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calci amaaccettare e tollerare la continua mancanza di rispetto da parte dell’Amministrazione comunale nei confronti della società calcistica “A. C. D. Città Amantea 1927” e di conseguenza verso i giovani sportivi, i tifosi, verso tutta la popolazione, essendo la squadra calcio un altro valore storico appartenente alla città.

È del tutto evidente, sotto tutti gli aspetti, l’incapacità del Sindaco e di gran parte dei suoi amministratori di comprendere la situazione di difficoltà che, oramai da diversi mesi, affligge la società calcio per l’indisponibilità dello stadio “Stefano MEDAGLIA”.

Le problematiche derivanti dal rinnovo di documenti amministrativi dello stadio, evidenziate ed accertate dal tecnico incaricato da parte dell’Amministrazione comunale, che hanno portato, dapprima, alla chiusura dell’intera struttura sportiva e, successivamente, solo a distanza di circa quattro mesi, all’utilizzazione del solo terreno di gioco a porte chiuse, dopo questo lungo tempo trascorso, ancora non si sa a che punto si trova, così pure, gli interventi di manutenzione individuati nella relazione dello stesso tecnico, sicuramente di facile esecuzione, si eseguono con grande lentezza di sicuro ingiustificabile. Eppure, era stato assicurato da parte del Sindaco e dal tecnico incaricato che entro la fine del mese di Novembre u. s. tutto sarebbe stato risolto.

Un altro inganno. Tante promesse, tutte puntualmente disattese. Delusione totale.

Nessuno degli amministratori ha poi ritenuto opportuno informarci sul perché di questo ritardo, solo durante qualche incontro occasionale con alcuni di loro, dove praticamente è stato detto di tutto e nulla di vero. Nessuno di essi ha ritenuto sapere le difficolta economiche che questa società, senza scopo di lucro, per un interesse comune, sta attraversando a causa del mancato ricavo della vendita dei biglietti delle partite in casa e dei mancati sponsor e delle spese continue da affrontare. Nessuno ha ritenuto confrontarsi moralmente e civilmente con questa società per individuare una seppure momentanea soluzione. Tutto ciò è irrispettoso, significa non avere il dovuto rispetto verso tutte quelle persone che, oltre al proprio lavoro, riescono a dedicare del tempo in campo sociale, sottraendolo anche ai propri cari, per il bene di tutta la collettività.

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conte bbbIl leader del Movimento 5 Stelle, Prof. On. Giuseppe Conte, ex Presidente del Consiglio, è il più povero dei parlamentari italiani. Io non ci avrei mai creduto. Un Deputato, un ex Presidente del Consiglio, un Professore, un affermato avvocato ( lui si è dichiarato quando venne nominato Presidente Avvocato del popolo) alla dichiarazione dei redditi dello scorso anno ha dichiarato meno di me che sono un maestro elementare in pensione. Ha dichiarato che lo scorso anno ha incassato 24.359 euro, le indennità parlamentari di soli tre mesi, ottobre, novembre e dicembre del 2022. E da gennaio a settembre dello stesso anno quanto ha incassato? Nulla. Poverino. Quanto mi dispiace. Si è cibato di solo pane ed acqua. Prima di essere eletto deputato aveva dichiarato, però, 34 mila euro. Giorgia Meloni, che hai preso il posto di Conte, cosa mi hai combinato? Gli hai tolto per caso il reddito di cittadinanza? Facciamogli una colletta, poverino! Io sono disponibile. Quando c’è una persona che soffre, che ha bisogno di aiuto, io non mi tiro mai indietro. Ma io, però, in estate non frequento località marine o di montagna di lusso. Frequento la spiaggia di Amantea e a settembre mi prendo una vacanza di otto giorno in un albergo della Costa degli Dei, vicino Tropea. L’ex Presidente del Consiglio, invece, frequenta località famosissime,resort cinque stelle come il suo movimento. Più di millequattrocento  euro a notte. Le Terme di Saturnia e Cortina d’Ampezzo. Ora, però, eletto Deputato è caduto, come si dice dalle nostre parti “Mbasciafurtuna”. Il suo studio legale di Piazza Cairoli a Roma? Chiuso. Professore all’Università a Firenze? E’ in aspettativa.La dichiarazione dei redditi del Prof. Conte  ha scatenato la polemica politica. Si è fatto sentire finanche l’Ex Presidente del Consiglio Sen. Renzi, il quale, essendo il parlamentare più ricco, ha attaccato il Professore sui social:- Sono fiero di aver contribuito con più di un milione di euro alla vita della comunità. E non mi vergogno di pagare in un giorno il triplo di quello che Giuseppe Conte ha pagato in un anno-. Sapete, amici, quanto ha pagato di tasse Conte? Appena 1.776 euro.  Perso il posto di Presidente del Consiglio, eliminata la pochette che lo ha reso famoso, è finito in fondo alla classifica dei redditi dei parlamentari. E dichiara meno di un maestro elementare in pensione o di un tassista. E dire che nel 2018 aveva dichiarato un reddito lordo di 1.207.391 euro ( Unmilioneduecentosettemilatrecentonovantuno). Un reddito simile un operaio o un insegnante se lo possono soltanto sognare. Un crollo verticale. Nel breve volgere di un quinquennio è passato dall’apice della classifica all’ultimo posto.   E’ diventato povero all’improvviso. Incarna, poverino, la voce della classe media impoverita. Colpa del Governo di centro destra e della Sig.ra Meloni.                

