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Maria Francesca Bellizzi, di 43 anni aveva accusato un malore ed era andata al pronto soccorso dell’ospedale.

Qui era stata visitata senza successivo ricovero.

La donna aveva poi lasciato l'ospedale ed era tornata a casa, decedendo però poco dopo.

 

La famiglia ha allora presentato esposto in Procura.

Il pm della Procura di Castrovillari, Angela Contimisio, ha avviato una inchiesta ed ha disposto l'iscrizione nel registro degli indagati del medico e dell’infermiera dell'ospedale di Castrovillari che erano in servizio nel pronto soccorso nel momento in cui Maria Francesca Bellizzi era stata sottoposta a visita dopo che aveva riferito di avere avvertito un malore.

Domani , lunedì 12 dicembre il pm Contimisio conferirà l'incarico al medico legale per l'effettuazione dell'autopsia sul corpo di Maria Francesca Bellizzi.

L'esame dovrebbe essere eseguito, secondo quanto si prevede, nella stessa giornata di lunedì.

La famiglia di Maria Francesca Bellizzi, in vista dell'autopsia di lunedì, ha nominato un legale, l'avvocato Andrea Garofalo, ed un proprio perito.

Pubblicato in Cosenza

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Davanti all’inefficienza e l’incompetenza che imperversano in ogni settore della sanità calabrese e soprattutto reggina mi corre l’obbligo di segnalare questa piacevole ECCEZIONE (sicuramente non l’unica).

Telefono al Polo Sanitario Reggio Calabria Sud per informarmi sulla procedura di consegna duplicato tessera per esenzione ticket che maldestramente ho smarrito.

Nonostante mi abbiano sempre detto tutti che non rispondono mai, dopo soli due tentativi l’operatore alza la cornetta ma non ha saputo darmi informazioni e mi invita a recarmi di persona presso i loro uffici nell’apposito settore.

Lo faccio, attendo il disbrigo pratiche dell’utente precedente, al mio turno mi rapporto con i medici e dipendenti del settore esenzioni ed espongo la mia problematica. In men che non si dica, e con fare molto gentile, i signori al computer hanno trovato tutti i miei dati, in tre minuti ho avuto il mio documento.

Condivido questa mia riflessione intanto per complimentarmi per la professionalità riscontrata e soprattutto per esortare ogni operatore, sanitario, parasanitario ed amministrativo a rendersi conto che se si vuole si può anche dalle piccole pratiche alleviare i disagi dell’utenza.

Teresa LIBRI

(Socio Cofondatore RISVEGLIO IDEALE)

Pubblicato in Calabria

Proprio nelle ultime ore abbiamo appreso di una comunicazione, concernente l'organizzaione del lavoro nel periodo estivo al Poliambulatorio di Amantea.

 

In essa si fa riferimento (a quanto pare per almeno sette giorni lavorativi) alla sospensione degli esami radiologici.

Una disposizione che ci sorprende e che troviamo inaccettabile in quanto lesiva della continuità delle prestazioni radiologiche e, conseguentemente, del diritto alle cure per i cittadini del Comprensorio.

Pare tutto sia riconducibile alla necessità (per carità, sacrosanta) di riconoscere le ferie al Dirigente Medico.

Ma ci domandiamo:

Qual è la ratio che porta a sospendere le prestazioni della radiologia del Poliambulatorio, incidendo negativamente sulla continuità del servizio, per garantire un diritto (riconoscimento delle ferie)?

Non si può individuare una soluzione alternativa che non danneggi l’utente?

Non è possibile una riorganizzazione delle risorse che consenta alla nostra radiologia di funzionare con continuità?

Come Partito Democratico stiamo approfondendo la vicenda. Ma è fondamentale che tutti prendano consapevolezza di quelli che sono i veri problemi di questo territorio. Ed il diritto alle cure sta sicuramente in cima alle priorità.

 

Non possiamo dimenticare che ci muoviamo in una situazione dove già un decreto del Commissario ad Acta ha destinato alla chiusura il Laboratorio di Analisi; un provvedimento dei giorni scorsi ha pesantemente ridimensionato le prenotazioni delle prestazioni radiologiche giornaliere; ci sono troppi atti che stanno riducendo alla miseria i servizi poliambulatoriali del Comprensorio.

