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intervista

Con la crisi purtroppo sempre più stringente è aumentato in modo esponenziale il numero di persone che necessitano di un prestito, sia personale che per la propria azienda. In quest'ambito si è rivelato sempre più necessaria la presenza di risorse informative che aiutino le persone a orientarsi nel complesso mondo dei finanziamenti e del credito al consumo. Per questo motivo vi proponiamo oggi un’intervista a Marco Germanò, co-fondatore Prestitimag.it, un blog informativo riguardante il mondo dei prestiti personali e della cessione del quinto ai dipendenti statali, pensionati e privati.

 

Intervista sul mondo dei prestiti personali a Marco Germanò di Prestitimag

 

Dicci qualcosa di te, Marco. Come sei arrivato a diventare consulente finanziario prima e poi alla consulenza di web marketing?

A circa 20 anni (è passato qualche anno!) ho sostenuto l esame per essere abilitato a svolgere l attività di promotore finanziario. Superato subito l’esame ho iniziato a lavorare per banca reale gruppo reale mutua assicurazioni. Dopo poco tempo, e con l’idea di essere un consulente capace di coprire le esigenze finanziarie ed assicurative dei miei clienti, ho iniziato a collaborare con una grossa società finanziaria specializzata nei prestiti contro cessione del quinto, Eurofiditalia , all’epoca uno dei più grossi player del mercato. Durante tutti questi anni l’informatica in generale mi ha sempre aiutato nello svolgimento delle attività lavorative quotidiane e circa nel 2008, cercando un modo per allargare maggiormente il mio business, ho creato il mio primo sito web. Completamente da autodidatta ho iniziato ad approfondire non solo la la programmazione per il sito ma anche tutto quello che ruota attorno ad esso, il desiderio di rendere sempre più visibile il sito mi ha portato a scoprire attività come seo, sem, email marketing, lead generation, ecc… come potrai immaginare queste attività mi hanno portato via tante ore davanti al PC con continui esperimenti, ma sono stato completamente rapito!

 

Come vedi la situazione creditizia in Italia?

Oggi la situazione non è delle migliori sia per la crisi economica sia perché forse si sta pagando oggi qualche errore fatto nel passato, fino a qualche anno fa prestiti e finanziamenti sopratutto da parte di alcuni operatore venivano erogati molto semplicemente, anche a profili non proprio adeguati. Oggi banche e società finanziarie vanno molto con i piedi di piombo, se un richiedente non fornisce garanzie adeguate a dimostrare di essere in grado di rimborsare il prestito molto difficilmente riuscirà ad ottenere un prestito.

E chi è disoccupato, ha qualche possibilità di accedere al credito?

I disoccupati purtroppo sono il peggior cliente che una banca possa avere, certo ci possono essere le eccezioni, ma a meno che non si riesca a fornire una garanzia alternativa alla busta paga come un garante non ci sono reali possibilità di accedere a credito. In questi casi il consiglio è di rivolgersi alla propria banca dove si è già conosciuti.

 

Parlaci di PrestitiMag. Come è nato e quali scopi vuole soddisfare?

PrestitiMag è un’idea nata e sviluppata insieme a un mio collaboratore di fiducia, ed è un’evoluzione di un mio vecchio progetto. Dopo una chiacchierata abbiamo deciso di fare le cose sul serio. L‘obiettivo di PrestitiMag, un portale dedicato nello specifico ai prestiti senza busta paga, i finanziamenti cambializzati e e le proposte dedicate ai protestati, è puntare ad essere un riferimento nel settore sia per l’utenza che è alla ricerca di informazioni creditizie sia per gli addetti del settore. L’idea è di procedere per piccoli passi ma fatti bene. Facciamo inoltre vigilanza contro le offerte di prestiti truffa e anche sui tassi usurai di alcune società poco serie. Inoltre, purtroppo, il web è pieno di pseudo portali che parlano del mondo creditizio dove il fine non è fare corretta informazione, ma ben altro. Uno dei punti fermi della nostra strategia è dire sempre le cose per quello che sono e farlo nel modo piu semplice possibile.

