Amantea in provincia di Cosenza deve essere l’unica città sul territorio nazionale dove il Municipio , sede del governo amministrativo della città, si è insediato nella Casa delle Culture. Come al solito la banale giustificazione, data per questo trasferimento illegittimo, sarebbe stato necessario a causa dell’attuale ristrutturazione della sede naturale del Comune’!
A tale proposito, forse servirà alla cittadinanza sapere che in Italia le “Case delle Culture” hanno ben altro fine e non solo. Mi sono sempre chiesto perché qualcuno delle menti eccelse della mia città natia, abbia deciso di modificare il nome e finalità della Casa delle Culture in “Campus” che ai giorni nostri si identifica come università!
Per poter pulire il ‘Campus’ dalle erbacce, bisogna chiarire cos’è una Casa delle Culture e perché esistono su tutto il territorio nazionale.
La Casa delle Culture rappresenta un servizio innovativo e sperimentale in Italia finalizzato a creare un polo di accoglienza, orientamento ai servizi territoriali e promozione di attività ed educazione interculturale in stretta sinergia con la rete delle realtà pubbliche.
Il centro polifunzionale denominato "Casa delle Culture" è comprensivo dei servizi di accoglienza residenziale temporanea di persone immigrate, dello Sportello per l’integrazione socio culturale e sanitaria degli immigrati e del Centro di promozione e confronto interculturale.
Obiettivi del Centro Polifunzionale
Accogliere temporaneamente le persone immigrate presenti sul territorio cittadino che necessitano di accompagnamento all’autonomia, alla riqualificazione professionale, all’inserimento lavorativo;
Offrire percorsi di inclusione lavorativa attraverso azioni di orientamento, formazione pre professionalizzante, promozione dell’autoimprenditorialità, etc;
Monitorare ed approfondire le necessità e le eventuali criticità vissute dai cittadini stranieri immigrati presenti in città e nel suo circondario;
Informare, orientare e sostenere i cittadini stranieri e quelli provenienti da Paesi appartenenti alla Comunità Europea nel percorso di accesso e fruizione della rete dei servizi sociali, socio sanitari, dell’istruzione e delle risorse socio-culturali del territorio;
La Casa delle Culture deve attivare interventi di mediazione presso il servizio e durante le azioni di accompagnamento, per rimuovere/ridurre le barriere culturali e linguistiche che impediscono o intralciano la comunicazione tra servizi ed utenza straniera, così da facilitare un più esteso e razionale utilizzo dei servizi stessi, nonché prevenire potenziali conflitti.
Sviluppare strategie di lavoro in rete tra soggetti istituzionali e non, servizi, scuole e centri, sia a livello locale, sia a livello nazionale e internazionale;
Costituire un osservatorio stabile sul fenomeno migratorio cittadino e sui processi di inclusione creando spazi di analisi e monitoraggio delle criticità e potenzialità dei cittadini stranieri immigrati presenti in città;
Promuovere percorsi socio culturali per sensibilizzare al tema dell’immigrazione, dei diritti umani, dell’educazione alla pace e del confronto interreligioso, attraverso anche azioni specifiche e campagne di contrasto alle discriminazioni, al razzismo ed alla xenofobia.
C’è un esempio eccellente di Casa della Cultura e si trova a Palmi. Ho avuto la fortuna di essere invitato qualche anno fa dall’amico e grande attore Giorgio Albertazzi a visitarla. Albertazzi aveva ricevuto l’invito da parte della direzione della Casa. Io l’avevo invitato ad intervenire durante alcune manifestazioni culturali estive, sindaco all’epoca era Mazzei Sante e Albertazzi contento di intervenire presso una Arena Sicoli stracolma a commentare un suo vecchio film. In quell’occasione mi chiese di accompagnarlo alla Casa della Cultura di Palmi, dove accettò di far nascere una scuola di recitazione.
Intitolata allo scrittore Leonida Repaci (Palmi 1898 – Marina di Pietrasanta 1985), la Casa della Cultura di Palmi è stata inaugurata il 17 gennaio del 1982.
Si tratta di una struttura moderna e polifunzionale, sede di musei civici, ed è dotata di ampie sale, un auditorium, la biblioteca comunale e una pinacoteca d’arte moderna e contemporanea, dove si svolgono periodicamente dibattiti, concerti, manifestazioni culturali e vengono allestite mostre d’arte.
Nell’ampio giardino sono situate sculture in bronzo e due colonne d’età romana, provenienti dal sito archeologico dell’antica Taureana e una copia dell’antica Fontana della Palma.
