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Mare-pulitoNon ci sono più dubbi, e forse non ci sono mai stati ,sulla qualità delle acque del mare di Amantea e di Campora SG.
Altro che tonnetti dalla spina bifida!

 

Due le fonti ufficiali che lo confermano.

La prima è il fatto che la regione calabria non ha riportato il fiume Oliva tra i siti inquinati.

La seconda è il comunicato del comune di Amantea che evidenzia come l’Arpacal abbia classificato le acque del litorale amanteano come eccellenti

A meno che non si smentiscano due fonti ufficiali come l’Arpacal e l’assessorato regionale all’Ambiente.

Ricorda l’assessore Rubino che sono ben tredici i punti della costa dove i tecnici effettuano di norma i prelievi della acque, che coincidono con le foci dei fiumi e dei torrenti presenti sul territorio nepetino.

Non solo ma evidenzia anche che gli esperti dell’Arpacal hanno prelevato campioni nelle seguenti località: 200 metri a Sud di Vena della Carretta, alla stazione FS di Campora San Giovanni, allo Scoglio Grande di Coreca, al sottopassaggio delle FS, al torrente Santa Maria, zona lidi, fiume Torbido, Oliva, Catocastro e Colongi e nei pressi dei fiumi sia a destra che a sinistra delle foci.

Non solo ma ricordato che la classificazione prevede quattro diversi livelli: qualità scarsa, indicata con la lettera “X”; sufficiente, contrassegnato dalla lettera “S”; buona con la lettera “U” ed eccellente, segnato dalla lettera “E” , conferma che le acque del Tirreno compreso tra Amantea e Campora San Giovanni sono eccellenti in quanto le misurazioni precedenti hanno dato risultati costanti.

Conclude, poi, l’assessore che : “Il mare ed il turismo devono tornare ad essere le voci principali del sistema economico locale e l’avvio del servizio della raccolta porta a porta prosegue idealmente questo cammino: la pulizia del mare ed il decoro urbano sxaranno essere il nostro fiore all’occhiello, dando modo agli amanteani di essere fieri della propria città.

È un percorso certamente difficile, ma con soddisfazione possiamo dire che non siamo certamente all’anno zero e che, con l’apporto di tutta la comunità, non faremo altro che migliorare nel prossimo futuro».

La questione aveva già raggiunto notorietà politica e giornalistica quando nel novembre 2011 la valle dell’Oliva era stata oggetto di visita da parte della Commissione ENVI del Parlamento Europeo guidata dall’ex onorevole mario Pirillo proprio per far luce sulla questione della Valle dell’Oliva e dei siti di Crotone.

In quella occasione Pirillo si sentì leso dalle dichiarazioni rese da Francesco Cirillo sul suo blog nell’articolo “Sono arrivati i commissari europei. Ma il vero rumore lo fanno gli ambientalisti.”contenente anche una vignetta sull’ex parlamentare europeo

Da qui la querela avanzata da Pirillo contro Francesco Cirillo difeso dall’avvocatessa Natalia Branda.

Ieri il Gip del tribunale di Paola, Pierpaolo Bortone, ha archiviato la querela.

Il Gip dà ragione a Cirillo e scrive: "Si ritiene che le affermazioni fatte dal Cirillo sul sito internet scirocco.blog.tiscali.it costituiscano espressione del diritto di critica politica, diritto esercitato da un giornalista ambientalista in relazione alla questione dell'illecito smaltimento dei rifiuti nel territorio calabrese; tale critica, viene espressa nell'ambito di contesa politica giudiziaria, caratterizzata da toni particolarmente accesi ed improntata ad un elevato grado di virulenza" .

Nella querela Pirillo sosteneva di aver subito una: "incontrollata aggressione verbale nei miei riguardi all'unico scopo di aggredire la mia persona”

Per il giudice non è ravvisabile tale elemento e da qui la archiviazione.

È tempo di elezioni regionali. Ed allora ritornano i vecchi politici ed i vecchi progetti. La prova? Eccola.

A nord di Amantea c’è Paola che è collegata alla A3. A sud di Amantea c’è Falerna con la A3 che scende fin sulla costa.