Tali mortificazioni continue ci portano a formulare una ulteriore domanda:

Si vogliono forse smantellare definitivamente i servizi poliambulatoriali?

 

Dinnanzi a queste crescenti preoccupazioni è necessario che la comunità tutta esprima il proprio dissenso. Noi come PD Amantea non abbiamo intenzione di sottrarci a quello che riteniamo un dovere.

E’ ora di dire BASTA!!!

Amantea, 22 giugno 2016

Circolo PD Amantea

Pubblicato in Cronaca

Tutti i giornali calabresi parlano della “resa” della ministra Lorenzin.

Non vorremmo apparire presuntuosi, ma a noi non sembra una corretta interpretazione dei fatti.

Per questo siamo andati all’origine della notizia.

 

Infatti, tutto parte dal seminario intitolato “L’integrazione sociosanitaria: evoluzione e prospettive dopo la legge regionale 23/2015 sul Sistema socio-sanitario lombardo” tenutosi oggi 4 aprile a in Università a Bergamo, presso l’ex chiesa di Sant’Agostino.

Nel seminario, tra gli altri, sono intervenuti Angelo Capelli, estensore della Riforma del Servizio socio-sanitario lombardo e Vicepresidente della III Commissione Sanità e Politiche sociali della Regione Lombardia ed il Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin.

 

Viviana Molaschi, docente di Diritto pubblico, amministrativo e sanitario del dipartimento di Scienze umane e sociali dell’Ateneo, nella fase conclusiva della sua relazione Viviana Molaschi ha detto: « Non bisogna dimenticare come molte delle diseguaglianze regionali delle garanzie dei livelli dipendono da aspetti organizzativi. Ovviamente se la riforma passerà spetterà alle dinamiche istituzionali e anche alla Corte Costituzionale dare significato al nuovo articolo 117 della Costituzione. L’auspicio è che questa nuova stagione istituzionale raggiunga il giusto equilibrio: da un lato c’è l’istanza di non imbrigliare quelle regioni ad elevata performance  che sperimentano soluzioni innovativi, che corrono; dall’altro poiché l’integrazione dell’assistenza sanitaria è disomogenea, c’è l’esigenza di supportare quelle regioni che hanno un’infrastruttura più debole».

 

Via libera alle regioni migliori, quindi, è il senso della sanità di domani.

Quasi a dire , che le peggiori si arrangino: noi suggeriremo ma saranno le regioni a scegliere il destino della “loro” sanità.

L’importante è che sia esercitato un profondo controllo non solo dalla parte delle Corte dei Conti che arriva sempre tardi rispetto ai problemi quotidiani, quanto dalla magistratura per ridurre tempestivamente i costi di personale inutile che tolgono risorse alla sanità e soprattutto dal Governo .

Di una cosa occorre dare atto a Scura ed alla Ministra e cioè che la commissione ha partecipato i dati dei LEA , delle evasioni sanitarie e delle insufficienti risposte alle esigenze sanitarie dei calabresi.

 

Una cosa importante detta dal ministro è che: " Le disparità ( tra regione e regione) non ( sono) più ammissibili, per cancellarle dobbiamo toglierci le giacche dell'appartenenza politica”

Poi ha concluso: “"Non possiamo più permettere che un paziente nato a Catanzaro stia male due volte, o che un bimbo autistico che vive in una città senza servizi adeguati non abbia la possibilità di una vita normale".

E relativamente ai “viaggi della speranza” che ancora oggi costringono molti pazienti del Sud a spostarsi al Nord in cerca di cure dice che “dobbiamo fare ancora di più . Penso che tutti i presidenti delle Regioni debbano mirare a nominare direttori sanitari, amministrativi e generali veramente competenti e provare ad attrarre nelle proprie strutture ospedaliere anche medici da altre regioni, cercando di innescare una mobilità al contrario".

