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«Abbiamo atteso per mesi, pazientemente, l’invio dei documenti da parte della Sorical S.p.a. ma, ad oggi, ciò non è avvenuto, non c’è stato alcun riscontro».

È quanto ha affermato il consigliere Carlo Guccione stamattina nel corso della seduta della Commissione Vigilanza del Consiglio regionale.

 

 

La richiesta di copia della documentazione in riferimento all’attività, agli investimenti e ai lavori effettuati dalla società Veolia, l’elenco, da parte della Sorical Spa, delle assunzioni e delle consulenze attribuite all’esterno specificando le date e i tipi di contratto dal 2004 ad oggi, era stata fatta dallo stesso consigliere lo scorso 19 marzo, quando vennero auditi in Commissione Vigilanza i commissari della società di gestione delle risorse idriche in Calabria, Luigi Incarnato e Baldassarre Quartararo.

“Oggi, dopo tre solleciti da parte del presidente della Commissione Ennio Morrone, nessun documento di quelli richiesti è stato inviato alla Commissione.

E nessuno si è presentato all’audizione di stamattina, prevista alle ore 11.

Questo atteggiamento – sottolinea Carlo Guccione – non solo lede l’immagine del Consiglio regionale, ma per di più viola gli articoli 24, comma 2, dello Statuto del Consiglio regionale e 114 del Regolamento interno del Consiglio regionale.

Infatti, i citati articoli disciplinano il diritto dei consiglieri ad ottenere dagli uffici della Regione, dagli enti e dalle aziende ad essa dipendenti, copia degli atti e documenti, anche preparatori, senza che possa essere opposto il segreto di ufficio se non nei casi espressamente previsti dalla legge.

È evidente che i due commissari della Sorical si sono resi responsabili di aver violato le prerogative dei consiglieri regionali e della Commissione speciale di vigilanza teso a impedire l’esercizio del mandato istituzionale sancito dallo Statuto e dal Regolamento del Consiglio.

È ovvio che, se non interverranno per le proprie competenze, sia il presidente del Consiglio regionale che il presidente della Giunta regionale, per impedire che una società continui con questa politica di omissioni e tentativi di occultare documenti inerenti le attività in cui viene coinvolta in qualità di socio la stessa Regione, sarà necessario regolarsi di conseguenza.

Se non dovessero esserci novità nei prossimi giorni mi vedrò costretto a interessare le autorità competenti al fine di perseguire coloro i quali si sono resi responsabili, con il loro atteggiamento, di impedire le prerogative dei consiglieri e della stessa Commissione”.

Pubblicato in Calabria

“Oltre 30 milioni di euro di debiti sono, allo stato, non contemplati nel bilancio di Cosenza per ammissione dello stesso Comune”.

Ora qualcuno tragga le dovute conseguenze.

A pagarne le spese, purtroppo, saranno le famiglie cosentine.

 

 

Cosenza. 19 luglio 2019. Con la deliberazione della Corte dei Conti numero 106/2019 viene sancita, senza ma e senza se, la condizione di dissesto del Comune di Cosenza.

Non sono bastati i tentativi maldestri del sindaco Occhiuto di cercare di nascondere e camuffare la grave situazione finanziaria ed economica che lo vede responsabile in prima persona del default delle casse comunali.

Non si può paragonare quello che è accaduto con la sentenza della Corte dei Conti 106/2019 con ciò che avvenne nel 2014, quando la Corte bocciò il Piano di riequilibrio finanziario, poi promosso dalle Sezioni Riunite.

Nel 2014 si trattava di stabilire le misure e gli impegni del cronoprogramma di attuazione del Piano, oggi invece la Corte dei Conti ha preso in esame, monitorato e certificato l’applicazione del Piano di riequilibrio finanziario adottato dal Comune di Cosenza e ha puntualmente verificato ciò che è accaduto negli anni 2015, 2016, 2017, 2018.

Da questo esame è emerso che gli impegni intermedi, previsti nel Riequilibrio di bilancio approvato dalle Sezioni riunite nel 2014, non sono stati rispettati per nessun anno preso in esame dall’amministrazione Occhiuto e, cosa gravissima, è emerso che la Giunta ha aumentato i debiti di oltre 200 milioni, raggiungendo quindi oltre 350 milioni di deficit.

In più, come ha sottolineato la Corte dei Conti, “nella spesa vanno incluse tutte le passività non formalizzate nel bilancio, in quanto fuori bilancio o occulte.

