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giggino pellForse, ancora una volta, non è il caso di piangere sterilmente, quanto piuttosto di ritentare, di nuovo, la ricerca delle cause del flagello che si abbatte sul nostro paese ogni qualvolta si rinnova l’amministrazione comunale.

 

Amare la propria terra è comunemente il sentimento più ancestrale e originario dell’umanità.

La terra in cui si è nati significa essere dotato di radici, linfa, storia, educazione, valori, cultura, affetti, relazioni, lavoro e sacrifici, lingua. È il terreno fertile su cui germoglia prima, cresce e fiorisce l’albero della vita, che può essere sradicato solo da uragani, dallo stesso uomo o dal taglio che lo recide. Ma anche in questi casi l’albero rivela le sue origini perché finisce col generare altri frutti il cui pregio deriva proprio dalla terra in cui è nato.

Non si potrebbe non amare la propria terra. Ed io, come molti  amo questa terra e questo paese che mi ha visto andar via parecchi anni orsono. Da circa tre anni passo gran parte del tempo qui e ciò che pensavo impossibile si è materializzato davanti ai miei occhi e davanti alle mie orecchie: C’è gente e non è poca che non ama la propria terra.

Amano altre cose, aliene e alienanti, addirittura sporche. E a tanti, quasi a tutti, non resta che il sentimento drammatico, quando non tragico, di quell’inesauribile amore, la disperazione di amare, di voler restare, ma di voler nello stesso tempo fuggire: “Fujitivinni”! gridava, un giorno di tanti anni fa in piazza Commercio quello che da lì a poco sarebbe diventato il sindaco democristiano di Amantea. “Fujitivinni!”, gridava ai giovani come me che andavano per le strade a cantare l’Internazionale comunista. E di Amantea e del Sud, di nuovo oggi, si ricomincia a sentire quel lontano grido che invoglia le nuove generazioni ad andarsene da queste antiche mura e da questo mare che ha visto l’Eroe di Itaca navigare, come racconta il divino Omero. 

Non molto tempo fa, leggendo distrattamente Repubblica, dalla rubrica   di Corrado Augias, lo stesso giornalista e autore televisivo, rispondendo a dei lettori, proprio sul degrado meridionale, scriveva: “Il capolinea non esiste, il fondo non si tocca mai. Si continua a scendere. Pochi giorni fa, quasi nel centro di Napoli, la polizia che cercava di arrestare due rapinatori è stata assaltata dalla folla. E’ l’ennesimo episodio, destinato a ripetersi, di una Napoli dove il concetto di legalità è stato accantonato. E non da oggi”.

Sembra, allora, pressoché inutile che dai vari pulpiti si critichi il malgoverno di Amantea e degli altri paesi calabresi e si denuncino gli atti che rasentano l’illegalità.  Sembra inutile, allora, nutrire desideri e lottare. Una amica di mia figlia questa estate appena passata mi chiedeva un giorno il perché di tanto degrado, di tanta immondizia, di tanta incapacità delle persone di migliorare la propria terra, poi tante di queste stesse persone, emigrando, divenivano grandi professionisti e uomini illustri.

Già, perché? Credo che proprio in questa domanda si annida il “segreto di Pulcinella” di una concreta risposta. Ma penso sia necessario porsi almeno altre due domande, e cioè: cos’è una società moderna? E che cosa ha impedito a questo paese di evolversi? Una breve analisi, breve per necessità di spazio e perché si fa conto che tutti conoscano la nostra storia, potrà forse rintracciare delle risposte plausibili, e forse anche offrire delle ipotesi di soluzione. Soluzioni semplici come accendere le luci sotto i passi ferroviari che immettono sul degradato lungomare che dopo le cinque di sera resta al buio, mi dicono per esigenze di risparmio energetico e per rientrare dagli ultimi incrementi di salario della Giunta Amministrativa e dalle spese degli appena assunti nuovi consulenti, che non permettono di vedere, quando cala la sera, le opere pittoriche rappresentate sulle pareti dei sottopassi ferroviari. Scrivo di queste apparentemente “sciocchezze” forse per evitare di capire veramente  ciò che non ha consentito, e in gran parte non consente neanche oggi, la nascita di una classe dirigente meno mariuola .