E conclude “ E' sull'obiettivo di una sanità uguale a ogni latitudine che, secondo il ministro, "dobbiamo toglierci le giacche dell'appartenenza politica, andare oltre le ideologie e vedere cosa ha funzionato e cosa no nella riforma federalista, guardando però avanti. La riforma del Titolo V della Costituzione ci dà la possibilità di definire asset nazionali, di tirare su chi sta indietro e lasciare gli altri liberi di volare, sempre avendo standard qualitativi - e non solo costi standard - per poter misurare le prestazioni erogate, i loro livelli e costi".

 

Poi dimostra di non aver capito quasi niente della Calabria, quando afferma che “Molto importante è anche la nuova norma sulla formazione dei manager che prevede un albo sanitario dei manager e soprattutto si richiede il raggiungimento di obiettivi e punteggi che se non raggiunti fanno decadere il manager».

Ma i medici inefficienti ed insufficienti chi li manda a casa?

Possibile che davvero la Lorenzin non si renda conto che ai medici pubblici deve essere erogato uno stipendio qualificato ma vietato di fare attività privata?

Possibile che la Lorenzin non si renda conto che le file d’attesa sono la misura di una sanità malata che costringe a rivolgersi alla sanità privata che esiste ANCHE perché quella pubblica è inefficiente?

Pubblicato in Politica

sanitàSono 23 anni che Rinascita di Lamezia lotta per evitare che la terza città della Calabria continui ad essere derubata. Da decenni abbiamo assistito al graduale svilimento dell’ospedale cittadino Giovanni Paolo II.

Gridavamo nelle piazze ammonendo la città che la politica avrebbe decretato la fine del nostro presidio ospedaliero, che ha sempre vantato figure di primissimo piano sia a livello regionale che nazionale ( i vari Giraldi, Minniti, Virgilio, Borrello, docenti universitari che sono un esempio anche per le nuove generazioni). L’apoteosi è stata raggiunta con l’accorpamento dell’ASL di Lamezia a quella di Catanzaro. L’ASL n° 6 di Lamezia è stata cancellata, eppure ciò è avvenuto quando l’assessore alla sanità era una lametina, il presidente della commissione era un lametino, il primo firmatario del piano sanitario regionale che decretava tale cancellazione, guarda caso era un lametino o meglio, trapiantati a Lamezia ed eletti con i voti dei lametini.

E’ chiaro quindi che il ridimensionamento del nostro ospedale non trova nel commissario piovuto da Roma l’unico responsabile del declino della sanità lametina. Egli non conosce ne la Calabria ne le singole comunità calabresi, forse non sapeva neanche che esistesse Lamezia Terme.

E’ vero o non è vero che lo stesso commissario Scura ultimamente ha affermato che avrebbe attuato quanto programmato da chi prima di lui?

Purtroppo in questi ultimi anni sono stati creati dei disservizi evidenti, creati ad arte affinché gli stessi pazienti, vittime di tutto ciò e quindi costretti ad emigrare altrove, avrebbero trovato giustizia nella definitiva chiusura dell’ospedale.

Tutto ciò affinché il popolo lametino non protestasse per l’annullamento del nostro ospedale. Sono riusciti anche in questo!!

Noi di Rinascita di Lamezia ci batteremo nelle piazze ed a tutti i livelli istituzionali per la difesa dei nostri diritti. Faremo opera di sensibilizzazione tra la gente affinché questo popolo che in altri tempi, tutti uniti è sceso in piazza per mesi e mesi di protesta. Erano gli anni 70 lotta per l’università.

E proprio di oggi la notizia della chiusura dell’unità operativa di malattie infettive, certamente uno delle unità più attive sul territorio calabrese nella cura di patologia come: H1N1, HIV, AIDS, meningiti, tubercolosi, per un periodo sparita ed oggi purtroppo tornata in auge per questa ondata di immigrazione da zone endemiche. Per non parlare poi delle patologie epatiche e nello specifico di quelle virali che trovano il punto di riferimento nelle cure proprio nell’ospedale di Lamezia.

Come mai il reparto da noi viene chiuso, tagliando posti letto ed invece viene potenziato quello di Crotone con l’aggiunta addirittura di 10 posti letto, dopo l’intervento alla camera da parte della parlamentare crotonese Dorina Bianchi?

