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Il tribunale dell'Aja ha accol to la richiesta italiana.

Giunge così ad un primo epilogo positivo la incre dibile vicenda dei fucilieri di marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre già in Italia perché colpito da ictus.

Ma ecco le due verità: «Evviva! Non vedo l'ora di partire, di tornare in Italia»( Il Sole 24 Ore) ha detto Girone ad alcuni amici.

Ma il governo indiano commentando la decisione del tribunale arbitrale dell'Aja ha detto all'agenzia di stampa Pti :”L'Italia non ha interpretato correttamente l'ordine del tribunale. Non è vero che il marine Girone è libero: le condizioni della sua libertà provvisoria devono essere stabilite dalla Corte Suprema”

La pubblicazione dell'ordinanza è attesa per domani ma il rientro è stato confermato dalla Farnesina che ha diramato la seguente nota "Il Tribunale arbitrale istituito a L'Aja ha oggi anticipato la propria decisione che il Fuciliere di Marina Salvatore Girone faccia rientro in Italia fino alla conclusione del procedimento arbitrale, avviato dal Governo il 26 giugno 2015. Le condizioni del Poi il Ministero degli Affari Esteri evidenzia che :”Si tratta quindi di una buona notizia per i due Fucilieri, le loro famiglie e per le ragioni sostenute dal Governo e dai nostri legali. Il Governo conta su un atteggiamento costruttivo dell'India anche nelle fasi successive e di merito della controversia", prosegue la Farnesina. La decisione del Tribunale de L’Aja recepisce le considerazioni legali e di ordine umanitario derivanti dalla permanenza di Girone in India da oltre quattro anni e che avrebbe potuto prolungarsi per altri due o tre anni, tenuto conto della prevista durata del procedimento arbitrale".

Ed infine conclude che "il Governo avvierà immediatamente le consultazioni con l'India affinché siano in breve tempo definite e concordate le condizioni per dare seguito alla decisione del Tribunale arbitrale. Il Governo - si legge ancora nella nota - sottolinea che la decisione odierna del Tribunale relativa alle misure richieste dall’Italia in favore del Sergente Girone non influisce sul prosieguo del procedimento arbitrale, che dovrà definire se spetti all'Italia o all'India la giurisdizione sul caso della Enrica Lexie".

Ricordiamo che era il 15 febbraio 2012 quando al largo delle coste indiane del Kerala, la petroliera battente bandiera italiana Enrica Lexie naviga in rotta di trasferimento da Galle (Sri Lanka) verso Gibuti, con un equipaggio di 34 persone e con a bordo 6 fucilieri di marina (il capo di 1ª classe Massimiliano Latorre, il secondo capo Salvatore Girone, il sergente Renato Voglino, il sottocapo di 1ª classe Massimo Andronico e i sottocapi di 3ª classe Antonio Fontana e Alessandro Conte) del 2º Reggimento "San Marco" della Marina Militare in missione di protezione della nave mercantile in acque a rischio di pirateria. Poco distante dalla nave italiana si trova il peschereccio indiano St. Antony con un equipaggio di 11 persone. Verso le 16:30, ora locale, l'Enrica Lexie incrocia un'imbarcazione e i marò a bordo, convinti di trovarsi sotto attacco pirata, sparano in direzione dell'altra nave. Poco dopo il St. Antony riporta alla guardia costiera del distretto di Kollam di essere stato fatto oggetto di colpi di arma da fuoco da parte di una nave mercantile; colpi che hanno ucciso due membri dell'equipaggio: Ajeesh Pink (o Ajesh Binki), di 20 anni, e Valentine, alias Jelastine (o Gelastine), di 44 anni. La guardia costiera indiana contatta via radio l'Enrica Lexie chiedendo se sia stata coinvolta in un attacco pirata e, dopo aver ricevuto conferma dalla petroliera italiana, richiede alla stessa di attraccare al porto di Kochi. Dopo un contatto con la società armatrice, il comandante dell'Enrica Lexie, Umberto Vitelli, asseconda le richieste della guardia costiera indiana e attracca nel porto indiano. Nella notte dello stesso giorno viene effettuata l'autopsia sui corpi dei due pescatori indiani.

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Berlino.Gli ufficiali sono stati arrestati e liberati dietro cauzione ma gli sono stati sequestrati i passaporti. Il loro mercantile avrebbe speronato un peschereccio indiano al largo della città di Chennai. Ora sono accusati di omicidio colposo e di omesso soccorso aver proseguito la navigazione dopo la collisione

In India per la Germania si profila un caso simile a quello dei marò italiani: due marittimi tedeschi sono stati arrestati dopo che il loro mercantile avrebbe speronato un peschereccio indiano al largo della città di Chennai, sulla costa orientale, provocando la morte di almeno un pescatore. Il caso è scoppiato il 16 marzo ma solo ora ne ha dato notizia il giornale Spiegel. Il settimanale tedesco scrive in tono polemico: "Il caso dei marittimi tedeschi arrestati ieri in India "finisce nel fronte di uno scambio di colpi diplomatici fra Italia e India", scrive oggi Spiegel on line. Il magazine tedesco cita il caso italiano dei marò "che sta sollevando molto clamore in India". "Una storia che dimostra come errori diplomatici - commenta Spiegel - possano distruggere i buoni rapporti fra due Paesi".