Amantea baricentrica rispetto a Paola ed a Falerna ed unico centro di medie dimensioni potrebbe essere facilmente collegata con la A3, ed insieme con Cosenza ed i servizi Ospedalieri , la Sila, l’area di Rende-Montalto Uffugo e quella di Mendicino, con la strada che risale il fiume Catocastro , in parte esistente fino a Lago, e che passi, poi, sotto il Cocuzzo fino a Mendicino, oppure con la strada che risale il fiume Oliva , in parte esistente fino ad Aiello Calabro, e poi passando per il valico di Potame, entrare nella valle del fiume Busento, e così collegarsi in pochissimi minuti alla A3, a Cosenza e servendo sia Domanico che Carolei.

Peraltro, come ben noto, soprattutto all’ormai ex presidente della Provincia di Cosenza, la strada Amantea-Potame versa in condizioni critiche e tali da indurre la ricerca di una soluzione terza per evitare l’ isolamento di Amantea.

Invece si riscopre il vecchio tracciato del fiume Savuto.

Si tira fuori un progetto del 2002 mai attuato.

Artefice dell’incontro Leopoldo Chieffallo, sindaco del Comune di San Mango d'Aquino.

Sponsor il presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio

Presenti i Sindaci di, Grimaldi, Malito e Altilia, per la provincia di Cosenza, e Nocera Terinese, San Mango d'Aquino, Motta Santa Lucia, Martirano Lombardo e Conflenti), per la provincia di Catanzaro.

Meno male che non c’erano Falerna e Gizzeria.

Incomprensibile la presenza dei sindaci di Amantea, Aiello Calabro, Serra d'Aiello, Cleto i cui interessi viaggiano in direzione diversa.

Peraltro, si tratta di un progetto di massima al cui capezzale è stato chiamato l'Ing. Battista Jacino dirigente dell’Anas in pensione.

Sul sito della provincia si trova una nota nella quale si legge che sono intervenuti i sindaci di Nocera Terinese, Conflenti, Amantea e Cleto, ribadendo l'urgenza dell'opera.

Spiace dover notare che il sindaco di Amantea ha dimenticato gli interessi della città.

Prendiamo atto invece che ha scelto il Savuto invece dell’Oliva e del Catocastro.Ne prendiamo atto.

Non sorprende, invece, la parte della nota nella quale si legge :” Oliverio, inoltre, ha evidenziato che lo svincolo di San Mango D'Aquino deve essere completato in direzione del collegamento con la SS 18 e la viabilità del Tirreno Cosentino e che la Valle del Savuto nella quale insistono comuni come Amantea, Cleto, Aiello e Serra D'Aiello e sulla sponda sinistra Nocera, Martirano ecc, può essere servita, da investimento finanziario sostenibile, con una infrastruttura che già in parte è realizzata e che consentirà non solo di rompere l'isolamento di numerose comunità ma anche un collegamento con la costa, rappresentando perciò una via di fuga per eventuali momenti critici causati da possibili interruzioni autostradali”

Attestare che Amantea e a dx del Savuto è come dire che Cosenza è a nord di Tripoli.

Non ci piace la soluzione. Non ci piace affatto!non è quella che interessa la città! Ma nessuno ne sa niente e nessuno ne parla. Dove è finita la politica( posto che ci sia stata, mai)?

Ecco il testo integrale:

“Nei giorni scorsi, la stampa e anche i social network hanno riportato informazioni riguardanti le discariche che il Comune di Lago e l’Assessorato regionale all’Ambiente stanno per realizzare, nonché notizie su una presunta discarica che sarebbe stata sequestrata dalla Polizia provinciale.

Sono informazioni mistificanti e notizie prive di fondamento.

E’ mio dovere, quale Sindaco del Comune di Lago, informare correttamente i miei concittadini e le popolazioni dei Paesi vicini su come stanno effettivamente le cose.

Intanto, comunico che sono previsti due convegni, uno nel Comune di Lago e l’altro nel Comune di Amantea, con l’intervento dei progettisti e di esperti del settore.