Perché viene chiusa la microbiologia che fino ad oggi nel piano sanitario, trova in Lamezia Terme il riferimento ufficiale regionale? Anche questo servizio viene spostato a Crotone.

I nostri parlamentari, senatori e deputati, che ancora non si sono degnati di alzare un dito nelle sedi istituzionali (Parlamento e Senato), abbiano la decenza di venire a Lamezia e di unirsi alla lotta di protesta, mettendosi a capo ciascuno dei propri elettori e tutti insieme fare sentire con forza la voce di questa città, visto che non si fanno vedere dall’ultima campagna elettorale.

Non dimentichiamo che l’unica Regione alla quale è stato concesso un aumento dei posti letto ospedalieri e proprio la nostra Calabria. Guarda caso a Lamezia li tagliano.

Il fondatore di Rinascita di Lamezia, dott. prof. Ugo De Sarro.

Pubblicato in Comunicati

Sostenere che la sanità in Calabria è da rifondare non è affatto peregrino.

 

Lo dimostra, anche, quanto sta succedendo in tante parti della regione, Amantea compresa.

Come noto il laboratorio di analisi cliniche presso il poliambulatorio di Amantea ( ex ASL ed ex Distretto) è un fiore all’occhiello, da potenziare , da sviluppare, mentre è noto che il commissario Scura, emissario della “reina sanitas” Beatrice Lorenzin, ne vuole la chiusura in nome della “spending rewiew”( Decreto commissario ad Acta n 84 del 21 luglio 2015), ma a tutto danno della utenza che è costretta a pagare la inefficienza della nostra sanità.

 

Ecco cosa succede ad Amantea.

Arrivano ogni giorno al laboratorio di analisi cliniche , anche da altre province, decine e decine di pazienti , spesso, con doppie ricette sanitarie, una di colore rosso, cioè appartenenti al sistema sanitario pubblico , ed una di colore bianco, emesse da un medico generico o da un medico specialista.

Grande e grave è l’imbarazzo degli addetti che possono accettare soltanto la ricetta rossa e non quella bianca, pur essendo anche essa valida per la erogazione del farmaco o della prestazione.

 

Come spiegare all’utente che il laboratorio pubblico di analisi cliniche non può prestare i servizi indicati su ricette bianche, pur provenienti, magari, da uno specialista, nemmeno quando il cittadino intende pagare il servizio laboratoristico .

Incredibile!

Ed è ancora peggio quando occorre spiegare all’utente che il laboratorio pubblico non può operare in forma intramoenia, come tanti medici del sistema pubblico.

Ed fortissime sono le reazioni degli utenti quando viene loro detto che dopo aver fatto il prelievo per gli esami indicati nella ricetta rosa devono andare in un laboratorio privato e farsi fare un altro prelievo per le Analisi indicate sulla prescrizione bianca.

Utenti, uomini e donne, trattati come animali da macello, avviati come animali al pascolo. E questo in aperto spregio del diritto alla salute, del diritto alla sanità

 

E tutto per 10 euro! Eh si, perché con la ricetta rosa si preleva un ticket aggiuntivo di 10 euro introdotto dal 17 luglio 2011, prima a carico delle regioni «spendaccione» come Puglia, Abruzzo, Calabria, Lazio, Campania, Liguria, Molise, Piemonte, Sardegna e Sicilia e poi esteso a tutte, ticket che non può essere esatto con la ricetta bianca, così che il servizio non viene reso.

Ma quello che è inaccettabile è che una analisi come l’azotemia fatta presso un laboratorio privato costa 4 euro e presso uno pubblico 14 euro perché deve essere pagato il ticket aggiuntivo!

Ma perché non si autorizza il laboratorio pubblico di Amantea od altrove ad eseguire le analisi su ricetta bianca alle stesse condizioni dei laboratori privati?

Perché questa inaccettabile differenza tra pubblico e privato? Già! Perché ?

 

aslSabato 28 novembre  nell’ambito di una campagna di ascolto, comunicazione e confronto che entro la fine dell’anno interesserà’ tutti i paesi del Comprensorio - la  Rete ha promosso un’iniziativa pubblica a Lago, nella sede dell’Avis.