Su questi aspetti, le controdeduzioni del Comune non smentiscono le osservazioni di cui alla deliberazione 66/2019 ed anzi si è potuto ricostruire, a seguito dell’attività istruttoria svolta, che oltre 30 milioni di euro di debiti sono allo stato non contemplati nel bilancio di Cosenza per ammissione dello stesso Comune”.

Siamo, quindi, al di là dell’immaginabile. In questi anni a Palazzo dei Bruzi le Giunte Occhiuto hanno governato la città indebitando sistematicamente il Comune, quindi i cosentini, facendo saltare il Piano di riequilibrio finanziario che era stato approvato per riportare i conti del Comune in equilibrio.

Basta fare un semplice esempio per capire la gravità e l’enormità della situazione del Comune di Cosenza: quando fu dichiarato il dissesto nella città di Reggio Calabria, e successivamente sciolto il Comune, il debito era di oltre 250 milioni di euro.

Parliamo di una città di 150mila abitanti a fronte di non più di 70mila abitanti di Cosenza.

Questa la dice lunga su quello che è accaduto nella città dei Bruzi ai tempi delle varie Giunte Occhiuto.

La filosofia portata avanti in questi anni è stata quella di governare facendo debiti, tanto saranno i cosentini a pagare. Certamente alle affermazioni di Occhiuto (“Nessuna conseguenza per i cittadini”) nessuno crede più: è come dire ai cosentini che Babbo Natale esiste davvero.

Saranno i cittadini, purtroppo, a subire tagli e carenze di servizi, il blocco degli investimenti e l’aumento di tutte le imposte comunali per ripianare i debiti fatti da questa amministrazione.

Qualcuno, a questo punto, tragga le dovute conseguenze.

È tempo che ci si assuma le proprie responsabilità per avviare una fase nuova che porti la città fuori da questo disastro finanziario.

Ovviamente cosa ci si poteva aspettare di buono da chi non è stato neanche capace di amministrare le proprie attività?

Carlo Guccione Consigliere comunale

Pubblicato in Cosenza

Mentre il Bollettino Excelsior,del 15 gennaio2019 preannuncia oltre un milione di opportunità di lavoro entro marzo 2019, Guccione si lamenta perché in Calabria i 15 centri per l’impiego con i 406 addetti non ce la faranno a gestire i tantissimi disoccupati.

E tira fuori i dati dell’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche attive del Lavoro) che confermano la altissima percentuale di disoccupati in Calabria

La preoccupazione di Guccione non è per le centinaia di migliaia di disoccupati ma per la differenza di lavoro degli addetti dei CPI che mediamente hanno un carico di 359 persone mentre i Calabria ne hanno 1500.

Secondo Guccione “Mettere in campo il reddito di cittadinanza senza che i Centri per l’impiego funzionino produrrà una catena clientelare e, se guardiamo alla nostra regione, si rischia una vera e propria degenerazione. Attualmente in Calabria nessuno dei 15 Centri per l’impiego (Cpi) è in grado di reggere tale impatto”.

Il Dipartimento Lavoro,Formazione e Politiche sociali col decreto 9515 del 3 settembre 2018, invece dice che .le sedi complessive sono 45 di cui 15 solo quelle provinciali, 21 locali, 6 punti informativi e 3 uffici di collocamento mirato.

Ben 24 delle 45 sedi sono ubicate nella provincia di Cosenza.

Alcune esistono solo sulla carta e sono senza personale ma Guccione non ne parla.

Eppure i CPI dipendono dalla regione e lui è un consigliere regionale!

) Mentre quindi l’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche attive del Lavoro) sulla base delle informazioni raccolte dall'ultima Indagine Excelsior realizzata da Unioncamere( in accordo con Anpal) dice che sono circa 442mila i contratti previsti dalle imprese nel mese di gennaio ma che essi saliranno a circa 1,2 milioni nei primi tre mesi del 2019, Guccioni teme che i CPI non riescano a smaltire nemmeno il carico determinato dal reddito di cittadinanza.

Secondo noi ha una scarsa fiducia sul valido personale degli Uffici per l’impiego

Noi preferiamo riportare la buone nuove pubblicate dall’ANPAL ricordare che:

“Tra gennaio e marzo 2019, alcuni settori come la moda, la metallurgia e la meccatronica e la chimica - farmaceutica, nel manifatturiero, e la filiera del turismo, nei servizi, si muoveranno in controtendenza, con aumenti delle posizioni lavorative messe a disposizione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. 

