Reggio Calabria, 1 ottobre 2019 - Bocciata la proposta di legge sul Corap proposta dalla Giunta regionale. Ieri nel corso della seduta congiunta delle Commissioni Bilancio e Affari istituzionali si è deciso di rinviare e modificare il testo che prevede la liquidazione coatta amministrativa dell’Ente.
Una proposta di legge che, in realtà, serviva a nascondere con un colpo di spugna un sistema torbido e clientelare attorno al Consorzio regionale per le attività produttive.
Infatti, non avrebbe salvaguardato né i livelli occupazionali, così come hanno ribadito puntualmente anche i sindacati, né l’ingente patrimonio dell’Ente (valutato contabilmente per oltre 400 milioni di euro e circa un miliardo di euro come valore di mercato).
Risulta lacunosa anche sulle funzioni e la mission istituzionale del Corap, un Consorzio che avrebbe dovuto rappresentare lo strumento per attrarre investimenti nel territorio calabrese invece nulla è previsto su chi dovrà garantire questi compiti.
La proposta, tra l’altro, è arrivata in Commissione senza il parere dell’ufficio legislativo del consiglio regionale.
Parere propedeutico a capire la compatibilità legislativa dell’atto proposto che prevedeva la liquidazione coatta dell’Ente.
Il commissario nominato dalla Regione Calabria, il dottor Caldiero, stranamente non ha prodotto alcuna relazione analitica sullo stato dell’Ente e sulla proposta di liquidazione coatta.
Solo in un secondo momento, nel corso dell’audizione, si è giustificato affermando che faceva propria la relazione del Revisore dei Conti che andava in direzione opposta rispetto alla proposta di liquidazione coatta da lui stesso proposta.
Ma il dato più evidente che manifesta inerzia e omissioni è il fatto che il Revisore dei Conti, dott. Tempo, ha ribadito che lui ha più volte informato con l’invio di atti e verbali il presidente della II Commissione regionale, il presidente Oliverio e la Giunta regionale.
A quanto pare nessuno ha mai sentito l’esigenza in questi quattro anni di intervenire e fare chiarezza nonostante la Regione sia per legge l’Ente vigilante del Corap.
Ma in questi anni è accaduto di tutto. Paradossale è la vicenda della sede in Marocco con un progetto costato oltre 110mila euro.
A questo si aggiungono poi incarichi e consulenza in 18 mesi da 454.682,68 euro.
Emerge un quadro in cui l’utilizzo delle risorse pubbliche è effettuato ad uso clientelare tendendo a favorire un sistema che sicuramente non è servito alla costituzione del Corap e alla sua missione istituzionale.
Nei prossimi giorni presenteremo una proposta di legge che va nella direzione di salvaguardare i dipendenti, il patrimonio dell’Ente e il rilancio delle funzioni per attirare investimenti nel territorio calabrese.
Una proposta che punterà alla ricapitalizzazione, la predisposizione e adozione di un piano di risanamento e di riequilibrio finanziario attraverso un piano industriale.
Carlo Guccione Consigliere regionale