Pubblicato in Economia e Finanza

D) Segretario, in questi mesi, in almeno tre documenti indirizzati al l’amministrazione comunale, lei e il suo gruppo dirigente avete indicato alcune linee guide e priorità.

Qual è lo stato dell’arte?

 

R)Alcune settimane fa abbiamo individuato quattro priorità che sono state oggetto di discussione con gli amministratori e rispetto alle quali il Sindaco ha preso degli impegni.

I Governi sono soliti fare il punto su ciò che si è fatto dopo la scadenza simbolica dei primi cento giorni. Il nostro documento è stato oggetto di confronto a fine maggio, la fine della stagione estiva rappresenterà i nostri simbolici cento giorni. Ad oggi rilevo che nulla ancora è stato fatto rispetto a quanto segnalato.

 

D) Proviamo a dare un giudizio sull’azione di governo fin qui svolta dall’amministrazione Sabatino?

R)Guardi, nell’assemblea degli iscritti dello scorso 12 aprile ho parlato senza giri di parole di uno scollamento tra la città e l’amministrazione. In quella sede abbiamo avanzato delle proposte auspicando, nell’interesse della città e dei cittadini, un cambio di passo. Se desidera una risposta più diretta, la mia convinzione è che i giudizi si danno a fine mandato, ma di certo si percepisce una insoddisfazione.

 

D) La sua segreteria, tuttavia, ha anche il compito di guardare con occhio attento al governo della città. Un’attività che diventa ancora più delicata, considerato che subito dopo le elezioni tutti gli altri membri dell’esecutivo, al netto di quelli che lo erano già, si sono iscritti al Partito Democratico. E’ così o no?

R)Certo. A prescindere dalle appartenenze, un Partito che vuole essere tale ha il dovere di offrire delle proposte agli amministratori e non ridurre il proprio ruolo alla critica.

Voglio essere chiaro: facciamo i conti con una situazione molto complessa. Il Partito Democratico non ha partecipato alle ultime elezioni. E’ il motivo per cui più volte ho ripetuto che non c’è il PD alla guida del paese, bensì una lista civica che ha il diritto-dovere di governare.

Ritengo, però, che la dialettica necessaria tra il Partito e l’amministrazione spesso abbia confuso gli stessi cittadini. Nei mesi scorsi ho sentito parlare di rottura (e mancata rottura) tra il Partito Democratico e l’Amministrazione. Ma, spero converrà con me, è difficile rompere qualcosa che non è stato unito.

Il Partito Democratico non risparmierà critiche laddove sarà necessario, come d’altronde è successo in passato, ed allo stesso tempo non rinuncerà a proporre soluzioni alle sofferenze della gente e ad offrire la sua visione della città.

 

D) Nello specifico delle questioni: sulla vicenda tributi e Tari in particolare, cosa non ha funzionato e cosa si dovrebbe fare a suo avviso per evitare altri “incidenti”?

R)La Tari, visti i precedenti, sembra un pò il tallone di Achille di questa amministrazione. Ci si è cullati rispetto alla speranza di una sanatoria, poi non avvenuta? Leggerezza? Superficialità? Fatto sta che oggi, l’unica cosa sensata da fare è minimizzare i disagi per i cittadini e non caricare sul bilancio del Comune altre spese. Bisogna prestare maggiore attenzione quando si fa un atto amministrativo. Soprattutto quando le conseguenze ricadono sui cittadini.

 

D) E su quella dei mutui bocciati da Cassa Depositi e Prestiti che idea si è fatta, anche in riferimento al loro utilizzo?

R)Ho ascoltato le ragioni di chi ha controdedotto. Ma rimango del parere che la principale preoccupazione riguardi la complessiva capacità dell’ente di indebitarsi, e dunque di fare investimenti. Che ad una città che vuole crescere servono come il pane.

In quelle richieste c’era una parte delle risorse, perché ritengo vadano aumentate, per il progetto organico del lungomare. Opera che noi riteniamo prioritaria.

 

D) Poi c’è la vicenda del Poliambulatorio, per la quale lei e il suo partito siete impegnati in prima linea assieme alla Rete. Si è aperto un percorso che sembrava virtuoso ma ora la percezione è che da un certo dinamismo nel procedere si è passati al fermo macchine.