Cresce, in termini percentuali, il fabbisogno da parte delle imprese delle professioni di elevata specializzazione e dei tecnici (dal 24% al 26% del totale delle entrate programmate), così come degli operai specializzati (dal 30,3% al 31,3%), mentre si riduce il peso delle professioni non qualificate (dal 14,2% al 12,6%) e delle professioni impiegatizie, commerciali e nei servizi (dal 31,5% al 30,1%).

Proprio questa ricomposizione della domanda di lavoro intorno a profili più qualificati spiega l’aumento di 6 punti percentuali della difficoltà di reperimento (dal 25% di gennaio 2018 al 31% di gennaio 2019).”

Pubblicato in Paola

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa:

“Un’altra delle ventuno strutture sanitarie, costruite con finanziamenti del Ministero della Salute (legge 67/1988, ex articolo 20), costate 14 milioni di euro e mai entrate in funzione, diventerà operativa e ospiterà dieci minori in difficoltà, anche con problemi psichiatrici.

La struttura venne finanziata nel 1996 con un costo di oltre 327mila euro, ma per anni è rimasta una cattedrale nel deserto, abbandonata al degrado più totale.

Oggi, dopo una serie di denunce e sopralluoghi, il consigliere regionale Carlo Guccione ha avviato un’importante campagna per riprendere e riqualificare questo importante patrimonio.

In un dossier sanità sul cimitero delle opere incompiute, che venne ripreso da inchieste anche su Rai1 e La7, vennero denunciati gli sprechi di queste 21 strutture sociosanitarie, alcune addirittura arredate ma mai entrate in esercizio.

Ieri il consigliere regionale Carlo Guccione insieme al vicesindaco di San Pietro in Amantea Daniela Zicarelli, al tecnico comunale Silvio Clemente e al consigliere comunale di Amantea Tommaso Signorelli, hanno fatto un sopralluogo per verificare lo stato dei lavori che l’Asp di Cosenza ha garantito con un finanziamento di 170mila euro per riportare la struttura ad avere gli standard e i requisiti previsti dalla legge e accelerare l’iter che dovrà portare all’attivazione della struttura.

Nel corso di questi mesi è stato anche effettuato un sopralluogo da parte della Regione e del Ministero della Salute che hanno ritenuta la struttura idonea a garantire il servizio per i minori anche con problemi psichiatrici.

Oggi i minori sono costretti ad andare fuori regione con un aggravio dell’emigrazione sanitaria passiva.

Basta pensare che la retta costa ben tre volte in più rispetto a quello che si spenderebbe facendoli rimanere in una struttura calabrese, facendoli in questo modo rimanere vicino alle loro famiglie.

Ora bisognerà ultimare i pochi lavori rimasti nel più breve tempo possibile e avviare le procedure per la sottoscrizione della convenzione tra Ministero della Salute, Regione e Asp di Cosenza, per poter procedere all’apertura della struttura che verrà utilizzata per erogare un importante servizio socio sanitario.

Se ognuno farà quello che è necessario nel giro di pochi mesi la struttura di San Pietro in Amantea potrà ospitare i dieci minori ed erogare un servizio importante dal punto di vista sociale e garantire anche opportunità di lavoro per la comunità di San Pietro in Amantea.

San Pietro in Amantea, 2 novembre 2018

Pubblicato in Basso Tirreno

Parte l’assemblea regionale del Pd a Lamezia.

Ed arriva il j’accuse di Carlo Guccione

«Oliverio si ricandida? Questa decisione ci allontana ulteriormente dalla società, rischiamo di arrivare al 10%».

Critiche anche a Magorno: «In questi anni non è stato il segretario: ha fatto il vigile urbano tra le varie correnti»

Guccione ha anche detto «Dobbiamo tornare a parlare con la società»

Poi ha aggiunto « Prima del congresso dobbiamo avviare una fase costituente, attraverso una conferenza programmatica e incontri nelle periferie della Calabria e laddove c’è disagio».

Viene da pensare che secondo Guccione PD sia l’acronimo di Partito del Disagio!

Poi la forte affermazione che il Pd «non ha un progetto, ed è per questo che abbiamo perso».

E sempre secondo Guccione il voto del 4 marzo «è un avviso di sfratto a Oliverio», che ha incassato anche una «sconfitta sonora sulla sanità».

«Se uno promette di incatenarsi e poi non lo fa – ha aggiunto -, la gente ci delegittima».

