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Ci dicono che se vince il si il “nuovo” senato sarà costituito da 100 nominati.

 

5 senatori nominati dal Presidente della Repubblica, 74 consiglieri regionali eletti dai singoli Consigli regionali e 21 sindaci anch’essi eletti ognuno dal proprio Consiglio regionale di riferimento.

La Calabria esprimerà un solo sindaco.

Probabile che sia Reggio Calabria.

Basta una normucola che orienti , magari, verso le città metropolitane.

Ma potrebbe essere anche Catanzaro.

 

Anche in questo caso basta una normucola che orienti , magari, verso il capoluogo di regione.

Insomma Cosenza resterebbe comunque esclusa

Ed allora ecco la pensata.

Basta la “città unica” costituita da Cosenza, Rende e Castrolibero.

Sarebbe , così, la seconda città in Calabria per numero di abitanti, potrebbe diventare perfino città metropolitana.

 

Ma ecco immediate le reazioni dei baroni della Politica:

Leggiamo, infatti, sui giornali che “ Iprimi ad uscire contro l’iniziativa sono stati Orlandino Greco, che ritiene di controllare il territorio di Castrolibero (così come Sandro Principe a Rende), e Guccione che è l’espressione della peggiore politica dominante in Calabria fatta di ipocrisie, ignoranza, affarismo e falso moralismo”

Da tutt’altra parte Mario Occhiuto il quale apprendendo sulla stampa di una proposta di legge che starebbero preparando al riguardo i tre consiglieri regionali Orlandino Greco, Carlo Guccione e Franco Sergio dichiara . “L’iniziativa fa paura”.e poi aggiunge che la “norma già prevede un referendum tra i cittadini dei centri urbani interessati da tenersi successivamente alle deliberazioni dei Consigli comunali, mentre i tre consiglieri regionali” ne sollecitano un altro “preventivo” Insomma giusto per imbrogliare la questione e rinviarla alle calende greche.

Caspita quanto vale una fascia da sindaco?

O si tratta della attesa immunità?

Pubblicato in Cosenza

referendum-si-e-noIl 4 dicembre 2016 tutti gli italiani sono chiamati ad esprimersi sul delicato tema della riforma costituzionale. Secondo gli ultimi sondaggi presentati prima del silenzio obbligato a prevalere sarebbe il No con un distacco anche discreto. A fare la differenza saranno quanti si sono dichiarati agli intervistatori ancora incerti o in dubbio sulla scelta che faranno alle urne. Gli italiani hanno ancora qualche giorno per documentarsi e riuscire a formarsi un’opinione che porti al loro voto. Quali sono le ragioni per votare Sì e quali quelle invece per votare No? Vediamole insieme qui di seguito.

REFERENDUM: LE RAGIONI DEL SI

Accettare le modifiche proposte dal Governo Renzi con questa riforma costituzionale comporta in primo luogo uno snellimento delle procedure di legiferazione, andando ad eliminare la navetta estenuante tra Camera e Senato attualmente prevista per ogni proposta di legge.

In merito ai tagli economici previsti la riforma si concentra sulla drastica riduzione dei Senatori. In caso di approvazione si passerebbe da 315 a 100 componenti scelti tra consiglieri regionali e sindaci, che percepirebbero il loro stipendio di carica come unica indennità in aggiunta al rimborso delle spese e all’acquisizione dell’immunità parlamentare. Sempre riguardo al taglio dei costi della politica il Sì comporterebbe l’eliminazione del CNEL, ritenuto non necessario ai fini politici e dell’iscrizione delle Province nella Costituzione per poter poi provvedere alla loro abolizione definitiva.

Per quanto riguarda invece i referendum, la vittoria del Sì comporterebbe una riduzione del quorum da raggiungere per l’approvazione e le leggi di iniziativa popolare avranno tempi certi di esaminazione.

REFERENDUM: LE RAGIONI DEL NO

I sostenitori del No per questo referendum si concentrano sulla confusione che potrebbe creare questa modifica, sostenendo inoltre che gli attriti tra poteri regionali e statali aumenterebbero anziché diminuire come espresso invece dalla controparte.

L’accentramento dei poteri allo Stato rispetto alle autonomie regionali e il disequilibrio tra i poteri costituzionali a favore della Camera possono essere dannosi per la salute del Paese.

