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Redazione TirrenoNews

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Cipro è un’isola con un milione di abitanti, un pil da 18 miliardi e un debito pubblico di 15. Nelle sue banche ci sono depositi per 70 miliardi, 40 fanno capo a residenti, la restante parte agli stranieri. Infatti i tassi medi offerti dalle banche cipriote erano altissimi: andavano dal 4,45% al 7%. Su Tali interessi si sono tuffati in tanti, banche estere comprese. Nel 2011 il valore delle attività bancarie era pari all’835 per cento del prodotto interno lordo.

I problemi per Cipro sono cominciati con la crisi greca. Le sue banche, infatti, erano pesantemente esposte verso le aziende di credito greche(circa 29 miliardi,pari al 160 % del pil dell’isola). Quando, nel 2012, per non fallire, il governo greco ha effettuato il taglio del debito, il sistema bancario cipriota ha subito profonde perdite».

Oggi, secondo il Financial Times: «La ristrutturazione delle banche è inevitabile. Cipro è fortemente indebitata, e al tempo stesso ha un settore bancario troppo grande per essere salvato. Secondo il Fmi, nel 2012 il debito pubblico cipriota ha raggiunto l’87% del pil». Per rimettere in sesto Cipro e il suo sistema bancario occorrono 17 miliardi, praticamente il “ buco” delle due banche di Cipro ( noi abbiamo forti dubbi!). Ma un prestito allo Stato per quella cifra avrebbe fatto esplodere il debito/Pil fino al 145% se non oltre, portandolo su livelli insostenibili. La situazione è andata costantemente peggiorando e il governo di Cipro, non avendo denari a sufficienza per ricapitalizzare le banche, nel giugno 2012 li ha chiesti alla troika (Commissione europea, Bce, Fmi).E così l’Eurogruppo ha approvato un piano di salvataggio che prevede una insufflazione di 17 miliardi( praticamente il valore del Pil di un anno). L’Europa ne metterebbe 10 a patto che (5,8) miliardi vengano dai creditori delle banche ed (1,2 miliardi) dalle privatizzazioni.

In sostanza con il prestito di 10 miliardi allo stato cipriota il debito pubblico passerebbe da 15 a 25 miliardi ( pari al 145% del Pil). I 5,8 miliardi sarebbero ottenuti con prelievi forzosi dai depositi bancari differenziati per gli importi fino a 100 mila ed oltre 100 euro

Ma ricordato che le altre crisi hanno indotto effetti a catena da banche e banche, per la crisi cipriota chi porta la responsabilità?

Certamente il management (passato e presente) di Bank of Cyprus e Laiki Bank, che per attrarre capitali hanno pagato interessi incredibilmente alti!

Certamente degli organi di controllo interni (comprese le società di auditing).

Certamente della Banca Centrale Cipriota per omesso controllo.

Certamente della politica cipriota (e quindi anche dei cittadini elettori) per non essersi resa conto della “responsabilità” che implica gestire capitali ingenti e pagare interessi altissimi.

Certamente della Banca Centrale Europea e dell’UE per omesso controllo e sottovalutazione dell’impatto della crisi greca su Cipro.

L’altra responsabilità è quella di un sistema economico europeo che permette alle banche, di prestare più soldi di quanti siano i mezzi propri e i depositi ricevuti, il che determina un'insolvenza teorica costante dove, in ogni momento, il ritiro dei depositi stessi oltre una certa soglia è in grado di rendere concreta tale insolvenza. Le norme di Basilea III, osteggiate dal sistema bancario, tendono a diminuire questi effetti ma non li annullano mai finché il modello bancario a riserva frazionaria persiste.

Ora si può ipotizzare un aumento degli intessi che Cipro dovrà pagare per il proprio debito pubblico ( come in Italia), notevoli licenziamenti nel sistema bancario( che deve contrarre i propri costi) , tantissimi fallimenti delle aziende cipriote e correlati licenziamenti di personale. Insomma non cose buone. Dall’orgoglio di dire no alle pretese della troika alle file ai bancomat, alle proteste di piazza, alla consapevolezza di una situazione che sarà come sempre pagata dal popolo.

Una prova per l’Italia?

Si chiama pet-therapy e, quella nata nel comune di Aiello Calabro, è una delle prime esperienze nate in Calabria e in provincia di Cosenza. Essa serve a curare diverse patologie fisiche e psichiche ed è basata sull’interazione delle persone (anziani, bambini e disabili) con alcuni animali.

“Il Comune di Aiello Calabro –spiega il sindaco Franco Iacucci, che è il primo ad essere entusiasta di questo progetto e che non è nuovo a valorizzare esperienze e proposte veramente moderne ed innovative- ha sottoscritto, insieme all’associazione “RisPETtiamoci” ed all’Istituto Scolastico Comprensivo, un protocollo d’intesa in cui sono contenuti i valori e le modalità che stanno alla base di questa forma di intervento terapeutico che utilizza un animale di affezione per migliorare la qualità della vita dell’essere umano, in questo caso di ragazzi, attraverso una speciale, nuova e diversa relazione significativa e ricca che vede protagonisti entrambi, bambini ed animali, in una forma di scambio di emozioni e sentimenti. L’Istituto Scolastico Comprensivo si è impegnato a mettere a disposizione la struttura ed il personale ausiliario e di sostegno per la formazione ed il supporto delle attività, mentre l’amministrazione comunale sostiene il progetto rivolto agli studenti aiellesi impegnando proprie risorse economiche”.