R) Il Dipartimento tutela della Salute ha già assunto il formale e pubblico impegno ad inserire l’evoluzione del Poliambulatorio della città in Casa della Salute nel documento di programmazione regionale. E questo è un dato. Tant’è che nella prossima riunione del tavolo tecnico si dovrà parlare non più di un risultato già acquisito, bensì delle risorse aggiuntive per il completamento del Poliambulatorio.

Ad ogni modo, come immagino si sia capito, il diritto alle cure è materia che ci sta molto a cuore. Continueremo a monitorare ed a vigilare. L’evitato depotenziamento della radiologia ritengo sia la vittoria di una battaglia di civiltà che ha fatto il Partito Democratico. E le anticipo che a breve formuleremo alcune proposte per migliorare ulteriormente i servizi poliambulatoriali.

Nessun fermo macchine.

 

D) Il PD è in buona sostanza l’unico partito organizzato di Amantea, considerato che il M5S non è strutturato come tale ma come movimento. Ma i partiti di matrice ideologica hanno ancora un senso e soprattutto qual è il loro compito, nei comuni in particolare?

R) I Partiti sono lo strumento della democrazia. Ed hanno bisogno della democrazia per non divenire preda di oligarchie. Oggi i nostri riferimenti ideali e valoriali sono quelli della Costituzione della Repubblica, quelli della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, quelli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Qual è il loro compito nei comuni? Fungere da filtro tra le ansie, i problemi, le sofferenze della popolazione e le istituzioni. Senza rinunciare a governare i processi, ad avere un ruolo di guida, ad offrire una visione per costruire benessere: è per questo motivo che sono prioritari il diritto alle cure, la legalità e la sicurezza e l’apertura di una riflessione sul grande comune di “Nuova Temesa”.

Questo è quello che noi stiamo cercando di fare, questa è la traccia che vogliamo sviluppare e la trama che vogliamo mettere a disposizione della città e del Comprensorio.

Pubblicato in Politica

Amantea sembrava aver dimenticato le numerose intimidazioni a danno di politici e cittadini avvenute nel recente passato e sembrava essere ridiventata la cittadina tranquilla degli anni novanta e precedenti.

 

Oggi si sveglia con nuovi atti intimidatori ed ha paura. Gli Amanteani hanno paura di parlare, di esprimersi. Hanno, perfino, paura di essere visti tra i presenti del consiglio comunale straordinario e preferiscono frequentare il Campus per sentire canzoni e commedie teatrali che fanno sorridere. Al più una monacella od una pasta con la mollica per avere la bocca piena ed avere la scusa di non poter parlare.

 

In merito qualche domanda ed una auto domanda

 

Cose ne pensi di quanto successo?

Penso che niente accada senza una ragione e che lo sforzo di chi sta lavorando sulle indagini debba muoversi alla ricerca delle ragioni che stanno dietro l’accaduto, e sono convinta che chi riceva le intimidazioni possa e debba dare alle forze inquirenti gli spunti giusti per orientare le indagini. Sempre che vi sia la volontà, quella vera, di collaborare.

 

Temi possa essere l’inizio di una nuova stagione di intimidazioni ?

No, non penso. Se un segnale doveva arrivare, è arrivato. Spero profondamente che questo segnale serva alla Magistratura perché dopo l’inchiesta Nepetia si facciano passi in avanti, e non si arretri.

 

Ritieni che la Magistratura e le Forze dell’ordine riusciranno a dare risposta all’esigenza di sicurezza della intera città e che sapranno assicurare i responsabili alla giustizia?

Ne sono convinta, e questa convinzione mi dà la forza di andare avanti in un percorso politico irto di difficoltà, in cui da “non politica” ma da cittadina osservo una realtà politica affaristica e clientelare, molto lontana dagli ideali (forse utopistici) che hanno motivato il mio impegno.

 

Ti trovi d’accordo con la Lo Moro in particolare quando afferma che le persone che hanno subito intimidazione devono collaborare con la Magistratura e le Forze dell’ordine in particolare quando sono politici dovendo dare l’esempio ai cittadini?