Per chi predilige il voto del No la riduzione dei costi tramite il taglio degli stipendi dei Senatori, non è sufficiente. I contrari alla riforma sostengono che i costi potrebbero essere dimezzati, non solo ridotti di un quinto come previsto dalla nuova legge.

L’aumento delle firme necessarie di tre volte l’attuale per i disegni di legge di iniziativa popolare tendono a ridurre la partecipazione dei cittadini che dovranno raccogliere 150.000 firme contro le 50.000 necessarie in precedenza.

Pubblicato in Italia

infograficaCome funzionerà il nuovo Senato? Che cosa significa superamento del Bicameralismo Perfetto? Come verranno approvate le leggi? Che cosa c’entra la legge elettorale con la Riforma Costituzionale? Vediamo in dettaglio come funziona il Referendum Costituzionale.

Con il Referendum Costituzionale del 4 Dicembre gli italiani dovranno decidere se dire Sì o No alle modifiche stabilite dalla riforma costituzionale approvata dal Parlamento ad aprile di quest’anno.
La legge modifica il nostro sistema parlamentare e il rapporto tra Stato e Autonomie, cambia le modalità di elezione del Presidente della Repubblica e della Corte costituzionale.
Ecco una scheda con le principali novità introdotte dalla riforma e le ragioni dei favorevoli e dei contrari.

 

Superamento Del Bicameralismo Perfetto

La riforma costituzionale modifica l’articolo 55 della Costituzione stabilendo che solo la Camera sarà chiamata a votare la fiducia al governo.
Montecitorio eserciterà funzioni di indirizzo politico e di controllo sull’operato del governo e funzioni legislative.

Il nuovo Senato rappresenterà le istituzioni territoriali e farà da raccordo tra Stato, Regioni, Comuni e tra questi e l’Unione Europea. Continuerà ad esercitare la funzione legislativa ma diversamente dal passato.
Parteciperà alle decisioni riguardanti le politiche europee e verificherà l’impatto delle direttive europee sulle realtà locali. Fornirà valutazioni delle politiche pubbliche e dell’attività della pubblica amministrazione. Verificherà l’attuazione delle leggi e darà parere su nomine del governo.

La Camera sarà eletta a suffragio universale, i deputati restano 630 di cui 12 eletti all’estero.
Il Senato sarà composto da 95 senatori scelti dai consigli regionali (su indicazione degli elettori) ai quali si aggiungeranno 5 senatori nominati dal presidente della Repubblica con un mandato di 7 anni.

Le ragioni del Sì

Si metterà fine al caos delle diverse maggioranze e finalmente ci sarà una rappresentanza parlamentare delle istituzioni territoriali.
Stop al doppio voto di fiducia al governo che spesso ha portato a maggioranze diverse.
Più stabilità governativa.

Le ragioni del No

Il Senato deve essere eletto dai cittadini.
Un sindaco di una grande città non potrà stare due giorni a settimana a Roma.

 

Il nuovo Senato

La riforma costituzionale modifica gli articoli 57, 58 e 59 della Costituzione riducendo da 315 a 95 i senatori, che saranno rappresentativi delle istituzioni territoriali e saranno 74 consiglieri regionali e 21 sindaci.

Ogni consiglio e le province autonome di Trento e Bolzano, eleggeranno un sindaco del proprio territorio e due o più consiglieri regionali in base alla densità di popolazione.
La scelta dovrà essere effettuata «in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri».

La legge ordinaria che dovrà regolamentare questa elezione indiretta dovrà quindi tenere conto che i cittadini dovranno indicare chi sarà destinato a Palazzo Madama.

Le ragioni del Sì

In Parlamento finalmente troveranno rappresentanza tutte le istituzioni territoriali.
I senatori saranno sempre indicati dai cittadini perché la legge regionale prevede l’indicazione (nome e cognome) sulla scheda, in più la legge ordinaria che andrà a regolamentare l’indicazione che dovranno fare i consigli regioni dovrà tenere conto che i cittadini daranno la loro preferenza su chi mandare a Palazzo Madama.

Le ragioni del No

Sarebbe opportuno anche un ridimensionamento della Camera.
I senatori verranno selezionati senza criteri.
Il Senato delle Autonomie dovrebbe avere la stessa potestà legislativa della Camera.

