Sergio Abramo sindaco di Catanzaro è il nuovo presidente della provincia con 46885 voti ponderati .
Lo scrutinio delle schede si è protratto fino a poco dopo le quattro di questa mattina
Ed a quell’ora sono venuti fuori i nomi degli eletti che, salvo eventuali contestazioni, siederanno a Palazzo di Vetro.
Le liste che appoggiavano il sindaco Abramo conquistano otto scranni sui dodici disponibili.
Per "Centrodestra per la provincia" eletti: Antonio Montuoro (consigliere comunale di Marcellinara, il più votato con 8202 voti), Filippo Mancuso (consigliere di Catanzaro - 6344 voti), Luigi Levato (consigliere di Catanzaro - 4115 voti) e Baldassarre Arena (consigliere di Davoli - 3147 voti).
Per "Destra Civica": Fernando Sinopoli (sindaco di Centrache - 5755 voti), Ezio Praticò (consigliere di Catanzaro - 5121 voti) e Giuseppe Pisano (consigliere di Catanzaro - 4596 voti).
Per "La provincia ci Lega" con Nicola Azzarito Cannella, consigliere comunale di Curinga, con 2457 voti.
Le liste che appoggiavano il sindaco Abramo candidato presidente sconfitto, il sindaco di Soverato Ernesto Francesco Alecci (46.437 voti ponderati conquistano tre scranni sui dodici disponibili
Per il Pd elegge Davide Zicchinella (sindaco di Sellia - 4256 voti),
Per "Area Civica" eletti Marziale Battaglia (consigliere comunale di Isca sullo Jonio e vicepresidente della Provincia uscente - 4485 voti) e Gregorio Gallello (sindaco di Gasperina - 3445).
La lista "Riformisti & Moderati" (che non aveva dato l'appoggio ad alcun candidato presidente) elegge in Consiglio Giovanni Costanzo (sindaco di Falerna), con 5429 voti.
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La vicenda è quella ben nota delle multe cancellate.
Un comportamento che ci sembra invero più che possibile se non frequente per quanto la mancata trasparenza impedisca ai cittadini di verificarlo, come sarebbe possibile ponendo sul web le contravvenzioni elevate ed a lato le sanzioni pagate , i ricorsi e le sentenze.
A conclusione delle indagini l'allora sostituto procuratore Gerardo Dominijanni comparivano 40 accusati.
Oggi, il pm Gaziella Viscomi ha stralciato 5 posizioni.
Si tratta di Amedeo Cardamone, Giuseppe Canino, Giuseppe Fazio, Ferdinando Greco, Massimo Tomaselli.
Sono rimaste , quindi, trentacinque le richieste di rinvio a giudizio formulate dal sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro.
Questi i nomi
Massimo Lomonaco, ex assessore comunale, Stefania Lo Giudice, ex assessore comunale, Salvatore Tarantino, maggiore della polizia municipale, Giuseppe Antonio Salerno, capo della polizia municipale, Domenico Tallini, il consigliere comunale, Sergio Abramo, sindaco Carlo Nisticò, Domenico Amico, Adelina Angotti, Rosaria Paola Barbuto, Francesco Basile, Luciano Calabrese, Antonio Celi, Rocco Cristallo, Maria Teresa De Masi, Maria Teresa Di Martino, Ubaldo Errigo, Ivan L'Arocca, Vincenzo La Croce, Rosario Lo Stumbo, Orlando Nisticò, Antimo Paternuosto, Francesco Pellegrino, Umberto Raimondo, Giovanni Rubino, Gianfranco Rotundo, Alessandro Rubino, Leonardo Rubino, Luigi Sacco, Luigi Talarico,Ivan Tucci, Pasqualina Usai, Maurizio Valente, Luigi Veraldi e Santo Veraldi.
Si ipotizza una sfilza di reati: associazione a delinquere, truffa aggravata, abuso di ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, falsità materiale commessa dal privato e simulazione di reato.
Il PM aveva chiesto quindici misure interdittive e cautelari per le multe stracciate agli amministratori comunali e ai loro amici ma le richieste di interdizioni dai pubblici uffici sono state negate dal GIP nonostante questi abbia ritenuto fondata " la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza", come emerge chiaramente dalle risultanze investigative della Digos.
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Il consigliere regionale e coordinatore provinciale di Catanzaro di Forza Italia Domenico Tallini ironizza sul governatore Oliverio sostenendo che il dato caratterizzante la giuntacalabrese è la velocità( vedi andamento lento di Tullio De Piscopo) ed il cambio di passo (vedi Il passo del gambero di Günter Grass).