E si sa che quando manca una simile classe, contestualmente viene a mancare una forma di benessere diffusa e non egoisticamente truffaldina e prepotente.  Una tale situazione ha riproposto negli ultimi 40 anni una classe politica di tipo impiegatizio e faccendiera, incapace di pensare a modelli sociali e di sviluppo che non siano, appunto, impiegatizi e faccendieri.

Tant’è che non è per niente vero che nel Sud non esista lo Stato o che lo Stato sia latitante. Al contrario, vi è fin troppo Stato: basta guardare ai pletorici, burocratici, dispendiosi, mal funzionanti e inutili organigrammi di tutto il Sud e dei suoi enti locali. Lo Stato nel Sud è il datore di lavoro, sia nelle sue espressioni politiche, sia, e soprattutto, in quelle amministrative. Quello che ci conviene mettere in atto , a noi cittadini, è organizzare  una colletta, di quelle che si vedono fare nelle chiese cattoliche, per pagare l’elettricità e accendete le luci  in questo e su questo paese che ne ha un urgente bisogno.

 

Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Politica

gigino pelIn questi ultimi giorni mi sono ritrovato a riflettere sul significato di una frase scritta da Pablo Neruda qualche tempo addietro: “Perché solo chi ama senza essere riamato conosce il vero amore?”.

Nel cercare di dare una risposta a me stesso e a voi che vi ritrovate ogni tanto a leggere le cose che scrivo, sarà utile  sgombrare il campo dalle erbacce confusionarie.  Fatto ciò mi sono chiesto:  Cos è degno di essere amato? Chiaramente  non ogni cosa è amata, ma solo ciò che è degno di essere amato.  Per tutti quelli che fossero interessati a questa problematica, consiglierei vivamente di vedere un film del 1992 del grande regista francese Claude Sautet: “Cuore in Inverno”.   Riflessione sull'amore duro e inflessibile come l'inverno. Ritratto di un uomo che, pensando di aver messo il cuore in letargo, cerca di mentire anche a sé stesso e al sentimento che prova.

Sicuramente quel che si ama è utile. Utile inteso come “ciò da cui deriva un bene o un piacere, cosicché degni di essere amati saranno il bene ed il piacere intesi come fini”.  Si ama ciò che si ama o perché l’amare porta bene alla persona?

A volte, è vero,  si tratta di cose discordanti. Ciascuno ama ciò che è bene per lui, e che in senso assoluto è il bene che è degno di essere amato, ma in senso relativo a ciascun uomo lo è ciò che è bene per lui: ma ciascuno “ama non ciò che è bene per lui, ma ciò che gli appare tale”. La capacità di amare e accogliere i difetti dell'altro/a, senza l'aspirazione a cambiare la persona che abbiamo scelto. Sono convinto che non ci si incontra per caso e ci si innamora. Il modo in cui incontriamo la persona “giusta” (on line o no, non importa) non è importante. Incontriamo quella donna  che può farci crescere, anche attraverso le difficoltà della relazione, attraverso i nostri attaccamenti, gelosie, senso di possesso: perché per amore possiamo trovare la forza di attraversare queste ombre, integrandole e quindi diventando, giorno dopo giorno, persone nuove, più libere, autentiche e ancora più capaci di sinceramente amare.

