CROSIA – Mercoledì18Ottobre2023 –Proseguono costantemente le interlocuzioni tra l’Amministrazione comunale con tutti gli uffici e le rappresentanze di governo della filiera istituzionale regionale e nazionale con l’obiettivo di continuare a programmare nuovo sviluppo per la Comunità e il territorio. Proprio stamani, a Catanzaro, nella sede della Cittadella regionale c’è stato l’ultimo incontro propedeutico all’inizio dei lavori di ripascimento costiero. Un intervento storico, dopo quello fatto nei decenni scorsi a Centofontane, sempre grazie ad un progetto voluto dall’allora sindaco Russo, che questa volta interesserà il tratto costiero di località Pantano, particolarmente interessato dal fenomeno.
L’intervento inizierà nel prossimo mese di novembre,non appena la competente Capitaneria di Porto consegnerà al Comune le aree di competenza.
Questo è quanto emerso dall’incontro presso il Dipartimento Infrastrutture della Regione Calabria alla presenza dell’ingegnere Gianfranco Comito, dirigente del Dipartimento Lavori Pubblici e Infrastrutture, e della geologa Giovanna Chiodo, responsabile unico del procedimento, alla quale insieme al sindaco Antonio Russo, ha partecipato anche il Consigliere regionale Pietro Raso.
«Sono stati acquisiti tutti i pareri – dichiara il Primo cittadino – ed ora siamo pronti a passare alla fase esecutiva. Nelle prossime settimane sarà formalizzata la consegna delle aree al comune ed entro la fine di novembre sarà insediato il cantiere. Ho voluto avere – sottolinea e conclude Russo - rassicurazioni da parte del Rup affinché l’opera, una volta iniziata, venga portata a compimento senza alcuna interruzione così da poter garantire ai cittadini residenti di quell’area non solo tempi certi ma anche una stabile prospettiva di sicurezza per le abitazioni che ricadono in quell’area e che sono, ormai, a costante pericolo inondazione».
Il Sindaco e l’Amministrazione comunale
Caro direttore, niente polemica, espongo solo i fatti e a Lei l’ultima considerazione. Un giudice del Tribunale di Catania, la dott.ssa Apostolico, non ha convalidato il fermo di tre migranti tunisini trattenuti nel Cpr di Pozzallo. E’ scoppiata la polemica e ha acceso un dibattito politico. Sui giornali e sui talk show serali si parla abbondantemente fino alla noia di questa vicenda. La decisione è stata subito criticata e contestata dagli esponenti politici di centro destra i quali stanno preparando il ricorso. Gli esponenti di sinistra, invece, difendono il Magistrato Apostolico. Matteo Salvini, leader indiscusso della Lega, non ci sta e ha postato un video del 25 agosto del 2018 nel quale si vede benissimo il Magistrato Apostolico che manifesta in piazza, andando avanti e indietro davanti alle Forze dell’Ordine schierate, insieme ad esponenti facinorosi contrari al Governo Conte e al Ministro Salvini in particolare, per chiedere lo sbarco immediato degli immigrati che da 10 giorni sono tenuti in ostaggio sulla nave Diciotti. La folla inferocita sputa, spinge, urla in faccia alla polizia frasi volgari e offensive come “assassini” e “criminali”. Il magistrato resta impassibile, va avanti e indietro, non interviene e non cerca di calmare gli esagitati agit-prop. Mi domando:- Può un Magistrato scendere in piazza e abbandonare il proprio ufficio e contestare le decisioni prese dal Governo in carica?- Per i moderati non può. Non spetta ad un giudice contestare le decisioni prese dal Governo. Deve solo applicare la legge, Punto. Per la sinistra, invece, un magistrato può scendere in piazza. E’ una persona libera e può liberamente manifestare le sue opinioni. E poi non è bello indagare sulla vita privata di una persona postando la sua immagine su un video di 5 anni fa. La sentenza della dott.ssa Apostolico fa ancora discutere e litigare, la sua partecipazione alla protesta di Catania in piazza che per me è più grave è da condannare. Perché il giudice non dovrebbe compiere nessuna posizione politica, dovrebbe essere imparziale. Non dovrebbe trasformarsi in attivista e partecipare alle manifestazioni di piazza. Non dovrebbe, questo io lo penso e lo scrivo. Poi, però, vedo che in Italia il magistrato può fare tante cose. Ed io dico che è scandaloso. Non solo scandaloso, ma indecente, indecoroso che un magistrato molto influente vada in piazza con degli squallidi personaggi che urlano slogan vergognosi contro uomini e donne in divisa che rischiano la vita per difenderci. Fa impressione, mi creda. Sono amareggiato e sconvolto. Il magistrato deve non solo apparire indipendente, ha l’obbligo di esserlo. Ma loro, quando conviene, si appellano agli articoli 17 e 21 della Costituzione:- I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero -. Ma, caro dott. la manifestazione non era pacifica e poi la Apostolico era un magistrato e non una servetta, un operaio, un maestro o una casalinga. Ora le opposizioni vanno all’attacco. Salvini non doveva diffondere quel video. Si chiedono:- Chi ha conservato quel video? Chi ha filmato il giudice? C’è stata una identificazione? C’è stata una schedatura? Ma cosa ci azzeccano! Puerile la versione del giudice:- Ero lì per evitare scontri-.
