatamente il posto di Deputato o Senatore e poi tornare a casa con le pive nel sacco da disoccupati e chiedere negli uffici di cerca lavoro il reddito di cittadinanza.

Cari amici del Movimento 5 Stelle, vi siete cacciati in un brutto guaio.

Ve lo dico in dialetto calabrese:- De cca cc’è su spine, de llà ce su calabruni. Nduve vi jiettate?

Il caso giudiziario della nave Diciotti, inutile nasconderlo, è diventato una bomba ad orologeria. Potrebbe scoppiare da un momento all’altro.

E sta complicando la convivenza tra voi e la Lega di Salvini.

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Vetri in frantumi della sede della Lega ad Ala, in provincia di Trento, dove in serata è atteso l’arrivo del ministro dell’Interno Matteo Salvini per il tour elettorale in vista delle provinciali del 21 ottobre.

La forte esplosione è avvenuta attorno alle due di notte al piano terra di un edificio dove, oltre alla sede del Carroccio, ci sono le abitazioni di due famiglie: il boato ha risvegliato i vicini che hanno avvertito i vigili del fuoco e le forze dell’ordine.

Secondo le prime informazioni, si tratterebbe di una bomba carta di fabbricazione artigianale e sarebbero state fermate due persone. 

«Ho sentito il commissariato del governo e la questura e mi dicono che i due responsabili sono stati identificati e denunciati», spiega il governatore del Trentino, Ugo Rossi, «auspico e chiedo la massima durezza

Non è possibile che ciclicamente qualcuno di certi ambienti faccia le solite cose. Sarebbe ora e tempo di agire con durezza».

Da Salvini ancora nessun commento. «Massima solidarietà agli amici trentini e al segretario Mirko Bisesti. La violenza non ci fermerà!» è invece il commento a caldo su Facebook del ministro per la Famiglia e le Disabilità, Lorenzo Fontana, a proposito dell’ennsimo atto vandalico contro la Lega.

Dal fronte avversario è arrivata la solidarietà di Emanuele Fiano: «Noi non saremo mai dalla parte delle bombe; la nostra condanna per la bomba carta esplosa davanti ad una sede della Lega in Trentino è tanto più forte quanto più forte è la nostra avversione alle idee della Lega.

Ma la battaglia politica si fa contrastando le idee che non condividiamo con idee e proposte migliori, sbugiardando le false promesse e i gravi errori, o i danni che si procurano al paese: mai con la violenza»

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Il consigliere comunale di Cosenza, Vincenzo Granata, sottoscrive la tessera di adesione alla Lega alla presenza del segretario provinciale Bernardo Spadafora

La Lega di Salvini fa il suo ingresso ufficiale all'interno del Consiglio Comunale grazie all'adesione al partito del consigliere comunale Vincenzo Granata.

Attraverso una nota la Lega precisa che «dopo il positivo esito elettorale del 4 marzo nel quale la Lega ha ottenuto oltre 1.400 voti il partito di Salvini è ora presente anche in consiglio comunale. A rappresentare la Lega il consigliere comunale Vincenzo Granata, eletto nelle passate elezioni comunali in una lista civica a sostegno del Sindaco Mario Occhiuto».

Grande soddisfazione per la scelta politica di Vincenzo Granata è stata espressa dal coordinatore regionale e deputato della Lega, Domenico Furgiuele.

«L'adesione del consigliere comunale Vincenzo Granata non solo arricchisce la Lega di una presenza prestigiosa ma - ha precisato Furgiuele - testimonia come anche a Cosenza le proposte politiche della Lega siano in grado di suscitare interesse e nuovo entusiasmo.

La Lega saprà dare risposte anche e soprattutto per la Calabria, regione nella quale è stato eletto al Senato lo stesso Leader della Lega, Matteo Salvini, a scapito di chi è sempre pronto a criticare e dimentica di essere stato al Governo per anni abbandonando al suo destino il popolo meridionale».

Anche il segretario provinciale e vicesegretario regionale della Lega, Bernardo Spadafora, ha accolto con entusiasmo l'adesione di Granata.

«Una scelta che testimonia la crescita della Lega e che sarà da apripista per altre adesioni nella convinzione che la Lega potrà essere in grado di offrire anche a Cosenza proposte ed offerte politiche incisive e realmente tendenti ad un cambiamento concreto e non di facciata».