 

Ad introdurre i lavori è stata Antonella Mazzotta, mentre Salvatore Amendola si è soffermato sul valore espresso dalle Case della Salute per la sanità territoriale.

A conclusione dei lavori Enzo Giacco ha espresso apprezzamento << per la proficua sinergia creatasi tra i cittadini, il management del Distretto, i Sindaci ed il Presidente Oliverio - per il tramite del Capo Segreteria Franco Iacucci - ed il Direttore del Dipartimento Sanità Riccardo Fatarella. Una sana collaborazione – ha sottolineato il portavoce della Rete – che  sta agevolando la proposta di assegnazione di una Casa della Salute al comprensorio di Amantea>>.

 

Martedì 1 dicembre, poi, una rappresentanza della Rete ha partecipato ad un’Assemblea Sindacale organizzata dagli operatori del Poliambulatorio.

L’incontro è stato utile per arricchire di ulteriori elementi quel prezioso confronto già avviato con gli operatori della struttura, che svolgono un ruolo importante nella concretizzazione di una reale evoluzione dell’offerta sanitaria nel territorio.

 

Nella prossima settimana un gruppo di lavoro - composto da una rappresentanza della Rete, dalla Direttrice del Distretto e da una delegazione dei Sindaci - definirà la proposta organica condivisa di evoluzione del Poliambulatorio in “Casa della Salute”,  da discutere nella prossima riunione del tavolo tecnico presso il Dipartimento Salute della Regione Calabria.Intanto, dopo Amantea e Serra d’Aiello, anche i consigli comunali di Lago e Fiumefreddo hanno approvato la piattaforma rivendicativa della Rete.

<< Noi crediamo che la sanità in Calabria debba investire su un modello rivoluzionario nell’erogazione dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali, che parta da un diverso approccio culturale per giungere alla presa in carico del paziente e ad un modo innovativo di fare prevenzione. Un modello di cui essere orgogliosi. Tracce che vanno in questa direzione – dichiarano i rappresentanti della Rete - sono già presenti nel Poliambulatorio: pensiamo, ad esempio, alla nuova sala d’attesa, alla segnaletica per orientare ai servizi ed al sistema di tutela della privacy dell’utente. Oggi – anche in seguito alla nascita della Rete – notiamo, inoltre, tutta una serie di segnali positivi che non possiamo che interpretare come un contributo importante all’auspicata evoluzione del Poliambulatorio: abbiamo avuto notizia, infatti, della deliberata fornitura in data 30 novembre 2015 della MOC per il servizio di radiologia di Amantea; dunque, la fondamentale tecnica diagnostica della Mineralometria Ossea Computerizzata sarà presto disponibile. O, ancora, della delibera concernente i lavori (che ad Amantea non risulterebbero particolarmente complessi) di adeguamento dei locali necessari per l’istallazione dell’Apparecchio Radiologico Telecomandato, un servizio la cui presenza nel Poliambulatorio è di straordinaria importanza.

 

Cenni che dobbiamo interpretare come incoraggianti e a sostegno della consapevolezza relativa alla non più rinviabile necessità di evoluzione del Poliambulatorio in Casa della Salute, per far fronte alla documentata domanda in crescita nel territorio ed avvicinare la sanità ai cittadini.
Ci preoccupa, a riguardo, il nodo non ancora sciolto relativo alla rete internet. Riteniamo infatti che, anche in seguito alla puntuale richiesta da parte del management distrettuale, gli uffici competenti debbano, preso atto dell’inadeguatezza della rete interna della struttura, programmarne in tempi ragionevoli il ricablaggio.  Sarebbe prezioso per la fruizione in tempi più celeri dei servizi.
Ci teniamo, infine, a ribadire – conclude la Rete – che il Laboratorio di analisi, rispetto al quale tanto si è discusso nelle ultime settimane in seguito al decreto che ne prevede la chiusura, continua a funzionare regolarmente,  e che i servizi garantiti sono caratterizzati dalla consueta eccellenza».

Rete Comprensoriale
“ Difendiamo la salute "

Pubblicato in Politica

Scalea fa rima con Amantea anche per la sanità.