Vedi la prima risposta…e ancora non avevo letto questa domanda…

 

Ed ancora, come commenti la sollecitazione, sempre della Lo Moro, quando invita maggioranza e minoranza a rileggere gli atti politici alla ricerca delle ragioni delle intimidazioni? Ritieni che la maggioranza eserciti un intenso autocontrollo? Ritieni che la minoranza controlli con fermezza gli atti dell’amministrazione?

Un giorno prima delle elezioni, a maggio, ero a colloquio con la segretaria comunale nella sua stanza, perché denunciavo un comizio illegittimo che la lista rosa arcobaleno (oggi giunta Sabatino) aveva tenuto nel quartiere di Santa Maria (un buon inizio no?), e parlai a lungo con la dott.ssa Mercuri che mi sembrava armata di buoni propositi. Tra le altre cose mi disse che prima di fare la segretaria comunale aveva svolto la professione forense e che aveva poi trasferito i metodi della professione nel ruolo di segretario comunale: cercare di accontentare il cliente trovando le soluzioni per assecondarne le richieste. Questa descrizione fotografa il metodo seguito da maggioranza e segretaria. Buon andamento ed imparzialità dell’amministrazione sono belle parole e basta, l’autocontrollo non è contemplato nemmeno.

Noi come minoranza dobbiamo intensificare il controllo, soprattutto rivolgendoci agli organi superiori.

 

Cosa ne pensi, infine, del richiamo fatto da SE il Prefetto Tomao quando ha affermato che la legalità comincia dalle piccole cose, dai comportamenti di ognuno di noi, dai piccoli atti della PA.? Ti sembra che si faccia ad Amantea?

L’ho molto apprezzato, ed era in sintonia con il contenuto del mio intervento, quando dicevo che la “la legalità è uno stile di vita, e per gli amministratori è un dovere irrinunciabile in ogni atto amministrativo, un esempio di cui andare fieri e orgogliosi”. Così ad Amantea, e non solo, non è: per questo sono andata via da quel palco, pur nel rispetto delle istituzioni presenti, ed in particolare del prefetto.

 

Ti sembra cioè dovere di ognuno segnalare e denunciare i comportamenti anomali, irrituali, illeciti, illegittimi ed ancora le omissioni, i ritardi, le disparità, vincendo la naturale ritrosia dettata dalla paura dei poteri o del potere?

Noi del M5S facciamo della denuncia un dovere che attiene istituzionalmente ai compiti di sindacato ispettivo, connessi al mandato elettivo. E del potere abbiamo una visione molto diversa da quella comune, e di questa visione la paura non fa parte, anche perché gli amministratori, quelli veri, per noi non sono coloro che detengono il potere ma piuttosto coloro che svolgono un servizio.

 

Cosa occorre fare per aiutare Amantea ad essere una città totalmente onesta in ogni sua parte, in ogni sua componente ?

Vedo tre obiettivi fondamentali:

-          Cambiare la mentalità delle persone per trasformarle da sudditi in cittadini consapevoli e attivi;

-          Partire dai giovani, che sono ancora incontaminati dal marcio della politica, e coinvolgerli interessandoli e motivandoli, donandogli qualcosa in cui credere;

-          Proporre con il proprio esempio un modello diverso, e far capire che l’unica strada che si deve percorrere è il rispetto delle regole, perché delinquere o aderire alla malavita organizzata sono scelte alla fine perdenti per i singoli e per la società.

Cosa faresti tu se fossi all’amministrazione del paese?

Tante cose, parto da tre obiettivi:

-          Osservare “da vicino” e cercare di sistemare i conti per trovare risorse e investire nello sviluppo dell’economia della città. Per farlo bisogna percorrere due strade: il risparmio e la progettualità capace di intercettare finanziamenti nazionali ed europei;

-          Efficientare e modernizzare la macchina comunale, mettendola concretamente al servizio dei cittadini;

-          Praticare TRASPARENZA e PARTECIPAZIONE effettive, restituendo sovranità ai cittadini.

 

Cosa ti senti di suggerire alla maggioranza?

Di dimettersi al più presto. Come unica forma di autocontrollo.

 

Ora fatti una domanda alla quale ti piacerebbe rispondere.

