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Continuava a percepire illecitamente la pensione dell'anziana madre di cui non aveva mai comunicato il decesso, avvenuto nel 2010.

Ritirava ogni mese 2mila euro e in tutto ha incassato 135mila euro.

 

La protagonista dell'ennesima truffa all'Inps è una donna di 60 anni di Ardea, in provincia di Roma. E' stata scoperta dai finanzieri del Comando Provinciale della Capitale che hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Tribunale di Velletri.

Dalle indagini condotte dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Pomezia, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Velletri, avviate a seguito di una segnalazione dell'Inps, è emerso che la donna non destava sospetti perché utilizzava la delega per l'incasso depositata presso un ufficio postale di Ardea.

I successivi approfondimenti  hanno permesso poi di ricostruire il patrimonio personale dell'indagata, comprese le disponibilità di denaro sui conti correnti personali.

La Procura di Velletri ha così chiesto e ottenuto il provvedimento di sequestro delle somme contenute sui conti correnti, nonché di un immobile ad Ardea, per un valore corrispondente agli importi illecitamente percepiti.

Pubblicato in Italia

L'Amanteano era solito alzare le mani contro il padre per reclamare soldi. In questa vicenda due i dati salienti.

 

Uno è quello tecnico che emerge dalla conduzione della indagine fatta dai carabinieri di Amantea guidati dal mare sciallo Tommaso Cerza con il coordinamento e la direzione del comandante della compagnia di Paola capitano Antonio Villano.

 

Stando alle informazioni pervenuteci, i carabinieri della locale stazione di Amantea hanno avuto, in modo riservato, la informazione di un inaccettabile comportamento del figlio verso il padre al punto da malmenarlo ed hanno posto in essere una vigilanza serrata giunta fino a nascondersi nella casa attendendo la reiterazione delle violenze e procedendo all’arresto in flagranza.

 

Ai carabinieri i complimenti della nostra redazione per il riserbo avuto nella conduzione delle indagini e per la efficienza avuta nella gestione di una indagine delicata.

Il secondo è il dramma di un giovane cinquantenne senza lavoro, separato dalla moglie ,senza amici, silenzioso e che passeggiava solingo per le vie della città, e che negli ultimi anni è sopravvissuto grazie ai soldi del padre.

 

Sembra che questi soldi siano stati estorti con la forza al punto da malmenare l’anziano genitore quando non provvedeva e con immediatezza alle richieste del figlio.

Sembra poi che la vicenda durasse da tempo e che la somma estorta fosse ben rilevante dell’ordine di 100 mila euro.

Una situazione difficile anche per la non più giovane età del genitore di Vincenzo G. da Amantea di 50 anni circa.

 

Vincenzo sembra pretendesse assegni che poi andava a cambiare , come se fossero un prestito od un aiuto per sopravvivere.

E così nel pomeriggio il signor Vincenzo G. è stato tradotto presso la casa circondariale di Paola.

Domani sarà sentito dal giudice.

Pubblicato in Cronaca

Un docente si trova nei guai.

La Guardia di Finanza gli ha sequestrato beni per un valore che sfiora i trecentomila euro.

Il docente, che vive nel Lazio, avrebbe beneficiato fino al 2008 dell’assegno mensile che l’Inpdap versava sul conto corrente del genitore deceduto nel 2001.

Una storia ormai diventata costume. Il costume dei furbi, di coloro che pensano di farla franca, di arricchirsi a spese dello Stato. Come fanno tanto ma sorretti dalla legge che magari si sono auto approvata.

La storia è semplicissima. C’era un pensionato, una persona per bene che riceveva la pensione dall’Inpdap direttamente sul conto corrente di una banca di rende sul quale poteva agire il figlio professore.

Poi l’anziano pensionato passò a miglior vita ed il figlio si “dimenticò ” di darne comunicazione all’ente pensionistico, come si fa normalmente.

Una dimenticanza che fece continuare l’ Inpdap a versare i ratei pensionistici

E così il conto bancario ora sequestrato giunse alla rispettabile somma di 175.000 euro.

Lo strano è che il pensionato è morto il 2001 e l’istituto pensionistico ha versato le somme fino al 2008. Chi ha dato la comunicazione? E quale comunicazione è stata data? Quella del 2001 o quella del 2008? E se è stata data, seppur tardivamente quella del 2001, perché non sono stati recuperati i ratei pagati in più?

Ora la Guardia di Finanza di Roma ha confrontato gli elenchi dei pensionati con le risultanze anagrafiche e scoperto il tutto. .

Le responsabilità del figlio sembrano emergere da fatto che il conto corrente è stato movimentato anche dopo il decesso del titolare.

La vicenda è ora nelle mani del pm Giuseppe Cava della Procura di Cosenza, guidata da Dario Granieri.

Pubblicato in Cosenza
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