Ai giorni nostri, per molti aspetti simili all'epoca in cui si sperimentava un profondo senso di sfiducia verso la vita, il progresso e la ragione, in cui il la mediocrità umana ha avuto il sopravvento su ogni ideologia e il relativismo ha prevalso in ogni strato sociale, il rapporto fra persone di età diverse si è sensibilmente modificato.
Non c'è più il contrasto d'identità visto che i più anziani e quelli più giovani sono consapevoli del crollo di ogni ideologia assoluta; c'è però una certa incapacità di comunicare, dovuto soprattutto al profondo gap socio-culturale. In questo clima, tipico di una società fortemente fondata sul conformismo, dove non saper twittare è considerata una nuova forma di disabilità, essere “diversi” rischia allora di diventare pericoloso perché incute paura e la paura, se non la si guarda in faccia, scompagina l’esistenza.
Se interagire nella società è un bisogno naturale dell’essere umano, il suo opposto, ossia l’isolamento sociale, desta spesso preoccupazioni ed allerte, soprattutto se a praticarlo sono adolescenti e giovani adulti.
L’attuale è un’epoca in cui le conoscenze e le istanze hanno un’evoluzione tumultuosa e non basta più ripetere e fornire buone esecuzioni, ma scoprire ciò che non si conosce e ampliare ciò che già si sa.
Gli esseri umani dovranno fare uno sforzo enorme per far finta di non capire che l’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione delle persone dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi dai megalomani e presuntuosi, capetti delle amministrazioni politiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti.
Nel circo globale a comandare sono i saltimbanchi, innaturali e incapaci di un sorriso, e di far ridere. Gli stranieri, i colleghi, la vicina di casa, lo sconosciuto sul tram, il tizio che ti taglia la strada. Tutto sembra dar fastidio.
Siamo tanti, forse troppi e il contatto con gli altri può diventare un fastidio. E non solo gli sconosciuti, a volte anche i genitori, i figli e addirittura il partner fanno venire voglia di rinchiudersi in un manto protettivo di solitudine. A tale proposito, si dice che la solitudine può insegnarci più cose rispetto a qualsiasi compagnia. Anche se siamo creature sociali e abbiamo bisogno dell’interazione per crescere e imparare a vivere. Spesso la solitudine è il prezzo della libertà, ma non per questo deve essere considerata negativa.
L’interesse del potere costituito è che l'individuo si uniformi agli altri, abbia gli stessi gusti e le stesse aspirazioni degli altri e solo in questo modo diventa facile ingabbiarlo nel vortice della schiavitù: Lavorare, Guadagnare, Consumare. Perseguendo questo stile di vita imposto dall'alto, si arriva a fine giornata senza il tempo e le risorse necessarie per "pensare" a cosa fare, oltre a ribellarsi, come suggerisce l’amico Alfonso Lorelli, per concepire un altro futuro..
Gigino A Pellegrini e un G elTarik