Mentre il Bollettino Excelsior,del 15 gennaio2019 preannuncia oltre un milione di opportunità di lavoro entro marzo 2019, Guccione si lamenta perché in Calabria i 15 centri per l’impiego con i 406 addetti non ce la faranno a gestire i tantissimi disoccupati.
E tira fuori i dati dell’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche attive del Lavoro) che confermano la altissima percentuale di disoccupati in Calabria
La preoccupazione di Guccione non è per le centinaia di migliaia di disoccupati ma per la differenza di lavoro degli addetti dei CPI che mediamente hanno un carico di 359 persone mentre i Calabria ne hanno 1500.
Secondo Guccione “Mettere in campo il reddito di cittadinanza senza che i Centri per l’impiego funzionino produrrà una catena clientelare e, se guardiamo alla nostra regione, si rischia una vera e propria degenerazione. Attualmente in Calabria nessuno dei 15 Centri per l’impiego (Cpi) è in grado di reggere tale impatto”.
Il Dipartimento Lavoro,Formazione e Politiche sociali col decreto 9515 del 3 settembre 2018, invece dice che .le sedi complessive sono 45 di cui 15 solo quelle provinciali, 21 locali, 6 punti informativi e 3 uffici di collocamento mirato.
Ben 24 delle 45 sedi sono ubicate nella provincia di Cosenza.
Alcune esistono solo sulla carta e sono senza personale ma Guccione non ne parla.
Eppure i CPI dipendono dalla regione e lui è un consigliere regionale!
) Mentre quindi l’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche attive del Lavoro) sulla base delle informazioni raccolte dall'ultima Indagine Excelsior realizzata da Unioncamere( in accordo con Anpal) dice che sono circa 442mila i contratti previsti dalle imprese nel mese di gennaio ma che essi saliranno a circa 1,2 milioni nei primi tre mesi del 2019, Guccioni teme che i CPI non riescano a smaltire nemmeno il carico determinato dal reddito di cittadinanza.
Secondo noi ha una scarsa fiducia sul valido personale degli Uffici per l’impiego
Noi preferiamo riportare la buone nuove pubblicate dall’ANPAL ricordare che:
“Tra gennaio e marzo 2019, alcuni settori come la moda, la metallurgia e la meccatronica e la chimica - farmaceutica, nel manifatturiero, e la filiera del turismo, nei servizi, si muoveranno in controtendenza, con aumenti delle posizioni lavorative messe a disposizione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Cresce, in termini percentuali, il fabbisogno da parte delle imprese delle professioni di elevata specializzazione e dei tecnici (dal 24% al 26% del totale delle entrate programmate), così come degli operai specializzati (dal 30,3% al 31,3%), mentre si riduce il peso delle professioni non qualificate (dal 14,2% al 12,6%) e delle professioni impiegatizie, commerciali e nei servizi (dal 31,5% al 30,1%).
Proprio questa ricomposizione della domanda di lavoro intorno a profili più qualificati spiega l’aumento di 6 punti percentuali della difficoltà di reperimento (dal 25% di gennaio 2018 al 31% di gennaio 2019).”