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Boldrini-scaled-300x194L’On. Laura Boldrini del Partito Democratico, ex Presidente della Camera dei Deputati ( PardonPresidenta) ha raccolto le firme dei Deputati per chiedere il rispetto del linguaggio del genere. Non vuole essere chiamata più Onorevole ma Onerevola, non più Deputato ma Deputata, non più ex Presidente ma Presidenta. E’ Natale. Tutti seduti, tutti attenti, tutti pronti, tutti più buoni. Non vi permettete più di scrivere o di chiamarla Deputato. Finirete in galera, finirete all’inferno. Avete studiato quando frequentavate la scuola media sulla grammatica italiana Palazzi? Buttale il libro al macero. Buttatelo, oggi che è Natale, sulle braci ardenti del caminetto. Non serve più e se lo dice l’On. Boldrini, bisogna crederla. Bisogna rivedere parecchie cose, perché secondo Lei i tempi sono cambiati e se ci sono in Italia e nel mondo parecchi femminicidi la colpa è della famiglia patriarcale e anche dei nomi maschili che si attribuiscono alle femmine. La società non è più quella di 50 anni fa, quindi anche i nomi si debbono cambiare, bisogna declinarli. Sindachessa? No. Siete pazzi? Bisogna dire Sindaca. Avvocatessa? No. Avvocata. E col femminile di Principe e di Conte come la mettiamo? Rimane Principessa e Contessa. Dottoressa? No. Dottora. Soldatessa? No. Soldata. Vigilessa? No. Vigila.

Fate dunque attenzioni, amici, all’articolo determinativo e soprattutto al genere. Ci va di sotto la nostra reputazione, la nostra educazione e la nostra cultura. E’ una battaglia legittima e molto utile per i lavoratori, per i disoccupati, per i richiedenti occupazione, per i cassintegrati. Nel Parlamento Italiano non si dovrebbe discutere di MES, di pensioni minime, di reddito di cittadinanza, di immigrazione clandestina, delle dichiarazioni di Giorgetti, del treno fatto fermare dal cognato della Meloni, delle guerre in corso in Palestina e in Ucraina. Sono cose superate. C’è dell’altro. Ci sono cose più importanti che potrebbero cambiare in meglio la vita degli italiani. E così l’On. Boldrini ha consegnato al Presidente della Camera On. Fontana una lettera con 136 firme di Deputati per chiedere anche a Montecitorio il rispetto del linguaggio di genere come si è fatto a Palazzo Madama. - Per 70 anni, dice la Boldrini, in Parlamento è esistito solo il maschile. Abbiamo accettato che fosse normale che ogni donna che mettesse piede in questa istituzione dovesse essere considerata un uomo. E’ oltretutto ridicolo se un uomo viene chiamato al femminile come è ridicolo se una donna viene chiamata al maschile. Chiedo da mesi, di essere chiamata “La Presidente”. Ora basta. Non è un puntiglio o un vuoto formale bensì l’affermazione che esiste più di un genere-. Chiede pertanto – di sdoganare al femminile per rivolgersi a quelle donne che rivestono ruoli da sempre considerati al maschile. La declinazione femminile la si accetta in certe mansioni come contadina, operaia, commessa, e non la si accetta quando sale la scala sociale, pensando che il maschile sia più autorevole-. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato sempre contrario a ciò che chiede l’On. Boldrini. - Nessuno si dorrà -disse un giorno- se insisto in una licenza quella di reagire alla trasformazione di dignitosi vocaboli della lingua italiana. Ha sempre detto che “Ministra” è un vocabolo orribile e “Sindaca” un vocabolo abominevole. E Vittorio Sgarbi :- Zucca vuota, Capra! Ci dica se è lei a fare le regole della grammatica e a stabilire se si dice Ministro o Ministra-.

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