La natura fa il suo corso. Senza eccezioni, per fortuna
E finita l’estate ecco che arriva l’autunno.
E con l’autunno arrivano le piogge.
E purtroppo non sono più le solite piogge degli ultimi cento anni, quella che cominciavano magari al mattino e duravano , lente od intense, per ore ed ore, e talvolta per una intera giornata.
Oggi le chiamano “bombe d’acqua” .
Piogge magari di durata minore, ma intensissime.
Ed i danni sono notevoli.
Ma forse non è soltanto un fatto derivante dal “diverso” comportamento della natura che reagisce- molto probabilmente, se non sicuramente- alle “violenze “ dell’uomo.
Anzi quasi certamente questa situazione è figlia anche della disattenzione dell’uomo al “rispetto” della “natura” e dei suoi “bisogni” ,anche quando fossero considerabili eccessivi
Nella foto il fosso “Corallo” che raccoglie le acque della prima collina di San Procopio, della zona di Romanova e della zona “ U viscuvu”
Parliamo di quella zona che da sempre raccoglie l’acqua della collina e la trasporta a mare
Una funzione remotissima visto che perfino le ferrovie oltre 130 anni fa realizzarono il pontino per un facile scolo a mare.
Ma il fosso deve essere pulito. Ed è il momento giusto.
Se pubblico dal comune, se privato –quantomeno- dai limitrofi.
Abbiamo citato il fosso del torrente “Corallo” perché pochi anni fa i terreni e le abitazioni sottostanti vennero allagate
Ma la questione riguarda decine e decine di fossi di scolo
E riguarda ovviamente tutti i canali interni al centro abitato .
Parliamo del centro abitato di Amantea perché per sua fortuna quello di Campora sembra naturalmente protetto dalle piogge alluvionali , se si esclude la parte del PIP.
Per agevolare l’ente non sarebbe male che chiunque si rivi a rischio di allagamento muova diffida verso il comune il quale- a sua volta- potrà azionarsi verso gli inadempienti che saranno così direttamente e pienamente responsabili di eventuali danni a privati ma anche agli enti pubblici.
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C’era un tempo in cui i primissimi giorni di settembre gli operai comunali cominciavano a pulire tutte le griglie ed addirittura si infilavano nei pozzetti e nei grossi canaloni dell’acqua potabile. Era un tempo in cui si aveva forte , anzi massima, attenzione ai possibili allagamenti di case e negozi. Un intervento che permetteva un ottimale e celere deflusso delle acque piovane.
Oggi il territorio è ancora più inciso dalle costruzioni e dalle strade e si sono ridotti i terreni capaci di assorbire l’acqua piovana. E sarà sempre peggio, se è vero che anche il PSC in via di approvazione continuerà a permettere ancora violenza delle poche aree ancora in edificate ed a verde.
E forse, visto quello che succede, pulire griglie e pozzetti non basta
Il 12 settembre scorso non solo si è allagata( come al solito) l’area di via Dogana e Via Garibaldi ma si è formato un vero e proprio fiume come quello che si vede nelle due foto e che chiunq ue potrà vedere alla fine del Lungomare( villa De Santo) alle prossime piogge in arrivo.
Un fiume di acqua piovana che viene da via Torino e che percorrendo il canalone di via Dogana arriva fino a Via Baldacchini e da qui fino al lungomare tornando poi indietro verso il Santa Maria, in un gioco moderno ma osceno e che costa energia e soldi agli amanteani.
Un gioco che diventerà sempre più pericoloso man mano che si continuerà a costruire senza capire che il rischio degli allagamenti diventerà in questo modo massimo ed inarrestabile.
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