Infine il consigliere del Pd ha concluso «Avrei voluto che Magorno e gli altri segretari di federazione si fossero presentati a questa assemblea da dimissionari.

Magorno in questi anni non è stato il segretario: ha fatto il vigile urbano tra le varie correnti.

Ora il Pd deve verificare se può ancora assolvere la funzione per la quale è nato».

Da tutt’altra parte Nicola Adamo che ha rotto il silenzio nel corso dell’assemblea regionale del partito. Un ragionamento a tutto campo, il suo, durante il quale ha analizzato la situazione del Pd ma anche lo stato della Regione guidata da Oliverio.

Adamo ha difeso Oliverio e Renzi affermando : «Non l’ho mai amato, ma teniamoci caro questo 18% ottenuto alle elezioni e tentiamo di salvare l’unico leader che abbiamo».

H poi attaccato Carlo Guccione affermando che «Non c’è più la vecchia Regione del “one to one”, quella in cui ogni politico coltivava il suo orticello, Oliverio ha avviato un ciclo di cambiamento che non ha pari nella storia del regionalismo. L’alternativa a lui è Mario Occhiuto? Io credo che la partita sia tra noi e i 5 stelle»

Quanto alla giunta tecnica, a parere di Adamo la composizione rispetta i dettami della riforma approvata a inizio legislatura e che separa la parte politica dalle competenze dell’esecutivo.

«Il fatto che non si conoscano i nomi degli assessori non è un male, è un bene», ha sottolineato.

Adamo ha poi negato un suo ritorno in campo: «Non sono interessato a incarichi istituzionali o di partito. Mi sono dimesso dall’attività in prima persona, ma non mi dimetto dalla passione politica».

I fine la provocazione di creare una sorta di lista di proscrizione dei dirigenti dem: «Facciamo l’elenco di chi non ha votato per il Pd. È questo il vizio che il partito deve superare».

Ndr : Beh devono essere stati in parecchio visti i risultati ottenuti in Calabria dal PD! E ci saranno delle profonde ragioni! Ragioni che se non eliminate possono dare ragione a Guccione.

Ecco cosa ha detto Guccione:

«Nonostante gli annunci, ripetuti più volte, del presidente della Regione, Mario Oliverio, sull’intenzione di incatenarsi davanti a Palazzo Chigi per chiedere l’interruzione della gestione commissariale della sanità calabrese, ad oggi nulla è cambiato.

Sono trascorsi oltre quattro mesi dal primo annuncio solenne ma tutto è rimasto come prima: l’unica ad essere aumentata è la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni e la giunta regionale».

Il consigliere regionale, Carlo Guccione, ha inviato una interrogazione urgente al governatore Mario Oliverio per conoscere quali siano «le iniziative urgenti e improcrastinabili da parte del presidente della Regione al fine di porre fine a questa vicenda che rischia definitivamente di indebolire il tessuto democratico calabrese e dare un colpo mortale alla sanità della nostra regione.

Questo per evitare che la politica e le istituzioni siano delegittimate da uno scontro finalizzato solo a garantire interessi di potere a discapito di quelli collettivi».

Ha, poi, ribadito il consigliere Guccione «Nonostante l’incontro con il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e le ripetute riunioni del Consiglio del ministri, nulla è successo: il presidente Oliverio non si è incatenato per protestare contro questo immobilismo che ha fatto precipitare ulteriormente la situazione già precaria della sanità calabrese.

Tali annunci non suffragati dai fatti vengono percepiti solo come semplice scontro di potere e non per garantire un’adeguata politica sanitaria per i cittadini».

Già il 3 novembre 2017 il presidente della Regione nel corso di un’iniziativa a Praia a Mare annunciò: «Mi rivolgo all’onorevole Gentiloni: non è possibile più mantenere la Calabria in questa condizione.

Chiedo anche al ministro della Sanità Lorenzin di adottare un provvedimento che rimuova immediatamente questa situazione intollerabile.

Ora basta.

Se entro fine novembre non si porrà fine a questa grave situazione sarò costretto ad incatenarmi davanti a Palazzo Chigi per chiedere giustizia per la mia regione».

Concetto poi ribadito nel corso del consiglio regionale del 14 novembre («Se non ci saranno risposte da Roma mi incatenerò davanti a Palazzo Chigi») e in quello del 19 dicembre 2017 dove si è discusso della sanità in Calabria e della necessità di porre fine al commissariamento: «Riconfermo la nostra posizione, che non è una barzelletta – disse Oliverio - perché non è mio costume ingannare chi mi ha dato fiducia, ma la situazione è talmente grave da richiedere una decisione interruttiva dell’attuale gestione commissariale, perché i cittadini di questa regione devono avere gli stessi diritti dei cittadini delle altre regioni.