Nell'incidente due pescatori indiani sono riusciti a salvarsi lanciandosi in acqua, mentre uno risulta disperso ed un altro è stato ritrovato morto alcuni giorni dopo. La polizia indiana ha accusato il capitano e il primo ufficiale della "Grietje", nave di una società armatrice di Amburgo, di omicidio colposo e di omesso soccorso aver proseguito la navigazione dopo la collisione. I due sono stati in seguito liberati dietro cauzione ma gli sono stati sequestrati i passaporti e non possono lasciare il porto di Chennai.

I due ufficiali tedeschi sostengono che non c'è stato alcuno scontro con la loro nave, come confermerebbero i primi rilievi sullo scafo effettuati dalla polizia indiana, che non ha trovato tracce della collisione. Al momento dell'incidente con il peschereccio indiano erano presenti nella zona altri mercantili, che però le autorità indiane non sono state in grado di fermare. Il presunto scontro con il peschereccio indiano è avvenuto a una distanza inferiore a 12 miglia dalle coste indiane, dunque all'interno delle acque territoriali di New Delhi. La magistratura indiana ha intenzione di aprire un procedimento giudiziario contro i due ufficiali tedeschi.

La nave tedesca è il mercantile "Grietje", battente bandiera di Antigua, ma appartenente alla società armatoriale SAL Heavy Lift con sede ad Amburgo. La società armatrice tedesca è stata recentemente rilevata dal gruppo giapponese Kawasaki Kisen Kaisha. Repubblica.it (27 marzo 2013)

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L’Italia, lo sappiamo tutti, è la patria dei misteri.

Ma tutti pensavamo ad altri misteri lontani, come la strage di Piazza della Loggia, quella di Bologna, quella di Ustica.Ed invece no! I misteri continuano. Per esempio per il caso dei marò.

  1. 1)Che ci facevano sulle navi?. Quale contratto avevano? Erano soldati Italiani( perché non i poliziotti?) impiegati per la difesa dei beni italiani dagli attacchi dei pirati? Od erano privati che per la loro professionalità venivano messi in congedo dall’esercito per essere impiegati da aziende private? Da chi dipendevano? Dal comandante della nave od erano autonomi nella loro azione?
  2. 2)L’incidente è avvenuto in acque internazionali, da cui la competenza italiana ? .Od è avvenuto in acque indiane, da cui la competenza dell’India? Perché non è stata applicata la normativa internazionale del trattato di Vienna.
  3. 3) Perché il comandante della nave è andato in un porto indiano praticamente consegnando i due marò? Perché non ha fatto tappa in un altro porto sbarcando i due militari?
  4. 4)Perché l’Italia non ha preteso di inviare la propria polizia per accertare se davvero i colpi sulla barca erano stati sparati da armi in dotazione ai marò?
  5. 5)Chi ha deciso di non reinviare i militari in india pur avendo assunto tale impegno? Per quali ragioni? Che cosa pensava di ottenere?
  6. 6)Troppo blanda è apparsa la reazione dell’Italia al sequestro del nostro ambasciatore in aperto contrasto con le norme internazionali. Troppo strano che dopo tale sequestro qualcuno ha pensato bene di di restituire i marò? A chi appartiene questa decisione? Per quali ragioni? L’ambasciatore ( incolpevole) è più importante dei due marò? O piuttosto dietro ci sono anche ragioni di ordine economico?( vedi in basso 1)
  7. 7)Perché l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, capo di Stato maggiore della Difesa dice che questa vicenda è una farsa? Che cosa sa e non dice?
  8. 8)Ma davvero lasciamo nostri soldati a rischiare la pena di morte per aver fatto il proprio dovere di soldati? Ma che Italia è questa che manda i propri soldati a morire in Afganistan e i propri soldati in carcere per aver fatto il proprio dovere? E che Governo è questo?

Potremmo continuare a lungo ( e forse ne varrebbe la pena) ma vi faremmo perdere troppo tempo.