“Ad aderire a questa proposta- aggiunge il sindaco di Aiello- ci ha spinto soprattutto il fatto che là dove è già stato possibile svolgere un programma di pet-therapy, i bambini hanno ritrovato serenità, sorriso ed allegria. Questa terapia, infatti, prevede che il bambino si occupi dell’animale, gli dia da mangiare, lo coccoli, lo accarezzi e giochi con lui; non solo: ma prevede anche che queste attività vengano svolte insieme ad altri bambini, in modo da favorire la socializzazione. Tutto ciò permette di migliorare molto la qualità della vita dei piccoli pazienti soprattutto durante il periodo più acuto della malattia”.

“Se la scuola è un luogo di crescita –gli fa eco l’assessore comunale alla Pubblica Istruzione Lucia Baldini – è opportuno capire quanto un animale può rappresentare valore aggiunto per lo sviluppo di ragazzi e bambini in termini caratteriali e comportamentali, diventare un tramite per facilitare la comunicazione tra bambino e adulto e veicolare vissuti infantili, bisogni inespressi, disagi”.

“Siamo certi – conclude l’assessore – che questa sarà un’esperienza unica, perché basata sulla semplicità e sulla riscoperta dei valori genuini e veri”.

Ecco che comincia ad uscire la verità sulla situazione dei rifiuti in Calabria. Basta leggere cosa ha scritto la regione Calabria ai commissari del comune di Reggio Calabria che recentemente avevano chiesto invece al commissario regionale di intervenire.

Scrive l’ing Bruno Gualtieri dirigente del Dipartimento politiche ambientali della Regione Calabria, preoccupato per la pesantissima emergenza rifiuti nel reggino, che invia la seguente nota alla Commissione straordinaria dopo il sopralluogo effettuato nella discarica di Sambatello.

"Con riferimento alla precorsa corrispondenza e ai colloqui intervenuti con l'Assessore alle Politiche dell'Ambiente in relazione alla situazione di grave disagio in cui versa il comparto dei rifiuti nel territorio comunale, si pregia precisare quanto segue.


Si rileva con rammarico che, alla cessazione dell'emergenza ambientale, I'eredità commissariale sta rivelandosi catastrofica, attesa la convergenza dei mali endemici del sistema regionale con le evenienze sulle concessioni "Calabria Sud" e "Calabria Centro'', che hanno indotto all'affidamento temporaneo del servizio di smaltimento a ditte individuate dal Commissario Delegato, previo il pagamento pressoché contestuale delle spettanze ad ogni esercizio effettuato.


Ne è derivato, per la scrivente Amministrazione, l'onere di verificare ed attuare ipotesi risolutive che si rivolgessero a tutte le complesse sfaccettature della criticità afferente il settore dei rifiuti.


Il territorio reggino, pertanto, versa in una situazione non dissimile da quella che attualmente affligge le altre province calabresi.

Con un distinguo di non poco momento, in considerazione del contesto sopra delineato.
Risulta effettuato, infatti, sopralluogo da parte di personale di questo Dipartimento, dal quale emerge la possibilità di abbancare sul corpo della discarica in disuso circa 4.000 tonnellate di rifiuto, previa l'adozione di pronte misure di contenimento e sicurezza, alleviando così le esigenze momentanee di smaltimento, anche legate al prossimo periodo pasquale.
L'avvio delle operazioni di sistemazione e conferimento è, tuttavia, rimessa all'emanazione da parte della S.V., quale Sindaco della Città di Reggio Calabria, di idonea Ordinanza contingibile e urgente, ai sensi dell'art. 191 d. lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., "per consentire il ricorso temporaneo a speciali forme di gestione dei rifiuti, anche in deroga alle disposizioni vigenti, garantendo un elevato livello di tutela della salute e dell'ambiente", con efficacia "non superiore a mesi sei" (seppure, reiterabile) e la specificazione delle disposizioni normative cui si intende derogare.
Al fine di consentire un sereno e completo vaglio da parte della S. V. in ordine alla ricorrenza dei presupposti per l'adozione del provvedimento temporaneo in parola, si allega alla presente la Relazione di Sopralluogo menzionata sopra.
Nel rappresentare ampia disponibilità e collaborazione per una soluzione coordinata della situazione che occupa, si porgono distinti saluti. Ing. Bruno Gualtieri”.

NdR. Prendiamo atto che l'eredità commissariale sta rivelandosi catastrofica, e che Il territorio reggino, pertanto, versa in una situazione non dissimile da quella che attualmente affligge le altre province calabresi.

E porgiamo all’ing Gualtieri due domande:

1)Sambatello è di proprietà (solo) del comune di Reggio?

2) se l’ordinanza è la soluzione per Reggio ( comune, non provincia) come faranno tutti gli altri comune calabresi e le altre province calabresi?

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