BANNER-ALTO2
A+ A A-

Redazione TirrenoNews

Dal 2005 la Redazione di TirrenoNews.Info cerca di informare in modo indipendente e veloce.

 

LogoTirrenoNews

Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Che il voto italiano abbia chiesto forti, immediati ed irreversibili cambiamenti è pacifico. Ed è anche, purtroppo, pacifico che certa politica ( PD, PDL, Monti &c) come Maria Antonietta di Francia ( quella delle brioche) non abbiano capito che siamo già dentro la rivoluzione.

Ed allora ci pensa la Sicilia ad iniziare da Crocetta che sta educando anche il suo partito ai cambiamenti necessari, ovviamente aiutato dal movimento 5Stelle.

Si! Il presidente Rosario Crocetta ha annunciato la convocazione della Giunta per varare l'abolizione delle Province.

La mossa a sorpresa e' arrivata dal Governatore che ha annunciato l'accelerazione della riforma. Crocetta pensa alla creazione di liberi consorzi tra comuni. Una mossa che ha sorpreso anche l'alleato principale, l'Udc, che non e' stato avvertito dell'accelerazione.

Sabato Beppe Grillo, aveva sollecitato un intervento in questa direzione: "Stop alle Province, inutili stipendifici". Il Consiglio provinciale di Palermo ha chiesto una riforma delle Province entro l' autunno e non fra un anno come vorrebbe Crocetta. Le nove Province siciliane costano, infatti, oltre 700 milioni di euro all'anno. Inoltre lo Stato spende per le Province siciliane 295 milioni, il trasferimento più imponente in Italia. Il personale rappresenta quasi il 50 per cento della spesa corrente per un totale di 244 milioni annui, secondo i dati Istat del 2009. Tra il 2007 e il 2010 ogni siciliano ha pagato di tasse destinate alle Province 60,93 euro.

Chissà se Bersani sarà capace, ora, di capire cosa la nuova Italia vuole?

Anche la Chiesa cerca il suo “Grillo”

Domenica, 03 Marzo 2013 14:02 Pubblicato in Mondo

Un giorno sapremo al verità sulle inusuali dimissioni del Papa Benedetto XIV. Forse. Fino ad allora, se mai verrà quel tempo, possiamo solo ragionare sulla stranezza di queste dimissioni. E sulle correlazioni con altri eventi quali le gole profonde su fatti interni alla chiesa, su Paolo Gabriele il maggiordomo del papa, accusato di essere il "corvo" dentro le mura leonine, responsabile delle clamorose fughe di notizie ma che dopo il processo e la condanna viene graziato da Sua Santità. Anche in questo caso difficile capire, come è difficile capire il possesso da parte sia di un assegno di 100 mila euro intestato al papa.

Non solo ma questa accelerazione delle fasi per la votazione del nuovo Papa vogliono forse limitare il dialogo precedente dei vescovi alla ricerca di quella verità forse nascosta perfino a loro. Ma è di tutta evidenza la voglia di verità e di libertà che alberga nei loro animi. E’ di tutta evidenza il bisogno di pulizia all’interno della Chiesa, la necessità di deburocratizzazione del sistema di potere della chiesa in Roma.

Ed allora la ricerca di un “nuovo” Papa, un Papa forte e coraggioso, un Papa che sappia fare pulizia dentro la Chiesa, un Papa che sappia mandare a casa chi ha fermato il rinnovamento della Chiesa e costretto Benedetto XVI ad alzare le mani ed a scomparire al mondo.

Anche la Chiesa cerca al suo interno uno o più grillini che rompano con il passato, che muovano per avere una nuova chiesa che non voti e faccia votare chi tutela i sistemi bancari( nella Lista Monti sono stati elette 4 espressioni del mondo della Chiesa: Nel Veneto Gianpiero Dalla Zuanna inserito in lista su segnalazione diretta di Riccardi, in Lombardia il ciellino Mario Mauro, sempre in Lombardia la deputata Milena Santerini docente di Pedagogia alla Cattolica di Milano, nel Lazio Mario Marazziti portavoce della Comunità di Sant’Egidio)

Il vento di libertà pervade anche i giardini vaticani e sale prepotentemente dentro le vecchie stanze nella quali il sole del nuovo non è riuscito mai ad entrare.

Sarà vero? Sarà così? Vedremo.

E’ stata inviata ieri sera ( 1 marzo 2013) a tutti i prefetti la circolare del ministero dell’Interno che dispone il prolungamento dell’accoglienza per gran parte dei 13mila profughi, fuggiti dai moti delle cosiddette "primavere arabe", ancora presenti in Italia. Il provvedimento, emanato a seguito della chiusura della cosiddetta «emergenza Nord Africa», autorizza il prosieguo dell’accoglienza e dei relativi permessi di permanenza per 7.400 migranti in attesa della decisione «delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale», per quelli «in attesa dell’esito del ricorso», nonché per le centinaia di persone (finora 520, ma il conteggio è in corso) classificate come «vulnerabili»: genitori single con prole, donne in gravidanza, anziani, disabili (o anche persone in stato di «disabilità temporanea») e vittime di soprusi e torture. Sono altresì inclusi anche coloro che si trovano «in attesa di ricevere il permesso di soggiorno e/o il titolo di viaggio».