1. “La discarica abusiva sequestrata di circa 2.000 mq in località Giani”: non si tratta di nessuna discarica, ma soltanto di materiale ingombrante depositato abusivamente da persone non identificate. Per essa, l’Amministrazione comunale in data 19/12/2013, protocollo 3867, ha incaricato la società “Ecologia e Servizi” di Girifalco del ritiro, trasporto e smaltimento dei rifiuti ingombranti. In data 20/12/2013, la suddetta “discarica” veniva sequestrata dalla Polizia provinciale, e in data 24/12/2013 il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Paola non convalidava il sequestro effettuato dalla Polizia provinciale, disponendo l’immediato dissequestro da eseguire entro la stessa giornata del giorno 24 dicembre 2013, al fine di consentire all’Amministrazione comunale la bonifica del sito, peraltro già concordata con l’Impresa specializzata.

Le notizie riportate a mezzo stampa, inclusa quella fornita dall’emittente TELE TEN in data 7 gennaio 2014 a proposito di una discarica sequestrata a Lago (mentre, in realtà, sulla stessa si stava procedendo alla bonifica) sono, quindi, infondate, pretestuose e false.

Attualmente l’area è stata bonificata e si sta provvedendo a recintarla in modo che fenomeni di malcostume simili a quello evidenziato non abbiano più a verificarsi.

2.La vecchia discarica. Anche riguardo ad essa sono state scritte molte inesattezze, tra cui la lettera che il Comitato civico De Grazia ha indirizzato al Sindaco di Aiello Calabro e al sottoscritto, nella quale sostiene che la bonifica non è stata effettuata.

Devo dire con molto rammarico che il signor Gianfranco Posa, firmatario della missiva, ignora che il Comune di Lago ha eseguito un Piano di caratterizzazione dal quale non è emersa la presenza di nessun materiale nocivo o inquinante da rendere necessaria la bonifica del sito.

L’ARPACAL di Cosenza, infatti, nel suo parere riguardo all’analisi del rischio, attesta quanto segue.

A) I risultati analitici dei campioni prelevati ed analizzati separatamente dal laboratorio RST SRL e dai laboratori dell’ARPACAL del Dipartimento di Cosenza sono stati confrontati. La validazione dei dati analitici è stata effettuata secondo le procedure previste dalla legge e protocolli stabiliti dalle Agenzie regionali per la Protezione dell’Ambiente.

B) Si esprime parere favorevole sulle conclusioni raggiunte a seguito della caratterizzazione del sito e dei risultati dell’analisi del rischio del sito. Sebbene sia stata perseguita l’analisi più cautelativa, l’analisi del rischio non ha comportato il superamento della CSR per il paramento stagno; pertanto, non risulta necessario procedere alla bonifica della matrice del suolo.

A questi fatti documentati bisogna riferirsi, se si vuole evitare di diffondere notizie infondate, idonee a generare un allarme ingiustificato nelle popolazioni.

3. La nuova discarica. L’idea di realizzare una nuova discarica nel territorio del Comune di Lago risale all’anno 2008, quando l’on. Loiero presiedeva la Giunta regionale e il dottor Giuseppe Graziano era il dirigente del settore.

Il Comune di Lago ottenne un primo finanziamento di 200.000 euro per la progettazione. Venne emanato un bando nazionale, a conclusione del quale i lavori di progettazione e direzione lavori vennero affidati a GEOSTUDIO di Torino, specializzato nella progettazione di discariche in Europa e in Italia.

La progettazione seguì tutte le fasi previste dalla legge (preliminare, definitivo ed esecutivo), ottenendo tutte le autorizzazioni di carattere tecnico – ambientale.

Del progetto ne erano a conoscenza gli amministratori del comprensorio e i cittadini, dato che esso, come per legge, venne pubblicato su un quotidiano locale e sul BURC.

D’altra parte, i contenuti e le finalità del progetto medesimo vennero divulgati e discussi nel corso di incontri e convegni pubblici tenuti nella sala consiliare del Comune di Lago e ampiamente ripresi dalla stampa locale.