Sono in attesa delle determinazioni del Consiglio dei ministri, in base a queste determinazioni valuterò i prossimi passi.

Ho annunciato atti forti, non per protagonismo e comunque con sofferenza: li metterò in campo se queste risposte non ci saranno».

Passaggi che vengono ricordati all’interno dell’interrogazione, senza dimenticare «l’incontro con i sindaci calabresi che avvenne il 29 novembre 2017 dove promise di riconvocare l’assemblea dei sindaci.

Non ci fu più nessun incontro - ha sottolineato Guccione – nonostante a Roma non siano stati presi provvedimenti concreti.

Ecco perché il presidente farebbe bene a spiegare le ragioni del mancato incatenamento nonostante la sanità calabrese sia nelle stesse condizioni di prima».

«Inoltre nel corso della campagna elettorale delle ultime elezioni politiche sono stati sono stati inaugurati  reparti in vari ospedali della Calabria – è scritto nell’interrogazione - e i Pronto soccorso degli ospedali di Trebisacce e Praia a Mare senza che questi avessero reparti per acuti.

Parliamo di nosocomi che ancora non sono stati messi nelle condizioni di erogare i servizi ospedalieri, fondamentali a garantire i Livelli essenziali di assistenza per i cittadini dell’Alto Tirreno e Alto Jonio, e a ridurre l’emigrazione sanitaria verso altre regioni».

Ndr. Non una parola da parte di Guccione sulla Cas(s)a della Salute di Amantea. Come mai signor Guccione?

Pubblicato in Calabria

Finalmente una buona notizia dal PD.

Sapete che Occhiuto ha attuato la ZTL

Ed in pochissimo tempo sono state elevate circa 40 mila multe

Una enormità

 

Segno evidente che o i cosentini se ne fottono del codice della strada o che la ZTL è assurda

E proprio ieri in un incontro con la stampa e diversi cittadini sui temi della città i consiglieri del PD hanno sfruttato, uno su tutti, il tema della pioggia di multe per la Ztl.

«In queste ore si stanno inviando ai cittadini le multe per il passaggio ai varchi della Ztl».

Il capogruppo del Pd Damiano Covelli parla di 40mila sanzioni: «In commissione all’unanimità avevamo votato di sospendere l’efficacia dei varchi ma non se n’è fatto nulla».

Tra gli altri c’erano oltre a Damiano Covelli, Guccione , Alessandra Mauro e Guglielmelli.

Registriamo questa posizione chiedendoci se si tratta di una posizione politica o personale di presenti.

Pubblicato in Cosenza

Si sa il popolo cerca sempre quello che non ha!

Abbiamo fatto il verso a Dante che nel Purgatorio le faceva dire da Virgilio a Catone Uticense (ricordato in Mn II V 15 quale severissimo difensore verae libertatis),seguite, poi, dal verso “(come sa chi per lei vita rifiuta, v. 72), e che sono invece riferite al suicidio di Catone a Utica, all'approssimarsi della dittatura cesariana.

 

 

Oggi sono le parole preoccupate di chi ha a cuore la sorte del PD in Calabria ( Minniti?) e che sembra abbia imposto la pace tra le fazioni di Oliverio, da un lato, e di Guccione, dall’altra.

Una pace che è presupposto indispensabile della unità del PD, Unità finta, ovviamente.

E la prima occasione, è la elezione della segreteria provinciale del PD stesso.

Insomma si vuole una segreteria provinciale dove la gestione dovrà essere condivisa

Guglielmelli sarà il segretario, e Mazzuca il vice.

Una sorta, insomma, di “ tutti insieme appassionatamente”

Ma davvero Mario Oliverio e Carlo Guccione stanno mettendo da parte l’ascia di guerra?

Loro che nell’immediatezza delle elezioni si sorridevano ed abbracciavano per poi arrivare ( si dice) a ben altri e silenziati tipi di abbracci.

E chi mai ci crederà?

D’altro canto la situazione è difficile in Calabria ed in provincia di Cosenza, in particolare, forse tragica e se, in qualche modo, si vuole recuperare credibilità politica, l’unica cosa è far finta di essere uniti.