 

Elezione del Presidente della Repubblica

Per l’elezione del Presidente della Repubblica si modificano gli articoli 83, 85, 86 e 88 della Costituzione.
Con la riforma costituzionale il Capo dello Stato sarà eletto dal Parlamento in seduta comune ma, riducendosi il Senato, si riduce anche il numero dei parlamentari: in totale saranno 730 (contro i 1008 di oggi).

Cambieranno anche i quorum: serviranno i due terzi degli aventi diritto per i primi tre scrutini. Dal quarto scrutinio serviranno i tre quindi degli elettori (contro la maggioranza assoluta di adesso).

Solo dal settimo scrutinio basterà avere i tre quinti dei votanti e non degli aventi diritto. Per essere valido, però, il voto deve avere la presenza di almeno la metà più uno degli aventi diritto (ossia 366 parlamentari).

Non cambia la procedura per l’empeachment rispetto alla quale servirà sempre la maggioranza assoluta (rispetto ad un plenum di 730 persone).
La seconda carica dello Stato sarà il presidente della Camera.

Le ragioni del Sì

La procedura rafforza l’elezione del Presidente della Repubblica perché il quorum è più alto fino al settimo scrutinio.

Le ragioni del No

Se rimane in vigore l’Italicum, la maggioranza in Parlamento potrà imporre il suo Presidente della Repubblica.

 

Referendum Costituzionale e leggi popolari

Vengono modificati gli articoli 71 e 75 della Costituzione in materia di Referendum Costituzionale e disegni di legge di iniziativa popolare.
Nascono due nuove tipologie di referendum costituzionale: quelli propositivi e quelli di indirizzo, ma le novità dovranno essere indicate da norme costituzionali e da una legge bicamerale.
Per quanto riguarda i disegni di legge di iniziativa popolare, serviranno 150 mila firme (50 mila fino ad oggi) ma il Parlamento dovrà esaminarle ed approvarle in tempi certi.
Oggi invece molto spesso vengono dimenticate nei cassetti parlamentari.
Per il referendum abrogativo restano i requisiti attuali ma in caso di 800mila firme raccolte, il quorum può abbassarsi alla maggioranza dei votanti alle ultime elezioni politiche.

Le ragioni del Sì

Le leggi di iniziativa popolare dovranno necessariamente essere discusse dal Parlamento, cosa che invece oggi non accade.
Si introducono due nuove tipologie di referendum, quindi si dà più forza all’iniziativa popolare.
Raccogliendo 800 firme si abbassa il quorum per l’approvazione del referendum.

Le ragioni del No

Sale il numero delle firme da raccogliere quindi agire dal basso sarà più difficile.
L’obbligatorietà della discussione delle leggi di iniziativa parlamentare viene rimandata ai regolamenti parlamentari.

 

Riforma del Titolo V

La riforma costituzionale rivede il federalismo e tutto l’argomento riguardante le materia concorrenti: fisco trasporti e infrastrutture tornano al potere centrale.

Molte materia divise tra Stato e Regioni hanno creato un contenzioso enorme davanti alla Corte costituzionale negli ultimi quindici anni, vale a dire dalla data di approvazione del nuovo Titolo V (2001) ad oggi.

Fisco, trasporti e infrastrutture tornano allo Stato e, per la parte delle disposizioni generali anche salute e istruzione.
COn la clausola di supremazia, a tutela dell’interesse nazionale, il governo potrà intervenire con legge su materia regionali escluse quelle a statuto speciale.

Le ragioni del Sì

La riforma prevede una razionalizzazione del federalismo già in parte stabilita dalle numerose pronunce della Consulta.
In molti casi la sovrapposizione tra Stato e Regioni non ha fatto altro che penalizzare i cittadini.

Non ha senso frammentare alcune materie come l’energia.

Le ragioni del No

Si fa un passo indietro con una scelta centralista.
La riforma accresce le disparità tra le regioni a statuto speciale e quelle a statuto ordinario.
Nel 2001 il centrosinistra ha voluto la svolta federalista, ora lo stesso centrosinistra vuole tornare al centralismo.

Pubblicato in Italia

Amantea sembra essere diventata la “patria” del PD e tra l’altro sembrano dimostrarlo le continue presenze dei “grandi” del partito democratico e le varie occasioni da cui sono derivate.

