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Ci ha provato prima l’allora pm della DDA di Catanzaro Pierpaolo Bruni ma il gip distrettuale di Catanzaro nel dicembre del 2016, aveva già negato l’arresto di Orlandino Greco ed Aldo Figliuzzi.

Poi ci ha provato Gratteri, ma il TDL di Catanzaro, il 26 ottobre scorso, ha deciso di rigettare l’arresto per il consigliere regionale.

Ora Gratteri non ci sta, e propone appello in Cassazione.

E Gratteri ritenta per la terza volta.

Non c’è due senza tre, allora.

Il consigliere regionale Orlandino Greco e l’ex vicesindaco di Castrolibero Aldo Figliuzzi sono accusati dalla DDA di Catanzaro di aver intrallazzato con diversi mafiosi che in cambio di denaro e posti di lavoro, si adoperavano per gli stessi procacciandogli voti sul territorio di Castrolibero.

I due sono accusati da diversi pentiti tra cui i Foggetti.

Ma perché viene da chiedersi i Foggetti sono credibili nel caso di Greco e Figliuzzi e non lo sono per altri politici chiamati in correità sempre dagli stessi pentiti

O Gratteri tenta di accreditare questi pentiti per Greco e Figliuzzi nella speranza che inizi il filone della loro credibilità anche per gli altri politici?

Gratteri ha altre carte da giocare o vuole vincere la partita con le stesse carte della prima mano?

Forse è arrivato il momento di svelare l’identità di Mister X?

Ha calcolato il rischi il procuratore della DDA che un giudizio negativo della Cassazione potrebbe significare la caduta di una pietra tombale su tutto il lavoro, fin qui svolto, dalla DDA di Catanzaro, sulla masso/mafia cosentina.

Al contrario se la Cassazione dovesse dargli ragione inizierebbe la stagione dei blitz contro la masso/mafia di Cosenza

Insomma tra pochi mesi( febbraio?) la sentenza della Cassazione per capire quale sarà il destino, non solo di Greco e Figliuzzi , ma, forse, dell’intero sistema Giustizia in Calabria.

Pubblicato in Cosenza

Erano molte le auto dei carabinieri che ieri sostavano davanti alla caserma di via R. Mirabelli.

E la caserma era piena di carabinieri pronti al loro delicato ed importante servizio.

Raramente si sono visti tanti Carabinieri ad Amantea ; occorre risalire con la memoria ai tempi della operazione Nepetia.

Poi le auto hanno raggiunto i loro obiettivi, proseguendo il loro impegno per tutta la serata e parte della notte.

Si sussurra che siano state seguite decine e decine di perquisizioni.

Ovviamente non trapela nessun nome. E tantomeno trapelano i risultati raggiunti.

Sembra certo, però, che l’operazione consegua, da un lato, al recente rinvenimento del fucile a canne mozze al momento all’esame del RIS, in uno ai proiettili, che pare siano anche essi all’esame balistico per accertarne eventuali compatibilità con altri proiettili rinvenuti od esplosi in altre occasioni, e dall’altro, al pentito Foggetti le cui dichiarazioni possono portare ad una Nepetia 2.

Dichiarazioni che fanno paura. Una notte di paura che probabilmente non sarà l’unica .

Peraltro Amantea sembra accerchiata dalle indagini e dagli investigatori di tutte le armi( Carabinieri, Digos, Guardia di Finanza) , come probabilmente mai o, comunque, molto raramente.

E sembra questo il segno evidente della nuova e fortissima attenzione da parte della Magistratura, dopo anni di sostanziale silenzio.

Merito certamente della DDA che coordina tutte le forze dell’ordine chiamate a delicate indagini che coinvolgono anche il comune ed i suoi amministratori e dirigenti, forse di oggi e di ieri.

Non manca in questo scenario anche la Procura Paolana con le sue precise attenzioni su fatti anche non recenti del comune.

Ed Amantea aspetta paziente che tutto questo lavoro porti a risultati tangibili che pongano fine ad un sistema che sta uccidendo la parte migliore di questo antico paese.

Pubblicato in Politica

Adolfo Foggetti comincia a “colpire”.

I lunghi “viaggi” in città di Adolfo Foggetti e le sue indicazioni erano rimasti finora nel vago.

Ora, invece, cominciano a “colpire nel segno”

Avantieri Amantea è stata piena di Carabinieri compresi il gruppo di specialisti con i cani antidroga.

Poi, a colpo sicuro, il ritrovamento di un fucile a canne mozze, di 400 gr marijuana e di un numero imprecisato di proiettili.

Il rinvenimento è avvenuto in un casolare disabitato delle colline amanteane.

Ora le indagini sono tese ad accertare gli utilizzatori di questo casolare e quindi la appartenenza di quanto rivenuto.

All’uopo sembra che siano state o saranno cercate impronte digitali sia nell’immobile che sul fucile.

Ovviamente gli investigatori muovono nella direzione della ricerca di eventuali usi del fucile, in loco ed altrove.

Stando alle informazioni raccolte, gli investigatori sono orientati anche a cercare le conferme a quanto dichiarato da Foggetti, che ha fatto diversi nomi ancora non pubblici, proprio per la necessità della verifiche atte ad essere sottoposte al giudizio dei magistrati competenti.

Sembra ovvio che le informazioni del Foggetti stiano per essere, di volta in volta, sottoposte a prova e che pertanto i luoghi dallo stesso indicati saranno prima o dopo attenzionati o visitati e questo indipendentemente dal fatto che il pentito li abbia o meno visitati e/o frequentati o ne abbia sentito solo parlare.

Ed è ben strano che in presenza quantomeno dei sospetti che il pentito avesse descritto minuziosamente luoghi e persone, queste non abbiano proceduto ad eliminare armi e droga.

A meno che non si sospettasse che i luoghi potessero essere già attenzionati e si volesse evitare di essere intercettati e colti sul fatto.

Comunque sia si tratta di un buon “colpo” degli investigatori. Ad Amantea le armi erano state sempre cercate e mai trovate.

Pubblicato in Politica
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