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Redazione TirrenoNews

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Con delibera n 55 del 12 marzo 2015 la giunta ha dato incarico all’avvocatessa Paola Iacubucci del foro di Paola di tutelare gli interessi del comune di Amantea nel procedimento contro la Smeco

Si parte dall’assunto che la gestione degli impianti di depurazione gestiti dalla Smeco nei comuni di Paola, Belmonte Calabro, Cetraro, Santa Maria del Cedro, Verbicaro, Fuscaldo, Belvedere Marittimo, Sangineto, Santa Domenica Talao, Tortora, Cleto, Aiello Calabro e Serra D'Aiello, San Pietro in Amantea abbia causato gravi disagi alla comunità amanteana ed abbia avuto una influenza negativa sulla qualità delle acque marine e di balneazione .

Invero un assunto difficilmente dimostrabile alla luce della reiterata affermazione resa dallo stesso comune di Amantea che ha dichiarato la eccellenza delle nostre acque balneari.

Sia recentemente con l’assessore Antonio Rubino formula, sia in passato con i grandi manifesti fatti predisporre ed affiggere dall’assessore Pasquale Ruggiero dove si leggeva “ Obiettivo raggiunto. Acque eccellenti”.

Ci sarà da ridere in tribunale se saranno tirate fuori queste affermazioni.

Insomma delle due l’una. Se le acque erano e sono state dichiarate come eccellenti quale logica nella costituzione di parte civile?

Non solo ma queste dichiarazioni non sono figlie di letture approssimative, bensì di semplici conferme delle risultanze scientifiche delle analisi dell’Arpacal. Un paradosso legislativo e forse politico o giudiziario.

Ed anche le stesse fastidiose schiume che da molto tempo imperversano sulle nostre coste sono sempre state dichiarate non pericolose dalla nostra Arpacal.

Nessuna sottovalutazione del problema, per carità, tantomeno per lo sversamento di quantità abnormi di cloro per l'abbattimento della carica batterica, così determinando “nello scarico finale dei depuratori una concentrazione del parametro di cloro attivo libero superiore, in un caso, di oltre 500 volte i limiti della tabella.”

Però c’è molto da capire. Un processo quello alla Smeco tutto da seguire, alla ricerca di tante verità malcelate e che sarebbe andato ben più speditamente a conclusione senza le parti civili.

Sembra che gli investigatori non abbiano fretta.

Per questo, forse, le convocazioni degli amministratori si susseguono, lentamente, l’una all’altra.

Semmai se agitazione c’è la si può trovare solo in coloro che sono stati sentiti e soprattutto in coloro che devono ancora esserlo, maggioranza o minoranza che sia.

Non può infatti ritenersi che le audizioni si limitino all’attuale consiglio comunale . Anzi appare fortemente logico che la tecnica della temporizzazione possa essere usata anche nei confronti dei vecchi amministratori , oggi gente comune, oltre che tra i dipendenti comunali e delle cooperative.

Anzi c’è qualcuno che aspetta di essere sentito perché potrebbe essere la occasione buona per indirizzare le indagini verso le direzioni più produttive per la giustizia e per la città.

Esiste il fondato sospetto che gli investigatori man mano che ascoltano gli amministratori completino il quadro sui medesimi con quanto emerso dalle dichiarazioni “spontanee” degli stessi.

Se non, addirittura, che tali dichiarazioni spontanee orientino le successive audizioni e le domande rivolte ai futuri interrogati

Nessuna informazioni certa sugli amministratori sentiti, tra cui però si fanno i nomi di almeno due donne( una assessora ed una consigliera delegata), e tantomeno su quanto loro chiesto o dichiarato ed ancora meno sulle tematiche trattate.

Qualcuno parla per esempio di indagini serrate sulle cooperative , su come siano stati loro affidati gli incarichi passati, su come siano stati fatti i controlli delle prestazioni contrattuali, giorno per giorno, aree per aree, settori per settori, e su come siano state fatte le contabilizzazioni delle prestazioni eseguite , fino al punto di spingersi ad attenzionare anche i nuovi incarichi sempre alle stesse cooperative per i quali si starebbe aspettando l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni oggi non esistenti.

Un quadro che vedrebbe premiati e penalizzati. Ma forse sono solo voci.

Certo che non sarebbero lontane le valutazioni sulla gestione delle cooperative stesse, sul reale rispetto delle tipologie che sono state poste alla base dei percorsi agevolati.

Sembra che siano in essere indagini sui soci delle cooperative e sull’equilibrio dei servizi loro chiesti o resi, proprio per accertare la sussistenza della formula cooperativistica

Voci. Voci queste ed altre in qualche modo però confermate da inspiegabili ritardi, indecisioni, o cambi repentini di scelte decisorie.

Ed anche su questi ritardi, indecisioni, o cambi repentini di scelte decisorie sembra che la indagine abbia attenzione.

Si parla infine di politici che si defilano.

Resta sempre il silenzio di una parte della minoranza ma sembra che appena la DDA avrà concluso le sue indagini parlerà! .

Riflessione ad alta voce sulle vicende dell’On Aldo Moro

Martedì, 17 Marzo 2015 18:16 Pubblicato in Italia

La ricorrenza del 16 marzo con il rapimento dell’On Aldo Moro e la barbara uccisione degli Uomini della sua scorta, rappresenta per me un momento di ricordo e di riflessione sul modo di fare politica nei giorni d’oggi. Partire da Moro per arrivare ed abolire l’attuale consociativismo becero e fallimentare e ricordare ,a noi tutti, che collocarsi all’opposizione non deve spaventarci ma serve per impostare una politica dell’alternanza di governo.

Alternanza appunto non “Accorduni” !

Purtroppo oggi tutto cambia perché nulla cambi!!!!!!!!!!!!!!!!

Governare a tutti i costi e soprattutto nello stato di necessità e di bisogno si potrebbe incorrere nel più grave errore che la Politica possa produrre : lo sfascio del paese, delle regioni, dei comuni. In parole semplici una pessima amministrazione di governo.

Come non mai ,oggi ,l’insegnamento di Aldo Moro è attuale ed oserei dire profetico. Ma quanti di noi cercano di identificarsi ,salvo che citarlo solamente ed impropriamente,nel pensiero politico di uno dei più grandi statisti che l’Italia abbia avuto? Quanti politici dirigono persuadendo oppure comandano affermando ,in modo marcato, la superiorità dell’intelligenza dell’uomo ? Dubito che ce ne siano tanti. Oggi prevale la “mediocrità “ a tutti i livelli:partendo da Roma e contagiando   la nostra cara amata terra di Calabria.

Allora sarebbe opportuno,sulla scia degli insegnamenti di un grande statista come Moro , intendere la politica come arte superiore ,capacità di unire forze eterogenee ,piuttosto che soffermarsi ad iniziative sterili e a misere creazioni .Sono certo che questo modello è impossibile da applicare in Italia ma ancor di più   nella nostra terra di Calabria, dove le forze politiche di governo regionali e comunali , così detti ” potentati “,sono insieme solo per vincere ,appropriarsi della cosa pubblica,gestirla famelicamente per i propri diretti interressi,senza nessuna remora , senza nessuna coscienza, con l’aggravante di   rallentare, se non bloccare   totalmente , ogni possibilità   di Crescita Civile e Democratica!

E’ questo il modo che Aldo Moro intendeva la Politica ? Giudicate Voi!

Per quel che mi riguarda posso affermare categoricamente NO.

Belmonte Calabro Li 16 Marzo 2015                                                  

                Dott. Giancarlo Pellegrino (già Consigliere Provinciale di Cosenza)

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