 

Anche per il SI al Referendum di 4 dicembre un esercito di politici si offre al giudizio degli elettori.

E con estrema urgenza ecco la manifestazione pubblica del PD e del SI.

 

Martedì 22 dicembre ore 1830, presso l’auditorium della scuole medie.

 

Introduce Enzo Giacco Segretario PD Amantea che:

 

-Intervengono:

Luigi Guglielmelli -  Segretario provinciale del PD Cosenza;

Enza Bruno Bossio -  Deputata.

 

-Partecipano:

Monica Sabatino -  Sindaco di Amantea

Francesco Bruno - Sindaco di Belmonte Calabro

Giovanna Caruso -  Sindaco di Serra d’Aiello

Ercole Conti - Sindaco di Falconara Albanese

Vincenzo Gaudio Calderazzo -  Sindaco di Fiumefreddo Bruzio

Franco Iacucci - Sindaco diAiello Calabro

Giuseppe Longo - Sindaco di Cleto

Gioacchino Lorelli - Sindaco di San Pietro in Amantea

Giacinto Mannarino - Sindaco di Longobardi

Enzo Scanga - Sindaco di Lago

Segretari di Circolo, Dirigenti ed (altri) amministratori.

-Conclude Mario Oliverio Presidente della regione Calabria.

Pubblicato in Primo Piano

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato della Segreteria del Circolo PD Amantea.

 

“Il Partito Democratico di Amantea organizza nel weekend del 12 e 13 novembre due giornate di mobilitazione per incontrare i cittadini e spiegare le ragioni del SI al Referendum costituzionale del 4 dicembre.

Il desiderio è quello di portare tra la gente le ragioni di una Riforma costituzionale che rappresenta una straordinaria opportunità per il Paese e per i cittadini.

La Riforma - oltre a prevedere il superamento del bicameralismo paritario per rendere maggiormente efficiente il Parlamento ed a definire bene “chi fa cosa” (suddividendo chiaramente le competenze tra Stato e Regioni) - investe sulla democrazia diretta abbassando il quorum per i referendum abrogativi richiesti da 800.000 elettori, introducendo i referendum propositivi e di indirizzo, e definendo tempi finalmente certi per l’esame delle proposte di legge di iniziativa popolare.

 

Il testo della modifica costituzionale affronta, inoltre, un tema sentito e molto dibattuto da troppi anni: quello della sobrietà della politica.

Definisce, infatti, un tetto all’indennità dei Consiglieri e degli Assessori regionali e non riconosce indennità per i Senatori regionali.

Ancora, la modifica proposta riduce le spese dello Stato eliminando le Province dalla Costituzione ed abolendo il CNEL. Compie, infine, uno storico passo in avanti nel promuovere l’equilibrio tra donne ed uomini.

Si tratta di una Riforma in favore dei cittadini e che rende il Paese più moderno e civile. E, proprio per questo, quello del 4 dicembre deve essere un voto consapevole e informato.

Per tali ragioni il 12 e 13 novembre scenderemo in piazza per spiegare le ragioni del SI:

-Sabato 12 novembre saremo ad Amantea in Piazza Commercio dalle ore 17.30 alle ore 20.30.

-Domenica 13 novembre ci troveremo, invece, a Campora San Giovanni in Piazza San Francesco dalle ore 10.30 alle ore 13.30.

La Segreteria del Circolo PD Amantea.

Pubblicato in Politica

Per domani 11 novembre ore 15.00 è convocata la commissione elettorale per la nomina degli scrutatori.

La commissione è presieduta dal sindaco Monica Sabatino.

 

Ne fanno parte Elena Arone, Salvatore Alessandro e Francesca Menichino.

La commissione preliminarmente dovrà decidere come scegliere gli scrutatori.

Per il sorteggio si sono pronunciati la segreteria del PD e lo stesso sindaco.

Per il referendum il compenso del presidente di seggio è di euro 130 mentre per gli scrutatori il compenso è di euro 104.

Anche per il segretario il compenso è di 104 euro.

Pubblicato in Cronaca

comitatoperilnoIl Comitato UNICAL per il NO nel Referendum Costituzionale ritiene necessario rendere pubblico un avvenimento preoccupante e non edificante, oltre che poco chiaro e antidemocratico.             