«Buon compleanno, governatore. Per chi non se ne fosse accorto, è passato un anno dall'elezione di Mario Oliverio a presidente della Regione Calabria.
Oggi, lunedì 23 novembre, soffierà la candelina.
È stato un anno ricco di soddisfazioni e di successi per l'uomo solo al comando che aveva promesso di rivoluzionare il mondo.
Sono talmente tanti i risultati ottenuti grazie al suo dinamismo che riesce perfino difficile elencarli.
Tra i principali ricordiamo che è riuscito, in un colpo solo, ad eliminare dal governo e dalla giunta regionale (e dalla politica) Maria Carmela Lanzetta, un tempo donna-simbolo "antindrangheta" del Pd calabrese.
Un partito che per le divisioni interne e per le sue devastanti guerre intestine si è guadagnato addirittura uno speciale di "Venerdì di Repubblica".
Ma anche la sua mancata nomina a commissario della sanità, nonostante le sue pressioni e i suoi presidi romani nei confronti del Consiglio dei ministri.
Per lui conta poco se la spesa sanitaria regionale continua a crescere in modo esponenziale e se i calabresi, a causa della pessima qualità delle prestazioni sanitarie, continuano a curarsi sempre di più fuori dalla Regione.
E che dire, poi, della sanzione comminatagli dal presidente dell'Anticorruzione Cantone, a causa della quale ha dovuto difendersi impugnando il provvedimento fino al Consiglio di Stato.
Il dato caratterizzante del primo anno di Oliverio è però la velocità, il cambio di passo.
Ci sono voluti sei mesi per fare la prima giunta e qualche ora per cancellarla, mentre non si ha traccia di bandi o utilizzazione di risorse per il lavoro e l'economia.
Nonostante ciò, il buon Mario gongola per i dati di Bankitalia.
La sua filosofia attendista, il suo continuo rinviare, il suo passo lento hanno attirato l'attenzione degli economisti.
Che sia questa la strategia giusta per fare uscire l'Italia dalla crisi?
Renzi prenda nota e rallenti un po' il suo ritmo.
E i problemi della Calabria?
E i risultati promessi?
E il rilancio dell'economia?
E la politica dell'occupazione?
E la politica dei trasporti?
E la cultura?
Il turismo?
L'ambiente e la depurazione?
Sono tutte questioni – conclude Tallini – che possono aspettare. Lucio Dalla diceva: "L'anno che sta arrivando, tra un anno passerà, è questa la novità". Buon compleanno, Mario»
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La strage dei “colpevoli” si potrebbe dire parafrasando quella più famosa degli innocenti!
Certo non c’è Erode( anche se ci sono i Re Magi pieni di doni) ed i “colpevoli” non sono certo bambini( anzi).
Qualcuno è scappato come Giuseppe e Maria per raggiungere altre liste e sfuggire alla strage.
Altri sono rimasti e le loro teste sono saltate.
Per esempio, in Calabria, quella di Luigi Incarnato non “garantito” nelle liste del PD
Ma soprattutto quella di Saverio Zavettieri per il quale, al contrario di Pino Galati che ha avuto assicurato da verdini un posto “blindato” nelle liste dl PDL, non c’è spazio.
Solo per i Cristiano Popolari si sono trovati posti garantiti.
Alla camera per Mario Baccini nel Lazio e Pino Galati in Calabria ; al Senato per Ciro Falanga in Campania. Ovviamente l'accordo trovato scontenta , per esempio, in Calabria alcuni assessori regionali come Mimmo Tallini e Antonio Caridi (appartenenti alla corrente politica di Galati) che non fanno mistero di puntare a una candidatura al Parlamento
Fuori i Riformisti Italiani di Craxi e Zavettieri.
Craxi e Zavettieri chiedevano ai vertici del Pdl era un “diritto di tribuna”, cioè significava un seggio blindato alla Camera e un altro al Senato. L'ex assessore regionale della giunta Chiaravalloti Saverio Zavettieri, infatti, diceva..«Non potevamo fare per un'altra volta i portatori di sangue senza avere un riconoscimento
Ma Verdini ed Alfano hanno negato l'apparentamento.
Ed era anche successo con “Popoli Liberi” di Elio Belcastro.
Probabili battaglie quindi durante le consultazioni elettorali
Le colpe infatti sono solo quelle degli sbarramenti le cui soglie sono fissate al 4% su base nazionale per la Camera e all'8% su base regionale per il Senato.
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