Leggiamo che a Scalea si aspetta Oliverio

In una recente riunione dei sindaci a Verbi caro è stata evidenziata la necessità di avere una sanità che possa essere al servizio dei cittadini.

 

E’ stata manifestata la preoccupazione di trasportare una persona anziana di Aieta o Tortora a Paola o a Cosenza, in assenza anche di una rete di trasporto idonea.

Similmente possiamo parlare delle persone anziane Aiello Calabro, di Cleto, Serra d’Aiello.

Poi i cittadini hanno segnalato che : “Ad Oliverio si potrebbe ricordare che tutti noi aspettiamo, persone sane e ammalate, che la risonanza magnetica venga immediatamente attivata. Tutti noi siamo stufi”.

Che dire di Amantea dove persone sane ed ammalate non hanno nemmeno una TAC?

Almeno loro (quelli di Scalea) possono facilmente giungere a Belvedere Marittimo od a Cetraro.

 

Sempre i cittadini lamentano il fatto che l’alto tirreno fino a qualche tempo fa era ( con l’ospedale di Praia a Mare) quasi autonomo con l'assistenza sanitaria.

Ed i cittadini continuano evidenziando che l'elisoccorso arriva dall'ospedale dell'Annunziata, se non c'è nebbia o maltempo; ma, molte volte, bisogna partire con l'ambulanza e la Strada statale 18 è nota per la sua pericolosità e per essere ormai molto trafficata”.

Infine i cittadini continuano evidenziando che nel Poliambulatorio di località Petrosa capita sovente, forse a causa della linea telematica ancora poco efficiente, che i computer rallentano o si bloccano creando “estenuanti attese, sia per gli operatori che per i pazienti”. I cittadini che utilizzano farmaci salvavita sono costretti a tornare spesso al poliambulatorio per le prescrizioni.

 

Che strana la somiglianza con Amantea dove “forse a causa della linea telematica ancora poco efficiente che i computer rallentano o si bloccano creando estenuanti attese, sia per gli operatori che per i pazienti”.

Anche ad Amantea si parla di una pista per l’atterraggio degli elicotteri.

Probabilmente per garantire al territorio dell’ex distretto di Amantea la stessa efficienza sanitaria della zona di Scalea.

Insomma sanità territorialmente equilibrata ma livellata verso il basso.

Aspettiamo reazioni ed ovviamente Oliverio!

Pubblicato in Alto Tirreno

La storia è nota.

Il direttore dello Spoke, Vincenzo Cesareo aveva deliberato la chiusura il pronto soccorso di Paola.

Avrebbe funzionato solo quello di Cetraro.

 

Decisione che aveva provocato l'immediata reazione, dall'una e dall'altra parte, in un ping pong di dichiarazioni.

Senonchè il provvedimento di sospensione dell'emergenza-urgenza a Paola è stato bloccato dal Commissario dell'Asp Gianfranco Filippelli.

La mancanza di personale aveva indotto il, a spostare momentaneamente l'ago della bilancia sulla struttura ospedaliera di Cetraro.

 

Alla notizia della sospensione del provvedimento segue una immediata dichiarazione di soddisfazione di Prospettiva comune, Riformatori e area riformista del Pd.

Insieme commentano: “Così, come avevamo già annunciato nelle nostre dichiarazioni di mercoledì scorso, le rassicurazioni ricevute dai massimi rappresentanti regionali in merito alla paventata chiusura della struttura emergenza urgenza di Paola, oggi trovano conferma.

Ci spiace dover rilevare che c'è chi ha fretta di appropriarsi di una vittoria non sua, ma tant'è!

 

Per quanto ci riguarda coerentemente continueremo a vigilare affinché la specificità di ospedale spoke di Paola non vengano mortificate ed umiliate da un commissario straordinario pilatesco ed assente”.

Pubblicato in Paola

Domani 18 novembre presso il Dipartimento della salute in Catanzaro si terrà l’incontro con il DG Riccardo Fatarella nel corso del quale sarà chiesto di mantenere il laboratorio di analisi cliniche, il potenziamento della rete specialistica e la istituzione della Casa della salute.

 

Questa è la mia proposta di nota esplicativa:

“La Calabria è l’ultima regione italiana per PIL e per reddito medio, la prima per “evasione” sanitaria.