Ci tengo a sottolineare  un aspetto che viene spesso dimenticato: l'amare è solo amare incondizionato. Non vuole niente in cambio, non segue la legge del dare e dell'avere ma è tutto proiettato in avanti. Se ci si ama a vicenda  il rapporto che scaturisce dall’amore sarà costruttivo e crescerà. Quando c'è questo tipo di amore, è amore che ha gli ingredienti per far si che sia "duraturo". Nel caso in cui uno dei due non avesse questo tipo di approccio, la coppia non potrà andare avanti. Ma in questo caso chi ama veramente, lascerà andare l'altro con amore , autocondannandosi a cercare l’altra persona per il resto della vita, volendo essere nutrito dalla sua nobile tenerezza. L’amore sembrerebbe essere ben più che un  affetto concesso in cambio di ciò che ci si aspetta di ricavarne.  Se il lavoro può rappresentare una fonte di gratificazione che va al di là del salario che se ne percepisce, divenendo una straordinaria capacità umana di coinvolgersi appassionatamente per qualcosa, l’amore certamente si spinge ben oltre tutto ciò.  Nell’era che viviamo, la legge dell’ homo  economicus  sostiene che gli esseri umani, fondamentalmente egoisti, vedono la vita sociale come l’insieme di relazioni dominate dagli stessi principi che sostengono il Mercato.  Se fosse così, saremmo, prima o poi, un pessimo investimento per il futuro, non essendo più solvibili.  Tuttavia, non veniamo scaricati su di un’isola deserta a morire in solitudine. Non ancora. Forse perché , un sentimento chiamato amore,  pare sconfessare questa legge. L’amore sembra essere la risposta umana al paradosso del Mercato. Questo “strano” sentimento rende  un altro essere umano insostituibile. E’ la capacità delle persone di instaurare  coinvolgimenti che trascendono il colore della pelle, la differenza di età, i credi religiosi  e il do ut des  tanto caro al Mercato.

 L’amore si fa beffa dell’egoismo umano e lo fa attraverso ciò che scriveva un grande letterato rinascimentale, tale Matteo Bandello in una delle sue Novelle dal titolo “La sfortunata morte di due infelicissimi amanti ( Giulietta e Romeo ) che l’uno di veleno e l’altro di dolore morirono…” : ‘Da poi che a Dio non è piaciuto che insieme viviamo, piacciagli almeno che io qui con voi resti sepolta. E siate pur sicuro, avvenga mò ciò che si voglia, che quindi senza voi non mi dipartirò già mai’. … “Quanto questo fosse grave, noioso e quasi insopportabile a la sconsolata moglie non mi dà il core di poterlo dimostrare, ma pensilo chi veramente ama e s’immagini a sì orrendo spettacolo ritrovarsi”. E baciando il “morto corpo diceva: ‘Ahi dolcissimo albergo di tutti i miei pensieri e di quanti piaceri mai abbia goduto, caro ed unico mio signore , come di dolce fatto mi sei amaro’. Lasciando questa tragica coppia, riprendiamo a parlare dell’amare qualcuno che però,  non sia se stesso; Infatti, la persona  che chiede di essere amata, non sarà mai amata. La persona che riceverà amore, in generale, è la stessa che lo dà. In conclusione, credo sia inutile amare per calcolo, come se si desse del denaro in prestito con relativo interesse in ritorno. Un atto di amore calcolato non potrà mai essere un atto sincero; e chi lo riceverà sentirà che non lo è.

Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik

Riceviamo e pubblichiamo sotto il solleone agostano la seguente nota di Gigino:

Apprendiamo mestamente che il nostro benamato Campione (Semidio) ha avuto un altro dei suoi oscuri malori. L'infausto evento ha avuto luogo sulla costa tirrenica calabrese durante la presentazione di un libro :“La Nduja ”. Il segreto dei suoi malori, che tutti noi, suoi conterrtanei ,siamo riusciti a custodire gelosamente per oltre 5 anni, è ormai di dominio pubblico. È innegabile che dal momento in cui ha esordito e si è instaurato il primo episodio acuto, tutti noi avremmo dovuto mettere da parte i sentimentalismi e prontamente far intervenire degli specialisti qualificati. Adesso, quell'aiuto, non è più procrastinabile, anzi dovrebbe potersi attuare in ambiente adeguato e per tutto il tempo necessario. Con questo intendiamo dire che non dobbiamo farci prendere dalla fretta di curarlo a ogni costo, correndo il rischio di coprire i sintomi, ogni sorta di risvolto significativo per il nostro illustre Malato, sovra o sottostimando l'entità clinica dell'episodio. Ecco perché riteniamo utile disporre un luogo adatto al nostro Faro dove poterlo sottoporre ad osservazione specialistica. Questo intervallo può durare settimane, mesi e addirittura anni se necessari. Ci siamo convinti che, dopo l'ipotesi formulata dai Professori "Gli serve una guida stabile"…, inopinatamente resa pubblica dai più autorevoli quotidiani nazionali in questo ultimo periodo,   bisognava cercare senza ulteriori indugi, una consulenza neuro-psichiatrica appropriata. Gli errori del passato li conosciamo bene, purtroppo. E sappiamo quanto sia costato a tutti noi tacere su questo "male oscuro" che ha sempre afflitto il nostro Timoniere. Oggi non dobbiamo né possiamo più ripetere quegli errori. Urge un monitoraggio stretto e costante, ciò anche per non disperdere il potenziale offertoci dalle nuove e rivoluzionarie terapie. L'augurio che ci facciamo tutti é che da questo momento in poi cadano quelle odiose barriere che da sempre sono state erette per dividere i sani di mente dagli altri, quelli che la mente potrebbero averla persa. Ed è questa , innanzitutto, una crescita culturale che deve nascere laddove i primi sintomi si sono mostrati. In una parola : nella nostra città. Spetta proprio a tutti noi costruire questo rinnovamento culturale che deve smontare dalle radici la paura, la ritrosia, la denominazione di questa malattia . Uno dei problemi principali, fin dall'esordio del Suo mandato, è stata la difficoltà a discriminare quello che avveniva nella realtà da quello che avveniva nella sua immaginazione, senza dimenticare l'altro suo problema nel formulare correttamente i pensieri e a concentrarsi. Ad esempio, quando non riusciva a pensare con chiarezza sia perché era convinto di qualcosa che noi ritenevamo assurdo sia perché temeva che qualcuno influenzasse i suoi pensieri o che potesse riconoscerli tramite telepatia, raggi laser ecc. Altre volte aveva la sensazione che le idee gli scappassero dalla mente come se qualcuno gliele stesse rubando: la mente gli “sembrava” vuota e non riusciva a pensare a niente, lamentava di sentirsi vuoto, senza emozioni né sentimenti. Spesso, come tutti ricordiamo, sentiva delle voci anche quando era solo: le voci impartivano ordini e avevano contenuti spiacevoli o minacciosi " Non auguro a nessuno di ascoltare e lavorare a contatto con la Commissione come ho fatto io in questi anni: se ne esce disfatti, tanto che mi sono chiesto se in questo Continente ci sia davvero democrazia". Spesso, è ancora fresco il ricordo, aveva grande difficoltà nel farsi capire; ecco perché utilizzava quel suo linguaggio strano, incomprensibile per tutti noi, mentre altre volte non aveva più voglia di parlare e non provava più piacere a farlo. Ultimamente, e questo lo abbiamo notato tutti anche i più distratti, non riusciva a manipolare le cose più come prima come se avesse perso le capacità di fare che prima pensava di possedere. Non riusciva più a concentrarsi   e prendere decisioni importanti per il futuro del “suo” Meridione: " Ho sperato di cambiarlo, adesso alzo le mani in segno di resa".. E così ha iniziato a isolarsi " Tutti noi dirigenti dipendiamo dalle prossime elezioni:io un posto altrove lo troverò" evitando la compagnia dei suoi più stretti collaboratori e motivando questi suoi atteggiamenti con : "…i miei sottoposti temono per il futuro e pensano più a se stessi che al Paese ". Il disorientamento raggiunse livelli altissimi nel suo isolamento regale : " Pensavamo che i problemi potessero arrivarci dalla destra invece ci sono arrivati dalla sinistra, dal centro, da sopra e da sotto". Questa documentazione, noi soci del club "Fiorettisti Amanteani", l'abbiamo sottoposta al noto psichiatra e terapista Lacaniano J. Von Brunigen il quale ha dato un nome al 'male oscuro". Schizofrenia! Che dire!!!

Per riconoscere questa condizione lo specialista si basa esclusivamente su quello che gli viene raccontato e sulla corretta valutazione degli eventi. Le cause non sono conosciute; l'ereditarietà, le reazioni chimiche, i traumi o particolari eventi emotivi sono fattori sicuramente implicati nell'esordio e nell'evoluzione della malattia ma nessuno è un fattore sufficiente a spiegarla del tutto.