 

Lo scorso 6 ottobre, infatti, il Comitato ha richiesto con regolare istanza al Magnifico Rettore dell’Università della Calabria Prof. Gino Mirocle Crisci la possibilità di allestire con cadenza regolare un banchetto informativo all'interno del campus, in modo da informare gli studenti riguardo l'importante appuntamento referendario del 4 dicembre e con lo scopo di favorire una più ampia partecipazione democratica.

 

Lo stesso Rettore, tuttavia, ha ritenuto di non concedere gli spazi per tutti i giorni richiesti, autorizzando solo due giorni per l’intero mese di Ottobre.

Si sottolinea, inoltre, l’assenza di chiarezza da parte del Magnifico Rettore, che non ha reso note le motivazioni, né ha richiamato alcuna normativa che potesse giustificare la sua decisione.

Tutto questo nonostante negli ultimi giorni egli avesse dichiarato ad una nota testata giornalistica locale l’impegno nel garantire a tutti i dovuti spazi per la campagna referendaria all’interno dell’Ateneo. Per questi motivi, il Comitato esprime preoccupazione, in quanto tale limitazione appare arbitraria e senza alcun senso.

 

Si ritiene infatti che l’allestimento di un banchetto informativo negli spazi pubblici del Campus sia fondamentale per informare un alto numero di studenti, essendo tra l'altro un metodo poco invasivo e rispettoso delle regole democratiche.

Il Comitato, inoltre, vuole sottolineare come la serenità del confronto sia stata già seriamente compromessa in precedenza dallo stesso Rettore, il quale si è schierato apertamente con il fronte del Sì partecipando in qualità di Rettore (e non a titolo personale) alle iniziative referendarie del 22 settembre e del 3 ottobre organizzate da alcune correnti del Partito Democratico all'interno dell'ateneo. Questa presa di posizione così netta, unita ai fatti riportati, desta il timore di non poter svolgere la campagna referendaria nel migliore dei modi a causa delle limitazioni imposte.

 

Il Comitato, dunque, auspica che il Rettore riveda la propria decisione riguardo gli spazi assegnati affinché possano essere garantite adeguatamente il pluralismo delle idee e la democraticità.

Crediamo infatti che la campagna informativa sul Referendum Costituzionale sia un’importante forma di espressione culturale e civica, e in una vera e propria culla della cultura quale dovrebbe essere l’Università della Calabria, essa non può assolutamente venire a mancare.

Piero Calamandrei, Padre costituente che contribuì alla elaborazione del testo costituzionale del 1947, parlando una volta ai giovani studenti, negli anni ’50, ha avuto modo di sostenere che “la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”; non vorremmo che in molti studenti inizi a breve ad avvertirsi la sensazione che l’aria “cominci a mancare”.

 

Comitato studentesco UNICAL per il NO nel Referendum Costituzionale    

                                  

                                  

Pubblicato in Calabria

Continua ormai da settimane il Costituzione Coast to Coast del deputato Alessandro Di Battista (Movimento 5 Stelle), presso le località balneari in giro per l’Italia che con il suo “Io dico NO” cerca di diffondere e spiegare le ragioni alla base del rifiuto alla nuova costituzione voluta dall’attuale esecutivo guidato da Matteo Renzi.

 io-duco-NO-“La riforma costituzionale, non riduce affatto i costi del palazzo, apre le porte alle privatizzazioni selvagge negli enti locali, comprime la possibilità di tutelare i lavoratori, accentra il potere come nei regimi e crea un Senato di nominati funzionale a un federalismo che distrugge l'unità della Repubblica e legittima le profonde diseguaglianze tra le regioni italiane".

Queste le parole rilasciate in una nota stampa dai parlamentari calabresi del Movimento 5 Stelle, che proprio da giorno 27 agosto, stanno girando le diverse tappe in Calabria del tour "Costituzione coast to coast".

"Insieme ai vari consiglieri comunali del Movimento – si legge sul comunicato - i parlamentari calabresi 5 Stelle accompagneranno Di Battista in cinque piazze della costa ionica e tirrenica, con inizio alle ore 21. Appuntamenti il 27 agosto a Corigliano Calabro, il 28 a Le Castella di Isola Capo Rizzuto, il 29 a Soverato, il 30 a Tropea ed il 31 a Belvedere Marittimo.