Infine, per Gianfranco Bonofiglio, coordinatore cittadino della Lega «Vincenzo Granata saprà dare un forte contributo per il radicamento del partito a Cosenza in un rinnovato entusiasmo di un partito oramai nazionale che saprà incarnare la voglia di cambiamento degli italiani e dei cosentini»

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portroneSe fosse ancora in vita Dante Alighieri avrebbe potuto intitolare questo articolo così:-Non c’è maggior dolore che ricordarsi dei tempi felici nella miseria-. Il 4 marzo scorso si sono svolte regolarmente e democraticamente le elezioni nazionali per il rinnovo della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica. Nessuno dei partiti in lizza è riuscito ad avere la maggioranza per poter formare da solo un nuovo governo. Comunque dalla competizione sono usciti vincitori il Movimento 5 Stelle e la Lega. Amara sconfitta del Pd di Renzi, uscito con le ossa rotte al di sotto del 20% dei voti. E Matteo Renzi, Segretario del Pd che fino al 4 marzo si vantava con orgoglio e baldanza di essere il primo partito in Italia col 40% di voti è stato costretto a dimettersi. Ha subito riconosciuto la sconfitta e si è messo momentaneamente da parte dicendo che da oggi in poi farà il semplice Senatore della Repubblica, invitando il suo partito a fare l’opposizione in Parlamento. Chi ha vinto è tenuto a fare il Governo, sempre se ci riuscirà ed avrà i numeri necessari. Ma non tutti i Deputati e Senatori del Pd vogliono fare opposizione. Non ci sono abituati. E poi non vogliono lasciare le comode poltrone che occupano. Infatti segretamente starebbero lavorando per fare fuori Renzi definitivamente e il grillino Di Maio, candidato del Movimento 5 Stelle a Presidente del Consiglio. Andrea Orlando e Dario Franceschini abbarbicati alle poltrone come l’edera hanno un piano segreto che dovrà materializzarsi dopo i fallimenti di Salvini e Di Maio a formare un nuovo Governo. Infatti stanno già interloquendo con alcuni parlamentari del Movimento grillino. Stanno pensando anche in questo senso due personaggi che il popolo italiano ricorda certamente. E i ricordi non sono belli. Uno è quel Romano Prodi che fu costretto a dimettersi sfiduciato dalla sua stessa maggioranza che per ben due volte aveva vinto le elezioni. L’altro è quel personaggio, Presidente del Consiglio da pochi mesi, che di notte tra il 9 e 10 luglio del 1992 mise le mani nelle tasche degli italiani rubando agli onesti cittadini che avevano un conto corrente bancario il 6 per mille su tutti i depositi. Mi riferisco a Giuliano Amato, il quale avendo ricevuto onori e gloria dal PSI e dal suo Segretario Bettino Craxi, non solo non è andato al suo funerale, ma neppure una sola volta è stato a depositare un garofano rosso sulla sua tomba ad Hammamet.

Quale sarebbe la condizione per formare un Governo Pd e Movimento 5 Stelle? Far fuori contemporaneamente Renzi e la sua pattuglia rimastagli fedele e Di Maio. Dicono Franceschini e Orlando che il Pd non potrà mai votare un Governo Di Maio e lo hanno fatto capire ai 5 Stelle. E lo dovrebbe capire anche Di Maio il quale dovrebbe fare un bel passo indietro: Rinunciare alla Poltrona. Ma è giusto, avrebbe detto alla Stampa uno dei registi della operazione, che ci arrivino piano piano. E chi dovrebbe essere il Premier? Un premier votabile. E chi potrebbe essere? Romano Prodi o Giuliano Amato. Mamma mia! E questi due personaggi sono la novità della XVIII Legislatura Repubblicana? Immagino che Franceschini e Orlando abbiano fatto una bella seduta spiritica alla quale abbia partecipato anche Romano Prodi come costui ha fatto 40 anni fa quando seppe dov’era prigioniero il grande uomo politico democristiano l’On. Aldo Moro. Renzi ha capito quello che si sta muovendo alle sue spalle e ha fatto dire al suo fedelissimo capogruppo al Senato Andrea Marcucci:- Il Pd non sosterrà mai nessun Governo del Movimento 5 Stelle. Se qualche dirigente vuol cambiare posizione, lo dica chiaramente-. Chiaramente non lo diranno mai. Sono, da vecchi marpioni della politica, a tramare in segreto e poi pugnalare alle spalle.

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La lega non ha una sezione ad Amantea!

Eppure ha preso poco meno della metà dei voti del PD.

Come può essere? Chi gli ha dato tutti questi voti?

Ed ecco una possibile verità!

“ Ci siamo incontrati .

Volevamo mandare un segnale alla politica locale!”

“A chi?” chiedo.

“Un attimo” è stata la risposta, ve lo dico dopo.

“Allora vi siete incontrati, ed avete deciso ….”.

“Ascoltate. I voti li abbiamo noi e tutti li usano. Se ne vantano, come se , noi, fossimo i loro sudditi, i loro “bravi”, i loro “scherani”.

Ma siamo fortemente incazzati.

E così abbiamo deciso di dare “loro” una lezione.

Non voteremo M5s per non confonderci con tutti gli altri che, come noi, sono incazzati per come vanno e cose in Italia, in Calabria e ad Amantea.