I sintomi sono: Il delirio (convinzioni assolute ed incontestabili che riguardano spesso, ma non sempre contenuti assurdi; p.e. "i comunisti mi vogliono uccidere"…e' stata questa parte politica a cercare di tagliarmi le gambe definitivamente"; "sono circondato da microfoni e telecamere dappertutto". Allucinazioni (percezione di stimoli per lo più acustici, che in realtà non esistono; p.e. voci che offendono il paziente o che commentano ogni sua azione: "E' una Terra, la nostra, in mano ai partiti….E questo mette fine al nostro tentativo di libertà". Disturbi catatonici (p.e. completo immobilismo e mutismo, "Le uniche novità nel mondo della Nduja ci arrivano dalla Groenlandia: ci chiediamo il perché ogni giorno, la risposta non la troviamo". Come anche esplosioni incontrollate di aggressività; qualche volta anche catalessia, ossia la possibilità di posizionare le membra del paziente in qualsiasi posizione, che poi verrà mantenuta ecc. "da dieci anni, ormai, la “Calabria vivacchia. Non ha più una vera capacità creativa e produttiva Qualcuno si chiede: "Che fine ha fatto la creatura del nostro Eroe "Il capannone Creativo", che avrebbe dovuto partorire geni transgenici lontano da sguardi indiscreti tranne qualcuno del suo staff che un po' di anni fa, sugli sci metteva in mostra la bontà della sua biancheria intima.

La schizofrenia, il Prof Von Bruniggen la classifica in 2 sindromi:

paranoide-allucinatoria (con una marcata prevalenza di deliri ed allucinazioni, oltre a naturalmente i sintomi principali. Spesso assume una forma acuta e comincia durante o dopo il quinto decennio di vita. Il nostro eroe di anni ne ha un pochino di più). "Questa nostra Terra è controllata da Vigilanza, Autorità misteriose, il Garante della Privacy,dal Ministero del Tesoro, Ministero delle Comunicazioni." (La Repubblica) " Si avvicina il voto Regionale. “Non sono disposto, scusate, a spegnere i motori… .Io difenderò questa Terra e chi ci lavora fino alla morte".

Schizofrenia semplice (questo processo ha luogo lentamente ed in maniera non drammatica. Con il passare degli anni, il paziente perde l'impulso all'iniziativa, rende sempre di meno, riduce i contatti umani, ed infine sviluppa quasi solo i sintomi principali ed essenziali della schizofrenia. La prognosi è negativa. Il paziente non ha praticamente chance di tornare veramente sano): "Guadagno solo 2 milioni l'anno.”. Riconoscere uno schizofrenico prima della malattia vera e propria è abbastanza difficile." Io ho sempre difeso i calabresi. Dicevano (sempre le voci): ' sono degli scansafatiche'. E io: ' ma che dite, sono bravissimi. Anzi, lavorano in condizioni proibitive, con i vertici locali e regionali e nazionali che cambiano ogni due anni, con la politica sul collo'. E invece viene fuori che ho attaccato i miei corregionali . Roba da matti". Dieci giorni prima, qualcuno ricorda di avergli sentito dire…."…Parlo dello sport principale dei dirigenti politici regionali e locali: alleanze, riposizionamenti, moltiplicarsi di incontri carbonari. Spettacolo un po’ patetico e un po’ ridicolo, per chi non abbia la Calabria come ultimo orizzonte. Mentre molti, qui, non saprebbero dove andare o cosa fare se non fosse per la mia trentennale generosità.". Interviene qualche suo collega: “Le sue (del nostro Eroe) parole sono inaccettabili. I calabresi nel mondo intero sono sempre stati dei veri professionisti anche con il nostro aiuto ad allontanarli dalla nostra Terra". Gli schizofrenici spesso mostrano comportamenti stravaganti di breve durata. Alcuni sono molto timidi e ritirati," Anche se Berlusconi mi chiedesse di restare in politica, non sarebbe esteticamente bello restare al mio posto”. Altri decisamente vivaci e antagonisti, "Lasciare io? Nemmeno ci penso." Un inizio acuto della schizofrenia non è molto frequente, ma quando avviene è meglio, in quanto la prognosi è più favorevole.

