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Manca la luce: il personale della dialisi costretto a far andare le apparecchiature a mano
Mercoledì, 04 Marzo 2015 14:39 Pubblicato in CronacaQuando si legge che in Calabria la sanità non funziona non si giunge mai a sospettare quanto non funzioni!
Ed il problema più grosso è che di questo ridotto o pessimo non funzionamento non c’è mai un responsabile che paghi i suoi errori, le sue dimenticanze.
Non è la ricerca sterile di una sanzione a chi sbaglia ma la necessità di responsabilizzare chi di dovere proprio per evitare il ripetersi di queste difficoltà che possono anche far male.
Sono le 15,30 circa ed a tutti gli uffici del distretto manca improvvisamente l’energia elettrica
Il problema è che contemporaneamente non parte il gruppo generatore di emergenza per mancanza di gasolio
E così i pc si spengono e si perdono tutte le informazioni in trattamento. Un bel problema anche per i PC del CUP e di riscossione di ticket
Ma si fermano anche tutte le apparecchiature medicali
Ed è qui che cominciano i guai.
I principali( ma non gli unici) sono quelli che interessano che le apparecchiature per le dialisi che funzionano ad energia elettrica
Per fortuna che il personale del reparto dialisi, con il solito spirito di sacrificio, si attiva e fa funzionare le apparecchiature a mano.
E così, almeno, apparentemente, i pazienti non si accorgono di nulla e non risentono di alcun problema.
Intanto i dirigenti si attivano con immediatezza e giunge il gasolio, ma si perdono 40 minuti per il rifornimento e per la ripartenza del gruppo elettrogeno di emergenza.
Ma così non va. Questa volta è andata bene ma è impossibile che con tanto personale che opera nel poliambulatorio non solo non ci sia nessuno addetto al controllo delle scorte ma nemmeno un sistema di allerta automatico
No! Così non va. Che si provveda!
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Ritorna Paolo Orofino ,il giornalista in grado di offrire alla comunità amanteana, che legge con intensa attenzione, ed alla Calabria intera, tempestive informazioni sulle vicende relative all’interesse della DDA sulle vicende del comune di Amantea
Il giornalista del Quotidiano segnala la presenza della Polizia negli uffici comunali
Stando a quanto ci viene riferito al comune c’erano solo l’assessore Gianluca Cannata e la consigliera Elena Arone che si sono portati nella stanza del sindaco.
Pochi minuti e sono arrivati tutti, sindaco compreso.
Non solo amministratori, anche dipendenti e collaboratori, anche esterni
Tutte persone che , stando a quanto viene riferito, saranno convocate a breve dalla Polizia per essere sentite su fatti occorsi nel comune di Amantea e relativi a vicende varie tra cui quella dei “vigilini”.
Addirittura, si dice, che qualcuno sia “caduto” malato, anche se noi non ci crediamo perché darebbe la stura ad attenzioni su altre tematiche ancora non emerse.
E qui occorre fare qualche passo indietro.
Tutto sarebbe nato da un esposto firmato inviato alla Procura della repubblica di Paola
Sembra, però, che l’attenzione della Procura di Paola sia durata poco perché la vicenda sarebbe stata “attratta” dalla DDA di Catanzaro e passata nella competenza del PM antimafia Pierpaolo Bruni
Diversi gli elementi di interesse.
Ad iniziare dall’ ”avvicinamento” di un vigile urbano.
A seguire dalle notizie che sarebbero state inviate alla DDA dalla Guardia di Finanza di Amantea e delle quali si conosce ben poco, salvo quanto relativo e costantemente ripetuto ad una attenzione verso un assessore .
Per continuare dalla vicenda dei “vigilini” oggi riaperta con la “strana” commissione composta da uomini della Prefettura, della questura e del Tribunale, praticamente dagli uffici che potrebbero essere chiamati a controllare gli atti di propri rappresentanti.
Poi un po’ di silenzio interrotto ,prima, dai proiettili indirizzati ad alcuni amministratori e più recentemente all’attentato all’auto della vigilessa Montemagno.
Interessante anche la sicurezza manifestata a taluni amministratori che va correlata ai timori ed alle preoccupazioni manifestate da un amministratore della maggioranza mentre conversava con un suo amico.
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Insomma è un po’ come scegliere tra l’uovo oggi e la gallina domani.
La riflessione è imposta dalla lettura che la bella figura di Stefano Rodotà presiede il comitato nazionale “Col pareggio ci perdi” al quale fa riferimento il Comitato delle Associazioni Cosentine Antipareggio che starebbe raccogliendo le firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare volta all’eliminazione dell’obbligo di pareggio in bilancio dall’articolo 81 della Costituzione.
Secondo chi sopra il pareggio obbligatorio è in contrasto con l’ispirazione sociale della Carta del ’48 e impedisce allo Stato di fronteggiare le crisi economiche privandolo degli strumenti per garantire occupazione e diritti sociali.
Insomma la scelta è seria
Ogni italiano , di oggi e di domani, è pieno di debiti.
Debiti fatti dai politici e dai manager in nome dello Stato, debiti fatti dai politici e dai manager in nome delle regioni e delle province, debiti fatti dai politici e dai dirigenti in nome dei comuni, debiti fatti dai potenti per i propri privilegi.
Insomma finora l’Italia ha vissuto ( e vive) al di sopra delle proprie possibilità e si è piena di debiti che , ovviamente, ha trasferito al popolo ed a chi altri, se no?
Questi debiti hanno creato le difficoltà attuali riducendo e dequalificando tutti i servizi.
Una situazione che impedisce di garantire occupazione e diritti sociali
Cosa fare, allora?
Rodotà dice che occorre fare nuovi debiti da trasferire, ovviamente, ai nostri figli, ai nostri nipoti, ai nostri pronipoti, insomma alle future generazioni che si troveranno con il culo ancora più per terra ed ancora con meno occupazione e diritti sociali
Ci prendono in giro, politicamente e scientificamente.
L’unica soluzione è quella di togliere agli iper ricchi, e tra questi ai politici, ai burocrati , ai grand commis di Stato, fare un fortissima battaglia contro i ladri, soprattutto quelli di Stato, lottare contro la corruzione, lottare contro gli evasori di ogni specie.
Distribuire, in sostanza, le difficoltà tra tutti, livellando stipendi ed indennità, riducendo le differenze, non creando altri debiti che uccideranno i nostri figli ancora prima di nascere!
Diversamente è follia!
E’ tempo anche di doveri e non soltanto di diritti!
Grecia docet!
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