Nel corso dell’ultimo di tali pubblici incontri, tenutosi il 27 ottobre 2013 a Lago con l’intervento dell’Assessore regionale all’Ambiente on. Pugliano e di quasi tutti gli amministratori del comprensorio, è stato illustrato il progetto da parte dei tecnici redattori.

L’intervento in questione è stato riportato nei diversi Piani triennali delle Opere pubbliche sottoposti all’esame e approvazione del Consiglio comunale.

Desta sconcerto il fatto che oggi la minoranza consiliare di questo Comune chieda atti all’Ufficio tecnico, dimenticando che tali atti giacciono al Comune da quasi quattro anni e che, nel frattempo nessuno si è preoccupato di richiederli o di consultarli!

Oggi, che siamo alla fine di un operoso percorso pluriennale, ci si scopre ambientalisti (di facciata) e ci si dice contrari alla realizzazione della discarica, prospettando ai cittadini catastrofi ambientali e sciagure irreparabili, assumendo posizioni strumentali e pretestuose: strumentali, perché finalizzate a creare allarmismi ingiustificati, e pretestuose perché finalizzate alla mistificazione.

Si sostiene, tra l’altro, che la discarica è vicina al fiume Oliva, mentre essa dista da esso in linea d’aria circa un chilometro e mezzo.

Il Corriere di Calabria riporta il Comune di Lago come appartenente alla provincia di Crotone: tutto ciò perché nella testata del Piano di monitoraggio e controllo, a causa di un refuso informatico, si faceva riferimento ad un’impresa di Crotone, affermando, gravemente, che “la discarica di Lago aveva ottenuto i pareri manomettendo la documentazione”. Fatto gravissimo, quest’ultimo, perché il Piano di monitoraggio e controllo è costituito da molte pagine e non soltanto dal frontespizio, del resto prontamente rettificato dal Dipartimento Politiche dell’Ambiente, come acquisito agli atti del Comune in data 10/12/2013, protocollo n. 3754.

La discarica è progettata in modo che non possono essere smaltiti rifiuti pericolosi e con materiali tecnologicamente avanzati, brevettati e sicuri, utilizzati in altri impianti in Italia e in Europa. Inoltre, è prevista l’installazione presso il sito di un portale radiometrico in prossimità del sistema di pesa. E’ anche prevista la predisposizione di una telecamera di sorveglianza per il controllo di eventuali anomalie che dovessero insorgere all’interno del sito di discarica.

Non posso rispondere, in questa sede, a tulle le inesattezze che sono state scritte.

Mi riservo di farlo nei prossimi Convegni pubblici, invitando a partecipare ad esso tutti coloro che desiderano avere un’informazione più completa e corretta.

Comunque, l’intera opera può essere esaminata anche attraverso il portale del Comune di Lago.

L’assessore regionale on. Pugliano, nel Convengo del 27 ottobre scorso, ha richiamato le emergenze del sistema ambientale calabrese e ha dato atto al Sindaco di Lago di essere stato un pioniere e di avere affrontato la tematica ambientale con coraggio e lungimiranza. In quell’occasione, l’assessore Pugliano affermò anche che “Noi abbiamo ereditato un sistema frutto di una pluriennale gestione commissariale straordinaria e caratterizzato da alti costi, inefficienza e squilibrio tra le diverse aree della nostra regione. Voglio dare atto che il Comune di Lago è tra quei pochi Comuni che è realmente impegnato a rimuovere due gravi cause ostative ad una moderna politica ambientale: la psicosi delle popolazioni (spesso alimentata a sproposito) e la pretesa di produrre rifiuti in casa propria per poi smaltirli altrove”.

Desidero assicurare che il Comune di Lago continuerà ad operare con una attenzione peculiare alla tutela ambientale, alla salute dei cittadini e alla sicurezza del territorio.