Beaumont sur Mer Agosto 2014       Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik

Pubblicato in Cronaca

gigino pellegrinoIn questi giorni si assiste ad accadimenti che non hanno riscontro in tutta la lunga storia di Amantea, paese sulla costa tirrenica cosentina. Fatti straordinari che hanno determinato uno stato di preoccupante confusione nei cittadini.

Fonte di tanto malessere sembrerebbe scaturire dalla presenza di un “personaggio” nelle stanze del comune di Amantea insieme ad una serie di eterei protagonisti. Il fatto.

Un dirigente avrebbe aggredito la consigliera comunale del Movimento Cinque Stelle, Francesca Menichino.

Sulla questione sono in corso chiarimenti, anche per capire se si sia trattato di un'aggressione fisica, pare uno schiaffo, o solo verbale.

C'è comunque l'intervento dei parlamentari del movimento Cinquestelle Dalila Nesci e Nicola Morra, che dal canto loro parlano di aggressione.

Protagonista dell’ increscioso accaduto sarebbe il padre del sindaco, Monica Sabatino, che è anche dipendente del settore finanziario dell'ente, a difendere la figlia dagli attacchi politici dei grillini.

“Esprimiamo sdegno e riprovazione infiniti - scrivono i due esponenti politici - per quanto avvenuto alla consigliera, Francesca Menichino, oggi picchiata dal responsabile del settore finanziario del comune.”

Mentre tutti i personaggi di questa ennesima Commedia degli Orrori sono operativamente “inesistenti” o “dimezzati”, come avrebbe scritto Italo Calvino, un padre affettuoso sembrerebbe volersi ancora prendere cura della “Casa comunale” gestendo autocraticamente Il Comune e dando vita a tutta una serie di vessazioni, abusi e umiliazioni nei confronti di alcuni cittadini-attori colpevoli solo di attenersi rigorosamente ai ruoli formalmente attribuiti ad essi.

Nell’opacità del Comune di Amantea si sta realizzando il paradosso di dover dar conto a dirigenti o sedicenti tali, non incaricati ufficialmente attraverso ordini di servizio, bensì indicati verbalmente da qualcuno.

Al “Primo Cittadino” sarebbe utile ricordare - prendendo atto che ai membri del Consiglio comunale manca un quadro di riferimento certo sugli effettivi incarichi di responsabilità - alcuni aspetti della nostra millenaria cultura occidentale.

Chiaramente, non si arriverebbe a chiedere al Sindaco di emulare il Re delle tragedie Greche che faceva proprie le malefatte sociali, pagando con la propria vita.

Ma, per il bene della comunità, lo stesso Sindaco non può chiedere alla cittadinanza di pagare per le malefatte di alcune persone.

Di conseguenza, dovrebbe sentirsi in dovere di richiamare la propria attenzione su quanto sta accadendo ed intervenire e fare chiarezza su tutta questa inaccettabile situazione, che ha preso un abbrivio autodistruttivo con gli imbarazzanti litigi nelle stanze del Municipio che portano inevitabilmente nocumento all’immagine già di per sé non molto positiva di Amantea.

In aggiunta, le persone, assegnate alla realizzazione e alla cura del “programma originale” della maggioranza si sono viste progressivamente costretti a recitare il ruolo di meri spettatori di attività generiche o di collaboratori a “registi” esterni che consumano ogni risorsa impedendo a tutte le professionalità interne di dare il loro contributo amministrativo e ideativo avendo come obbiettivo la costruzione di un futuro migliore per gli Amanteani.

Per tutti i motivi facilmente immaginabili, alcuni richiamati in questo breve scritto, e avendo costantemente in mente la tutela del buon nome di Amantea e dei suoi cittadini, il neo eletto Sindaco dovrebbe sentire il dovere impellente di dimettersi.

Ciò che è accaduto giovedì , per chi non lo sapesse, è finito fra i banchi della Camera dei Deputati, con una interpellanza parlamentare da parte della deputata pentastellata Dalila Nesci.
Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik

Scrive Gigino Pellegrino:

“In questi ultimi giorni mi è stato rimproverato di scrivere solo per alcuni e troppo.

Sono convinto che scrivere per gli “intellettuali” è sempre un errore politico, ed è anche una forma di privilegio che si maschera dietro una strana forma di rispetto astratto per la scienza.