Penso che quest’ultimo breve accenno alla Casa della Cultura di Palmi, servirà a far luce su cosa sia una “Casa delle Culture” e che non dovrebbe ospitare neanche per un giorno una sede politica come il municipio di una città.
Gigino A Pellegrini
L’esercito portava con sé anche una tenda funzionante da «Ufficio di Stato Civile in Guerra». Era retto da un ufficiale, per lo più un tenente, responsabile della tenuta dei registri presso il corpo che stilava i certificati di morte per inoltrarli al Ministero della Guerra presso la Direzione Generale di Leva e Truppa. Da qui venivano inviati a ciascun Sindaco competente per la relativa trascrizione nel registro del Comune con la raccomandazione: […] «Prima però di procedere alla trascrizione, la S.V. vorrà confrontare l’atto di morte con gli altri documenti di Stato Civile esistenti in ufficio e qualora le generalità del defunto risultassero errate o incomplete vorrà restituirlo con i documenti occorrenti per eseguire la rettificazione affidata a questo Ministero […]. Dell’avvenuta trascrizione vorrà a suo tempo la S.V. dar notizia a questo Ministero.»
Com’è noto, la brutalità della guerra non consentì di compilare l’atto di ciascun caduto. Molti rimasero insepolti, dispersi o senza possibilità di essere identificati; da qui la figura del Milite Ignoto di cui quest’anno ricorre il centenario della sua traslazione a Roma al Vittoriano (4.11.1921 – 4.11.2021). Poteva anche accadere che la tenda funzionante da Ufficio di Stato Civile venisse travolta dagli eventi ed in questi casi, come nei precedenti, si ricorreva alla morte presunta che doveva essere dichiarata dal tribunale competente, se reclamata, sulla base dell’ultima corrispondenza esibita dai familiari. La morte in guerra dava diritto alla pensione e perciò l’atto, al suo interno, doveva contenere la dicitura «per fatto di guerra».
Complessivamente, nel comune di Amantea, dal 1915 al 1932, giunsero 49 certificati di morte tra cui tre giunsero una seconda volta e furono ritrascritti (Mannarino Giacomo, Policicchio Domenico e Caruso Angelo).
L’anno in cui giunsero più atti fu il 1917 (venti). Nessuno nel 1915 anche se in quell’anno si ebbero caduti. Sette giunsero nel 1916, nove nel 1918, sette nel 1919, due nel 1920, uno nel 1924.
Le morti dei caduti che vengono di seguito proposte sono indicate per ordine dell’anno in cui avvennero invece che per ordine d’arrivo o alfabetico.
Le date di nascita sono state rilevate dall’Albo d’oro, opera pubblicata durante il Ventennio fascista.
Dell’atto è stato estratto il cuore, ossia la parte centrale, credendo di aver reso onore a quei caduti in occasione della ricorrenza del centenario della traslazione del Milite Ignoto a Roma.
Nella foto Enrico Furgiuele, terzo caduto in ordine di tempo. Addosso gli furono trovate 150 lire che, restituite ai familiari, i fratelli Luigi e Mario, le girarono al locale Comitato di assistenza, nato con lo scopo di dare supporto materiale e morale alle famiglie dei caduti e raccogliere fondi da devolvere alle stesse; fu una specie di mobilitazione generale a sostegno dello sforzo bellico che doveva essere integrativo ai compiti dell’Ente locale.
Enrico Furgiuele apparteneva alla famiglia il cui palazzo è sito nei pressi della stazione ferroviaria.
