Un docente si trova nei guai.
La Guardia di Finanza gli ha sequestrato beni per un valore che sfiora i trecentomila euro.
Il docente, che vive nel Lazio, avrebbe beneficiato fino al 2008 dell’assegno mensile che l’Inpdap versava sul conto corrente del genitore deceduto nel 2001.
Una storia ormai diventata costume. Il costume dei furbi, di coloro che pensano di farla franca, di arricchirsi a spese dello Stato. Come fanno tanto ma sorretti dalla legge che magari si sono auto approvata.
La storia è semplicissima. C’era un pensionato, una persona per bene che riceveva la pensione dall’Inpdap direttamente sul conto corrente di una banca di rende sul quale poteva agire il figlio professore.
Poi l’anziano pensionato passò a miglior vita ed il figlio si “dimenticò ” di darne comunicazione all’ente pensionistico, come si fa normalmente.
Una dimenticanza che fece continuare l’ Inpdap a versare i ratei pensionistici
E così il conto bancario ora sequestrato giunse alla rispettabile somma di 175.000 euro.
Lo strano è che il pensionato è morto il 2001 e l’istituto pensionistico ha versato le somme fino al 2008. Chi ha dato la comunicazione? E quale comunicazione è stata data? Quella del 2001 o quella del 2008? E se è stata data, seppur tardivamente quella del 2001, perché non sono stati recuperati i ratei pagati in più?
Ora la Guardia di Finanza di Roma ha confrontato gli elenchi dei pensionati con le risultanze anagrafiche e scoperto il tutto. .
Le responsabilità del figlio sembrano emergere da fatto che il conto corrente è stato movimentato anche dopo il decesso del titolare.
La vicenda è ora nelle mani del pm Giuseppe Cava della Procura di Cosenza, guidata da Dario Granieri.