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com777Oggi, voglio dedicare alcuni appunti al luogo dove sono nato.

Amantea, penso sia l'unico paese a non avere nessuna tabella di "benvenuto" in nessuna delle strade che introducono alla "Terza". Nessunissima illuminazione, neanche un alberello; e per finire, un degrado e una sporcizia che neanche a Soweto (Sud africa) ho riscontrato.

Per non parlare di Via Garibaldi. Il secondo accesso ai “lidi” di Amantea, Via Garibaldi per l'appunto, è una fogna a cielo aperto. Peccato che le foto non trasmettono odori.

Inoltre, c’è qualcosa sulla Casa delle Culture, così ho deciso di scrivere due cosette anche su questo argomento.

L’integrazione a partire dalle piccole cose. L’integrazione tra persone diverse (per età, per condizioni sociali e culturali, per interessi e curiosità…) è l’obiettivo che si pone come naturale quando ci si riferisce ad un “bene comune” come è intesa la Casa della cultura per realizzare una molteplicità di scopi, associazioni di volontariato e cooperative. Sono tutte organizzazioni che dovrebbero favorire la coesione sociale e contrastare l’emarginazione e il disagio. Si caratterizzano anche per il forte impegno in ambito culturale, con attività volte alla promozione dei diritti umani, della legalità e dello sviluppo di comunità locali, di cui ormai da decenni fanno parte le varie etnie.

Queste organizzazioni, all’interno della Casa di Cultura, dovrebbero operare con servizi concreti di accoglienza e sostegno materiale per le fasce più deboli della popolazione. Sono enti, solidali, partecipative e responsabili ed ognuna porta con sé parte della propria struttura organizzativa e delle proprie competenze ed esperienze.

Anche questa struttura, rientra nel discorso generale e cioè, i soldi potevano essere utilizzati solo ed esclusivamente, nella costruzione della Casa delle Culture. Ben altro sembra essere diventata questa nostra Struttura, e su questo spero che tu, Amanteano, faccia sentire la tua voce. La gestione di questo bene pubblico sembra essere diventato un ‘rifugio’.

Le Case delle Culture dovrebbero far fronte in modo autonomo al loro funzionamento. In particolare, la strategia del progetto si basa su tre assi di lavoro: migliorare le competenze istituzionali del sistema Case di Cultura, a livello municipale, provinciale e nazionale, attraverso la realizzazione di azioni pilota; aumentare le competenze delle risorse umane delle Case di Cultura, per la realizzazione di una programmazione culturale rinnovata, ampliata e diversificata; elaborare e implementare una strategia di visibilità e comunicazione che comprenda l’uso delle tecnologie informatiche e di comunicazione, prestando particolare attenzione alle generazioni giovani.

La Casa della Cultura nasce come “La casa di tutti”(La casa de Todos), spazi aggregativi nati negli anni ’60 per facilitare l’educazione all’arte e alla cultura dei cittadini fortemente interessati che, tramite l’identificazione e l’implementazione di azioni mirate alla loro sostenibilità istituzionale.

Il fine di qualsiasi Casa di Cultura è ben diverso e credo sia il contributo culturale, che attraverso questo tipo di strutture, viene fornito a tutta la popolazione e con la popolazione. E mia opinione che una Casa della Cultura deve impegnare le migliori e varie espressioni culturali del nostro Paese e far si che la Struttura "Viva". Una Casa della Cultura non è finalizzata a fare profitto, come alcuni sostengono. La nostra Struttura non è un "Campus" cioè, una Università!

Alcuni amici mi hanno scritto chiedendomi della neo università. Ho dovuto dir loro che alcuni amici Amanteani, richiamandosi ad un lontanissimo passato latino, si erano

divertiti

a sciorinare la loro conoscenza, battezzando, pomposamente, questo luogo “Campus" e ignorando che nell’era moderna il “Campus” è semplicemente una Università.