Lago, 16 gennaio 2014                               - Architetto Vittorio CUPELLI, Sindaco di Lago

Pubblicato in Basso Tirreno

Il 9 gennaio i deputati del M5S Paolo Parentela( primo firmatario) e Dalila Nesci hanno presentato al Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, a quello della salute ed a quello dell’Interno l’interrogazione a risposta scritta n 4-03105, avente il seguente testo:(

“Per sapere – premesso che:

in un tratto dell'alveo del fiume Oliva, nel tratto che attraversa i comuni di Aiello Calabro, Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d'Aiello, è stato portato alla luce un illecito interramento di rifiuti;
la procura della Repubblica di Paola, durante le diverse attività di indagine, ha disposto accertamenti tecnici di svariata natura (analisi chimico-fisiche nelle diverse matrici ambientali, prospezioni geologiche, determinazioni radiometriche, valutazioni di riskassessment, ecc.) rivolgendosi sia agli organismi tecnici territorialmente competenti, che ad enti o professionisti presenti e operanti nel territorio calabrese e in altre parti della nazione (Arpacal – Agenzia di protezione ambientale della Regione Calabria, Consiglio nazionale delle ricerche, università di Cosenza regione Calabria, Arpa Emilia Romagna, vigili del fuoco, e altri). Molte delle determinazioni chimico-analitiche sono state ripetute e confrontate dallo stesso soggetto e da soggetti diversi e nel corso degli anni in cui si è svolta questa tenace attività di indagine, fornendo alla fine un insieme di informazioni ed un quadro di presenza di elementi inquinanti univoco che, allo stato delle conoscenze sull'area dell'Oliva, non può essere contraddetto e sottaciuto da alcuno. In ultimo sono state compiuti dall'ISPRA accertamenti sistematici tesi a meglio precisare il quadro già delineato dalle indagini della Procura, anche ai fini della caratterizzazione e che hanno dato sostanziale conferma delle sostanze presenti;

analisi chimiche svolte in zona hanno messo in evidenza disparate sostanze, sia di natura organica che inorganica, alcune non presenti abitualmente in natura, ovvero non abitualmente presenti in natura alle concentrazioni riscontrate;

in una relazione dell'ISPRA, viene riportato che in tale zona è avvenuto smaltimento illecito mediante interramento previo asporto del terreno originario nel corso di un periodo che ha avuto inizio almeno venti anni addietro. I rifiuti rinvenuti sono costituiti, in massima parte, da materiali dalla lavorazione della pietra (fanghi, inerti, e altro) e da materiali derivanti dall'attività edile (tra cui tondini di ferro, cavi elettrici, e altro);

a tale attività di illecito smaltimento hanno concorso, in qualità di promotore e di organizzazione dei trasporti e degli interramenti, il gestore di un'impresa dedita alle attività estrattive ed in qualità di titolari consenzienti delle aree di interramento, alcuni privati della zona;

per tali fatti sono stati contestati i reati di disastro (articolo 434 codice penale) e di avvelenamento di acque destinate al consumo (articolo 439 codice penale), nonché i reati di gestione di rifiuti senza autorizzazione e di discarica abusiva (articolo 256, commi 1, 2 e 3, del decreto legislativo n. 152/2006);
in generale, il territorio in questione si presenta come un'area a destinazione naturale ed agricola, ricca di vegetazione. Nelle vicinanze sono presenti, anche terreni destinati a coltivazioni di pregio. Il territorio che include le spiagge prossime alla foce del fiume, ha anche un particolare valore turistico. I siti di smaltimento ricadono inoltre in aree soggette al vincolo paesaggistico, idrogeologico e sismico;

i rifiuti sono stati rinvenuti in otto aree per un totale massimo stimabile di circa 140.000 metri cubi e per quanto riguarda la contaminazione dei suoli è stato accertato nella relazione dell'ISPRA che vi è una presenza di elevate concentrazioni di idrocarburi pesanti e di metalli pesanti nell'area Carbonara, in un'area prossima e nell'area Foresta. La contaminazione si è estesa alla falda della zona tale da escludere la possibilità di utilizzare l'acqua per il consumo umano, fini irrigui e zootecnici;
attualmente, citando solamente i dati sicuramente anomali secondo le normative italiane ed europee vigenti, in località Foresta (nei sedimenti fluviali e nelle acque superficiali del fiume Oliva, nel terreno e nei piezometri), le determinazioni tecniche effettuate hanno dimostrato la presenza di concentrazioni di cadmio, mercurio, tallio e manganese al di sopra dei limiti previsti per i siti d'uso pubblico e privato;