Non possiamo votare PD per non passare come i fessi di turno, quelli che “ gli altri, hanno prebende e posti e noi glieli difendiamo”.

Ed il PD è il primo responsabile di come va la Calabria e la nostra Amantea!

Non possiamo votare Forza Italia , cioè Gentile, per non fare sentire importanti i suoi portatori di voti, i politici che hanno già ottenuto o che hanno chiesto di ottenere”.

Alza la mano per invitarmi a non fare domande.

“Non possiamo votare i partiti che rischiano di non arrivare al 3 %.

Allora la lega ci è sembrata la scelta obbligata.

Forse non abbiamo fatto lo sforzo necessario e che pur potevamo fare. Ma è un inizio”.

Alza di nuovo la mano per bloccare la domande che mi legge nella mente, poi continua, ma non mi faccio fregare.

“A chi volevate mandare il messaggio?”.

“ A chi è di sinistra ed a votato destra.

A chi ha il governo del comune ma lo gestisce come un negozio, senza capire che sta per fallire.

A chi, dalla sera alla mattina, passa da un lato all’altro dello schieramento politico.

A chi non ha voti ma se li vanta.

A chi vive in un mondo dorato e non capisce i problemi della gente. Ora basta.

Parlo di …………., e di…………….., e di……………, e di……………….”

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legaE’ stata organizzata dalla Lega Italiana Navale di Amantea la giornata sulla sicurezza in mare per i diportisti del basso tirreno cosentino, che si è tenuta nella mattinata di ieri nel porto di Amantea, grazie alla collaborazione della Guardia Costiera di Vibo.

Nel predetto Porto è stato predisposto un gazebo Guardia Costiera con al suo interno un mini stand informativo per i visitatori, ai quali sono stati consegnati volantini con consigli utili ai diportisti ed esposte tutte le dotazioni di sicurezza previste per le unità da diporto a seconda della distanza dalla costa in cui si trovano a navigare.

Inoltre, alla presenza dei diportisti e degli alunni dell’Istituto di Istruzione Superiore di Amantea che hanno partecipato al progetto ambientale “Quant’è profondo il mare”, realizzato congiuntamente alla Guardia Costiera e all’ARPACAL di Cosenza, rappresentata per l’occasione dal Dott. OSSO, il Servizio Operativo della Capitaneria di Porto di Vibo, al Comando del Capitano RAGADALE, ha organizzato una dimostrazione di apertura zattera di salvataggio da 25 posti, lanciata dalla Motovedetta di Soccorso aereo CP 610, lo sparo di un razzo rosso a paracadute e l’apertura di una boetta fumogena di soccorso. L’esercitazione si è conclusa con la dimostrazione del recupero di un naufrago da parte della S.I.C.S.

Presenti alla manifestazione il Capo del Compartimento Marittimo di Vibo Valentia Marina C.F. (CP) Antonio LO GIUDICE, che oltre a ringraziare la Lega Navale Italiana per l’iniziativa dedicata alla sicurezza in mare, ha, al termine della manifestazione, consegnato degli attestati di “Eccellenza” al Preside dell’Istituto di Istruzione Superiore di Amantea Dirigente CALABRIA, per la conclusione del progetto “Quant’è Profondo il Mare”, al Responsabile della Protezione Civile di Amantea Arch. SOCIEVOLE e al Presidente della S.I.C.S. (Scuola Italiana Cani da Salvataggio) di Catanzaro Sig. BARONE, per l’attività addestrativa svolta nell’ambito dell’esercitazione complessa AIRSUBSAREX, svoltasi nelle acque a largo di Tropea il 26 maggio u.s.

L’Architetto MAGNONE, presidente della Lega Italiana Navale, ha chiuso la manifestazione ringraziando il Comando della Guardia Costiera di Vibo, per quanto dimostrato e svolto, nonché l’Assessore Cannata dell’Amministrazione Comunale di Amantea per la collaborazione resa per la riuscita della manifestazione.

Lo stesso Presidente, ha, altresì, richiesto alla Capitaneria di Porto, la possibilità che tale attività dimostrativa e di informazione possa essere ripetuta anche nel mese di agosto.     

Nei prossimi giorni, si legge nella nota stampa, il veloce battello pneumatico GC 353 della Guardia Costiera di Vibo Valentia Marina, sarà nuovamente rischiarato ed operativo nel porto di Amantea per le attività di vigilanza di polizia marittima, ed opererà con equipaggi addestrati al salvamento nuoto e al primo soccorso sanitario, nell’ambito dell’operazione “Mare Sicuro” che avrà il suo start operativo il 22 giugno e si concluderà il 13 settembre 2015.

L’Ufficio Relazioni Esterne della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, evidenzia, infine, nella stessa nota stampa, di contattare per eventuali emergenze in mare il numero blu gratuito 1530, al quale risponde la Sala Operativa della Guardia Costiera competente nella gestione delle emergenze in quell’area.-

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