  1. 1)I MEDIA INDIANI: TORNATI PER INTERESSI ECONOMICI - I principali giornali indiani si interrogano oggi sull’inaspettata “inversione a U” del governo italiano nel caso dei due marò, rientrati ieri in India dopo che Roma la scorsa settimana aveva annunciato la sua intenzione di non riconsegnare i due soldati, tornati in Italia lo scorso mese con un permesso temporaneo per le elezioni politiche del 24 febbraio. Cosa ha spinto l’Italia a questa svolta “è ancora un mistero” scrive l’Hindustan Times, ma la ragione più probabile è il timore del governo italiano di subire ripercussioni sul piano commerciale. “Roma potrebbe aver realizzato che la sua decisione era controproducente”, visto che l’India era pronta a riconsiderare i rapporti bilaterali nel caso di un mancato rientro dei due marò, accusati di aver ucciso due pescatori indiani in una operazione antipirateria. “Un ridimensionamento dei rapporti avrebbe colpito duramente l’Italia”, scrive l’Hindustan Times, e la “prima vittima” sarebbe stata Finmeccanica, peraltro già coinvolta in un caso relativo al presunto pagamento di tangenti per assicurarsi la vendita di 12 elicotteri Agusta Westland al governo indiano.

Anche il Times of India si chiede se il ritorno dei marò non sia stato “influenzato” da valutazioni di ordine commerciale: “Anche se non è chiaro se gli imprenditori italiani abbiano fatto pressioni al governo italiano per rimandare (in India) i marò e a che livello, questi hanno comunque espresso l’auspicio per una soluzione ‘diplomatica’ della crisi”, affinchè non siano colpiti gli scambi commerciali, “ancora relativamente piccoli ma in crescita”.

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Il Governo italiano ha deciso di non far rientrare in India i marò italiani dopo che erano stati fatti ritornare per partecipare alle elezioni.

Una decisione inattesa sostenuta dalla necessità di poter e dover cercare una soluzione internazionale.

Una decisione che a noi sembra un passo indietro rispetto alla speranza di giustizia che si aveva fino a poco tempo prima.

Solo che per farli rientrare l’India aveva preteso una dichiarazione giurata dei due marò e dell’ambasciatore Daniele Mancini

Ma l’India non l’ha presa bene. Affatto!

Ed il presidente della Corte Suprema Altamas Kabir ha sostenuto oggi di aver perso ogni fiducia nel sig Mancini.

Non solo ma secondo il magistrato indiano a fronte di una dichiarazione giurata non mantenuta, l'ambasciatore Daniele Mancini avrebbe ''automaticamente perso il diritto all'immunità ''.

E la corte ha confermato l’ordine per l’ambasciatore non lasciare l’India. Ed all’uopo sono stati avvertiti tutti gli aeroporti

Cambia il diritto internazionale?.

Una volta gli ambasciatori e gli addetti all’ambasciata venivano espulsi dai paesi che li ospitavano con la formula del non gradimento. Adesso invece di fatti vengono “sequestrati”.

Nessuno si arrabbi! Sto pensando a cosa sarebbe successo se questa situazione fosse avvenuta con presidente del consiglio Berlu!

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Non so se queste cose succedono anche in altre parti del mondo, ma sono comunque incredibili. Tutto nasce dalla povertà dell’Italia e dalla mancanza dello Stato. Quando si è poveri si cerca di comprare merce a basso costo. Nel caso pentole che vengono dall’India ( ma sarebbero potute venire dalla Cina o da altre parti del mondo dove la manodopera è pagata pochissimo)

Ovviamente le pentole sono state importate dai soliti. In questo caso da un importatore pugliese( se osservate le merci che vengono dalla Cina o dall’India esposte nei supermercati anche amanteani troverete Imported ……(Puglia))

Poi la vendita in tutta Italia , a Milano, Palermo, Firenze, Napoli, Recanati, Viterbo, Arezzo, Prato, Terzigno, San Giuseppe Vesuviano, Oristano, Padova e Verona.

E poi da qui in tanti supermercati e negozi sparsi per l’Italia

Per fortuna che l’importatore, a dicembre dello scorso anno, quando il carico è giunto in Italia, ha spedito alcuni pezzi ad un apposito organo di controllo.

A febbraio sono state completate le analisi ed è arrivata l'incredibile scoperta. Le pentole e i tegami e gli utensili importati contengono pericolosissimo Cobalto 60, letale se ingerito.

Preoccupato l'importatore sta cercando di recuperare, a sue spese, tutte le pentole e i tegami (ma anche cucchiai, cucchiaini, forchette, coltelli) però l'operazione è lunga e difficile: seguire tutta la filiera del commercio dall'importatore ai distributori, agli intermediari ai rivenditori ai clienti, è una operazione più complicata del previsto.

Sembra che tutti gli articoli siano rientrati alla base e che non ci siano altre pentole pericolose in giro ma la certezza assoluta arriverà solo alla conclusione dell'inventario e delle indagini.

Poi una volta recuperato tutto (se sarà possibile) il materiale radioattivo dovrà essere smaltito.

Pare che sia in corso una procedura per imporre agli indiani di provvedere a questa fase.

Anche se, per adesso, l'allarme pentole radioattive non è ancora cessato in Italia.

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