Lo scrivere “difficile” lo considero, in primo luogo, un vero e proprio atto di presunzione.

Io scrivo per essere capito.

Scrivo per chiarirmi e chiarire a chi legge le cose che vado dicendo.

Scrivo prevalentemente ai miei compaesani nella speranza che facciano qualcosa per porre fine a tutta una serie di brutture croniche che soffocano il nostro paese.

Scrivo, avendo chiaro in mente che il diaframma che separa questa presunzione dal più salottiero snobismo intellettuale non è sempre palpabile.

Privati dell’utopia di un futuro possibile, incapaci di pensare alle infinite manifestazioni del divenire, viviamo soggiogati, in particolare le nuove generazioni, dalla sintomatologia dell’effimero.

Se lo spazio della comunicazione massmediatica è tutto occupato da “un’arma di distrazione di massa" come si fa a trovare spazi di discussione sulle cose importanti, come si esercita il senso critico sulle questioni fondamentali della vita di Amantea e degli amanteani, come si raggiunge un grado sufficiente di informazione per operare le giuste scelte al momento di scegliere chi amministrerà la città, con il voto?

Semplice .. non si fa, direbbe il semplicione non comprendendo che quello che oggi viviamo è un totalitarismo di tipo diverso, la coercizione non è effettuata con la forza, ma con distrazione, spettacolo, divertimento, argomenti leggeri, rissa anche perché no, attrae molto anche quella ma non suscita riflessione, anche il dolore stesso spettacolarizzato in tv minimizza le sofferenze reali della gente, inibisce l'empatia, ma l'importante è anche riempire di notizie, servizi, informazioni, impedendo che quelle davvero importanti possano imporsi all'attenzione generale.

Ed è un modo come un altro per censurare, senza che se ne abbia però la consapevolezza.

Dietro a simili atteggiamenti degli amministratori di turno della “Cosa Pubblica”, al limite tra paternalismo, prevaricazione e difesa di interessi di casta, non troveremo di certo l’altruistico desiderio di “proteggere” i più deboli, utilizzato solo come specchietto per le allodole e ottimo per garantire interessi egoistici.

Ciò che ho sempre riscontrato nelle persone vogliose di “amministrare” una qualsiasi istituzione pubblica, sono i loro atteggiamenti basati principalmente sulla finzione, sulla adulazione, sulla mancanza di sincerità e spontaneità, al solo scopo di promettere ai loro concittadini cose che si sa in partenza non verranno mantenute.

Credo sia inutile richiamare tutto ciò che è stato promesso da tutti (non solo dai vincitori) durante la recente campagna elettorale.

In questo contesto si inserisce “l’appropriazione indebita” perpetrata dall’Amministrazione Comunale di Amantea nei confronti dei diportisti che ignari hanno versato ognuno i soldi per l’affitto annuale o stagionale del posto barca presso il porto “abusivo”.

Se i diportisti ignoravano il furto che veniva effettuato nei loro confronti, la stessa cosa non può esser affermata per l’Amministrazione comunale che pur conoscendo l’illegalità della situazione “portuale,   ha continuato, negli ultimi anni, a pretendere il pagamento dei diportisti che hanno pagato fino a due giorni prima del sequestro.

Certo l’atteggiamento è mendace e falso, e fa dell’inganno e della menzogna gli strumenti privilegiati per trarre in inganno il prossimo.

Bisogna, comunque, riconoscere che chiunque creda veramente a tutto ciò che viene promesso pecca, se non altro, di dabbenaggine.

Inoltre, una società che finge di non vedere i propri giovani, che sera dopo sera vedo barcollare per le strade del paese, incapaci di dare un significato alla propria esistenza presente e futura, è una società indegna che mette in scena la commedia dell’esistenza concedendo di ripetere all’infinito sempre la stessa parte oppure di indossare ogni giorno vesti diverse e di recitare nuove battute.

Per creare un futuro migliore da quello attuale, serve ben altro.

Altro che celebrare l’assenza, quale unico simulacro di continuità.

Siamo costretti a vivere un interminabile presente che nasce e muore ogni giorno. Questo è inaccettabile!!

Gigino Adriano Pellegrini

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