in svariati campioni, sono stati misurati valori anomali di alcuni composti alifatici clorurati quali clorometano, diclorometano, triclorometano (cloroformio) e tetracloruro di carbonio nonché composti aromatici quali il toluene;

l'ARPACAL nella propria attività analitica ha verificato in svariati campioni prelevati in profondità nel corso del 2010 concentrazioni al di sopra dei limiti di riferimento di antimonio, arsenico, cadmio, cobalto, cromo totale, rame, stagno, zinco e idrocarburi totali;

un altro rilievo importante è quello relativo alla presenza di radionuclidi artificiali con elevata radio-tossicità e cioè l'antimonio 124 (124Sb) il cadmio 109 (109Cd) ed il cesio 137 (137Cs); (nella foto Fukushima) tutte le sostanze appena riportate hanno effetti biologici importanti tra i quali spicca, per la maggior parte di esse, la capacità di indurre patologie tumorali;

l'entità del danno ambientale è consistente sia in ragione della tipologia delle sostanze presenti che in rapporto al luogo in cui sono dismesse (con un rapporto stretto con il letto del fiume Oliva);
è stata rilevata la presenza di radionuclidi artificiali ed in particolare dell'isotopo del cesio 137 (137Cs), la cui presenza e diffusione impone azioni tese ad una caratterizzazione ulteriore e rende la fattispecie del danno ambientale assai più grave;

nei territori più prossimi ai siti di contaminazione è stata rilevata la successiva evidenza di un eccesso di tumori maligni della tiroide che, ancorché al di sotto del limite di significatività statistica concorda con la presenza anomala di 137Cs;

i fatti sopra citati rafforzano la sensazione che siano effettivamente presenti una quantità e tipologia di inquinanti ambientali nel suolo e nelle acque e in atmosfera in ambito del bacino fluviale del fiume Oliva tali da potere condizionare un danno per la salute dei residenti oltre che per l'ambiente circostante –:

se, alla luce della gravissima situazione igienico-sanitaria e ambientale riscontrata nella valle del fiume Oliva, confermata dal consulente tecnico d'ufficio della procura della Repubblica di Paola, dalle risultanze delle indagini condotte dalla magistratura e dalla relazione dell'ISPRA, i Ministri interrogati non ritengano opportuno, nell'ambito delle rispettive competenze, intervenire con urgenza per garantire la sicurezza igienico-sanitaria e ambientale dell'area e promuovere la bonifica della Valle dell'Oliva;

se il commissario per il rientro dal debito sanitario non ritenga opportuna la predisposizione del registro tumori della Calabria, unitamente a un registro epidemiologico e a tutte le misure necessarie affinché sia tutelata la salute dei cittadini.

Pubblicato in Cronaca

Il nuovo anno inizia con la conoscenza di una brutta notizia. Ne dà informativa il Comitato Natale De Grazia evidenziando che in occasione dello spettacolo teatrale “Occhi a perdere” scritto e diretto da Virginio Gallo svoltosi il 27 dicembre scorso al Campus Temesa e messo in scena da “La Buffa”, il presidente del Comitato ha letto il seguente testo:

“Procedimento Penale n. 2210/08 R.G.N.R. – Tribunale di Paola -

Estratto dalla Relazione preliminare, redatta dal Servizio per le Emergenze Ambientali – Settore Valutazione del Danno Ambientale – dell’ ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) del Ministero dell’Ambiente

Aprile 2013. Oggetto del procedimento è lo smaltimento illecito di ingenti quantitativi di rifiuti, in numerose aree prossime all’alveo del fiume Oliva, in provincia di Cosenza. Lo smaltimento è avvenuto mediante interramento di rifiuti nel corso di un periodo che ha avuto inizio almeno 20 anni addietro.

I rifiuti sono stati rinvenuti in otto aree, per un totale massimo stimabile di circa 140mila metri cubi.

