C’era un tempo in cui i primissimi giorni di settembre gli operai comunali cominciavano a pulire tutte le griglie ed addirittura si infilavano nei pozzetti e nei grossi canaloni dell’acqua potabile. Era un tempo in cui si aveva forte , anzi massima, attenzione ai possibili allagamenti di case e negozi. Un intervento che permetteva un ottimale e celere deflusso delle acque piovane.
Oggi il territorio è ancora più inciso dalle costruzioni e dalle strade e si sono ridotti i terreni capaci di assorbire l’acqua piovana. E sarà sempre peggio, se è vero che anche il PSC in via di approvazione continuerà a permettere ancora violenza delle poche aree ancora in edificate ed a verde.
E forse, visto quello che succede, pulire griglie e pozzetti non basta
Il 12 settembre scorso non solo si è allagata( come al solito) l’area di via Dogana e Via Garibaldi ma si è formato un vero e proprio fiume come quello che si vede nelle due foto e che chiunq ue potrà vedere alla fine del Lungomare( villa De Santo) alle prossime piogge in arrivo.
Un fiume di acqua piovana che viene da via Torino e che percorrendo il canalone di via Dogana arriva fino a Via Baldacchini e da qui fino al lungomare tornando poi indietro verso il Santa Maria, in un gioco moderno ma osceno e che costa energia e soldi agli amanteani.
Un gioco che diventerà sempre più pericoloso man mano che si continuerà a costruire senza capire che il rischio degli allagamenti diventerà in questo modo massimo ed inarrestabile.