Una soluzione che sta bene ad ambedue

Ad un Oliverio che è assediato dalla Magistratura e che vede sfilacciarsi se non franare il suo impero

Ad un Guccione che così diventa il vincitore morale ed il futuro del PD in Calabria.

E Magorno?

Zitto!

Pubblicato in Cosenza

Guccione scrive alla Coldiretti in merito alla mobilitazione prevista per il prossimo 8 giugno e dice: ‘Ho letto con molta attenzione la lettera nella quale Coldiretti chiama alla mobilitazione, affinché si possa innescare, come lei dice, “un velocissimo cambiamento gestionale nell’azione di governo regionale da parte del presidente Oliverio, soprattutto nel comparto dell’agricoltura”.

 

Sicuramente conosce le mie ripetute prese di posizione e iniziative non solo per denunciare ritardi ed errori ma anche per cercare di stimolare, attraverso precise proposte, l’azione fattiva del governo regionale.

 

Un’azione amministrativa che, passata metà legislatura, non ha prodotto un profondo cambiamento e non ha generato sviluppo e lavoro, elementi alla base del programma del centrosinistra alle ultime elezioni regionali.

 

Non ho nessuna remora a condividere pubblicamente la piattaforma di Coldiretti e aderire in maniera convinta alla mobilitazione dell’otto giugno.

Sento la necessità e la responsabilità di aderire alla mobilitazione di Coldiretti, anche in virtù del fatto che sono stato il primo eletto in Calabria alle elezioni regionali del 2014, e perché mi auguro che questa iniziativa serva a determinare una svolta nella nostra Regione.

E’ cresciuto un clima di sfiducia verso il governo regionale.

Si può riconquistare questa fiducia solo attraverso una svolta vera, individuando obiettivi e priorità, rispondendo rapidamente e concretamente ai bisogni dei calabresi”

Una dichiarazione che afferma ,anzi attesta, il fallimento della amministrazione Oliverio.

Una dichiarazione che sembra avviare l’inizio di una nuova stagione della politica regionale

La fine (politica) di Oliverio e del suo modo di fare politica che è incapace di dare risposta ai bisogni dei calabresi

E Guccione usa il grande carro della Coldiretti, un carro che viene da lontano e che pare capace di fare una lunga strada.

Con chiunque.

E Guccione sembra saperlo!

Pubblicato in Calabria

Abbiamo chiuso il nostro articolo di ieri sostenendo che era “Impossibile al momento una valutazione politica”.

Poi, abbiamo aggiunto che ci sembrava che il risultato di Orlando –fosse- sconvolgente; in particolare a Campora San Giovanni dove si è quasi appaiato a Renzi”.

 

Infine, abbiamo detto che “Domani certamente sapremo chi ha votato e fatto votare e, soprattutto chi ha votato e fatto votare chi!”

La prima telefonata ci è giunta presto ed osservava che il PD storico con Enzo Giacco in testa abbia tenuto resistendo all’assalto dei votanti “orlandiani” tra cui ci hanno segnalato anche ex iscritti ad Alleanza nazionale ( e nemmeno sappiamo a chi si riferiscano)

Contestava, in sostanza, l’avverbio sconvolgente.

Ci permettiamo di insistere.

 

In Italia sono stati quasi 2 milioni i votanti su 60 milioni circa di residenti.

Parliamo quindi di un elettore ogni 30 residenti.

Ad Amantea allora avremmo dovuto avere al massimo 465 votanti.

739 votanti sono relativi non ai quasi 14 mila residenti nella città ma ad oltre 22 mila residenti.

 

E’ così evidente a tutti che si tratta dati drogati, di elezioni drogate.

Peraltro quale significato dare alle affermazioni del Corriere della Calabria quando stamattina dice che “A Rende, vince Renzi ma di pochissimo davanti a Orlando. Stesso discorso ad Amantea, paese dove Nicola Adamo ed Enza Bruno Bossio, vantano un buon numero di fedelissimi”?, anche se poi dimentica di fare la nostra stessa riflessione.

 

Allora si tratta di antiadamo e di antibossio, in sostanza di antioliverio.

Ma chi è antiadamo, antibossio ed antioliverio?.

Che non si tratti di Guccione?

Un Guccione che ha stretto un patto con chi è riuscito a portare ai seggi almeno 274 elettori extraPD che poi hanno sconvolto i risultati delle primarie?

Una prova di forza?

Un braccio di ferro?

Siamo alle anticipazioni della campagna elettorale per le amministrative?

Certo che qualcuno sorride furbescamente.

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