La contaminazione si è estesa anche alla falda acquifera della zona.

La contaminazione è tale da escludere la possibilità di utilizzare la risorsa – acqua – per il consumo umano ed a fini irrigui o zootecnici.

Si sono inoltre prodotti numerosi danni ambientali dovuti alla perdita di funzioni naturali ed antropiche delle risorse.

In particolare, sono ipotizzabili i seguenti danni:

- La compromissione della salubrità, rappresentata da un aumento statistico delle patologie, associabili alle sostanze inquinanti rinvenute nei suoli e nelle acque;

- La compromissione della fruibilità delle acque – sotterranee e di superficie – del fiume Oliva per il consumo umano;

- La compromissione di alcune coltivazioni, anche di pregio, nelle aree irrigate con le acque sotterranee e con le acque di superficie del fiume Oliva;

- La compromissione della funzione di habitat del fiume Oliva, in particolare per le specie ittiche più sensibili all’inquinamento;

- La compromissione della fruibilità della zona per fini ricreativi e la conseguente perdita del valore di attrattiva turistica;

- La compromissione delle caratteristiche estetico/paesaggistiche dei siti soggetti a tale vincolo;

- La compromissione delle funzioni di tutela idrogeologica dei siti soggetti a tale vincolo.

Per il momento è possibile definire solo il costo massimo delle attività di rimozione e smaltimento dei rifiuti interrati che, alla luce dei prezzi di settore praticati corrisponde a 21 milioni di euro.

L’illecito interramento dei rifiuti ha determinato una serie di gravi danni ambientali attuali e temporanei alle risorse della zona, e rappresenta oggi una permanente fonte di rischio di aggravamento e di estensione della contaminazione. Aprile 2013”

NdR.Ne prendiamo atto. Doverosamente.

Ma riteniamo doveroso chiedere all’ISPRA quali sono gli inquinanti riscontrati e quali le percentuali di inquinamento.

Non solo ma l’ISPRA dovrebbe dirci da quale punto verso il mare le acque sono inutilizzabili per uso umano, animale ed agricolo. E tanto perché i comuni vietino l’uso di tali acqua anche a fini agricoli per evitare che gli inquinanti presenti nell’acqua si trasferiscano nei prodotti di coltura e da qui , tramite il loro consumo, negli utilizzatori.

Chiediamo anche all’ISPRA se gli inquinanti presenti nelle acque dell’OLIVA possano provocare danni all’habitat marino nei pressi della sua foce e se i pesci in tale mare pescati siano commestibili o siano dannosi per l’uomo.

A tal proposito riteniamo che il comune di Amantea debba disporre immediate indagini sulla popolazione gravitante intorno al fiume.

Ma chiediamo anche a tutti i comuni limitrofi all’OLIVA ed a valle del punto di inquinamento se siano a conoscenza di tale relazione dell’ISPRA e se abbiano vietato l’uso di tali acque e se non lo hanno fatto perché.

Chiediamo anche ai comuni sopra detti se e quali misure abbiano attuato per evitare danni ad uomini ed animali.

Chiediamo inoltre che l’ente provincia, competente ci sembra in materia di acque fluviali e di autorizzazione al loro uso, intervenga con urgenza in merito.

Chiediamo infine a regione e Ministero della Sanità di accertare che gli enti sottoposti adempiano a tutte le misure di sicurezza necessarie per la tutela dell’uomo e del suo habitat sostituendosi eventualmente agli enti inadempienti.

E’ vergognoso che si abbia notizia ( vedi testo in grassetto ) di inquinamenti compromettibili “della salubrità, rappresentata da un aumento statistico delle patologie, associabili alle sostanze inquinanti rinvenute nei suoli e nelle acque” e non si faccia niente per evitare l’aumento delle patologie.

Pubblicato in Campora San Giovanni

La Boldrini annuncia che “Dopo la Terra dei fuochi cominceremo a desecretare anche le navi dei veleni !” «Sulle "navi dei veleni" ho ricevuto pochi giorni fa una richiesta da parte di Greenpeace e dei Verdi e ho sottoposto immediatamente la questione all'ufficio di presidenza, dove è stato condiviso da tutti l'avvio di una procedura per togliere il segreto sul più alto numero possibile di documenti in materia».