 

"Abbiamo dimostrato - aggiungono i parlamentari 5 Stelle - di essere sempre presenti sul territorio e per battaglie fondamentali, anche sotto il sole dell'estate. Insieme a Di Battista spiegheremo perché la riforma costituzionale è inutile, ingannevole e rovinosa. I cittadini hanno invece bisogno di lavoro, di accesso al credito e di prestiti senza usura. Hanno bisogno del reddito di cittadinanza, di sanità, scuola, trasporti, pensioni e di onestà nell'amministrazione pubblica.

 

Il giochino di Renzi e accoliti sta finendo. Si prepara un capitolo diverso per il popolo, fatto di partecipazione alle scelte, di condivisione e, soprattutto, di decisioni per il bene di tutti, non più per gli interessi delle banche, delle logge o delle mafie di potere".

AlessandroDiBattista-CostituzioneCoastCoast

Pubblicato in Calabria

Perviene, e ne diamo semplice pubblicazione, riservandoci di ritornare sul tema (tempo ce n’è, invero), la nota della ZonaDem Amantea: Costi tuito il Comitato per il “SI” al referendum sul la Riforma Costituzionale.

 

Eccola!

Basta un SI' per dare all'Italia un futuro stabile! Non è stata una passeggiata e nemmeno poco il tempo impiegato, ma nonostante ciò il Parlamento è riuscito a varare con una larga maggioranza una Riforma Costituzionale che affronta efficacemente alcune fra le maggiori emergenze istituzionali del nostro Paese.

Aderendo e rilanciando le ragioni sottese al manifesto firmato da oltre 180 fra professori universitari, studiosi e ricercatori, tra esperti di diritto costituzionale, di storia contemporanea e di scienze sociali, è stato costituito anche ad Amantea il Comitato di ZonaDem per il Sì al Referendum Costituzionale "confermativo" che si terrà nel prossimo mese di Ottobre.

 

Il Coordinatore del neo costituito Comitato è Giuseppe Sconza Testa.

Il Comitato lavorerà per far sì che vengano comprese le ragioni di una riforma che si pone, tra gli altri, gli obiettivi di superare l'anacronistico bicameralismo paritario; di migliorare i procedimenti legislativi, a seconda che si tratti di revisione costituzionale o di leggi di attuazione dei congegni di raccordo fra Stato e autonomie; di ridefinire i rapporti fra lo Stato e le Regioni nel solco della giurisprudenza costituzionale successiva alla riforma del 2001; di riequilibrare i poteri normativi del Governo, con una serie più stringente di limiti alla decretazione; 

 

Va inoltre evidenziato che la riforma varata dal Governo prevede il contenimento dei costi della politica attraverso, ad esempio, l'eliminazione di 220 parlamentari (i Senatori saranno anche Consiglieri regionali o Sindaci, per cui la loro indennità resterà quella dell'Ente che rappresentano); l'inserimento di un tetto all'indennità dei Consiglieri regionali; il divieto per i Consigli regionali di continuare a distribuire soldi ai gruppi consiliari; la fusione degli uffici delle due Camere e il ruolo unico del loro personale.

 

Dichiarazione di Mimmo Bevacqua (Consigliere regionale PD):

"La costituzione anche ad Amantea del Comitato per il sostegno alla Riforma Costituzionale varata dal Governo, riforma che sarà sottoposta alla prova referendaria nel prossimo mese di Ottobre, testimonia la volontà dei cittadini di confrontarsi sulle problematiche che interessano il nostro Paese e, quindi, anche la nostra Regione.

Quello che ZonaDem si prefigge in Calabria è proprio la promozione di un vero dibattito pubblico sul futuro anche dei nostri territori che necessitano di progettualità e strumenti di sviluppo.

In tal senso, la Riforma Costituzionale promossa dal Governo va sostenuta in quanto risponde all'esigenza di modernizzare l'Italia intera secondo un impianto istituzionale che valorizzi sempre più le Regioni e le Autonomie locali.

Per tali ragioni, voglio ringraziare pubblicamente tutti gli amici di ZonaDem di Amantea per la loro sensibilità e la scelta di impegnarsi a sostegno della Riforma Costituzionale varata dal Governo Renzi e dal PD."     

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