Nominativo | Come caduto |
Gargano Vincenzo * 12.3.1896 † 5.5.1916
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[…] L’anno millenovecento sedici ed alli 5 del mese di maggio nell’ospedale da campo n. 219 in Cormons, mancava ai vivi alle ore otto e 30’, in età di anni venti, l’aspirante Ufficiale del 27° Reggimento Fanteria VI Compagnia Gargano Sig. Vincenzo, nativo di Amantea, figlio di Pasquale e di Maione Felicia, morto in seguito a frattura gamba sinistra sfracellamento terza falange indice e seconda e terza falange media sinistra, cancrena gassosa per fatto di guerra, sepolto a Cormons (Cimitero Comunale). […] Atto n. 4/1916 del 6.8.1916 (P. 2ª S.C.) |
Launi Antonio * 21.6.1881 † 14.5.1916 |
[…] L’anno millenovecento sedici ed alli 14 del mese di maggio nel Monte San Martino mancava ai vivi alle ore ventidue, in età di anni trentacinque il Caporale Launi Antonio della 2ª Compagnia del 19° Fanteria al n. 9393 di matricola, nativo di Amantea, figlio di Giuseppe e di Cairo Maria, morto in seguito a scoppio di granata per fatto di guerra, sepolto a Sdraussina. […] Atto n. 9/1917 del 10.4.1917 (P. 2ª S.C.) |
Runco Giuseppe * 10.3.1892 † 18.6.1916 |
[…] L’anno millenovecento sedici ed alli diciotto del mese di giugno, nella Valle Lastaro mancava ai vivi in età di anni ventuno il soldato Runco Giuseppe della 1ª Compagnia del 118° Reggimento Fanteria annotato al n. 291 (37) di matricola, Distretto di Cosenza, classe 1895, 2ª categoria, nativo di Amantea, figlio di Angelo e Domenica Spinelli, morto in seguito a ferita arma da fuoco al torace per fatto di guerra, sepolto a tal posto. […] Atto n. 5/1916 del 10.9.1916 (P. 2ª S.C.) |
Molinari Saverio * 15.5.1896 † 2.7.1916 |
[…] Copia di tradizione ufficiale di atto compilato dal nemico:
Giorno mese e anno della morte: due luglio millenovecento sedici; luogo e circondario: presso Sette Croci al Pasubio; provincia: Rovereto Tiriolo; grado: soldato di fanteria; nome del defunto: Saverio Molinari: )( luogo di nascita: Amantea, Cosenza, Italia; anni di età: nato nel 1896; genere di morte: caduto in combattimento quando e dove fu sotterrato: il 7 luglio 1916, presso Sette Croci al Pasubio; circondario: Rovereto al Pasubio […] )( Figlio di Francesco e di Colosimi Francesca Atto n. 8/1918 del 30.8.1918 (P. 2ª S.C.) |
Cicero Vincenzo
* 26.9.1887 † 12.7.1916 |
[…] L’anno millenovecento sedici ed alli 12 del mese di luglio, nella 25ª Sezione di Sanità in Lallio mancava ai vivi alle ore ventuno e minuti trenta, in età di anni venticinque, il soldato Cicero Vincenzo della 2ª Compagnia del 130° Reggimento Fanteria, al n. di matricola 16672, Distretto di Cosenza, nativo di Amantea, figlio di Nunzio e Vincenza Salvatore, morto in seguito a ferita da scheggia perforante in cavità addominale, sepolto a Valle di Lonchi. […] Atto n. 6/1916 del 10.9.1916 (P. 2ª S.C.) |
Fiore Alessandro * 12.4.1896 † 15.9.1916 |
[…] L’anno millenovecento sedici ed alli 15 del mese di settembre nella località Veliki Kribach mancava ai vivi il Caporal Maggiore Fiore Alessandro del 2° Reggimento Granatieri 7ª Compagnia, nel n. 27923 di matricola, nativo di Amantea, figlio di Luigi e di Aloisio (?) Rosa, morto in seguito a ferita grave da granata, per fatto di guerra, sepolto in Veliki Kribach. […] Atto n. 10/1916 del 1.11.1916 (P. 2ª S.C.) Decorato con medaglia d’argento al Valor Militare. |
Porco Luigi
† 17.9.1916
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[…] L’anno millenovecento sedici ed alli 17 del mese di settembre nel Monte Selvaggio mancava ai vivi in età di anni venti il soldato Porco Luigi, del 217° Reggimento Fanteria 3ª Compagnia, al n. 175 di matricola, nativo di Amantea figlio di Antonio e di Gagliardi Domenica, morto in seguito a varie ferite di schegge di granata, sepolto a Monte Selvaggio. […] Atto n. 11/1916 del 10.12.1916 (P. 2ª S.C.). non riportato nell’albo d’oro. Gemello di Eugenio? (atto che segue). Insieme furono incorporati, insieme morirono. Si differenziavano solo nella matricola. |
Porco Eugenio *20.3.1896 † 17.9.1916 |
[…] L’anno millenovecento sedici ed alli 17 del mese di settembre nel Monte Selvaggio mancava ai vivi in età di anni venti il soldato Porco Eugenio, del 217° Reggimento Fanteria 3ª Compagnia, al n. 171 di matricola, nativo di Amantea figlio di Antonio e di Gagliardi Domenica, morto in seguito a varie ferite di schegge di granata, sepolto a Monte Selvaggio […] Atto n. 3/1917 del 10.4.1917 (P. 2ª S.C.) Gemello di Luigi? (atto che precede). Insieme furono incorporati, insieme morirono. Si differenziano solo nella matricola. |