Poi continua aggiungendo che :

“Non so cosa avesse impedito precedentemente di avviare un percorso di trasparenza. Quello che so è che oggi la questione è assolutamente decisiva per la credibilità delle istituzioni: se vogliamo provare a ripristinare un rapporto di fiducia coi cittadini, è indispensabile togliere il velo del segreto ogni volta che sia possibile e giusto».

Ed ancora evidenzia che:

“I documenti di cui parliamo sono essenzialmente atti che le Commissioni parlamentari di inchiesta hanno acquisito da altre autorità, che li hanno trasmessi con il vincolo di riservatezza o segretezza. Per togliere il segreto dunque dovremo interpellare loro affinché possano rimuovere o confermare il vincolo».

Per gli altri atti o documenti «prodotti dalle Commissioni stesse, e poi sottoposti al cosiddetto "segreto funzionale" si potrà procedere alla loro desecretazione una volta verificato che ciò non intralci l'attività di altri organi dello Stato, a esempio inchieste giudiziarie in corso”.

Concludendo l'intervista al Manifesto , la Boldrini assicura che:

“La presidenza farà tutto quello che si renderà necessario perché il cammino che si è intrapreso vada a buon fine, nel rispetto delle regole dettate dal nostro ordinamento e delle competenze degli altri soggetti istituzionali coinvolti”.

Ovviamente la presidente della Camera Laura Boldrini che ha già desecretato gli atti sulla Terra dei Fuochi chiude evidenziando che la desecretazione potrà avvenire anche in modo frazionato man mano che arriveranno le risposte richieste.

Potremo sapere così più di quanto sappiamo oggi: basterà andare a leggere, ma occorrerà andare a leggere!

Il 4 luglio 2013 è la fatidica data di inizio del processo sul fiume Oliva.

Un processo che vede imputati “per disastro ambientale ed avvelenamento delle acque l’imprenditore di Amantea Cesare Coccimiglio ed altre quattro persone proprietarie di terreni risultati contaminati”.

Il processo doveva iniziare il 16 aprile ma l’udienza è stata rinviata al quattro luglio dal giudice della Corte d’assise di Cosenza, Antonia Gallo, che ha accolto la richiesta del Pm di Paola, Giovanni Calamita,  che ha chiesto il rinvio per consentire di notificare alle parti offese il rinvio a giudizio degli imputati ed eventualmente consentire loro di costituirsi parte civile.

In particolare gli inquirenti intendono offrire questa opportunità ai familiari della persona che ritengono possa aver perso la vita a causa dell’inquinamento dell’Oliva e dell’amico con cui si recava a pesca nel torrente, attualmente gravemente malato per le stessa causa.

Dal processo si potrà sapere finalmente la verità sull’inquinamento del fiume Oliva. O forse, è il caso di dire, sugli inquinamenti.

Una verità voluta dalla Giustizia, per conto della società, ed anche da enti ed organizzazioni : tra questi la Regione Calabria, il ministero dell’Ambiente, il Wwf Italia, Legambiente Calabria, l’associazione Anpana e il Vas, oltre che i comuni di Amantea, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello.

Ovviamente saranno cercati gli di inquinanti nelle loro tipologie originarie e derivate e parimenti le cause di inquinamento.

Il sospetto che l’alveo del fiume Oliva sia stato e sia depositario di rifiuti di ogni specie non è affatto peregrina, anzi ben giustificata. Un sospetto che si spinge indietro nel tempo e che viene scoperto solo da poco grazie alla nuova, forte attenzione della procura di Paola, competente per territorio, ma anche della società civile ben più attenta all’ambiente di quando il fiume ed il suo alveo erano ricettacolo di ogni rifiuto, compresi quelli urbani dimenticati e mai sanzionati da alcuno che ben avrebbe dovuto, e del loro terribile percolato!.

Pubblicato in Campora San Giovanni
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