Chi te l’ha fatta fare, Francesca, di candidarti e di calarti nello sporco e difficile mondo della politica che hai sempre osservato con diffidenza e disprezzo? Ti sei pentita?

L’unica condizione possibile era ed è la mia appartenenza: il M5S è un luogo sano della politica, fatto di cittadini al servizio dei cittadini: questa l’unica condizione possibile per me e per il mio impegno di cui, nonostante tutto non mi sono ancora pentita, anche grazie al fatto che pur essendo sola in consiglio sono la portavoce di un gruppo che ad Amantea, pur tra tante difficoltà, ci crede e fa la sua parte.

Mario Aloe, autore de La fine di non sogno risponde sui temi e il carattere del suo romanzo edito da Mannarino.

Il suo romanzo descrive la precisa realtà storica della sua terra di origine, cosa o chi hanno ispirato tale argomento?

Il romanzo è nato nei mesi precedenti la celebrazione dei 150 anni dell’Italia unita e in un momento di forte contestazione da parte della Lega Nord dello stato unitario.

I personaggi vengono dal sud perché è necessario mettere in risalto il ruolo avuto dai meridionali nella costruzione dello stato unitario. La mia città, la Calabria il Regno delle Due Sicilie in cui si svolge l’azione del romanzo hanno rappresentato per tutto un periodo il tentativo di tanti italiani di farsi nazione.

Quanto è importante per lei documentarsi su fatti realmente accaduti?

I personaggi principali sono invenzione letteraria ma la scena e i fatti raccontati il più delle volte sono reali e nella quasi totalità verosimili. Allora la ricerca diventa necessaria: occorre sentire l’epoca, conoscerne i costumi, vederne le strade, avere negli occhi i vestiti, sentire nelle orecchie il suono della musica colta e popolare e nelle papille il gusto dei cibi. Alla base del romanzo vi è infatti una ricerca minuziosa, basti pensare al salotto, al suo arredamento, ai giochi e agli intrattenimenti.

Nel romanzo lei ha inserito molti dialoghi in dialetto calabrese, ritiene dunque che il dialetto sia un’espressione linguistica da non perdere nella nostra narrativa contemporanea?

Sì penso che il ritorno del dialetto sia importante e dia linfa nuova al racconto. I mezzi di informazione e di intrattenimento hanno uniformato i costumi ma non cancellato l’idioma. Gli uomini e le donne diventano reali, sono legati così alla terra e hanno un passato mentre agiscono nel presente.

Quanto influisce la propria ideologia politica nella stesura di un romanzo?

Appartengo ad una generazione che ha vissuto l’ideologia come mezzo per cambiare il mondo: ora questo modo di pensare è residuale. Tuttavia, quello che penso, il modo di affrontare le cose, il desiderio di giustizia sociale, l’inorridire per l’iniquità, condividere il disagio e il dolore influiscono sui personaggi del romanzo. Anche i dubbi e le incertezze, insomma le cose non risolte hanno avuto dei risvolti nei protagonisti. Il romanzo è un racconto, una storia che lo scrittore vede per gli altri e mentre la racconta percepisce le emozioni dei lettori.

A quale fascia di lettori consiglierebbe il suo romanzo?

Non ho un riferimento specifico e la domanda per la prima volta mi mette di fronte ad un dilemma: il romanzo è adatto alla lettura di tutti? Non lo so. Il libro potrebbe essere utile nelle scuole superiori per una rilettura della storia, penso proprio che il luogo idoneo sia quello.

Nell’eventualità di progetti letterari futuri, a quale genere di narrativa preferirebbe dedicarsi?

Mi piace il noir, le sue tinte fosche, il raccontare la vita mentre le forze eterne che agitano l’animo umano entrano in azione: avidità ed altruismo, amicizia ed odio, amore e separazione. Sì, mi piacerebbe scrivere un noir sulla crisi. Un mondo di difficoltà, i beni da consumare che diminuiscono, i sogni dorati delle tv che si strappano e sul fondo e dietro la scena i potenti, coloro che amano il potere e consumano la vita degli altri.

 

Pubblicato in Primo Piano
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