La Calabria , secondo i dati diffusi in questi giorni, è l’ultima regione italiana nella classifica dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) avendo conquistato nel 2014 la maglia nera che apparteneva alla Campania .

Questa la graduatoria che mostra crudamente la verità della sanità calabrese.

1° - Toscana 217 (nel 2013  214, 1°)                         2° - Emilia Romagna 204 (204, 2°)
3° - Piemonte 194 (201, 3°)                                       4° - Liguria 194 (187, 6°)
5° - Lombardia 193 (187, 6°)                                    6° - Marche 192 (187, 4°)
7° - Veneto 189 (190, 5°)                                          8° - Basilicata 177 (179, 12°)
9° - Sicilia 170 (165, 9°)                                            10° - Umbria 165 (179, 8°)
11° - Abruzzo 163 (152, 10°)                                    12° - Puglia 161 (134, 15°)
13° - Lazio 154 (152, 11°)                                         14° - Molise 148 (140, 13°)
15° - Campania 139 (127, 16°)                                  16° - Calabria 131 (135, 14°)

Non c’è (ancora) o comunque non è pubblica la graduatoria dei LEA tra distretti ed all’’interno dei distretti tra le distinte aree territoriali.

Se ci fossero queste graduatorie potremmo avere la conferma che il comprensorio di Amantea è l’ultimo in Calabria per servizi sanitari.

Ovviamente, ove siano o saranno redatte e pubblicate le graduatorie alle quali facciamo riferimento, siamo pronti a leggere ed a valutarle.

Questa di ultimi tra gli ultimi è una condizione illegittima ed una situazione vergognosa.

Siamo, cioè, in presenza di disparità inaccettabili .

Disparità che hanno determinato , oggi consapevolmente, la forte reazione sociale scattata in questi ultimi giorni dopo anni di spoliazione e depauperamento del Poliambulatorio, cioè della unica struttura sanitaria rimasta dopo la scomparsa dell’Asl di Amantea e del Distretto di Amantea.

Una disparità che il commissario Scura, emissario inviato “dai potenti re d’Italia” per porre rimedio alle condizioni vergognose della sanità calabrese, voleva, e vuole, aumentare proponendo, con violenza ingiustificata ed inaccettabile abuso, la chiusura del laboratorio pubblico di analisi cliniche , che è una delle poche cose che funzionano , a dispetto di tutto.

E così centinaia di cittadini ed associazioni dei comuni dell’ex distretto di Amantea( Amantea, Aiello calabro, Cleto, Serra d’Aiello, San Pietro in Amantea, Lago, Belmonte Calabro, Longobardi, Fiumefreddo Bruzio) , in rappresentanza dei circa 30mila abitanti residenti e, nel caso, delle altre decine di migliaia dei comuni della provincia di Catanzaro, hanno promosso la rete della salute che oggi è a questo tavolo, per difendere gli utenti, in sostituzione di una politica per lo più disattenta, inane, parolaia e senza spina dorsale.

Siamo qui per dire basta al saccheggio dei servizi sanitari dal comprensorio di Amantea.

Per dire basta alla disattenzione degli amministratori e dei governatori passati.

Per dire basta alla supponenza dei tecnici.

Siamo qui per ricordare gli elementi della nostra rivendicazione sociale:

-conservazione e potenziamento del laboratorio di analisi cliniche, che, lo ricordamo, serve anche una parte della popolazione dei comuni della provincia di Catanzaro ;

-completamento quali-quantitativo della rete degli specialisti atta a dare risposta in tempo reale alle esigenze della popolazione del comprensorio che-va ricordato- durante l’estate raddoppia la richiesta di prestazioni.

-eliminazione della impossibili liste di attesa anche previa dotazione delle attrezzature necessarie e/o sostituzione di quelle carenti od obsolete ;

-attivazione della casa della Salute, in luogo del Poliambulatorio.

Non essendo dotato questo territorio né di ospedale, né di casa di Cura, si impone, infatti, una più che qualificata medicina preventiva atta a ridurre:

- la ospedalizzazione;

-la evasione ospedaliera extra regionale;

-il ricorso ai medici privati, peraltro mancanti;

-i costi di movimento sul territorio che devono sopportare le famiglie di questo ambito territoriale.