Un vero e proprio passo indietro rispetto alla circolare del 18 febbraio e rispetto ai comportamenti pratici tenuti dappertutto. Un passo indietro atteso e ben opportuno.

E così se ieri sera è cominciato l’esodo, oggi è cominciato il rientro.

Il “tam, tam” dei profughi ha sempre funzionato egregiamente. Molto meglio della burocrazia. Molto prima della burocrazia.

Ovvio che dinanzi a questa decisione molte doti saranno “restituite” e si rientrerà nei centri di accoglienza.

Tutto è nato da una intervista fatta dall’Avvenire al ministro Cancellieri e pubblicata ieri 1 marzo con la quale si chiarisce che non tutti dovranno uscire dalle strutture che li hanno ospitati fino a ieri. Ecco la integrale intervista :

Intervista di Vincenzo R. Spagnolo

Da Roma - «Il tempo degli arrivi massicci da Libia e Tunisia è passato e l'Italia deve poter uscire dall'emergenza. Ma stiamo lavorando affinché i migranti di quei Paesi ancora in Italia non restino da un giorno all'altro privi di sostegno...». Il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, ci riceve nel suo ufficio al secondo piano del Viminale. L'intervista parte dalla situazione che riguarda il futuro di tredicimila migranti nordafricani, ancora in Italia. Domani scadranno i 60 giorni (decorsi dal 31 dicembre) per la chiusura del programma che ha consentito di ospitarli dal 2011. Gli enti impegnati nell'accoglienza, Caritas in testa, hanno rappresentato per tempo la preoccupazione che moltissimi finiscano per strada, obiettando che i contributi di 500 euro elargiti una tantum dal ministero dell'Interno (definiti «misure per favorire percorsi di uscita») a chi lascerà i centri non garantiranno certo sistemazioni alternative. Cosa accadrà di loro? «Il contributo è solo una delle misure. Abbiamo ragionato su come affrontare la situazione e siamo giunti ad alcune determinazioni», annuncia il ministro.

Di quale genere?

«Potranno restare le 7.400 persone ancora in attesa di essere sentite dalle commissioni per il rilascio dello status di asilo. E lo stesso vale per i nuclei familiari e gli appartenenti alle categorie "vulnerabili" previste dal sistema per la protezione e l'accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo, che resteranno per almeno altri sei mesi: minori, genitori single con prole, donne in gravidanza, anziani, disabili o vittime di soprusi e torture, mentre i tossicodipendenti verranno assegnati a strutture idonee. Secondo i dati giunti da 50 prefetture, sono già 520 persone: attendiamo i dati delle altre 53. Infine, resteranno quelli in attesa del permesso umanitario o del titolo di viaggio. Sono categorie ampie e dovrebbero includere buona parte dei migranti».

Quanti stanno optando per "l'uscita"?

«I dati delle prime 50 prefetture, aggiornati a ieri, dicono che su 8.178 presenti, 5.736 hanno chiesto di uscire. Un altro 24% non ha ancora manifestato la propria volontà. Per chi lo vorrà, sarà a disposizione il rimpatrio volontario assistito. Quanti decideranno di raggiungere altre nazioni europee, dove magari hanno parenti, dovranno essere consapevoli del fatto che le norme Schengen, scaduti i 90 giorni previsti dal regolamento di Dublino, prevedono la loro riconsegna nel Paese d'ingresso in Ue, in questo caso l'Italia».

Rischiano di essere rispediti in Italia da altre nazioni...

«In attesa di un sistema comunitario di asilo integrato, le norme comunitarie lo impongono. Noi stiamo supplendo con accordi bilaterali, ad esempio con la Francia, che consentano di gestire questi rientri dignitosamente: talvolta sono persone malate e vanno assistite».

Cosa avverrà per chi resta?

«Ce ne occuperemo gradualmente. Il fatto che la legge non abbia prorogato la possibilità di 12 sezioni aggiuntive alle 10 commissioni perle status di rifugiato, che già lavorano alacremente, non aiuta a velocizzare i tempi per l'esame delle domande: il prossimo Parlamento dovrebbe occuparsene. Ma non consentiremo speculazioni di chi vorrebbe lucrare sulla pelle degli immigrati, puntando ad esempio a prolungare sine die situazioni di "ospitalità retribuita". Non mi riferisco certo ai Comuni né alle associazioni di volontariato, cattoliche e laiche in prima linea nell'accoglienza con spirito umanitario: senza dì loro, si farebbe ben poco. Sappiamo tutti quanto l'attuale situazione di crisi economica pesi sull'Italia, non solo sulle possibilità di accoglienza dei rifugiati ma su tutto il sistema di welfare».