Gigino A Pellegrini & G elTarik

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Panorama notturno Campora San Giovanni drone 2020Sì Amantea è salva. Finalmente da Roma è arrivata questa bella notizia. Non ci sarà il referendum a Campora San Giovanni e a Serra d’Aiello domenica prossima 22 gennaio perché il Consiglio di Stato lo ha bocciato, ha accettato il ricorso presentato dall’Amministrazione Comunale di Amantea. Quindi il paventato divorzio tra Amantea e la sua popolosa Frazione non ci sarà. I sobillatori, i promotori, quelli che volevano staccarsi da Amantea, sono rimasti con le pive nel sacco e con un mucchio di mosche in mano, e ora ritornano al lavoro usato imprecando e giurando che non si daranno per vinti, ma continueranno la battaglia. La guerra continua. Tutto ritornerà come prima? Ne dubito. Troppe parole sono state pronunziate in questi ultimi mesi. Anche ieri sera nella trasmissione di Lino Polimeni Articolo 21 abbiamo ascoltato cose non belle e che difficilmente calmeranno gli animi. La situazione che si è venuta a creare ha danneggiato e acuito i rapporti tra gli abitanti di Amantea e di Campora. La situazione, quindi, è drammatica perché i malumori restano e difficilmente potranno scomparire con un colpo di spugna. Va benissimo, il referendum non ci sarà, e ora? E ora come si comporteranno i due uomini politici Graziano e Iacucci che si sono battuti per la creazione del nuovo Comune e che sono stati clamorosamente sconfitti?

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IMBRATTAMENTO SENATOAlle 7,45 di l’altro ieri mattina un gruppo di ambientalisti di Ultima Generazione con degli estintori in mano ha imbrattato la facciata del Senato della Repubblica a Roma, nonché alcune finestre del piano terra e un portone di Palazzo Madama. Sono stati fermati dai Carabinieri subito intervenuti. Poi identificati e portati in Questura. Processati per direttissima per danneggiamento aggravato. Ora, però, sono già liberi. Sono tornati a casa senza nessuna restrizione. Hanno potuto riabbracciare i loro compagni che li hanno attesi a Piazzale Clodio. Questo eclatante gesto di disobbedienza civile è l’ultimo in ordine di tempo. Infatti altri gesti eclatanti ci sono stati in passato anche recente, tutti volti ad attirare l’attenzione sulla crisi climatica. Blocchi stradali sul Grande Raccordo Anulare di Roma, causando grave disagio ai lavoratori e alla circolazione. E poi lancio di vernice contro l’ingresso del Teatro alla Scala di Milano, mani incollate alle opere d’arte, in Germania si incollano a terra sulla pista di atterraggio di Monaco, 8 Kg di farina lanciata sulla macchina di Andy Warhol, zuppa di verdure contro un quadro di Van Gogh. Non tutti, però, hanno condannato questi gesti. E così, ingalluzziti, hanno fatto sapere che non hanno nessuna intenzione di fermarsi, continueranno imperterriti la loro battaglia, che secondo loro è sacrosanta. E poi, hanno affermato, il Senato era vuoto e porte e finestre sbarrate. Il Presidente del Senato la pensa però diversamente. E’ molto furioso:- Vigliacchi, hanno scelto Palazzo Madama perché è meno protetto-. Ma cosa davvero vogliono questi ragazzi? Vogliono attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica sulle tematiche ambientali. Niente centrali a carbone, niente nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale. I partiti politici hanno condannato i gesti di questi ragazzi, alcuni giornalisti della carta stampati invece li hanno invitati a non preoccuparsi di chi oggi non comprende e li attacca. Come siete belli, giovani e forti, provocatori e molesti. Hanno ragione da vendere gli ambientalisti che hanno imbrattato la facciata del Senato con vernice arancione perché chiedono più energia pulita e rinnovabile, e meno energie fossili. Per me e voglio andare controcorrente sono dei vandali. Chi imbratta e danneggia opere d’arte, quadri, musei, monumenti deve essere severamente punito. Così Renzi:- Chi vandalizza un palazzo delle istituzioni pensando di difendere l’ambiente capisce poco. Chi giustifica i vandali che imbrattano il Senato dimostra di capire ancora meno-. E l’editoriale di Stefano Feltri sul “Domani” a difesa degli imbrattatori ha suscitato molte reazioni. Che vadano in cima al Colosseo, in cima alla Basilica di San Pietro, in cima alla Madonnina minacciando di tuffarsi giù. Farebbero sicuramente meno danni e forse attirerebbero di più la pubblica opinione.

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