Incredibile che non si comprenda che una insufficiente medicina preventiva crea danni anche irreversibili alla salute dei nostri amministrati e che non si comprenda come questa condizione muova verso la ospedalizzazione, anche extra regionale .

Impossibile che non si comprenda che una insufficiente medicina specialistica sul territorio crei non solo danni anche irreversibili alla salute dei nostri amministrati e spinga da un lato al ricorso ai privati con depauperamento dei servizi pubblici che tutti noi dovremmo essere qui a rappresentare ed a difendere, a maggiori costi di movimento sul territorio, se non ad evasione territoriale anche per la specialistica.

Sappiamo che la attuale struttura nelle more del suo previsto completamento strutturale può essere flessibilizzata ad un appropriato uso per l’invocato completamento e potenziamento del poliambulatorio nell’attesa della esecuzione dei lavori onde la attuazione della invocata Casa della salute.

Registriamo una intensa consapevolezza sociale verso la Casa della salute , consapevolezza che ha determinato una prima straordinaria presenza nell’incontro del 21 ottobre scorso dal quale è nato questo di oggi.

Una consapevolezza che è stata percepita dal dr Riccardo Fatarella che in questa occasione ringraziamo pubblicamente.

Una consapevolezza che continua a crescere soprattutto quando è proprio il dr Fatarella a dichiarare che “ c'è una scarsa attenzione ai servizi territoriali anche se c'è stato un lieve miglioramento sottolineato anche dal rapporto del ministero”. 

Una consapevolezza che ha sollecitato i tecnici della Rete per la salute, che come noto annovera la adesione di oltre settanta associazioni del comprensorio di Amantea, i quali hanno pronto un modello evoluto di casa della salute che può diventare spendibile per la intera regione.

Osserviamo che la mobilità extraregionale ha un costo circa 240 milioni di euro all’anno, di cui 86 milioni di euro annui relativi alla ASP di Cosenza.

Parliamo di una mobilità extra regionale che interessa circa 23mila pazienti.

Quasi un quarto dei costi di mobilità riguardano il tirreno cosentino ( parliamo di 19.149.150,00 euro) e quasi un quarto del trasmigranti ( 5772) sono del distretto del Tirreno, segno palese della insufficienza della sanità del tirreno cosentino di dare risposta alle esigenze della popolazione di questo territorio, che, invece,   sotto il profilo residenziale è meno di un sesto della intera provincia!

Ed è da supporre che non sarebbero meno drammatici i dati della migrazione specialistica, soprattutto per quanto riguarda Amantea.

Purtroppo i dati non sono stati diffusi per cui sembra di essere qui a parlare di aria fritta.

Ambedue le migrazioni , come detto, determinano insostenibili costi di movimento per la popolazione tanto più in un territorio che non ha mezzi di linea che aiutino i pazienti nei loro viaggi per cui spesso la gente non si cura.

E’, tra l’altro, il caso delle persone anziane che vengono invitate ad eseguire mammografie di controllo nel lontano ospedale di Cetraro che non è nemmeno servito da mezzi pubblici di linea!

Una vergogna per il tecnico che lo ha ipotizzato, una vergogna per il politico che lo permette!.

A queste condizioni inaccettabili occorre porre fine definitivamente ed immediatamente.

Nel ricordare che Amantea, diversamente da Paola, Cetraro e Praia a mare, non colse la opportunità del finanziamento, concesso a fine anni sessanta dall’onorevole Giacomo Mancini, di un proprio ospedale, ed oggi ne paga amaramente le conseguenze in termini di qualità dei servizi sanitari, vogliamo augurarci che oggi la classe politica sia migliore di quella precedente ed operi l’ invocato riequilibrio territoriale dei servizi sanitari.

Tutto oggi nasce da questa parola riequilibrio dei servizi , riequilibrio dei diritti.

A Lei dr Fatarella ed al Presidente Oliverio formuliamo questa richiesta fermo restando che saremo sempre più pronti a muovere su questa intrapresa.

Giuseppe Marchese

Pubblicato in Primo Piano
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