Per carità, che nessuno si offenda!
Ma ascoltando quanto avviene nella nostra cittadina ci è venuta in mente la favola di Pinocchio.
Una favola così moderna ed attuale da poter essere intravvista anche oggi, nella nostra stessa Amantea.
Di Pinocchi mentitori e bugiardi ne troviamo tanti, sia nella politica che nella società.
L’unica differenza è che oggi i loro nasi non si allungano, probabilmente perché questi Pinocchi di oggi non hanno la bontà dell’eroe collodiano o semplicemente perché hanno fatto abitudine alle menzogne al punto da non avere più senso di vergogna.
Di gatti e volpi a bizzeffe.
Compari nella politica e nella società( ed anche altrove, invero) sempre alla ricerca di un fesso da prendere in giro.
A volte abbiamo l’impressione che siano loro stessi , i burattini e le marionette, ad andare a cercare il gatto e la volpe, pur consapevoli che tenteranno di fregarli, talvolta riuscendoci, e solo per entrare in qualche modo nella storia.
Qualche Fatina si rischia di trovarla, se si guarda bene.
Insomma ci sono tutti.
Ma quello che ci lascia sempre sorpresi è che il Pinocchio di turno, nel caso il Pinocchio di Amantea, ancora una volta, come nella storia, s'incammina ( per dove lo sa solo lui) , ma durante il tragitto viene attratto da una musica, proveniente dal Gran Teatro dei Burattini.
O piuttosto si dovrebbe dire da uno dei Gran Teatri dei Burattini.
E, come nella favola, si incuriosisce e decide di vendere l'abbecedario, il Pinocchio di ieri, ed oggi ben altro, dignità compresa, per procurarsi i soldi del biglietto.
Si illude il buon Pinocchio di non essere riconosciuto dai suoi simili. Non è così.
I burattini sul palcoscenico, infatti, lo scorgono tra il pubblico e interrompono la recita per festeggiarlo.
Ma il burattinaio Mangiafuoco, si arrabbia e decide di gettare Pinocchio nel fuoco per poter cuocere un montone.
Ma poi si commuove cominciando a starnutire davanti alle invocazioni di pietà del burattino, lo libera e gli regala cinque zecchini d'oro da portare a Geppetto.
Potrebbe finire bene per il nostro Eroe, per Geppetto e, nel caso, per Amantea.
Ed invece Pinocchio mentre fa ritorno a casa s'imbatte nel Gatto e nella Volpe, ai quali racconta incautamente delle monete d'oro ricevute.
I due lo convincono a sotterrarle nel vicino Campo dei miracoli, dicendogli che una volta seminate si sarebbero trasformate in un albero carico di zecchini d'oro.
Oggi, ovviamente, la storia si diversifica.
Oggi il Gatto e nella Volpe dicono a Pinocchio di far cadere la giunta in carica per andare a nuove elezioni e diventare i padroni del paese.
Un posto di assessore è per molti un albero di zecchini d'oro.
Anche il potere che deriva dall’incarico è un albero di zecchini d'oro.
Insomma Amantea ci sembra sempre più un paese dei balocchi, pieno di Burattinai e soprattutto di burattini e marionette.
E non ci sembra che alla fine la storia si concluderà bene.
Il creatore di Amantea si è distratto e non fa niente per salvarla.
I cittadini di Amantea, i nuovi burattini fanno come Pinocchio, e pur se viene detto loro qual è il loro bene scelgono sempre l'alternativa peggiore;
Le intelligenze maligne, diabolicamente più astute dei burattini (il Gatto e la Volpe, l'Omino di Burro) li insidiano.
E così non resta che la redenzione grazie all’intervento della Fata Turchina e di altre creature benevole quali sono, nel pensiero cristiano, gli angeli e i santi.
Ma resta anche la speranza , quella che fa morire Lucignolo, rimasto asino, mentre Pinocchio, grazie alla Fata Turchina, riceve una nuova vita.
Inutile chiedersi se la colpa sia del burattinaio che manovra i fili e porta dove vuole i burattini, o se sia dei burattini che dovrebbero essere gli attori del futuro della città, o se sia addirittura degli spettatori che assistono passivi allo spettacolo della morte di tutti,anche la loro.