La situazione, in vari Paesi africani, resta travagliata e ciò potrebbe innescare nuovi flussi migratori.

«Auguriamo che le aspettative di democrazia di quei popoli non restino deluse. E in ogni caso continueremo a osservare con attenzione ciò che accade sull'altra sponda del Mediterraneo, così importante per l'Europa».

Su un altro fronte, la relazione dei servizi d'intelligence al Parlamento segnala come le tensioni sociali possano essere strumentalizzate da gruppi eversivi, col rischio di «attentati spettacolari». Una prospettiva allarmante...

«Io sono per la vigilanza costante, non per gli allarmismi. La relazione scatta una fotografia nitida e precisa, da valutare con la dovuta serietà: è stata consegnata al Copasir un mese fa e le informazioni che vi sono contenute vengono costantemente aggiornate, discusse e analizzate nelle frequenti riunioni di organismi antiterrorismo come il Casa. Chi è chiamato a salvaguardare la sicurezza dei cittadini non può tralasciare nulla».

C'è chi ipotizza che l'instabilità politica derivante dall'esito del voto possa fungere da catalizzatore delle tensioni del Paese, come avvenuto in Grecia..

«La relazione è stata messa a punto prima delle elezioni e non mi sentirei di dire che qualcosa sia cambiato adesso: abbiamo tenuto le elezioni e sicuramente la democrazia troverà il suo corso. Sulle recenti consultazioni mi lasci anche aggiungere che sono profondamente grata alla "macchina" del Viminale: tutti, dal servizio elettorale ai funzionali più periferici, sono stati eccezionali, consentendo una ulteriore spending review il 20% in meno sui 389 milioni di euro preventivati per le spese dell'election day».

Il ministro Cancellieri toma alla mole di documenti che l'attendono sulla scrivania. «Marzo è un mese complesso - conclude -. Nella Capitale ci sono da gestire i profili di sicurezza e di ordine pubblico legati allo svolgersi del conclave per l'elezione del nuovo Pontefice, con pellegrini in arrivo e molte delegazioni che alloggeranno fuori dalle mura leonine per un tempo difficile da definire. Inoltre, il 6 e 7 marzo è prevista la visita ufficiale della regina britannica Elisabetta II e del principe consorte Filippo, il 15 s'insedierà il nuovo Parlamento e domenica 17 si correrà la maratona di Roma. Il prefetto Giuseppe Pecoraro è da tempo all'opera, d`intesa col Viminale. Ad ogni evento, assicuro, verrà prestata la massima attenzione».

 

BANNER-ALTO2
© 2010 - 2021 TirrenoNews.Info | Liberatoria: Questo sito è un servizio gratuito che fornisce ai navigatori della rete informazioni di carattere generale. Conseguentemente non può rappresentare una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità predefinita. Non può, pertanto, essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge 62 del 7 marzo 2001. L'Autore del sito non è responsabile dei commenti inseriti nei post o dell’utilizzo illegale da parte degli utenti delle informazioni contenute e del software scaricato ne potrà assumere responsabilità alcuna in relazione ad eventuali danni a persone e/o attrezzature informatiche a seguito degli accessi e/o prelevamenti di pagine presenti nel sito. Eventuali commenti lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore del sito, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Nei limiti del possibile, si cercherà, comunque, di sottoporli a moderazione. Gli articoli sono pubblicati sotto “Licenza Creative Commons”: dunque, è possibile riprodurli, distribuirli, rappresentarli o recitarli in pubblico ma a condizione che non venga alterato in alcun modo il loro contenuto, che venga sempre citata la fonte (ossia l’Autore). Alcune immagini pubblicate (foto, video) potrebbero essere tratte da Internet e da Tv pubbliche: qualora il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del sito che provvederà prontamente alla loro pronta. Qualunque elemento testuale, video, immagini ed altro ritenuto offensivo o coperto da diritti d'autore e copyright possono essere sollecitati inviando una e-mail all'indirizzo staff@trn-news.it. Entro 48 ore dalla ricezione della notifica, come prescritto dalla legge, lo staff di questo Blog provvederà a rimuovere il materiale in questione o rettificarne i contenuti ove esplicitamente espresso, il tutto in maniera assolutamente gratuita.

Continuando ad utilizzare questo sito l'utente acconsente all'utilizzo dei cookie sul browser come descritto nella nostra cookie policy, a meno che non siano stati disattivati. È possibile modificare le impostazioni dei cookie nelle impostazioni del browser, ma parti del sito potrebbero non funzionare correttamente. Informazioni sulla Privacy