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Passano a tempo indeterminato solo 304 su 4.169

Intanto abbiamo forti dubbi sul loro numero. 4.169 LSU ed LPU ci sembrano pochi.

Una sola la certezza.

Possono procedere alla stabilizzazione solo quei Comuni che hanno la disponibilità finanziaria e i vuoti in pianta organica.

Gli altri comuni che non hanno i posti in pianta organica e tanto meno la disponibilità finanziaria, magari perché in dissesto, non possono certamente stabilizzare gli LSU ed LPU.

Quindi la stabilizzazione o meno dipende da condizione estranee ai lavoratori.

E questo certamente non è giusto.

Sarebbe stato giusto che LSU ed LPU fossero stabilizzati dalla regione e poi assegnati con parametri di giustizia distributiva nel vari comuni calabresi indipendentemente dalle loro condizioni finanziarie .

Ovviamente dovrà essere emanata preventivamente una apposita norma che vieti la creazione di altri LSU ed LPU dei quali poi si chiederà la stabilizzazione.

Insomma la situazione non è affatto semplice perchè quello che serve, più che le risorse, sono appunto le deroghe alle attuali normative che regolano le assunzioni negli enti locali.

Altrimenti assumere per i Comuni sarà impossibile.

Basti pensare che ci sono richieste da parte dei Comuni per assumere altri 834 lavoratori, ma senza le deroghe non sarà possibile.

Arriveranno mai?

Si spera di sì e che arrivino entro il 31 ottobre altrimenti sarà impossibile rinnovare ancora i contratti e questi lavoratori che sono usciti dal bacino degli Lsu/lpu non solo saranno senza un lavoro, ma anche senza paracadute sociale

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Dopo tre lunghissimi anni di discussioni, di lotte e di veleni il Vescovo di Mileto – Nicotera – Tropea Mons. Renzo ha soppresso la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” voluta dalla mistica di Paravati Natuzza Evolo.

 

 

L’ultima cosa che avrebbe voluto e desiderato Mamma Natuzza.

La Fondazione era nata come Associazione nel maggio 1987 quando ancora Mamma Natuzza era viva e alla sua presenza, felicissima quel giorno per l’avvio di una opera maestosa che a detto di Lei era stata suggerita dalla Vergine Maria durante una delle sue apparizioni e colloqui.

Dopo la sua morte l’Associazione si era trasformata in Fondazione con l’intento di promuovere in suo nome opere e preghiere.

Il decreto di soppressione è stato spedito alla Prefettura di Vibo Valentia e al Presidente dell’Ente morale Pasquale Anastasi.

La diatriba tra la Diocesi, tra Mons Renzi e tra la Fondazione durava da oltre tre anni.

La Gazzetta del Sud del 7 luglio u.s. così ha scritto che i punti centrali della controversia riguardavano, tra l’altro, del passaggio della cura e della gestione del Santuario Mariano, oramai già completato, alla Diocesi di Mileto – Nicotera- Tropea e la nomina di tre rappresentanti del Vescovo nel Consiglio di Amministrazione dell’Ente morale.

Un epilogo molto doloroso e alquanto amaro soprattutto per i tanti figli spirituali di Mamma Natuzza ovunque sparsi nel mondo.

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Catanzaro - La Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, accusato di abuso d'ufficio e corruzione.

 

 

 

La richiesta riguarda l'inchiesta "Lande desolate" su alcuni appalti gestiti dalla Regione Calabria.

Dall'inchiesta sono emersi presunti illeciti, in particolare, nella gestione da parte della Regione Calabria degli appalti riguardanti l'aviosuperficie di Scalea, l'ovovia di Lorica e il rifacimento di Piazza Bilotti, l'unica delle tre opere pubbliche che é stata portata a termine.

L'inchiesta, nel dicembre 2018, aveva portato al'emissione a carico di Oliverio di un provvedimento di obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore, dove risiede, poi revocato dalla Corte di cassazione.

Il rinvio a giudizio é stato chiesto anche per l'ex vicepresidente della Regione Calabria, Nicola Adamo, e per la moglie di quest'ultimo, Enza Bruno Bossio deputata del Pd, accusati di corruzione.

L'udienza preliminare é stata fissata per il 17 ottobre.

Tra gli indagati nell'inchiesta ci sono anche l'ex sindaco di Pedace (Cosenza), Marco Oliverio, e l'imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri.

Quest'ultimo, secondo l'accusa, avrebbe beneficiato di trattamenti di favore da parte della Regione Calabria in relazione alla realizzazione delle tre opere pubbliche oggetto dell'inchiesta, ottenendo stati d' avanzamento ed i relativi finanziamenti cui non avrebbe avuto diritto.

Martedì, 09 Luglio 2019 07:58

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