Lorello Orlando * 19.11.889 † 12.10.1916 |
[…] L’anno millenovecento sedici ed alli dodici del mese di ottobre, nella località Sober, all’età di anni ventisette il Caporale Lorello Orlando della 6 Compagnia dell’8° Reggimento Fanteria n. 9847 di matricola, nativo di Amantea, figlio di Antonio e Perri Maria, morto in seguito a ferite d’arma da fuoco per fatto di guerra, sepolto a Vertoiba. […] Atto n. 6/1917 del 10.4.1917 (P. 2ª S.C.) |
Mannarino Michele * 1.12.1895 † 12.12.1916 |
[…] L’anno millenovecento sedici ed alli dodici del mese di dicembre nell’ospedaletto da campo n. 71 in Gradisca mancava ai vivi, alle ore diciassette e trenta, in età d’anni ventuno, in Caporale Mannarino Michele del quinto Fanteria ottava Compagnia, nativo di Amantea, figlio di Vincenzo e di Veltri Maria, ammogliato con Arlia Ciommo Domenica, morto in seguito a ferite per fatto di guerra, sepolto nel cimitero militare di Gradisca. […] Atto n.1/1917 del 10.4.1917 (P. 2ª S.C.) |
Spinelli Domenico * 24.1.1882 † 28.12.1916 |
[…] L’anno millenovecento sedici ed alli ventotto del mese di dicembre nell’ospedaletto da campo n. 177 mancava ai vivi alle ore diciotto in età di anni trentaquattro il soldato Spinelli Domenico del 64° Fanteria 4ª Compagnia, nativo di Amantea figlio di Santo e di ignota, ammogliato con Antonia Furgiuele, morto a seguito di enterite acuta, sepolto a Florine (Macedonia) […] Atto n. 14/1917 del 18.8.1917 (P. 2ª S.C.) |
(Ferruccio Policicchio)
In principio fu il presidenzialismo. Meloni lo proposedurante la campagna elettorale parallelamente al sindaco d’Italia di Renzi, due misure che si assomigliavano e che hanno un punto fondamentale in comune: per realizzarle si dovrebbe stravolgere l’intera Costituzione o prendere in prestito quella francese.
“La tranquillità è solo per i mediocri, la cui testa sparisce nella folla”. Louis-Ferdinand Céline.
La riforma costituzionale del governo Meloni propone un consolidamento dell’esecutivo a discapito delle prerogative di garanzia e del Capo dello Stato, il quale svolge la funzione di equilibrare l’esercizio del potere secondo le regole costituzionali. Il ruolo del Presidente della Repubblica sarebbe ridotto ad un ruolo marginale all’interno delle dinamiche consultive parlamentari. Il premierato renderebbe l’operato politico dei governi più decisionista e muscolare, fondando la sua legittimità sul voto popolare del Primo Ministro.
Il premierato, così come delineato dal disegno di legge di riforma costituzionale approvato dal Consiglio dei ministri, rappresenta il tentativo di superare definitivamente la Carta costituzionale, nata dalla Resistenza e fondata sul lavoro”. Un vero e proprio sovvertimento della Costituzione che anticipa una dittatura della maggioranza che ci farebbe assomigliare più a una democratura.
Qualorail premierato dovesse passare, il ruolo e le funzioni del presidente della Repubblica sarebbero assai ridotti, fino a diventare quasi un “passacarte”, così come il ruolo del Parlamento e gli spazi democratici e partecipativi. Ruolo e funzione del Parlamento sono già oggi assai ridotti, visto l’uso distorto e improprio di decreti legge e voto di fiducia. Con la riforma, che oltre a prevedere l’elezione diretta del premier contempla l’assegnazione del 55% dei seggi alla coalizione che ottiene più voti, il ruolo del Parlamento scompare del tutto.
Tutto sarebbe possibile grazie ai principi che regolano una moderna liberal-democrazia. Comportamenti che servono a sottolineare l’appartenenza a un contesto che lascia ai più forti un grande potere decisionale. Alla fine dei conti, si tratta di atteggiamenti che tendono a generare istituzioni corrotte. E la corruzione arriva al suo culmine quando i mediocri che la praticano non si accorgono più di esserlo.
“Se dal di dentro la stupidità non assomigliasse tanto al talento, al punto da poter essere scambiata con esso, se dall’esterno non potesse apparire come progresso, genio, speranza o miglioramento, nessuno vorrebbe essere stupido e la stupidità non esisterebbe”. Roberto Musil.
Gigino A Pellegrini & G elTarik